Vino e ricerca, Gestione del vigneto: la fertilità delle gemme per prevedere la stagione vendemmiale in largo anticipo
Prevedere una stagione vendemmiale in largo anticipo si può fare. Al via nel Soave la sperimentazione basata sulla fertilità delle gemme.
Si può prevedere l’andamento di una stagione vendemmiale già dall’anno prima? Ovviamente le variabili in gioco, soprattutto quelle metereologiche, sono molteplici e alcune impossibili da programmare. Ma c’è un importante fattore che è del tutto prevedibile e che in alcune annate diventa fondamentale per gestire un vigneto: la fertilità delle gemme.
Nella gestione del vigneto, la conoscenza della fertilità delle gemme della vite è utile per effettuare una corretta e mirata potatura; l’analisi della fertilità delle gemme risulta quindi essere uno strumento strategico per la gestione di una denominazione, in quanto in grado di darti con assoluto anticipo la potenzialità produttiva di un vigneto. Si può quindi, sin dalla fase di potatura, equilibrare il carico di gemme e pertanto la produzione secondo le esigenze di mercato, a tutela del reddito aziendale. Un obiettivo che il Consorzio del Soave si è posto nel piano di produzione presentato al Ministero delle Politiche Agricole e che permette quindi una più attenta gestione della denominazione, anche in prospettiva di quelle che saranno le sfide date dalla attuale emergenza sanitaria.
Nelle gemme infatti sono già custoditi i grappoli della vendemmia successiva e il loro numero varia di anno in anno a seconda delle variabili climatiche, dell’età del vigneto e della fertilità del terreno stesso. La sperimentazione è avvenuta in vigneti rappresentativi della denominazione posti in 9 UG.A.: Paradiso, Monte di Colognola, Tenda, Zoppega, Fittà, Foscarino, Castelcerino, Campagnola, Roncà – Monte Calvarina delle cantine Collis Veneto Wine Group, Cantina di Soave e Cantina di Monteforte, mentre la forzatura è stata realizzata presso i laboratori di EXTENDA VITIS di Treviso.
La tecnica prevede di raccogliere ai primi di ottobre 20 tralci rappresentativi nel vigneto oggetto di studio, ovvero quelli che il potatore terrebbe come capo a frutto futuro. Questi tralci vengono tagliati a talea e fatti germogliare in serra a una temperatura di 25°C. Dopo pochi giorni si possono contare i grappolini che si formano, potendo quindi prevedere agli inizi di novembre, prima della potatura, la produzione dell’annata successiva e anche il peso medio dei grappoli. Se si vede un potenziale produttivo sopra media il viticoltore saprà che dovrà intervenire con tralci più corti o diradamenti più frequenti. Nel 2020 si prevede una fertilità inferiore alla media, tra 1,2 e 1,3 (1,7 era stata la fertilità per la vendemmia 2018), e la produzione potrebbe essere ancora condizionata dal meteo nella fase di fioritura della Garganega. Si segnala come nelle zone compromesse fortemente dalla grandine del 5 Maggio 2019 (Campagnola e Castelcerino) si è riscontrata una riduzione significativa della fertilità delle gemme con alcune che sono rimaste cieche.
«Il nostro obiettivo è quello di fornire al viticoltore strumenti, semplici, a basso impatto economico e efficaci per potere gestire al meglio il vigneto – spiega Aldo Lorenzoni, Direttore del Consorzio del Soave – è appunto dal viticoltore che parte la filiera e il suo ruolo e il suo lavoro è quindi fondamentale per potere prendere decisioni strategiche per l’intera denominazione. »
Si può prevedere l’andamento di una stagione vendemmiale già dall’anno prima? Ovviamente le variabili in gioco, soprattutto quelle metereologiche, sono molteplici e alcune impossibili da programmare. Ma c’è un importante fattore che è del tutto prevedibile e che in alcune annate diventa fondamentale per gestire un vigneto: la fertilità delle gemme.
Nella gestione del vigneto, la conoscenza della fertilità delle gemme della vite è utile per effettuare una corretta e mirata potatura; l’analisi della fertilità delle gemme risulta quindi essere uno strumento strategico per la gestione di una denominazione, in quanto in grado di darti con assoluto anticipo la potenzialità produttiva di un vigneto. Si può quindi, sin dalla fase di potatura, equilibrare il carico di gemme e pertanto la produzione secondo le esigenze di mercato, a tutela del reddito aziendale. Un obiettivo che il Consorzio del Soave si è posto nel piano di produzione presentato al Ministero delle Politiche Agricole e che permette quindi una più attenta gestione della denominazione, anche in prospettiva di quelle che saranno le sfide date dalla attuale emergenza sanitaria.
Nelle gemme infatti sono già custoditi i grappoli della vendemmia successiva e il loro numero varia di anno in anno a seconda delle variabili climatiche, dell’età del vigneto e della fertilità del terreno stesso. La sperimentazione è avvenuta in vigneti rappresentativi della denominazione posti in 9 UG.A.: Paradiso, Monte di Colognola, Tenda, Zoppega, Fittà, Foscarino, Castelcerino, Campagnola, Roncà – Monte Calvarina delle cantine Collis Veneto Wine Group, Cantina di Soave e Cantina di Monteforte, mentre la forzatura è stata realizzata presso i laboratori di EXTENDA VITIS di Treviso.
La tecnica prevede di raccogliere ai primi di ottobre 20 tralci rappresentativi nel vigneto oggetto di studio, ovvero quelli che il potatore terrebbe come capo a frutto futuro. Questi tralci vengono tagliati a talea e fatti germogliare in serra a una temperatura di 25°C. Dopo pochi giorni si possono contare i grappolini che si formano, potendo quindi prevedere agli inizi di novembre, prima della potatura, la produzione dell’annata successiva e anche il peso medio dei grappoli. Se si vede un potenziale produttivo sopra media il viticoltore saprà che dovrà intervenire con tralci più corti o diradamenti più frequenti. Nel 2020 si prevede una fertilità inferiore alla media, tra 1,2 e 1,3 (1,7 era stata la fertilità per la vendemmia 2018), e la produzione potrebbe essere ancora condizionata dal meteo nella fase di fioritura della Garganega. Si segnala come nelle zone compromesse fortemente dalla grandine del 5 Maggio 2019 (Campagnola e Castelcerino) si è riscontrata una riduzione significativa della fertilità delle gemme con alcune che sono rimaste cieche.
«Il nostro obiettivo è quello di fornire al viticoltore strumenti, semplici, a basso impatto economico e efficaci per potere gestire al meglio il vigneto – spiega Aldo Lorenzoni, Direttore del Consorzio del Soave – è appunto dal viticoltore che parte la filiera e il suo ruolo e il suo lavoro è quindi fondamentale per potere prendere decisioni strategiche per l’intera denominazione. »
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