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Timpamara: “il vino del gufo”

Il simbolo del gufo è la saggezza e l'adattamento è saggezza. La saggezza non consiste nel cercare di strappare il bene dal male, ma nell'imparare a "cavalcare" entrambi, proprio come un tappo di sughero si adatta alla cresta e al solco dell'onda.

La timpa, un luogo impervio dove la vigna cresce di stenti, si aggrappa come può alla terra per succhiarne nutrimento. La timpa è amara, e duro è il lavoro dell’uomo che ne coltiva i frutti. E questo il "gufo" lo sa, questa terra così amara a conquistarsi lo fa muovere con saggezza e limitando la fatica, con “eroica” passione, ci regala il Timpamara.

Gli amici di famiglia il “vino del Gufo” lo conoscono da sempre. Lo hanno bevuto con gli arrosti profumati di salvia e rosmarino nelle cene di fine estate che Giuseppe Muzzillo (detto il Gufo) ama organizzare. Fare di questo vino, destinato alla convivialità, un’espressione piccola ma qualificata dell’emergente enologia calabrese è stata la sfida in cui i figli Eugenio e Francesca lo hanno coinvolto. Essenziale la filosofia di lavoro: rispetto del territorio, valorizzazione dei vitigni autoctoni (magliocco dolce su tutti), massima cura in campo e nella trasformazione enologica dell’uva.

Oggi, dopo anni di ricerca dedicata ai nuovi impianti, alle selezioni clonali e alle microvinificazioni sperimentali, nascono i due vini dell’azienda  il Timpamara e il Portapiana che si offrono a chi ama i vini di territorio, le piccole quantità e i prodotti di alto artigianato.

Donnici è adagiata sulle colline di Cosenza, meno di cinquecento abitanti a circa 500/600 metri sul livello del mare. L’origine del nome risale al latino, Campi Dominici, cioè  terreni demaniali, è una  piccola frazione di Cosenza la cui origine risale alla fine del IX sec., quando i cosentini per sfuggire alle invasioni saracene si trasferirono sui monti e nelle località vicine.  Ci troviamo in piena fascia appenninica, ai piedi della Sila, spesso coperta di neve,  inverni freddi ed estati calde con ottime escursioni termiche.

Qui è il Magliocco dolce a farla da padrone e che troviamo nel disciplinare della Doc Donnici delle colline di Cosenza. Grappolo serrato a bacca nera, maturazione tardiva, buccia spessa con sfumature blu violacee. Uva dalla grande ricchezza polifenolica e dall’acidità sostenuta (e persistente in maturazione) che dà vita a vini longevi e strutturati.

La storia del Timpamara è singolare: “ ‘A Timpa” in dialetto calabrese sta a significare luogo impervio, terra amara difficile da lavorare. In questa zona sono stati da tempo rinvenuti vitigni non ben identificati, si sono acclimatati qui da anni, i contadini del luogo la chiamano “uva francese”,  la vigna è stata realizzata da marze provenienti da appezzamenti di piccoli viticoltori della zona.

Si tratta di un’uva dalla colorazione intensissima, tinge quasi come l’inchiostro e offre profumi di frutta e note speziate decisamente diverse dai tradizionali vitigni calabresi. Poi le analisi, è Sirah. Incredibilmente questo vitigno in un suo immaginario viaggio è arrivato sin qua, aggrappandosi alla timpa. Forse un segno del destino. 


Il Timpanara Terre del Gufo 2011 si presenta al bicchiere con un bel colore rosso rubino penetrante dai riflessi violacei. Al naso è immediato il suo ricco bouchet, ciliegia, amarena, more mature. 

Al gusto è imponente, il dolce speziato e una bella trama tannica ci avvolgono il palato, è bilanciato in freschezza cosa che gli ha donato quell’excursus termico che lo trasformerà ulteriormente in un vino di grande longevità ed eleganza.

La corrispondenza al gusto è piena con una persistenza e piacevolezza aromatica lunghissima. Sosta sei mesi in  barrique di rovere francese di primo passaggio e poi in vetro per 4 mesi.

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