Con un ricco programma di eventi culturali si è celebrato ieri il Ritorno della Canapa in Campania. Presentazione di libri e video sul tema, esposizione di prodotti della filiera, reperti agricoli storici, foto d’epoca e degustazione di prodotti a base di canapa.
La riscoperta della Canapa industriale come coltura da reddito, in grado di alimentare filiere produttive di grande interesse economico, è ormai una realtà acquisita. Le recenti norme, nazionale e regionale, hanno reso poi il comparto ancor più attraente, sia per il mondo agricolo che per quello industriale. Il Ritorno alla Canapa è stato accolto in tal senso con grande partecipazione da parte dei tanti cittadini che hanno avuto modo di riscoprire l’orgoglio di essere i discendenti dei laboriosi canapicoltori di questo territorio.
Questo pronunciato dinamismo ed interesse verso tale investimento coinvolge da qualche anno anche la Campania, che nel secolo scorso aveva, con l’Emilia Romagna, il primato produttivo nazionale, rendendo l’Italia il secondo Paese al mondo dopo la Russia. Un generale e crescente interesse che sta coinvolgendo decine di imprese agricole e agroalimentari, enti di ricerca, associazioni culturali ed istituzioni pubbliche. E il territorio ove si assiste al maggiore investimento colturale e produttivo è proprio la provincia di Caserta, già territorio di elezione in passato della coltura.
E’ anche per questo motivo che il CNR, con la Fondazione Carditello, ed altri enti ed organismi, come il CREA, la Camera di Commercio di Caserta, la Coldiretti, la Rete della Canapa in Campania, con il patrocinio della Regione Campania e delle Università Federico II di Napoli e Vanvitelli di Caserta, hanno ritenuto di dover promuovere un evento per celebrare appunto il “Ritorno” di una coltura nobile e antica.
Un evento che per diversi ed evidenti motivi si è inteso realizzare nel Real Sito di Carditello, una struttura simbolo per un territorio ferito che intende riscattarsi e ritornare ad essere quello che Goethe descrisse nel 1787: “Solo in questa regione si può comprendere cosa sia la vegetazione e perché si coltiva la terra”.
Una curiosità: è stato recentemente presentato il primo vino europeo ottenuto con la canapa. Lo produce un azienda marchigiana, ed unisce il verdicchio alla canapa coltivata nella regione. Per legge, certo, non si può parlare di vino ma, come autorizzato anche dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, potrà essere commercializzato come "Bevanda aromatizzata a base di vino Verdicchio e canapa". Una bevanda che data la pianta, cugina stretta del luppolo, lascia sentori amari, di erba e che può accompagnare, come indicato da chi la produce, carne, salumi, pasta, pizza e formaggi erborinati.
Un campo di canapa ai piedi del Vesuvio |
Questo pronunciato dinamismo ed interesse verso tale investimento coinvolge da qualche anno anche la Campania, che nel secolo scorso aveva, con l’Emilia Romagna, il primato produttivo nazionale, rendendo l’Italia il secondo Paese al mondo dopo la Russia. Un generale e crescente interesse che sta coinvolgendo decine di imprese agricole e agroalimentari, enti di ricerca, associazioni culturali ed istituzioni pubbliche. E il territorio ove si assiste al maggiore investimento colturale e produttivo è proprio la provincia di Caserta, già territorio di elezione in passato della coltura.
E’ anche per questo motivo che il CNR, con la Fondazione Carditello, ed altri enti ed organismi, come il CREA, la Camera di Commercio di Caserta, la Coldiretti, la Rete della Canapa in Campania, con il patrocinio della Regione Campania e delle Università Federico II di Napoli e Vanvitelli di Caserta, hanno ritenuto di dover promuovere un evento per celebrare appunto il “Ritorno” di una coltura nobile e antica.
Un evento che per diversi ed evidenti motivi si è inteso realizzare nel Real Sito di Carditello, una struttura simbolo per un territorio ferito che intende riscattarsi e ritornare ad essere quello che Goethe descrisse nel 1787: “Solo in questa regione si può comprendere cosa sia la vegetazione e perché si coltiva la terra”.
Una curiosità: è stato recentemente presentato il primo vino europeo ottenuto con la canapa. Lo produce un azienda marchigiana, ed unisce il verdicchio alla canapa coltivata nella regione. Per legge, certo, non si può parlare di vino ma, come autorizzato anche dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, potrà essere commercializzato come "Bevanda aromatizzata a base di vino Verdicchio e canapa". Una bevanda che data la pianta, cugina stretta del luppolo, lascia sentori amari, di erba e che può accompagnare, come indicato da chi la produce, carne, salumi, pasta, pizza e formaggi erborinati.
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