Vino&Ricerca. Casòn Rosso, l'evoluzione di un grande vino di casa Lageder in risposta ai cambiamenti climatici
Il vitigno Tannat diventa protagonista nell'uvaggio del Casòn Rosso che nella vendemmia 2014 raggiunge quota 80%. Attraverso la sperimentazione, ecco la profonda evoluzione di una delle etichette simbolo dell'azienda vitivinicola Alois Lageder di Magrè (BZ).
Tutto iniziò negli anni Ottanta, quando le prime previsioni sui futuri cambiamenti climatici, spinsero Alois Lageder a prendere in considerazione vitigni diversi e a coltivarli a titolo sperimentale, per capire se e in quale misura fossero idonei a sopportare temperature medie più elevate e condizioni atmosferiche estreme.
Aumenta decisamente la percentuale di uve Tannat nel Casòn Rosso, che per la prima volta, per l'annata 2014, raggiunge la quota del ben 80%, rispetto al 5% delle precedenti annate. Un cambiamento di rotta meditato negli anni per quella che è l'etichetta simbolo della Tenuta. Il riscaldamento globale e le sue possibili conseguenze sulla vitivinicoltura, hanno portato a ripensare, con l'aiuto della ricerca e sempre nel rispetto della tradizione, il modo di fare grandi vini con uno sguardo al futuro e che si viene di fatto a concretizzare con la nuova uscita del Casòn Rosso di casa Lageder.
L’aumento delle temperature, tanto di quelle minime quanto di quelle massime, negli ultimi tempi hanno comportato una significativa anticipazione delle fasi di sviluppo delle piante (fasi fenologiche). Nel corso dell'ultimo decennio, nei vigneti dell’Alto Adige come per il resto delle altre regioni vinicole dislocate in tutto il mondo, la vendemmia è stata progressivamente anticipata di una-due settimane. Queste raccolte ante-tempo influiscono negativamente sulla qualità dell’uva e sul processo di fermentazione, con una tendenza a mosti sempre più alcolici e a un sempre più marcato abbassamento di acidità delle uve. Fenomeni che possono creare problemi nella produzione di vini particolarmente pregiati.
Già a conoscenza di questo cambiamento, più di trent'anni or sono, Alois fece sì che si procedesse, tra le altre varietà, all'impianto di tipologie d’uva provenienti da zone viticole dell’Europa meridionale che, nella visione del lungimirante vignaiolo di Magrè, coltivate nella Bassa Atesina, si sarebbero distinte per un’acidità più elevata e una gradazione zuccherina più moderata. Fu nel maso Casòn Hirschprunn, un podere con più di 30 ettari di vigneti a Magrè, che ebbe iniziò una sperimentazione su vasta scala su diversi nuovi vitigni. Quello che interessava capire era quali di questi si prestassero, in presenza di temperature medie più elevate e di eventi meteorologici più estremi, a conservare le peculiarità stilistiche tipiche dei vini altoatesini.
Fra questi figurava appunto il Tannat, una varietà di provenienza francese e di origini basche, che sin da subito si evidenziava per le vantaggiose caratteristiche agronomiche ed enologiche. Gli studi su questo vitigno hanno dimostrato infatti il suo buon adattamento ai diversi tipi di terreno e di clima - in primis le aree tendenzialmente più calde - e terreni di buona struttura, dove si evidenzia per la sua elevata vigoria, con un bel grappolo allungato e compatto, facilmente riconoscibile nei vigneti per il colore rosso dei suoi piccioli. Dal grande potenziale enologico grazie all’elevata dotazione tannica e all’ottima carica antocianica - il Tannat è conosciuto nel mondo come uno dei vitigni più dotati in assoluto sul piano polifenolico - ben si presta alla produzione di vini da invecchiamento, ai quali, difatto, con il tempo, dona grande eleganza. Le qualità sopra descritte hanno inoltre fatto sì che diventasse il vitigno principe dell’Uruguay dove fu introdotto nel 1870 dal francese Pascual Harriague, un precursore della viticoltura del Paese sudamericano.
Ora il Tannat a maso Casòn Hirschprunn prospera di anno in anno ed arriva a piena maturazione conservando una freschezza incredibilmente elevata, un altro presupposto ottimale per produrre vini rossi d’eccellenza, tanto da diventare anche protagonista di una delle sette “Comete”, ovvero i sette vini prodotti in un numero molto limitato di bottiglie che nascono da un progetto lanciato proprio lo scorso luglio e che, sempre con lo spirito innovatore che contraddistingue la Tenuta, lavora con uve provenienti da diverse zone del mondo o anche tradizionali, ma “dimenticate”. Per maggiori informazioni sul progetto “Le Comete” www.aloislageder.eu/vini/comete.
Uno degli obiettivi più importanti – che intende perseguire anche la sesta generazione rappresentata da Alois Clemens Lageder - è proprio quello di dar vita a un processo di sviluppo che metta in condizione l’azienda di garantire e migliorare la qualità dei vini anche negli anni a venire, contribuendo in questo modo a far crescere la realtà vinicola altoatesina nel suo insieme.
Ricordo che la Tenuta Alois Lageder, azienda a conduzione familiare e con alle spalle una tradizione nel vino di quasi due secoli, si caratterizza per mettere in pratica un approccio olistico e sostenibile, che si rispecchia nella sua scelta di coltivare secondo il metodo biologico-dinamico e per la sua dedizione nel trarre spunti e insegnamenti preziosi dalla tradizione, da adoperare in vista di uno sviluppo futuro. Con la sperimentazione, sia in vigneto che in cantina, cerca oltremodo di alzare sempre più l’asticella della qualità e di acquisire nuove conoscenze, attraverso lo studio dei cambiamenti climatici e la produzione di vini che sappiano raccontare la splendida diversità che caratterizza l’Alto Adige.
Il 2014 Casòn Rosso, nasce da uve da agricoltura biodinamica (Tannat all'80%, il rimanente 20% con differenti uvaggi a bacca nera in combinazione variabile) provenienti da Magrè e coltivate su terreni ghiaiosi e ad alta concentrazione calcarea, ad un’altitudine di 230-360 metri s.l.m. La fermentazione avviene spontaneamente. Dopo la malolattica in acciaio, sosta e si affina in barriques per circa 18 mesi. Al bicchiere si presenta di un bel rosso rubino con riflessi violacei. Al naso si distingue con un bouquet olfattivo molto ampio, legato alla frutta rossa matura come prugna e more e poi cuoio, tè e leggere sensazioni di affumicato. In bocca è morbido, di buon corpo, le note fruttate si bilanciano ad una viva freschezza accompagnando il sorso verso un lungo e persistente finale di grande piacevolezza. A partire dal terzo e fino al decimo anno, che è poi il suo arco di tempo per un invecchiamento ideale, il vino potrà sicuramente regalare ancor più eleganza ed armonia. Il 2014 Casòn Rosso, accompagna egregiamente tutti i piatti a base di carne rossa, come l'agnello arrosto, il manzo alla griglia e la selvaggina. Da provare anche con formaggi a media stagionatura. www.aloislageder.eu
Volevo segnalare che, nell'ambito della prossima edizione del Merano Festival, Alois Clemens Lageder condurrà una masterclass, con una degustazione alla cieca di sei annate di LÖWENGANG Chardonnay, altra etichetta simbolo della Tenuta Alois Lageder, ne ho parlato qui, che festeggia il suo trentesimo anniversario. Chiude il seminario l’edizione “30 anni di LÖWENGANG Chardonnay”, il vino dell’anniversario, un blend delle migliori raccolte del 2013, 2014, e 2015. I vini di ciascuna delle tre annate sono stati lasciati maturare sui lieviti fino al momento dell’assemblaggio. Nel caso del 2013, per ben tre anni. Appuntamento domenica 12 novembre 2017 dalle 14.30 alle 16.00 presso l'Hotel Terme Merano, Piazza Terme 1, Merano.
Tutto iniziò negli anni Ottanta, quando le prime previsioni sui futuri cambiamenti climatici, spinsero Alois Lageder a prendere in considerazione vitigni diversi e a coltivarli a titolo sperimentale, per capire se e in quale misura fossero idonei a sopportare temperature medie più elevate e condizioni atmosferiche estreme.
Aumenta decisamente la percentuale di uve Tannat nel Casòn Rosso, che per la prima volta, per l'annata 2014, raggiunge la quota del ben 80%, rispetto al 5% delle precedenti annate. Un cambiamento di rotta meditato negli anni per quella che è l'etichetta simbolo della Tenuta. Il riscaldamento globale e le sue possibili conseguenze sulla vitivinicoltura, hanno portato a ripensare, con l'aiuto della ricerca e sempre nel rispetto della tradizione, il modo di fare grandi vini con uno sguardo al futuro e che si viene di fatto a concretizzare con la nuova uscita del Casòn Rosso di casa Lageder.
L’aumento delle temperature, tanto di quelle minime quanto di quelle massime, negli ultimi tempi hanno comportato una significativa anticipazione delle fasi di sviluppo delle piante (fasi fenologiche). Nel corso dell'ultimo decennio, nei vigneti dell’Alto Adige come per il resto delle altre regioni vinicole dislocate in tutto il mondo, la vendemmia è stata progressivamente anticipata di una-due settimane. Queste raccolte ante-tempo influiscono negativamente sulla qualità dell’uva e sul processo di fermentazione, con una tendenza a mosti sempre più alcolici e a un sempre più marcato abbassamento di acidità delle uve. Fenomeni che possono creare problemi nella produzione di vini particolarmente pregiati.
Già a conoscenza di questo cambiamento, più di trent'anni or sono, Alois fece sì che si procedesse, tra le altre varietà, all'impianto di tipologie d’uva provenienti da zone viticole dell’Europa meridionale che, nella visione del lungimirante vignaiolo di Magrè, coltivate nella Bassa Atesina, si sarebbero distinte per un’acidità più elevata e una gradazione zuccherina più moderata. Fu nel maso Casòn Hirschprunn, un podere con più di 30 ettari di vigneti a Magrè, che ebbe iniziò una sperimentazione su vasta scala su diversi nuovi vitigni. Quello che interessava capire era quali di questi si prestassero, in presenza di temperature medie più elevate e di eventi meteorologici più estremi, a conservare le peculiarità stilistiche tipiche dei vini altoatesini.
Fra questi figurava appunto il Tannat, una varietà di provenienza francese e di origini basche, che sin da subito si evidenziava per le vantaggiose caratteristiche agronomiche ed enologiche. Gli studi su questo vitigno hanno dimostrato infatti il suo buon adattamento ai diversi tipi di terreno e di clima - in primis le aree tendenzialmente più calde - e terreni di buona struttura, dove si evidenzia per la sua elevata vigoria, con un bel grappolo allungato e compatto, facilmente riconoscibile nei vigneti per il colore rosso dei suoi piccioli. Dal grande potenziale enologico grazie all’elevata dotazione tannica e all’ottima carica antocianica - il Tannat è conosciuto nel mondo come uno dei vitigni più dotati in assoluto sul piano polifenolico - ben si presta alla produzione di vini da invecchiamento, ai quali, difatto, con il tempo, dona grande eleganza. Le qualità sopra descritte hanno inoltre fatto sì che diventasse il vitigno principe dell’Uruguay dove fu introdotto nel 1870 dal francese Pascual Harriague, un precursore della viticoltura del Paese sudamericano.
Ora il Tannat a maso Casòn Hirschprunn prospera di anno in anno ed arriva a piena maturazione conservando una freschezza incredibilmente elevata, un altro presupposto ottimale per produrre vini rossi d’eccellenza, tanto da diventare anche protagonista di una delle sette “Comete”, ovvero i sette vini prodotti in un numero molto limitato di bottiglie che nascono da un progetto lanciato proprio lo scorso luglio e che, sempre con lo spirito innovatore che contraddistingue la Tenuta, lavora con uve provenienti da diverse zone del mondo o anche tradizionali, ma “dimenticate”. Per maggiori informazioni sul progetto “Le Comete” www.aloislageder.eu/vini/comete.
Uno degli obiettivi più importanti – che intende perseguire anche la sesta generazione rappresentata da Alois Clemens Lageder - è proprio quello di dar vita a un processo di sviluppo che metta in condizione l’azienda di garantire e migliorare la qualità dei vini anche negli anni a venire, contribuendo in questo modo a far crescere la realtà vinicola altoatesina nel suo insieme.
Ricordo che la Tenuta Alois Lageder, azienda a conduzione familiare e con alle spalle una tradizione nel vino di quasi due secoli, si caratterizza per mettere in pratica un approccio olistico e sostenibile, che si rispecchia nella sua scelta di coltivare secondo il metodo biologico-dinamico e per la sua dedizione nel trarre spunti e insegnamenti preziosi dalla tradizione, da adoperare in vista di uno sviluppo futuro. Con la sperimentazione, sia in vigneto che in cantina, cerca oltremodo di alzare sempre più l’asticella della qualità e di acquisire nuove conoscenze, attraverso lo studio dei cambiamenti climatici e la produzione di vini che sappiano raccontare la splendida diversità che caratterizza l’Alto Adige.
Il 2014 Casòn Rosso, nasce da uve da agricoltura biodinamica (Tannat all'80%, il rimanente 20% con differenti uvaggi a bacca nera in combinazione variabile) provenienti da Magrè e coltivate su terreni ghiaiosi e ad alta concentrazione calcarea, ad un’altitudine di 230-360 metri s.l.m. La fermentazione avviene spontaneamente. Dopo la malolattica in acciaio, sosta e si affina in barriques per circa 18 mesi. Al bicchiere si presenta di un bel rosso rubino con riflessi violacei. Al naso si distingue con un bouquet olfattivo molto ampio, legato alla frutta rossa matura come prugna e more e poi cuoio, tè e leggere sensazioni di affumicato. In bocca è morbido, di buon corpo, le note fruttate si bilanciano ad una viva freschezza accompagnando il sorso verso un lungo e persistente finale di grande piacevolezza. A partire dal terzo e fino al decimo anno, che è poi il suo arco di tempo per un invecchiamento ideale, il vino potrà sicuramente regalare ancor più eleganza ed armonia. Il 2014 Casòn Rosso, accompagna egregiamente tutti i piatti a base di carne rossa, come l'agnello arrosto, il manzo alla griglia e la selvaggina. Da provare anche con formaggi a media stagionatura. www.aloislageder.eu
Volevo segnalare che, nell'ambito della prossima edizione del Merano Festival, Alois Clemens Lageder condurrà una masterclass, con una degustazione alla cieca di sei annate di LÖWENGANG Chardonnay, altra etichetta simbolo della Tenuta Alois Lageder, ne ho parlato qui, che festeggia il suo trentesimo anniversario. Chiude il seminario l’edizione “30 anni di LÖWENGANG Chardonnay”, il vino dell’anniversario, un blend delle migliori raccolte del 2013, 2014, e 2015. I vini di ciascuna delle tre annate sono stati lasciati maturare sui lieviti fino al momento dell’assemblaggio. Nel caso del 2013, per ben tre anni. Appuntamento domenica 12 novembre 2017 dalle 14.30 alle 16.00 presso l'Hotel Terme Merano, Piazza Terme 1, Merano.
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