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Valorizzazione delle biodiversità. Spergola, il vitigno ritrovato che strizza l'occhio ai millenials. La celebrazione in un convegno al Senato

Antico ma dal piglio moderno, la Spergola è un vitigno tipico della provincia di Reggio Emilia. Quasi estinto oggi rinasce ritrovando il suo habitat ideale nei terreni argillosi e ricchi di gesso dei colli di Scandiano e Canossa. 


Dopo il primo convegno tenutosi due mesi fa a Scandiano, il vitigno Spergola sarà ora protagonista insieme ad una delegazione di viticoltori e amministratori locali a Palazzo Madama per valorizzare il prodotto di un vitigno riscoperto e portarlo all’attenzione delle istituzioni. 


Alla conferenza capitolina si parlerà della storia, sicuramente affascinante, di questo vitigno, che sembrava condannato all’estinzione ma che la Compagnia della Spergola, nata grazie ad alcuni  sapienti viticoltori ha provveduto a salvare. Una storia che produttori e amministrazioni comunali racconteranno mercoledì 29 novembre alle ore 15.00 presso la sala Caduti di Nassiriya, all’interno di Palazzo Madama sede del Senato italiano.

La conferenza dal titolo “la Spergola: il vitigno ritrovato. Valorizzare la biodiversità, bere con consapevolezza” sarà introdotta dalla senatrice Leana Pignedoli, relatrice del Ddl sulla biodiversità e membro della commissione Agricoltura e produzione agroalimentare. Poi spetterà al sindaco Alessio Mammi Sindaco di Scandiano a portare i saluti in rappresentanza dei sindaci di Albinea, Bibbiano, Quattro Castella. Seguiranno gli interventi dei relatori: Denis Pantini, responsabile dell’osservatorio agroalimentare che parlerà del “Il Vino secondo i millenials - Rapporto di Nomisma ”; Federico Terenzi, presidente di Agivi, affronterà il tema “La Spergola un mondo per giovani” e l’enologo Alberto Grasselli parlerà di “Spergola, il bianco delle terre dei Canossa”. Le conclusioni saranno affidate al vice ministro Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero.

Le prime testimonianze scritte relative al vitigno Spergola risalgono al XV secolo, quando fu citato da Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana. Nel corso della storia vi sono stati associati diversi nomi: Pomoria, Pellegrina, Spergolina o Spargolina sono alcuni dei modi con cui nel passato ci si riferiva a questo vino. Si tratta quindi di un vitigno autoctono molto antico, che per molto tempo è stato confuso con il Sauvignon, ma che un analisi del DNA effettuata nel 2000 ne ha dimostrato definitivamente la diversità genetica. Ciò rese possibile la registrazione della Spergola nel Catalogo Nazionale delle Varietà della Vite e quindi l’inserimento nella DOC Colli di Scandiano e Canossa. Oggi cinque produttori hanno scelto di puntare sull’unicità di questo vitigno e di valorizzarlo al meglio formando appunto la Compagnia della Spergola.

Una delle caratteristiche del vitigno è la sua buona resistenza alla siccità. Dalle uve se ne ricava un vino bianco che se vinificate in leggera surmaturazione si carica di profumi intensi ed eleganti. Interessante anche nella versione frizzante o spumante dal delicato profumo floreale e di mela verde.

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