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Il Perù del vino. Con settore vitivinicolo in pieno rinnovamento il Paese andino si prepara a sfidare i mercati

La mancanza di risorse adeguate, sia tecniche che finanziarie, non hanno permesso in passato il moderno sviluppo del settore vitivinicolo peruviano, ma negli ultimi anni la situazione ha iniziato a cambiare con maggiori investimenti nel settore e il rivitalizzarsi della produzione nazionale.


Passando da una produzione concentrata solo sul mercato nazionale e su prodotti di fascia bassa e medio-bassa, l'industria vitivinicola peruviana guarda ora alla qualità, aprendosi ai mercati mondiali con un approccio moderno ed innovatore.


L’economia del Perù, con poco più di 30 milioni di abitanti, di cui circa un terzo concentrati nella capitale Lima, cresce a ritmi del 5% l’anno. Il sostenuto sviluppo economico negli ultimi dieci anni spiega in buona parte anche la crescita del mercato del vino, un prodotto sempre più richiesto da una classe media che si allarga, si arricchisce e vede aumentare il suo potere d’acquisto.

La viticoltura peruviana sta vivendo da qualche anno un grande rinnovamento. In dieci anni la superficie del vigneto è raddoppiata, raggiungendo i 32.000 ha nel 2015. Con oltre 510.000 tonnellate di uva da tavola prodotte nel 2015, di cui il 60% destinate all'esportazione, il Perù ha dimostrato chiaramente le proprie ambizioni.

Anche la produzione di vino ha registrato un aumento di circa il 20% in dieci anni, toccando i 700.000 hl, e il consumo ha seguito la stessa evoluzione, attestandosi a 785.000 hl.

Sulla scia di questi dati, in costante crescita, il Perù intende potenziare le sue risorse in maniera più organica e moderna, un percorso di grande rinnovamento che vede al fianco anche la preziosa collaborazione dell'OIV, l'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. Proprio lo scorso novembre infatti, nel corso della sua visita in Perù, il direttore generale dell'OIV Jean-Marie Aurand, ha incontrato i vari addetti del settore vitivinicolo del Paese e proprio durante un pranzo di lavoro su invito di Santiago Queirolo, presidente del Comitato vitivinicolo della Società nazionale delle industrie, che riunisce le principali aziende del settore, ha avuto occasione di presentare le attività svolte dall'Organizzazione.

Anche il viceministro delle Piccole e medie imprese e dell'industria, nonché presidente della Commissione nazionale del Pisco, Juan Mathews Salazar, ha confermato l'importanza che il Perù attribuisce all'OIV in un momento in cui la sua vitivinicoltura si sta sviluppando e modernizzando.

Diverse sono le attività previste per consolidare i legami con l'OIV, in particolare il rafforzamento delle competenze del Perù e la possibilità di organizzare una presentazione di Pisco e di vini peruviani presso la propria sede nel 2017.

Questi orientamenti sono stati confermati in un incontro con il direttore per l'Agricoltura Edson Seopa Ruiz presso il ministero dell'Agricoltura.

Il direttore generale ha inoltre tenuto una presentazione presso l'Istituto del vino e del Pisco sulla congiuntura del settore vitivinicolo mondiale e le grandi sfide che si trova ad affrontare.

In questo contesto, infine, bisogna dare una nota di merito a quello che è da considerare un tesoro tradizionale delle cultura peruviana, il Pisco: il tipico distillato d’uva di eccellenza qui prodotto da oltre 400 anni e divenuto parte integrante dell’identità del Paese e simbolo nazionale.

Questa acquavite proprio grazie alla sua popolarità, contribuirà a fare da traino, anche in termini economici, nel processo di rinnovamento vitivinicolo del Paese. Da sottolineare infatti, che il Pisco sta conoscendo una crescita della produzione raggiungendo oltre 9,5 milioni di litri nel 2015 e che da anni è anche protagonista di un concorso patrocinato dall'OIV.

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