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Vino e tendenze, Cina: il successo del vino rosso grazie al simbolismo culturale

I cinesi sono i principali consumatori di vino al mondo e, secondo un rapporto dell'istituto International Wine and Spirit Research (IWRS) l'80% è rosso. A spingere i consumi verso questa tipologia di vino prevale in larga misura il simbolismo culturale, in quanto il colore rosso viene associato a felicità, fortuna e ricchezza, tanto da essere considerato il colore nazionale cinese.





Nella tradizione e nella vita quotidiana della Cina a ciascun colore sono associate determinate sensazioni e messaggi, come del resto avviene in ogni cultura. Tra questi il rosso gioca un ruolo fondamentale nell'influenzare la percezione e di conseguenza il comportamento anche dei consumatori di vino.

A sostenere questa tesi è Emilie Steckenborn, donna del vino più influente del paese asiatico. Il colore rosso è culturalmente associato a felicità, fortuna e ricchezza, tanto da essere considerato il colore nazionale: tutto questo ha un senso e ci spinge a capire perché la maggior parte dei consumatori cinesi scelgono questa tipologia di vino, generalmente bevuto in cene di lavoro o affari proprio a ragione di essere associato simbolicamente al buon auspicio. Con l'80% del mercato, il vino rosso è il più consumato e ricercato anche perché viene considerato una valida alternativa ai superalcolici e una scelta più sofisticata rispetto alla birra.

Non a caso negli ultimi anni in Cina il consumo di vino rosso è quasi triplicato e il Paese è diventato il primo consumatore mondiale di vino rosso. Basti pensare che le vendite al dettaglio di vino rosso in Cina sono state valutate a circa 64,6 miliardi di dollari nel 2018.

A dominare è il Cabernet Sauvignon, tipologia di vino rosso leader di mercato, non solo in Cina, ma in tutta l'Asia. I quattro marchi principali che rappresentano il 40% delle vendite di vino sulle famose piattaforme Alibaba, Taobao e Hema sono DBR Lafitte, Penfolds/Rawson Retread, Yellow Tail e Concha Y Toro.

Come si evince l'Italia, nonostante contenda alla Francia il primato di maggior produttore mondiale di vino, è molto in ritardo nel presidio del mercato cinese nel quale sono meglio posizionate Australia, Cile e Spagna. In minor misura rispetto a questi, i vini italiani più apprezzati e diffusi al momento sono quelli piemontesi con Barbaresco e Barolo e toscani con Chianti e Brunello di Montalcino. Quest'ultimo rappresenta però un’eccezione poiché raggiunge un tasso di penetrazione nei Paesi asiatici del 15% dell’export totale, il doppio rispetto alla media degli altri rossi italiani.

Concludendo, in termini di marketing, quando si pensa alla Cina bisogna sempre ricordare della distanza culturale. Approcciarsi a paesi così complessi richiede un’attenta valutazione e analisi che possano permettere di ottenere risultati concreti e duraturi.

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