Vino Spumante. Consumi, feste di fine anno: sempre in crescita la voglia di bollicine italiane. Tornano gli old age a guidare gli acquisti, dopo leadership millennials
Ancora un anno di crescita per le bollicine italiane di qualità. Saranno circa 68 milioni le bottiglie stappate in Italia dal 7 dicembre al 7 gennaio. Trento, Franciacorta, Alta Langa, Alto Adige, ma anche Lambrusco e, naturalmente, sua maestà Prosecco, con in testa le tipologie Superiore dal carattere informale e raffinato. Ecco una panoramica sui consumi di vino spumante in Italia in base ai dati Ovse-Ceves.
L’ultimo trimestre dell’anno è sempre la chiave di lettura dell’andamento dei consumi e le bottiglie di spumante rappresentano il termometro delle spese e della disponibilità degli italiani. Un andamento 2017 non ancora ben definito, che vede l'accoppiata wine&food registrare alti e bassi, sempre sotto il segno del cambiamento. E se i vini, in generale, seguono tendenze, continuano ad essere un prodotto sempre più elitario in Italia. Acquistato e consumato più per passione e piacere che per necessità.
Un fine anno ancora all’insegna dei vini spumeggianti. A dirlo è Giampietro Comolli, patron di Ovse-Ceves (Centro studi accademici ricerca e Osservatorio economico). Il periodo conferma una crescita sostanziale, sfiorando il record degli anni 2009-2010, con alcune grandi modifiche di gusto, tipologia, consumo. Nelle preferenze degli italiani si evidenziano gli aromatici secchi, rispetto ai tradizionali dolci, così il panettone piace anche con un brut. Più on-trade e crescita dell’off-premise, ovvero il consumo al di fuori dal luogo di acquisto, con più bolle secche pas dosè: è ancora il metodo tradizionale italiano a crescere grazie a Trento, Franciacorta e le piccole realtà regionali targate uve locali bianche, sempre più alta l’insegna Prosecco con il Superiore millesimato brut che sale nell’horeca e il doc extradry sempre più vincitore nell’off-trade. Esattamente il contrario di quello che capita per i vini fermi sul mercato italiano. Una controtendenza nazionale che indica una voglia di buonvivere e di buonaugurio per l’Italia. E’ una speranza per tutti, in un momento in cui non ci sono segnali di una vera ripresa economica diffusa e riconosciuta dal basso.
Le bollicine segneranno le prossime feste anche per una moda-crescita del consumo di un calice di bollicine per strada, fuoricasa, ma anche fuori dai locali con un calice in mano per i giovanissimi sempre alla ricerca di differenze e per una scelta di bollicine secche, leggere, profumate, in formato magnum, per la regalistica. Le bollicine sono tornate ad essere molto stagionali nei consumi domestici, e il tappo che vola è un segno di vittoria, di felicità, di cambio.
Vediamo qualche stima: saranno poco più di 68 mio/bottiglie quelle stappate globalmente in Italia dal 7 dicembre al 7 gennaio. Una crescita del 4% sul 2016, del 95 sul 2015. Ovvero più di 2 milioni di bottiglie al giorno, ma con due momenti fatidici: 11 mio al Santo Natale e 38 mio per salutare l’arrivo del 2018. Consumi fuoricasa in crescita del 9% rispetto al 2016, con prezzi al consumo più contenuti. Bene l’off-trade che conferma sul totale un 56% di vendite di fine anno. Stazionarie le bollicine importate, voleranno poco più di 3,1 mio di tappi: il 60% regalate e consumo in casa. Il regalo natalizio di bollicine nazionali e straniere di prime price è il più gettonato. Durante questi 30 giorni di festa, il consumo delle bollicine (italiane e straniere) spuntano un giro d’affari di 750 mio/euro, in crescita del 10% rispetto al 2016.
Exploit significativi per Trento Doc e Franciacorta, soprattutto millesimati pas dosè e biologici, i più inseriti fra i regali. Bene le bollicine metodo tradizionale regionali come Alta Langa, Alto Adige, benissimo i millesimati e bolle di vitigni locali, compreso il Lambrusco, e quelli del sud Italia.
Leader del mercato di fine anno resta sempre il Prosecco, 3 ogni 5 bottiglie, cresce di più il Docg Superiore, fra cui il Cartizze extradry, rispetto al Prosecco spumante Doc. A comperare più bollicine in questo fine anno 2017, ritornano gli old-age o oldery, i consumatori al di sopra dei 60 anni, dopo una prolungata leadership dei millennials e middle.
Una bottiglia di spumante, un tappo che vola, segno di vittoria, di felicità, di cambio. |
Un fine anno ancora all’insegna dei vini spumeggianti. A dirlo è Giampietro Comolli, patron di Ovse-Ceves (Centro studi accademici ricerca e Osservatorio economico). Il periodo conferma una crescita sostanziale, sfiorando il record degli anni 2009-2010, con alcune grandi modifiche di gusto, tipologia, consumo. Nelle preferenze degli italiani si evidenziano gli aromatici secchi, rispetto ai tradizionali dolci, così il panettone piace anche con un brut. Più on-trade e crescita dell’off-premise, ovvero il consumo al di fuori dal luogo di acquisto, con più bolle secche pas dosè: è ancora il metodo tradizionale italiano a crescere grazie a Trento, Franciacorta e le piccole realtà regionali targate uve locali bianche, sempre più alta l’insegna Prosecco con il Superiore millesimato brut che sale nell’horeca e il doc extradry sempre più vincitore nell’off-trade. Esattamente il contrario di quello che capita per i vini fermi sul mercato italiano. Una controtendenza nazionale che indica una voglia di buonvivere e di buonaugurio per l’Italia. E’ una speranza per tutti, in un momento in cui non ci sono segnali di una vera ripresa economica diffusa e riconosciuta dal basso.
Le bollicine segneranno le prossime feste anche per una moda-crescita del consumo di un calice di bollicine per strada, fuoricasa, ma anche fuori dai locali con un calice in mano per i giovanissimi sempre alla ricerca di differenze e per una scelta di bollicine secche, leggere, profumate, in formato magnum, per la regalistica. Le bollicine sono tornate ad essere molto stagionali nei consumi domestici, e il tappo che vola è un segno di vittoria, di felicità, di cambio.
Vediamo qualche stima: saranno poco più di 68 mio/bottiglie quelle stappate globalmente in Italia dal 7 dicembre al 7 gennaio. Una crescita del 4% sul 2016, del 95 sul 2015. Ovvero più di 2 milioni di bottiglie al giorno, ma con due momenti fatidici: 11 mio al Santo Natale e 38 mio per salutare l’arrivo del 2018. Consumi fuoricasa in crescita del 9% rispetto al 2016, con prezzi al consumo più contenuti. Bene l’off-trade che conferma sul totale un 56% di vendite di fine anno. Stazionarie le bollicine importate, voleranno poco più di 3,1 mio di tappi: il 60% regalate e consumo in casa. Il regalo natalizio di bollicine nazionali e straniere di prime price è il più gettonato. Durante questi 30 giorni di festa, il consumo delle bollicine (italiane e straniere) spuntano un giro d’affari di 750 mio/euro, in crescita del 10% rispetto al 2016.
Exploit significativi per Trento Doc e Franciacorta, soprattutto millesimati pas dosè e biologici, i più inseriti fra i regali. Bene le bollicine metodo tradizionale regionali come Alta Langa, Alto Adige, benissimo i millesimati e bolle di vitigni locali, compreso il Lambrusco, e quelli del sud Italia.
Leader del mercato di fine anno resta sempre il Prosecco, 3 ogni 5 bottiglie, cresce di più il Docg Superiore, fra cui il Cartizze extradry, rispetto al Prosecco spumante Doc. A comperare più bollicine in questo fine anno 2017, ritornano gli old-age o oldery, i consumatori al di sopra dei 60 anni, dopo una prolungata leadership dei millennials e middle.
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