Crescita record della produzione mondiale di vino e consumi stabili è quanto emerge dal rapporto presentato a Parigi presso la sede OIV, da Pau Roca, direttore generale dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, che ha fatto il punto sulla congiuntura vitivinicola mondiale.
Consumi stabili e produzione mondiale di vino nel 2018 che sale ai massimi con un aumento del 17% a 292,3 milioni di ettolitri (mhl) rispetto allo scorso anno, un dato da record dopo quello registrato lo scorso anno che, a causa delle condizioni climatiche estreme, ha visto uno dei peggiori raccolti degli ultimi 60 anni. Ma quello del 2017 non sarà certo un caso isolato, e ci fa intendere quanto il futuro del vino sia legato al cambiamento climatico e che renderà molto probabilmente le cose peggiori per i tradizionali leader del mondo del vino, favorendo chissà regioni più lontane dall'Equatore. In tal senso prima di parlare di numeri, volevo ricordare che i leader del settore vitivinicolo mondiale si sono recentemente riuniti per trovare nuove strategie atte ad affrontare le sfide del cambiamento climatico.
Tornando alle cifre, queste confermano, anche se in leggero rialzo, la prima stima OIV presentata lo scorso novembre, un bilancio provvisorio che riguardava superficie vitata, produzione di uva, produzione, consumo, volumi delle importazioni ed esportazioni di vino. E da queste si evince che la crescita è stata trainata, con forti aumenti, da Italia, Francia e Spagna - tre dei principali produttori mondiali - che hanno registrato una produzione di almeno il 13% superiore alle medie quinquennali. Bene anche Est Europa e Stati Uniti con un massimo dal 2004. Ottimi i risultati dell'Emisfero Australe con una produzione di vino, escludendo succhi e vino novello, balzata del 22,8% in Argentina a 14,5 mhl e del 35,9% in Cile a 12,9 mhl.
Consumi stabili e produzione mondiale di vino nel 2018 che sale ai massimi con un aumento del 17% a 292,3 milioni di ettolitri (mhl) rispetto allo scorso anno, un dato da record dopo quello registrato lo scorso anno che, a causa delle condizioni climatiche estreme, ha visto uno dei peggiori raccolti degli ultimi 60 anni. Ma quello del 2017 non sarà certo un caso isolato, e ci fa intendere quanto il futuro del vino sia legato al cambiamento climatico e che renderà molto probabilmente le cose peggiori per i tradizionali leader del mondo del vino, favorendo chissà regioni più lontane dall'Equatore. In tal senso prima di parlare di numeri, volevo ricordare che i leader del settore vitivinicolo mondiale si sono recentemente riuniti per trovare nuove strategie atte ad affrontare le sfide del cambiamento climatico.
La conferenza Climate Change Leadership 2019, si è svolta in Portogallo lo scorso marzo scorsi ed ha riunito produttori di vino, climatologi e ricercatori di fama mondiale il cui lavoro è pionieristico nel settore dell'economia sostenibile. All'evento patrocinato dall'OIV hanno partecipato oltre 30 paesi e sono state discusse e presentate soluzioni per mitigare il cambiamento climatico. Il direttore generale dell'OIV, Pau Roca, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione ufficiale, durante la quale ha lanciato un messaggio di ottimismo, considerando il cambiamento climatico come un'opportunità che condurrà alla creazione di un nuovo modello di economia, non basato sulla crescita, ma sulla sostenibilità che sarà in futuro il nuovo valore dell'economia mondiale. L'industria vitivinicola a differenza di altri settori, ha una grande capacità di adattamento e ha già dimostrato le sue performance e la sua resilienza.
Tornando alle cifre, queste confermano, anche se in leggero rialzo, la prima stima OIV presentata lo scorso novembre, un bilancio provvisorio che riguardava superficie vitata, produzione di uva, produzione, consumo, volumi delle importazioni ed esportazioni di vino. E da queste si evince che la crescita è stata trainata, con forti aumenti, da Italia, Francia e Spagna - tre dei principali produttori mondiali - che hanno registrato una produzione di almeno il 13% superiore alle medie quinquennali. Bene anche Est Europa e Stati Uniti con un massimo dal 2004. Ottimi i risultati dell'Emisfero Australe con una produzione di vino, escludendo succhi e vino novello, balzata del 22,8% in Argentina a 14,5 mhl e del 35,9% in Cile a 12,9 mhl.
Per quanto riguarda i consumi l'OIV ha evidenziato che il consumo mondiale è rimasto stabile nell'arco del 2018 a 246 mhl, rispetto ai 246,7 mhl del 2017 e la leggera flessione potrebbe essere collegata al calo della produzione dell'anno precedente ed alle stime di consumo ancora incerte a causa di dati limitati.
La Cina continentale tra i 20 maggiori paesi consumatori mondiali di vino ha registrato il più grande calo di consumi, con una flessione del 6,6% annuo a 18 milioni di hl. Gli esportatori francesi stimano che le esportazioni di vino e alcolici in Cina sono crollate del 14,4% nel 2018 dopo una crescita del 24,5% un anno prima.
In Gran Bretagna, il consumo è sceso del 3,1 percento a 12,3 mhl. Al contrario, la domanda russa è balzata del 6,9% lo scorso anno a 11,9 mhl.
Il commercio mondiale di vino è aumentato a 108 mhl, grazie all'aumento dei volumi esportati dall'emisfero meridionale che ha di fatto contribuito a compensare i volumi più bassi dei paesi leader storici europei che, sul fronte del valore, hanno invece visto un aumento delle esportazioni anche rispetto agli Stati Uniti.
Le esportazioni globali complessive sono aumentate dell'1,2% in valore lo scorso anno a 31,3 miliardi di euro (35,25 miliardi di dollari). Con la Francia capofila per un totale di 9,3 miliardi di euro nel 2018, in aumento del 2,8% rispetto all'anno precedente.
Un ettolitro ammonta a 100 litri, o l'equivalente di 133 bottiglie di vino standard.
La Cina continentale tra i 20 maggiori paesi consumatori mondiali di vino ha registrato il più grande calo di consumi, con una flessione del 6,6% annuo a 18 milioni di hl. Gli esportatori francesi stimano che le esportazioni di vino e alcolici in Cina sono crollate del 14,4% nel 2018 dopo una crescita del 24,5% un anno prima.
In Gran Bretagna, il consumo è sceso del 3,1 percento a 12,3 mhl. Al contrario, la domanda russa è balzata del 6,9% lo scorso anno a 11,9 mhl.
Il commercio mondiale di vino è aumentato a 108 mhl, grazie all'aumento dei volumi esportati dall'emisfero meridionale che ha di fatto contribuito a compensare i volumi più bassi dei paesi leader storici europei che, sul fronte del valore, hanno invece visto un aumento delle esportazioni anche rispetto agli Stati Uniti.
Le esportazioni globali complessive sono aumentate dell'1,2% in valore lo scorso anno a 31,3 miliardi di euro (35,25 miliardi di dollari). Con la Francia capofila per un totale di 9,3 miliardi di euro nel 2018, in aumento del 2,8% rispetto all'anno precedente.
Un ettolitro ammonta a 100 litri, o l'equivalente di 133 bottiglie di vino standard.
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