UE: DA OGGI LE NUOVE ETICHETTE MA 50% SPESA RESTA ANONIMA
COSA C'E' E COSA MANCA NELLE NORME IN VIGORE AUGLI ALIMENTI
Oltre
la metà della spesa resta anonima per colpa delle contraddittoria
normativa comunitaria che obbliga ad indicare la provenienza nelle
etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti,
per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi di frutta, per le uova ma
non per i formaggi, per il miele ma non per il latte
Un
passo in avanti importante che tuttavia - sottolinea la Coldiretti - non
impedisce gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano
due prosciutti su tre venduti come italiani,
ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di
latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza
indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano
che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei
consumatori e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte
straniero o addirittura semilavorati industriali (cagliate) provenienti
dall’estero. In altre parole – precisa la Coldiretti - contiene materie
prime straniere circa un terzo (33 per cento) della
produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed
esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori ed
a danno delle aziende agricole.
Anche
se si procede con lentezza per l’azione delle lobbies, grazie al
pressing ella Coldiretti in Italia ed in Europa il nuovo regolamento
comunitario prevede
che a partire dal prossimo
1 aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo
di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine mentre per
le carni diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale
data rappresenta solo una scadenza per la
presentazione di uno studio di fattibilità. Ad oggi, quindi, in Europa è
in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne bovina dopo
l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà,
qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca,
dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova, a
partire dal primo agosto 2004 l'obbligo di indicare in etichetta il
Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal 1° luglio 2009
l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive
impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta
anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i
succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing
della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso:
il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o
la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005
l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto
dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo
di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. In
un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia dobbiamo
portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per
combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per
garantire libertà di scelta al consumatore” ha concluso il presidente
della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’esigenza di
accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione
di origine in tutti i prodotti alimentari”.
LA META’ DELLA SPESA DEGLI ITALIANI RESTA ANONIMA
Cibi con l'indicazione
di provenienza
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E quelli senza
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Carne di pollo e derivati
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Pasta
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Carne bovina
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Carne di maiale e salumi
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Frutta e verdura fresche
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Carne di coniglio
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Uova
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Frutta e verdura trasformata
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Miele
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Derivati del pomodoro diversi da passata
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Passata di pomodoro
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Formaggi
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Latte fresco
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Derivati dei cereali (pane, pasta)
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Pesce
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Carne di pecora e agnello
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Extravergine di oliva
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Latte a lunga conservazione
Concentrato di pomodoro e sughi pronti
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LA NUOVA ETICHETTA EUROPEA DEGLI ALIMENTI IN SINTESI
Etichette più chiare e leggibili: Le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri
più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).
Evidenza del responsabile dell’alimento:
Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve
esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore
con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il
prodotto. Tale indicazione secondo la Coldiretti non va confusa con
quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria
per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con
l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso
rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del
soggetto responsabile dell’etichettatura.
Allergeni in risalto:
Le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati
del
grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride
solforosa, latticini contenenti lattosio) dovranno essere indicate con
maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio
sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli
ingredienti. Anche i ristoranti
e le
attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare
gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o
registro), ben visibili all’avventore.
Più trasparenza sugli oli e grassi utilizzati:
Non sarà più possibile ingannare il consumatore
celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi
vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (es. olio
di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute): ora tra
gli ingredienti si dovrà specificare quale
tipo di olio o di grasso è stato utilizzato, sottolinea la Coldiretti
Stato fisico del prodotto:
Dovranno essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal
prodotto
o anche dall’ingrediente. In tal modo – afferma la Coldiretti - non
sarà possibile utilizzare solo il termine “latte”, se si usa latte in
polvere o proteine del latte.
Informazioni sul congelamento e scongelamento:
In caso di carne e pesce congelato e preparazioni
congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la
data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono stati congelati
prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione
dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.
Indicazione di ingredienti sostitutivi:
Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli,
quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un
particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i
sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato - riferisce
la Coldiretti - va specificato immediatamente accanto
al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati
(pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).
Alimenti contenenti caffeina: Per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento sono previste
avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”.
Scadenza ripetuta sulle monoporzioni:
La data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola
porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna, in
modo da rendere piu’ avegole l’informazione al consumatore secondo la
Coldiretti.
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