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Agricoltura&Ricerca. Cala il sipario su Future IPM 3.0: in vetrina le soluzioni sostenibili e innovative per la difesa delle colture

Sicurezza alimentare, cambiamento climatico e incremento dei gas serra e gli effetti sulla fisiologia della vite, difesa integrata e controllo biologico, utilizzo del microbioma delle piante per il controllo delle specie invasive, agricoltura di precisione. Questi i principali temi discussi al congresso mondiale sulla sostenibilità nella produzione agricola ed agroalimentare. 

Organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg, la Libera Università di Bolzano, l'Università degli Studi di Trento, l'Università di Innsbruck, con il patrocinio dell'Euregio, chiude oggi “Future IPM 3.0”, la settimana di eventi completamente dedicata alla sostenibilità in agricoltura che ha richiamato in Trentino, a Riva del Garda, oltre 500 esperti da 37 paesi per un confronto scientifico sulle più recenti conoscenze nel campo della produzione integrata in agricoltura e sulle future soluzioni tecniche, politiche ed economiche per l’agricoltura sostenibile in Europa.   

Le novità emerse

Le maggiori novità presentate riguardano le nuove soluzioni per la difesa integrata delle colture: sistemi per aumentare l’efficacia del controllo biologico nutrendo gli insetti ed gli acari predatori di parassiti delle piante, insetti impollinatori che trasportano biofungicidi microbiologici, attrattivi per formiche per ridurre infestazioni di afidi e cocciniglie favorendo il loro controllo tramite insetti utili, sistemi innovativi per il miglioramento genetico e bioagrofarmaci a base di estratti di piante e microrganismi naturali. Ma anche droni, sensori, app per il monitoraggio del territorio e sistemi per prevedere il rischio di infezioni ed ottimizzare gli interventi.

Un nuova frontiera potrebbe essere quella dell’utilizzo del microbioma delle piante e cioè di quei microrganismi che vivono in intima associazione con la pianta stessa, come ha riferito Corné Pieterse, dell’università di Utrecht in Olanda; applicazioni sono già state proposte per il controllo di fitoplasmosi della vite. Secondo Max Suckling, dell’Istituto Neozelandese di ricerca su piante e alimenti, il controllo delle specie invasive si conferma la principale sfida per il futuro, come conseguenza del cambiamento climatico e dell’intensificazione degli scambi commerciali.

La normativa europea si trova impreparata ad affrontare queste emergenze perché si riconferma la più stringente al mondo in termini di valutazione del rischio e sicurezza, come ha detto Vittorio Veronelli vicepresidente dell’associazione internazionale delle industrie produttrici di mezzi biologici e tecnici, tanto da rallentare a volte, purtroppo, anche l’autorizzazione dei principi attivi più innovativi e sicuri o addirittura impedire l’importazione di organismi utili in grado di ristabilire l’originario equilibrio biologico.

L'effetto del cambiamento climatico e dell’incremento dei gas serra è stato valutato sia per il suo ipotizzabile effetto sulla fisiologia della vite sia per le conseguenze su comportamento dei principali fitofagi e patogeni da Annette Reineke dell’Universita di Geisenheim.

Il dialogo tra scienza ed agricoltura, favorito da molti interventi dell’Unione Europea, rappresenta infine per Sylvia Bluemel dell’Agenzia austriaca per la salute e la sicurezza alimentare, il modo più efficace per stimolare l’individuazione di nuove soluzioni e favorirne l’implementazione nelle aziende agricole.

Sono stati inoltre presenti gli ultimi risultati sulle ricerche relative al controllo della cimice asiatica, Drosophila suzukii, Xylella fastidiosa e numerose altre specie parassite che preoccupano l’agricoltura. Le esperienze elaborate in altri paesi, pur necessitando di essere interpretati e adattati alle nostre specifiche condizioni, sono utili esempi a cui ispirarsi per gestire queste emergenze fitosanitarie. Per la Fondazione Edmund Mach il congresso è stata l'occasione di presentare alcune delle attività di ricerca e sperimentazione volta a migliorare la sostenibilità dell'agricoltura (scheda sostenibilità).

Incontri, workshop e convegni

La settimana ha aperto i battenti lunedì scorso con un incontro tecnico sul tema della produzione agricola competitiva e le sfide della produzione sostenibile; è proseguita con l’assemblea generale della IOBC (Organizzazione internazionale per la difesa integrata ed il controllo biologico) e una serie di workshop scientifici e conferenze, come la conferenza sponsorizzata dal programma dell’OECD sulla ricerca cooperativa sulla gestione delle risorse biologiche per sistemi agricoli sostenibili, e due convegni scientifici: uno sulla difesa integrata in viticoltura e uno sui meccanismi di difesa della pianta e sulla qualità biologica del suolo.

Vincitori concorso per giovani. Nel corso dell'evento sono stati premiati vincitori del concorso “Che aspetto ha l'agricoltura sostenibile?” riservato agli studenti che frequentano un istituto scolastico di secondo grado con sede in Alto Adige, Trentino o Tirolo. Il primo premio è andato a Eleonora Odorizzi dell'Istituto Tecnico Agrario per il cortometraggio “Cambiamo noi, cambiamo la storia” ed il secondo premio a Beatrice Siotto, Matilde Perotti, Alice Baietta della scuola Liceo Artistico Depero per il video “Un Euregio per tutti”. La commissione di valutazione era composta da Andrea Rosalinde Hofer dell’ OECD LEED Trento, Valentina Piffer di Euregio, Elena De Lorenzo della Fondazione FICO.

L'evento ha ospitato diverse iniziative che hanno favorito l’incontro tra arte, musica e scienza, tutte centrate sul grande tema della sostenibilità. L’iniziativa per recupero delle eccedenze alimentari dagli eventi a cura di Federcongressi&eventi in collaborazione con le Onlus Banco Alimentare ed Equoevento (food for good) ha permesso di evitare gli sprechi alimentari e l’intero evento è stato organizzato utilizzando materiali riciclabili o a bassa impronta carbonica.

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