CONSORZIO TUTELA VINI VALPOLICELLA E FONDAZIONE ARENA DI
VERONA: UN BRINDISI CONGIUNTO PER ANTEPRIMA AMARONE 2011
BUSSINELLO (DIR. CONSORZIO): AMARONE SIA LEVA PER TURISMO. VALPOLICELLA DEVE DIVENTARE PROSSIMA BEST WINE TRAVEL DESTINATION
La collaborazione tra il Consorzio Tutela Vini Valpolicella e la Fondazione Arena non è casuale. Il vino, infatti, è richiamato in molte scene delle opere liriche dove diventa complice di amori, duelli, tradimenti e vittorie. Nabucco, Aida, Tosca e tutte le altre opere del festival areniano, avranno da quest’anno un alleato in più: l’Amarone
Inoltre, Amarone e opera, saranno i testimonial dell’eccellenza produttiva e culturale “made in Verona” nell’applicazione mobile Valpolicella Wines (operativa su sistemi iOS e Android), la app del Consorzio che digitalizza tutta l’offerta del territorio: informazioni, prodotti vitivinicoli del territorio, news ed eventi, percorsi enogastronomici con indicazione di ristoranti e strutture ricettive, punti d’interesse storico-culturale e itinerari naturalistici.
Per Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella: “La Valpolicella sconta ancora un gap dal punto di vista turistico, pur non avendo nulla da invidiare alle best wine travel destination recensite a livello internazionale. In questo l’Amarone può e deve diventare una leva integrata e a supporto dell’intero sistema, in sinergia con gli altri attori di filiere collegate. L’accordo con la Fondazione Arena dimostra che è possibile lavorare congiuntamente per portare valore aggiunto a tutto il territorio”.
La collaborazione tra il Consorzio Tutela Vini Valpolicella e la Fondazione Arena non è casuale. Il vino, infatti, è richiamato in molte scene delle opere liriche dove diventa complice di amori, duelli, tradimenti e vittorie.
Tra le principali opere quelle di Giuseppe Verdi, autore di molti famosi brindisi operistici. In Macbeth, ispirato all’omonimo dramma shakespeariano che descrive la tragedia del potere, il vino ha un ruolo preciso nel dipanarsi delle vicende. Lady Macbeth, durante la scena del banchetto del secondo atto, accecata dall’ambizione, rinforza con il vino il suo piano criminoso e sollecita per due volte al brindisi con le parole “Si colmi il calice del vino eletto; nasca il diletto, muoia il dolor”, cui tutti i convitati rispondono “cacciam le torbide cure dal petto, nasca il diletto, muoia il dolor”; l’aria intonata da Lady Macbeth, continua invocando il potere salvifico del vino: “Da noi si involino gli odi e gli sdegni, folleggi e regni qui solo amor. Gustiamo il balsamo di ogni ferita che nova vita ridona al Cor; vuotiam per l’inclito banco i bicchier”.
Diverso il registro del famoso “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici”, da un'altra opera verdiana, La Traviata. Ci mostra Alfredo che propone un brindisi a tempo di valzer al quale si uniscono subito Violetta e poi gli altri invitati, cantando gioiosamente le lodi al vino e all’amore: “Libiam ne’ lieti calici che la bellezza infiora; e la fuggevol ora si inebrii a voluttà. Libiam ne’ dolci fremiti che suscita l’amor poiché quell’occhio al core onnipotente va. Libiamo, amor tra i calici più ardenti baci avrà”. E in Ernani, nella prima scena del I Atto, il coro dei compagni di Ernani che accompagna la sua entrata in scena canta “Beviam! Beviam! Nel vino cerchiam almeno un piacer! Che resta al bandito, da tutti sfuggito, se manca il bicchier?” Al vino Verdi ha dedicato anche un’aria da camera, “Brindisi”, che evidenzia come il vino riesca a rendere tutto più bello e più sereno: “Mescetemi il vino! Tu solo bicchiere/ tra grandi terreni non sei menzognero/ tu vita dei sensi, letizia del cor” e poi “tu sei chi m’allegri le curi noiose / sei tu che ne torni la gioia che fu / chi meglio risana dal cor le ferite? / Se te non ci desse la provvida vite/ sarebbe immortale l’umano dolor.”
Anche Cavalleria Rusticana, di Pietro Mascagni, ha nel vino un interprete di rilievo. Il protagonista Turiddu, offre vino ai suoi paesani quale pretesto per poter stare il più possibile con la sua amata Lola, già sposata ad Alfio: “Viva il vino spumeggiante, nel bicchiere scintillante, come il riso dell’amante; mite infonde il giubilo! Viva il vino ch’é sincero, che ci allieta ogni pensiero, e che affoga l’umor nero nell’ebbrezza tenera.” Ma il vino rappresenta anche il guanto di sfida: un bicchiere gettato via con disprezzo da Alfio, quale messaggio per Turiddu.
Sono passioni forti quelle del melodramma, di cui il vino sovente si fa tramite. Il dramma lirico de La Bohéme, musicato da Giacomo Puccini, racconta la vita e le storie d'amore di giovani poveri ma pieni di vita e di amore per l'arte che si intrecciano in una misera soffitta di Parigi, nella prima metà dell'Ottocento. Il vino entra in scena subito, nel primo atto, quando i quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere Latino. Per i bohémien arte e vita sono un tutt'uno: amano le più belle donne e bevono i vini migliori e i più vecchi.
Il pubblico potrà visitare Anteprima Amarone sabato 31 gennaio dalle 16 alle 19 e domenica 1 febbraio dalle 10.00 alle 18.00 (ingresso a pagamento euro 30).
Per Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella: “La Valpolicella sconta ancora un gap dal punto di vista turistico, pur non avendo nulla da invidiare alle best wine travel destination recensite a livello internazionale. In questo l’Amarone può e deve diventare una leva integrata e a supporto dell’intero sistema, in sinergia con gli altri attori di filiere collegate. L’accordo con la Fondazione Arena dimostra che è possibile lavorare congiuntamente per portare valore aggiunto a tutto il territorio”.
La collaborazione tra il Consorzio Tutela Vini Valpolicella e la Fondazione Arena non è casuale. Il vino, infatti, è richiamato in molte scene delle opere liriche dove diventa complice di amori, duelli, tradimenti e vittorie.
Tra le principali opere quelle di Giuseppe Verdi, autore di molti famosi brindisi operistici. In Macbeth, ispirato all’omonimo dramma shakespeariano che descrive la tragedia del potere, il vino ha un ruolo preciso nel dipanarsi delle vicende. Lady Macbeth, durante la scena del banchetto del secondo atto, accecata dall’ambizione, rinforza con il vino il suo piano criminoso e sollecita per due volte al brindisi con le parole “Si colmi il calice del vino eletto; nasca il diletto, muoia il dolor”, cui tutti i convitati rispondono “cacciam le torbide cure dal petto, nasca il diletto, muoia il dolor”; l’aria intonata da Lady Macbeth, continua invocando il potere salvifico del vino: “Da noi si involino gli odi e gli sdegni, folleggi e regni qui solo amor. Gustiamo il balsamo di ogni ferita che nova vita ridona al Cor; vuotiam per l’inclito banco i bicchier”.
Diverso il registro del famoso “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici”, da un'altra opera verdiana, La Traviata. Ci mostra Alfredo che propone un brindisi a tempo di valzer al quale si uniscono subito Violetta e poi gli altri invitati, cantando gioiosamente le lodi al vino e all’amore: “Libiam ne’ lieti calici che la bellezza infiora; e la fuggevol ora si inebrii a voluttà. Libiam ne’ dolci fremiti che suscita l’amor poiché quell’occhio al core onnipotente va. Libiamo, amor tra i calici più ardenti baci avrà”. E in Ernani, nella prima scena del I Atto, il coro dei compagni di Ernani che accompagna la sua entrata in scena canta “Beviam! Beviam! Nel vino cerchiam almeno un piacer! Che resta al bandito, da tutti sfuggito, se manca il bicchier?” Al vino Verdi ha dedicato anche un’aria da camera, “Brindisi”, che evidenzia come il vino riesca a rendere tutto più bello e più sereno: “Mescetemi il vino! Tu solo bicchiere/ tra grandi terreni non sei menzognero/ tu vita dei sensi, letizia del cor” e poi “tu sei chi m’allegri le curi noiose / sei tu che ne torni la gioia che fu / chi meglio risana dal cor le ferite? / Se te non ci desse la provvida vite/ sarebbe immortale l’umano dolor.”
Anche Cavalleria Rusticana, di Pietro Mascagni, ha nel vino un interprete di rilievo. Il protagonista Turiddu, offre vino ai suoi paesani quale pretesto per poter stare il più possibile con la sua amata Lola, già sposata ad Alfio: “Viva il vino spumeggiante, nel bicchiere scintillante, come il riso dell’amante; mite infonde il giubilo! Viva il vino ch’é sincero, che ci allieta ogni pensiero, e che affoga l’umor nero nell’ebbrezza tenera.” Ma il vino rappresenta anche il guanto di sfida: un bicchiere gettato via con disprezzo da Alfio, quale messaggio per Turiddu.
Sono passioni forti quelle del melodramma, di cui il vino sovente si fa tramite. Il dramma lirico de La Bohéme, musicato da Giacomo Puccini, racconta la vita e le storie d'amore di giovani poveri ma pieni di vita e di amore per l'arte che si intrecciano in una misera soffitta di Parigi, nella prima metà dell'Ottocento. Il vino entra in scena subito, nel primo atto, quando i quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere Latino. Per i bohémien arte e vita sono un tutt'uno: amano le più belle donne e bevono i vini migliori e i più vecchi.
Ne L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti tra gli effetti
miracolosi del vino c'è anche quello di sostituire il filtro amoroso. La
vicenda del timido e sprovveduto Nemorino, innamorato della bella Adina, ha una
svolta quando il ciarlatano Dulcamara gli promette di vincere la ritrosia
dell’amata grazie ad una pozione da lui stesso preparata. Un elisir inebriante,
dal gusto eccellente che altro non è se non un buon vino. Estasiato, Nemorino
ne decanta le virtù: “O caro elisir! Sei mio! Si’, tutto mio. Com’essere
possente la tua virtù, se non bevuto ancora, di tanta gioia già mi colmi il
petto! Bevasi. Oh! Buono! Oh caro! Un altro sorso. Oh qual di vena in vena
dolce calor mi scorre! Ah lei forse anch’essa, forse la fiamma stessa
incomincia a sentir”. Il vino riesce a far superare e vincere la timidezza a
Nemorino e i due giovani convolano finalmente dopo peripezie ed equivoci
divertenti. Anche Gioacchino Rossini, ne La Gazza Ladra, celebra il ritorno dalla guerra di Giannetto con un: “Viva Bacco e la cantina, medicina d’ogni età!”
Il pubblico potrà visitare Anteprima Amarone sabato 31 gennaio dalle 16 alle 19 e domenica 1 febbraio dalle 10.00 alle 18.00 (ingresso a pagamento euro 30).
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