L'Università della California a Davis ha messo a punto cinque nuove varietà di vitigno resistente alla malattia di Pierce legata alla presenza dal batterio Xylella Fastidiosa. Prossimo obiettivo anche la resistenza all'oidio.
Cinque nuove varietà resistenti realizzate attraverso l'ausilio della vecchia genetica, ovvero attraverso incrocio per innesto. Una tecnica che consiste nell'innesto di due vitigni differenti della stessa specie Vitis Vinifera, finalizzata alla produzione di vini con qualità pregiate, ottenuti dall’unione delle qualità organolettiche dei due biotipi incrociati. Un esempio nel passato si è avuto con l’Incrocio Manzoni, vitigno tipico dell’Emilia e del Veneto, che è stato ottenuto unendo riesling e pinot bianco grazie al lavoro del Professor Manzoni, come anche il Müller-Thurgau vitigno nato dall’incrocio tra il riesling ed il sylvaner, ideato e condotto dal Dottor Hermann Müller, nel cantone svizzero di Thurgau.
Se l''incrocio per innesto garantisce le qualità specifiche di due specie diverse di vitis vinifera in un ottica di miglioramento organolettico, quello dell'ibridazione si rivolge invece a dare le caratteristiche di resistenza alle malattie attraverso l’incrocio con vitis americana e che ha permesso la salvaguardia di quasi la totalità dei vitigni mondiali dagli attacchi della fillossera.
La singolarità della ricerca dell'Università della California è stata quella di affidarsi ad un innesto con un vitigno autoctono nel nord del Messico, Vitis Arizonica, selezionato per essere tollerante alle malattie, attraverso un vecchio programma di miglioramento genetico risalente agli anni '90 e nato inizialmente per uva da tavola, quando l'industria vinicola californiana fu colpita duramente dalla malattia di Pierce nella valle di San Joaquin. La ricerca, affidata al dott. Walker, professore di genetica, si indirizzò successivamente anche alle uve da vino. Dopo un ventennio di incroci si è giunti ad una varietà utilizzata nella produzione dei nuovi vitigni che sono geneticamente al 97% di V. vinifera con in più il gene tramandato da arizonica, resistente a parassiti e malattie.
Questa percentuale altissima porta a definire questi vitigni non ibridi e che di fatto conferiscono un altissima qualità organolettica ai vini prodotti. Le cinque nuove varietà resistenti alla malattia di Pierce sono Camminare Noir, Errante Noir e Paseante Noir, Ambulo Blanc e Caminante Blanc. Sono state rilasciate alla fine dello scorso anno e si prevede che abbiano un forte potenziale di mercato, in quanto gestire questa malattia, secondo gli economisti della UC Davis, costa ai coltivatori della California 100 milioni di dollari l'anno.
Le caratteristiche di questi incroci sono simili alle cultivar più popolari: Camminare Noir porta tutte le peculiarità del Cabernet Sauvignon e Petite Sirah; Paseante Noir quelle del Zinfandel; Errante Noir specico per uvaggi insieme al Cabernet Sauvignon; Ambulo Blanc quelle del Sauvignon Blanc; Caminante Blanc offre entrambe le caratteristiche del Sauvignon Blanc e dello Chardonnay. L'altissima qualità di queste uve lasciano presagire in futuro il loro pieno utilizzo per la produzione di nuovi vini.
Come spiegato dal dott. Walker, la California è una regione vitivinicola con forti tradizioni per le varietà classiche, quindi sarà difficile cambiare gli stili di vinificazione. Ma i cambiamenti climatici portano con se anche qualcosa di positivo in questi termini perché di fatto costringeranno una radicale rivalutazione della viticoltura, con un abbattimento delle tradizioni varietali attualmente in uso nella regione e lasciare quindi più spazio ad una maggiore sperimentazione ed ad un maggior uso della diversità genetica per risolvere le sfide future di questo settore. Gli strumenti ci sono per risolvere praticamente tutti i problemi delle malattie della vite che sono l'allevamento classico e il duro lavoro. Prossimo obiettivo nelle stesse varietà, sarà anche la resistenza all'oidio.
Cinque nuove varietà resistenti realizzate attraverso l'ausilio della vecchia genetica, ovvero attraverso incrocio per innesto. Una tecnica che consiste nell'innesto di due vitigni differenti della stessa specie Vitis Vinifera, finalizzata alla produzione di vini con qualità pregiate, ottenuti dall’unione delle qualità organolettiche dei due biotipi incrociati. Un esempio nel passato si è avuto con l’Incrocio Manzoni, vitigno tipico dell’Emilia e del Veneto, che è stato ottenuto unendo riesling e pinot bianco grazie al lavoro del Professor Manzoni, come anche il Müller-Thurgau vitigno nato dall’incrocio tra il riesling ed il sylvaner, ideato e condotto dal Dottor Hermann Müller, nel cantone svizzero di Thurgau.
Se l''incrocio per innesto garantisce le qualità specifiche di due specie diverse di vitis vinifera in un ottica di miglioramento organolettico, quello dell'ibridazione si rivolge invece a dare le caratteristiche di resistenza alle malattie attraverso l’incrocio con vitis americana e che ha permesso la salvaguardia di quasi la totalità dei vitigni mondiali dagli attacchi della fillossera.
La singolarità della ricerca dell'Università della California è stata quella di affidarsi ad un innesto con un vitigno autoctono nel nord del Messico, Vitis Arizonica, selezionato per essere tollerante alle malattie, attraverso un vecchio programma di miglioramento genetico risalente agli anni '90 e nato inizialmente per uva da tavola, quando l'industria vinicola californiana fu colpita duramente dalla malattia di Pierce nella valle di San Joaquin. La ricerca, affidata al dott. Walker, professore di genetica, si indirizzò successivamente anche alle uve da vino. Dopo un ventennio di incroci si è giunti ad una varietà utilizzata nella produzione dei nuovi vitigni che sono geneticamente al 97% di V. vinifera con in più il gene tramandato da arizonica, resistente a parassiti e malattie.
Questa percentuale altissima porta a definire questi vitigni non ibridi e che di fatto conferiscono un altissima qualità organolettica ai vini prodotti. Le cinque nuove varietà resistenti alla malattia di Pierce sono Camminare Noir, Errante Noir e Paseante Noir, Ambulo Blanc e Caminante Blanc. Sono state rilasciate alla fine dello scorso anno e si prevede che abbiano un forte potenziale di mercato, in quanto gestire questa malattia, secondo gli economisti della UC Davis, costa ai coltivatori della California 100 milioni di dollari l'anno.
Le caratteristiche di questi incroci sono simili alle cultivar più popolari: Camminare Noir porta tutte le peculiarità del Cabernet Sauvignon e Petite Sirah; Paseante Noir quelle del Zinfandel; Errante Noir specico per uvaggi insieme al Cabernet Sauvignon; Ambulo Blanc quelle del Sauvignon Blanc; Caminante Blanc offre entrambe le caratteristiche del Sauvignon Blanc e dello Chardonnay. L'altissima qualità di queste uve lasciano presagire in futuro il loro pieno utilizzo per la produzione di nuovi vini.
Come spiegato dal dott. Walker, la California è una regione vitivinicola con forti tradizioni per le varietà classiche, quindi sarà difficile cambiare gli stili di vinificazione. Ma i cambiamenti climatici portano con se anche qualcosa di positivo in questi termini perché di fatto costringeranno una radicale rivalutazione della viticoltura, con un abbattimento delle tradizioni varietali attualmente in uso nella regione e lasciare quindi più spazio ad una maggiore sperimentazione ed ad un maggior uso della diversità genetica per risolvere le sfide future di questo settore. Gli strumenti ci sono per risolvere praticamente tutti i problemi delle malattie della vite che sono l'allevamento classico e il duro lavoro. Prossimo obiettivo nelle stesse varietà, sarà anche la resistenza all'oidio.
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