Passa ai contenuti principali

Tappi sintetici, le novità tra ricerca e normative

Si stima che il 20% delle bottiglie italiane sia chiuso con tappi sintetici, una percentuale in linea con quella mondiale dove su una quota di circa 17 miliardi di bottiglie, sono stati oltre 3 i miliardi di tappi sintetici utilizzati nel 2012 (21%). E sulla scorta di questi dati, il Gruppo Tappi Sintetici Espansi (Gruppo Sintesi), in un recente incontro dedicato alla stampa tenutosi a Milano nella cornice dell’Hotel De La Ville, ha fatto il punto sulle ultime novità del settore.

Novità normative, con il Decreto 13 agosto 2012 che ha esteso alla maggior parte delle Docg l’utilizzo di chiusure alternative, ma anche novità a livello di miglioramento delle performance tecniche di queste chiusure. E proprio a conferma di quest’ultimo aspetto, l’incontro di Milano è stato occasione per presentare il marchio SQM (Sintesi Quality Mark), basato sui requisiti della Norma Uni 11311, e nato proprio su volere del Gruppo Sintesi per rendere più evidente la qualità dei propri prodotti. Registrato e dotato di recente di un proprio regolamento, il marchio SQM non solo risponde a norme precise e selettive dal punto di vista della sicurezza alimentare ma anche in termini di prestazioni tecniche, a garanzia sia dell’utilizzatore che del consumatore. “Arrivare a questo traguardo - hanno spiegato il presidente, Roberto Casini, e il segretario, Marino Lamperti - non è stato semplice, ma oggi il marchio costituisce una valida base di partenza per qualificare sempre più a livello internazionale non solo il gruppo ma l’intero settore”. “La mission del Gruppo Sintesi - ha proseguito Lamperti - è infatti quella di promuovere e diffondere le qualità e le caratteristiche dei tappi sintetici espansi. Al gruppo, nato nel 2008 e membro di Federgomma Plastica, oggi appartengono 12 aziende (Csi, Enolandia, Enoplastic, Fgm, Integra Italia, Labrenta, Microcell, Milova Plast, Nomacorc, So.F.Ter., Supercap e Tapì), sia produttrici che importatrici di tappi sintetici. L’obiettivo è di rappresentare per le imprese un contenitore di confronto e formazione, così come portare avanti attività di lobby”.

Tornando alle performance tecniche offerte, nonostante la “giovane età”, i tappi sintetici ne hanno fatta di strada, compiendo in pochi decenni passi da gigante. “Il punto di forza del sintetico - ha spiegato Casini nel corso dell’intervento in cui ha ripercorso l’evoluzione della ricerca in questo campo - è rappresentato dalla costanza e ripetibilità delle prestazioni, con tappi omogenei per dimensioni e peso che presentano un margine di tolleranza dell’ordine del centesimo di grammo (con un range di ± 0,05 g rispetto ai ±0,8 g delle chiusure di inizio anni ’90). Grazie agli importanti investimenti nella ricerca e nello sviluppo - ha continuato il presidente del Gruppo Sintesi - oggi le chiusure sintetiche presentano alte prestazioni su tutti i fronti, con tappi che offrono elevati livelli di neutralità organolettica e un grado di barriera all’ossigeno capace di garantire una corretta evoluzione del vino non solo nei vini a beva rapida ma anche in quelli che richiedono tempi di affinamento più lunghi”. Ampio spazio è stato dato anche alla presentazione dei risultati in termini di performance legate alla ecosostenibilità: i tappi sintetici, riciclabili al 100%, godono infatti di una filiera propria che permette, a partire dalla raccolta nel comune cassonetto della plastica, di ridare vita al prodotto sotto forma di materiale da costruzione per tubi, componenti per le auto e persino vasi da fiori e panchine.
E a dimostrazione della teoria, al termine dell’incontro ha avuto luogo una vera e propria riprova pratica, con la degustazione di una “Top Ten Sintesi” di vini italiani ed esteri tappati con le chiusure dei soci del Gruppo, per poter testare “nel bicchiere” quanto affermato.


Commenti

Post popolari in questo blog

Vino e scienza, il sistema agrovoltaico come efficiente risposta allo stress idrico della vite

I risultati di uno studio francese dimostrano l'efficacia del sistema agrovoltaico nella gestione del vigneto. I pannelli solari installati nel vigneto sembrano avere un impatto positivo sulla resistenza della vite allo stress idrico. Nasce un nuovo e promettente modo di coltivare, secondo recenti studi l'agrovoltaico, ovvero agricoltura + fotovoltaico si sta dimostrando un sistema efficace nella gestione del vigneto che combina su una superficie, una coltura e pannelli solari fotovoltaici, sollevati da terra e controllati in base alle esigenze fisiologiche delle piante. In effetti è un doppio sistema in quanto i pannelli oltre a produrre energia pulita e rinnovabile, proteggono le piante modificando il clima sulle colture. L’agrovoltaico di fatto può essere considerato una tecnologia 4.0 applicata alla viticoltura. I pannelli solari installati nel vigneto sembrano avere un impatto sulla resistenza della vite allo stress idrico. Uno studio condotto dalla Camera dell

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per

Archeologia, Toscana: a San Casciano ritrovate statue di bronzo etrusche e romane intatte. Scoperta più importante dei Bronzi di Riace

 A San Casciano dei Bagni in Toscana riemergono da alcuni scavi 24 statue di bronzo etrusche e romane intatte. La scoperta è più importante del ritrovamento dei Bronzi di Riace. 24 statue di bronzo, 5 delle quali alte quasi un metro, e perfettamente integre. L'eccezionale scoperta è avvenuta a San Casciano dei Bagni in Toscana, piccolo borgo nella provincia di Siena noto per le sue affascinanti terme. In queste ore i tecnici del laboratorio sono già al lavoro per il restauro delle opere. Il ritrovamento grazie ad un progetto in cui gli archeologi sono impegnati da tre anni. Gli scavi furono intrapresi infatti nel 2019 con la concessione del ministero della Cultura e il sostegno anche economico del comune toscano. Alla guida del progetto l’archeologo Jacopo Tabolli, docente dell’Università per Stranieri di Siena. I lavori nel sito hanno fatto già fatto parlare di sé. Dalle acque delle terme infatti emergono oggetti straordinari, come la grande vasca, svariate offerte votive, altari