Vino&Ricerca. Nuovo vitigno autoctono ritrovato in Valpolicella. Lo studio del CREA e dell'ex Centro per la Sperimentazione in Vitivinicoltura della Provincia di Verona
La caratterizzazione del nuovo vitigno condotta nell’ambito delle attività di un progetto finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per la realizzazione degli obiettivi del Trattato Internazionale sulle Risorse Genetiche Vegetali per l'Agricoltura e l'Alimentazione.
E' stato chiamato Elmo, il nuovo vitigno autoctono a bacca rossa individuato in due areali della provincia di Verona. Il suo profilo molecolare sembra non essere associato ad una varietà conosciuta e di cui non si ha nessun riscontro storico documentato. Con la scoperta hanno preso recentemente il via le attività di un lavoro di caratterizzazione viticolo-enologica di questa nuova varietà di vite.
Il nostro Paese ha un grande primato, ed è quello di conservare una grande biodiversità viticola in ogni Regione; secondo i dati registrati nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite possiede infatti il maggior numero di varietà di specie locali. La scoperta di questo nuovo vitigno andrà di fatto ad arricchire questo già vasto patrimonio viticolo. Il suo recupero inoltre, come ho già detto per l'Erbamat in Franciacorta, ma questo vale per tutti i vitigni di territorio, oltre ad avere una valenza prettamente enologica, permetterà di valorizzare ed alimentare ancor di più la Valpolicella come luogo di quel legame vitigno-territorio, proprio della “viticoltura di territorio” in cui il primo attore è la varietà locale integrata con la viticoltura del terroir.
Come anticipato, questo progetto prevede attività di ricerca finalizzate alla raccolta, conservazione, caratterizzazione, documentazione e utilizzazione di specie vegetali di grande rilevanza per l'agricoltura italiana tra cui la vite e di cui uno degli attori primari è il CREA Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia di Conegliano che si occupa anche del recupero di vitigni la cui coltivazione è stata nel tempo abbandonata.
Il recupero di questi vitigni, spesso presenti in pochi esemplari e relegati in zone marginali, prende il via attraverso un approfondito monitoraggio dell'areale, coinvolgendo in prima persona chi opera direttamente sul territorio (appassionati, associazioni, viticoltori custodi) ed ha la “memoria storica” dell'evoluzione cui è stata sottoposta la viticoltura locale.
In questo quadro da diversi anni nella provincia di Verona, con la collaborazione del (ormai ex) “Centro per la Sperimentazione in Vitivinicoltura della Provincia di Verona”, sono in atto attività di recupero e valutazione di vitigni locali di antica coltivazione che hanno già portato ad interessanti risultati applicativi.
Tra le più recenti attività si colloca appunto questo studio rivolto alla caratterizzazione viticolo-enologica di questo vitigno a bacca rossa segnalato per primo dal Sig. Guglielmo Ferrari in un vecchio vigneto a Valgatara nel comune di Marano di Valpolicella (VR) e nel corso delle attività di ricerca altre viti ritrovate dalla Cantina Valpantena a Valdonega (nei pressi di Verona) sono risultate corrispondere allo stesso genotipo. In accordo con il Sig. Guglielmo Ferrari e la Cantina Valpantena questa nuova varietà è stata denominata “Elmo” e con questo nome è in corso la preparazione della domanda di iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Una volta accertato - anche se è importante sottolineare che sono tuttora in corso approfondite analisi genetiche per stabilire eventuali legami di parentela con altri vitigni conosciuti - con le analisi molecolari che il vitigno (per ora) non era riconducibile ad altri conosciuti, le attività di ricerca sono state indirizzate al rilievo dei principali caratteri fenotipici e produttivi (epoche di germogliamento, fioritura, invaiatura e maturazione, fertilità delle gemme, peso medio del legno di potatura per ceppo, produzione di uva per ceppo, peso dell’acino e del grappolo) e qualitativi (zuccheri, acidità totale, acidità malica e tartarica, pH, antociani totali ed estraibili).
Sono state inoltre effettuate delle micro-vinificazioni sperimentali (anche con uva sottoposta ad appassimento) e le analisi chimiche e sensoriali del vino ottenuto che è risultato possedere ottime qualità organolettiche, che si evidenziano sia per l'aspetto visivo (intensità del colore, riflessi violacei) sia olfattivo (su cui spiccano i frutti di bosco, ciliegia e le spezie orientali), sia al gusto moderatamente acido, corposo, equilibrato e molto piacevole.
Tutti questi rilievi sono necessari per l’iscrizione del vitigno al Registro Nazionale delle Varietà di Vite (D.M. 6 ottobre 2004 - Requisiti da accertare, in sede di prove ufficiali, per l'esame delle varietà di viti, ai fini dell'iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite); la successiva classificazione in ambito Regionale poi ne permetterà la possibilità di coltivazione, moltiplicazione, commercializzazione e diffusione.
E' stato chiamato Elmo, il nuovo vitigno autoctono a bacca rossa individuato in due areali della provincia di Verona. Il suo profilo molecolare sembra non essere associato ad una varietà conosciuta e di cui non si ha nessun riscontro storico documentato. Con la scoperta hanno preso recentemente il via le attività di un lavoro di caratterizzazione viticolo-enologica di questa nuova varietà di vite.
Il nostro Paese ha un grande primato, ed è quello di conservare una grande biodiversità viticola in ogni Regione; secondo i dati registrati nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite possiede infatti il maggior numero di varietà di specie locali. La scoperta di questo nuovo vitigno andrà di fatto ad arricchire questo già vasto patrimonio viticolo. Il suo recupero inoltre, come ho già detto per l'Erbamat in Franciacorta, ma questo vale per tutti i vitigni di territorio, oltre ad avere una valenza prettamente enologica, permetterà di valorizzare ed alimentare ancor di più la Valpolicella come luogo di quel legame vitigno-territorio, proprio della “viticoltura di territorio” in cui il primo attore è la varietà locale integrata con la viticoltura del terroir.
Come anticipato, questo progetto prevede attività di ricerca finalizzate alla raccolta, conservazione, caratterizzazione, documentazione e utilizzazione di specie vegetali di grande rilevanza per l'agricoltura italiana tra cui la vite e di cui uno degli attori primari è il CREA Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia di Conegliano che si occupa anche del recupero di vitigni la cui coltivazione è stata nel tempo abbandonata.
Il recupero di questi vitigni, spesso presenti in pochi esemplari e relegati in zone marginali, prende il via attraverso un approfondito monitoraggio dell'areale, coinvolgendo in prima persona chi opera direttamente sul territorio (appassionati, associazioni, viticoltori custodi) ed ha la “memoria storica” dell'evoluzione cui è stata sottoposta la viticoltura locale.
In questo quadro da diversi anni nella provincia di Verona, con la collaborazione del (ormai ex) “Centro per la Sperimentazione in Vitivinicoltura della Provincia di Verona”, sono in atto attività di recupero e valutazione di vitigni locali di antica coltivazione che hanno già portato ad interessanti risultati applicativi.
Tra le più recenti attività si colloca appunto questo studio rivolto alla caratterizzazione viticolo-enologica di questo vitigno a bacca rossa segnalato per primo dal Sig. Guglielmo Ferrari in un vecchio vigneto a Valgatara nel comune di Marano di Valpolicella (VR) e nel corso delle attività di ricerca altre viti ritrovate dalla Cantina Valpantena a Valdonega (nei pressi di Verona) sono risultate corrispondere allo stesso genotipo. In accordo con il Sig. Guglielmo Ferrari e la Cantina Valpantena questa nuova varietà è stata denominata “Elmo” e con questo nome è in corso la preparazione della domanda di iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Una volta accertato - anche se è importante sottolineare che sono tuttora in corso approfondite analisi genetiche per stabilire eventuali legami di parentela con altri vitigni conosciuti - con le analisi molecolari che il vitigno (per ora) non era riconducibile ad altri conosciuti, le attività di ricerca sono state indirizzate al rilievo dei principali caratteri fenotipici e produttivi (epoche di germogliamento, fioritura, invaiatura e maturazione, fertilità delle gemme, peso medio del legno di potatura per ceppo, produzione di uva per ceppo, peso dell’acino e del grappolo) e qualitativi (zuccheri, acidità totale, acidità malica e tartarica, pH, antociani totali ed estraibili).
I vini sperimentali da vitigno Elmo |
Sono state inoltre effettuate delle micro-vinificazioni sperimentali (anche con uva sottoposta ad appassimento) e le analisi chimiche e sensoriali del vino ottenuto che è risultato possedere ottime qualità organolettiche, che si evidenziano sia per l'aspetto visivo (intensità del colore, riflessi violacei) sia olfattivo (su cui spiccano i frutti di bosco, ciliegia e le spezie orientali), sia al gusto moderatamente acido, corposo, equilibrato e molto piacevole.
Tutti questi rilievi sono necessari per l’iscrizione del vitigno al Registro Nazionale delle Varietà di Vite (D.M. 6 ottobre 2004 - Requisiti da accertare, in sede di prove ufficiali, per l'esame delle varietà di viti, ai fini dell'iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite); la successiva classificazione in ambito Regionale poi ne permetterà la possibilità di coltivazione, moltiplicazione, commercializzazione e diffusione.
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