Formazione. Manager del paesaggio agrario, al via il primo corso internazionale di alta formazione in Agricultural Heritage Systems
Prende il via il primo corso internazionale di alta formazione in Agricultural Heritage Systems per futuri Manager del paesaggio agrario. La presentazione a Firenze presso la sede della Regione Toscana con FAO, Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ed esperti mondiali del patrimonio agricolo.
L’alta formazione alla base della conoscenza dei territori agricoli e della loro preservazione; questo l’intento del primo Master dedicato ai patrimoni agricoli di rilevanza mondiale GIAHS, supportato dalla FAO, Regione Toscana, Convention on Biological Diversity, World Bank, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e Università di Firenze. La presentazione ufficiale del primo corso internazionale di alta formazione in Agricultural Heritage Systems e del progetto dell’Italia sui sistemi agricoli del patrimonio mondiale, nell'ambito di una conferenza-evento che ha fatto il punto sui sistemi di governance, tutela e promozione del patrimonio agricolo mondiale con particolare riguardo ai paesi in via di sviluppo.
Sono 25 gli studenti, provenienti da diciotto paesi del mondo, tra cui Etiopia, Kenya, Senegal, Somalia, Iran, Bolivia, Cuba, Birmania, Libano, Tunisia, oltre a paesi europei (per citarne solo alcuni), selezionati per accedere al master, le cui lezioni si terranno a Prato per una durata di sei mesi. Diventeranno “manager del paesaggio agrario”, ovvero capaci di rispondere in maniera sostenibile alle criticità del presente e del futuro, dalla sicurezza alimentare al Global warming, dai problemi di sviluppo dei paesi del sud del mondo fino al rischio idrogeologico, con una visione che integra economia, società, ambiente e cultura. Un percorso importante per acquisire gli strumenti per creare modelli di sviluppo agricolo sostenibile dei territori rurali che, secondo il programma FAO, devono diventare un esempio di come l’ambiente agricolo si possa integrare con la vita delle comunità assicurando reddito e nel contempo mantenere la biodiversità e l’equilibrio ambientale.
Ricordo che dal 2015 GIAHS è il programma mondiale della FAO per l’individuazione, la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione di sistemi agricoli ritenuti patrimonio dell’umanità, capaci di coniugare qualità agroalimentare, biodiversità, valori culturali e paesaggistici, proponendo un nuovo modello di sviluppo per aree agricole di particolare valore. Attualmente sono 57 i siti GIAHS in 26 paesi del mondo, l’Italia ne conta due: la fascia degli oliveti da Assisi a Spoleto e i vigneti tradizionali del Soave, iscritti nel corso del 2018. Il programma FAO GIAHS è quello più specificamente dedicato alla salvaguardia e alla promozione dei siti agricoli fra quelli delle Nazioni Unite.
Il progetto, come dichiarato dal professor Mauro Agnoletti, pone l’Italia fra i paesi più importanti del mondo che sostengono il programma FAO GIAHS e la nuova visione dello sviluppo delle aree rurali che propone. Nello specifico il master formerà i futuri esperti, che saranno in grado di ideare modelli gestionali del territorio agricolo e di progettare strategie che implementano pratiche sostenibili, che preservano i prodotti agricoli di alta qualità, i valori bioculturali legati al paesaggio, promuovendo sistemi a basso input energetico in grado di mitigare il riscaldamento climatico, le conoscenze delle popolazioni locali per l’adattamento ai cambiamenti climatici e minimizzare il rischio idrogeologico. Inoltre, avranno le competenze per migliorare le condizioni economiche delle comunità rurali: la conservazione dinamica del paesaggio agricolo tradizionale associato alla produzione di prodotti alimentari di alta qualità, rappresenta un valore aggiunto, non riproducibile, cioè che non può essere replicato da un concorrente, con ricadute positive sui flussi turistici
La gestione del patrimonio agricolo è, e diventerà sempre di più, una disciplina chiave per un modello auspicabile di sviluppo globale: i sistemi GIAHS, attraverso un’ottica sostenibile, preservano il paesaggio, la diversità biologica e culturale, migliorando la qualità del suolo e delle acque, proprio perché fanno riferimento a sistemi tradizionali resilienti, che si sono sviluppati nel corso dei secoli. Sono cinque i criteri che un paesaggio deve rispettare per poter essere certificato patrimonio mondiale della FAO e, quindi, diventare un sito GIAHS: fornire cibo e sostentamento per le comunità locali; conservare l’agrobiodiversità, come parte della diversità bioculturale (così come definita dalla dichiarazione di Firenze UNESCO-CBD del 2014; mantenere le conoscenze tradizionali; valorizzare la cultura locale e l’organizzazione sociale; rappresentare paesaggi terrestri e marini di particolare valore.
Il master è stato istituito sulla base di un protocollo d’intesa tra FAO e Governo Italiano, grazie anche alle esperienze dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale che ha stilato il Registro nazionale del paesaggio storico rurale e delle pratiche agricole tradizionali. Il corso fa parte di un più ampio progetto triennale finanziato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per istituire a Firenze un polo di alta formazione per la gestione dei sistemi agricoli del patrimonio mondiale e per l’identificazione di siti potenziali al livello mondiale da inserire nel programma GIAHS. Il progetto è gestito dal Laboratorio per il paesaggio e i beni culturali (CULTLAB) della Scuola di Agraria dell'Università degli Studi di Firenze. Il CULTLAB svolge il ruolo di segreteria tecnico-scientifica per l’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale e del Registro nazionale del paesaggio storico rurale e delle pratiche agricole tradizionali, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. I siti Italiani iscritti nel Registro Nazionale, che conta già 15 paesaggi iscritti, fra i quali tre della Regione Toscana, possono accedere al programma GIAHS.
Il Soave fa scuola
Il master prevede inoltre una importante tappa formativa tra i vigneti tradizionali del Soave, entrato recentemente nei 57 siti mondiali riconosciuti come Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale. Nel mese di aprile i 25 studenti, scopriranno assieme a Aldo Lorenzoni e Chiara Mattiello, autori della candidatura, come la viticoltura locale sia un chiaro esempio di mantenimento dell’equilibrio tra tradizione e innovazione. Un sistema che vede un’intera comunità di viticoltori intenti a mantenere un’agricoltura eroica sulle colline del Soave, assicurando un reddito che permetta di prosperare.
Sarà incentrata sul riconoscimento a Patrimonio agricolo per l’umanità la Soave Preview 2019, che si terrà a Soave il 17 e il 18 maggio, un’occasione unica di sensibilizzazione e conoscenza delle future opportunità e delle sfide che dovrà affrontare il territorio nei prossimi anni.
Sito del progetto: https://www.agriculturalheritage.com/
L’alta formazione alla base della conoscenza dei territori agricoli e della loro preservazione; questo l’intento del primo Master dedicato ai patrimoni agricoli di rilevanza mondiale GIAHS, supportato dalla FAO, Regione Toscana, Convention on Biological Diversity, World Bank, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e Università di Firenze. La presentazione ufficiale del primo corso internazionale di alta formazione in Agricultural Heritage Systems e del progetto dell’Italia sui sistemi agricoli del patrimonio mondiale, nell'ambito di una conferenza-evento che ha fatto il punto sui sistemi di governance, tutela e promozione del patrimonio agricolo mondiale con particolare riguardo ai paesi in via di sviluppo.
Alla tavola rotonda internazionale si sono confrontati il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Alessandra Pesce, Stefano Pisotti della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il coordinatore del programma FAO GIAHS Yoshihide Endo e il presidente del comitato scientifico GIAHS e coordinatore del progetto professor Mauro Agnoletti della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze.
Sono 25 gli studenti, provenienti da diciotto paesi del mondo, tra cui Etiopia, Kenya, Senegal, Somalia, Iran, Bolivia, Cuba, Birmania, Libano, Tunisia, oltre a paesi europei (per citarne solo alcuni), selezionati per accedere al master, le cui lezioni si terranno a Prato per una durata di sei mesi. Diventeranno “manager del paesaggio agrario”, ovvero capaci di rispondere in maniera sostenibile alle criticità del presente e del futuro, dalla sicurezza alimentare al Global warming, dai problemi di sviluppo dei paesi del sud del mondo fino al rischio idrogeologico, con una visione che integra economia, società, ambiente e cultura. Un percorso importante per acquisire gli strumenti per creare modelli di sviluppo agricolo sostenibile dei territori rurali che, secondo il programma FAO, devono diventare un esempio di come l’ambiente agricolo si possa integrare con la vita delle comunità assicurando reddito e nel contempo mantenere la biodiversità e l’equilibrio ambientale.
Ricordo che dal 2015 GIAHS è il programma mondiale della FAO per l’individuazione, la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione di sistemi agricoli ritenuti patrimonio dell’umanità, capaci di coniugare qualità agroalimentare, biodiversità, valori culturali e paesaggistici, proponendo un nuovo modello di sviluppo per aree agricole di particolare valore. Attualmente sono 57 i siti GIAHS in 26 paesi del mondo, l’Italia ne conta due: la fascia degli oliveti da Assisi a Spoleto e i vigneti tradizionali del Soave, iscritti nel corso del 2018. Il programma FAO GIAHS è quello più specificamente dedicato alla salvaguardia e alla promozione dei siti agricoli fra quelli delle Nazioni Unite.
Il progetto, come dichiarato dal professor Mauro Agnoletti, pone l’Italia fra i paesi più importanti del mondo che sostengono il programma FAO GIAHS e la nuova visione dello sviluppo delle aree rurali che propone. Nello specifico il master formerà i futuri esperti, che saranno in grado di ideare modelli gestionali del territorio agricolo e di progettare strategie che implementano pratiche sostenibili, che preservano i prodotti agricoli di alta qualità, i valori bioculturali legati al paesaggio, promuovendo sistemi a basso input energetico in grado di mitigare il riscaldamento climatico, le conoscenze delle popolazioni locali per l’adattamento ai cambiamenti climatici e minimizzare il rischio idrogeologico. Inoltre, avranno le competenze per migliorare le condizioni economiche delle comunità rurali: la conservazione dinamica del paesaggio agricolo tradizionale associato alla produzione di prodotti alimentari di alta qualità, rappresenta un valore aggiunto, non riproducibile, cioè che non può essere replicato da un concorrente, con ricadute positive sui flussi turistici
La gestione del patrimonio agricolo è, e diventerà sempre di più, una disciplina chiave per un modello auspicabile di sviluppo globale: i sistemi GIAHS, attraverso un’ottica sostenibile, preservano il paesaggio, la diversità biologica e culturale, migliorando la qualità del suolo e delle acque, proprio perché fanno riferimento a sistemi tradizionali resilienti, che si sono sviluppati nel corso dei secoli. Sono cinque i criteri che un paesaggio deve rispettare per poter essere certificato patrimonio mondiale della FAO e, quindi, diventare un sito GIAHS: fornire cibo e sostentamento per le comunità locali; conservare l’agrobiodiversità, come parte della diversità bioculturale (così come definita dalla dichiarazione di Firenze UNESCO-CBD del 2014; mantenere le conoscenze tradizionali; valorizzare la cultura locale e l’organizzazione sociale; rappresentare paesaggi terrestri e marini di particolare valore.
Il master è stato istituito sulla base di un protocollo d’intesa tra FAO e Governo Italiano, grazie anche alle esperienze dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale che ha stilato il Registro nazionale del paesaggio storico rurale e delle pratiche agricole tradizionali. Il corso fa parte di un più ampio progetto triennale finanziato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per istituire a Firenze un polo di alta formazione per la gestione dei sistemi agricoli del patrimonio mondiale e per l’identificazione di siti potenziali al livello mondiale da inserire nel programma GIAHS. Il progetto è gestito dal Laboratorio per il paesaggio e i beni culturali (CULTLAB) della Scuola di Agraria dell'Università degli Studi di Firenze. Il CULTLAB svolge il ruolo di segreteria tecnico-scientifica per l’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale e del Registro nazionale del paesaggio storico rurale e delle pratiche agricole tradizionali, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. I siti Italiani iscritti nel Registro Nazionale, che conta già 15 paesaggi iscritti, fra i quali tre della Regione Toscana, possono accedere al programma GIAHS.
Il Soave fa scuola
Il master prevede inoltre una importante tappa formativa tra i vigneti tradizionali del Soave, entrato recentemente nei 57 siti mondiali riconosciuti come Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale. Nel mese di aprile i 25 studenti, scopriranno assieme a Aldo Lorenzoni e Chiara Mattiello, autori della candidatura, come la viticoltura locale sia un chiaro esempio di mantenimento dell’equilibrio tra tradizione e innovazione. Un sistema che vede un’intera comunità di viticoltori intenti a mantenere un’agricoltura eroica sulle colline del Soave, assicurando un reddito che permetta di prosperare.
Sarà incentrata sul riconoscimento a Patrimonio agricolo per l’umanità la Soave Preview 2019, che si terrà a Soave il 17 e il 18 maggio, un’occasione unica di sensibilizzazione e conoscenza delle future opportunità e delle sfide che dovrà affrontare il territorio nei prossimi anni.
Sito del progetto: https://www.agriculturalheritage.com/
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