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Vitigni più diffusi nel mondo: ascesa e declino delle varietà d'uva da vino più coltivate

Uno studio dell'Università di Adelaide ha censito le principali varietà di vite coltivate nel mondo con i dati aggiornati di quelle che hanno avuto una maggiore ed una minore espansione durante il 21° secolo.




E' di prossima la pubblicazione la nuova edizione del libro Which Winegrape Varieties are Grown Where, un compendio unico con una panoramica aggiornata e completa delle piantagioni di uva da vino nel mondo. Lo studio censimento a cura dell’Università australiana di Adelaide va formare un database di queste aree a vocazione vitivinicola che include dati dal 1960 al 2016. Il lavoro include inoltre anche nuove statistiche sull'internazionalizzazione dei vitigni, che mostrano sia la misura in cui le varietà autoctone del paese di origine sono state adottate all'estero sia la diversità delle uve trovate in ciascun paese.

La pubblicazione mostra ascesa e declino delle principali varietà di vite coltivate nel mondo con dati aggiornati al 2016. Lo studio mette in luce il cambiamento radicale intercorso in questi ultimi anni in termini di diffusione di varietà d'uva da vino: quelle prima più coltivate ed ora in declino e quelle ora emergenti in ascesa. Tra i fattori che hanno favorito questo cambiamento in primo piano vi è il cambiamento climatico, insieme a mode ed evoluzione dei gusti.

Gli autori dello studio, Kym Anderson e Signe Nelgen affermano che "la portata della diversità varietale si è ridotta sia a livello nazionale sia globale", attribuendola a "cambiamenti radicali" nella composizione dei vitigni all'interno di alcuni paesi e al declino delle varietà di qualità inferiore una volta ampiamente coltivate.

In termini di origine dei vitigni, lo studio ha mostrato che i vigneti nel Nuovo Mondo al 2016 comprendono in media il 68% di varietà di origine francese, rispetto al 59% nel 2000, le piantagioni di varietà di origine spagnola sono diminuite dal 5% al ​​3%, e quelle italiane hanno continuato a costituire il 2% degli impianti.

A livello globale, quindi, le varietà di origine francese rimangono dominanti. Nel 2000, le varietà francesi e spagnole rappresentavano quasi i tre quinti della superficie vitata mondiale. Tra il 2000 e il 2016, le piantagioni di varietà di origine francese sono aumentate dal 29% al 39%, mentre quelle spagnole sono diminuite dal 29% al 21%.

Lo studio mostra che la varietà spagnola Tempranillo è quella che più si è diffusa dal 2000. Anderson e Nelgen affermano che a differenza del Syrah, che si trova al terzo posto, ciò non è dovuto all'internazionalizzazione del Tempranillo, (l'80% dei vigneti di Tempranillo sono coltivati in Spagna), ma piuttosto dal fatto che ha sostituito l'Airén, che nel passato era la varietà più coltivata nel paese. Tra il 2000 e il 2016, i vigneti di Tempranillo sono aumentati di 114.000 ettari, mentre quelli di Airén sono diminuiti di 184.000 ettari. 

A tal proposito, se analizziamo più da vicino questo grande mercato, quello che risulta è che la Spagna è di fatto un gigante fragile. L’agenzia di rating Axesor ha recentemente pubblicato un’analisi sul settore vitivinicolo spagnolo, classificandolo con B +, ammonendo che solo attraverso l'internazionalizzazione il settore vitivinicolo spagnolo può essere competitivo. In Spagna, di fatto, è in atto un calo dei consumi che da dieci anni a questa parte si sono ridotti del 40%. Secondo l’OEMV il procapite 2013 è stato di 19,9 litri, tra i più bassi d’Europa e metà di quanto registrato in Italia, Francia e Portogallo. Le tre società produttrici di vino prese in considerazione da Axesor per la sua ricerca sono state la CVNE (Compañia Vinicola del Norte España) cui è stato assegnato un rating A con outlook stabile, Baron del Ley, BBB con un trend stabile, e Bodegas Riojas, B+ con outlook stabile. I tre produttori sopra citati concentrano tutti la più gran parte del loro fatturato nel mercato locale, sebbene stiano cercando di espandersi oltreconfine.

PRINCIPALI VITIGNI IN ASCESA (2000-2016)

Tempranillo (93.370ha - 219.379ha) + 126.009ha

Cabernet Sauvignon ( 223.074ha - 310.671ha) + 87.597ha

Syrah (102.490ha - 181.185ha) + 78.695ha

Sauvignon Blanc (65.190ha - 124.700ha) + 59.510ha

Chardonnay (145.543ha - 201.649ha) + 56.106ha

Merlot (213.368ha - 266.440ha) + 53.072ha

Pinot Nero (68.810ha - 105.480ha) + 36.670ha

Pinot Grigio (18.893ha - 48.570ha) + 29.677ha


PRINCIPALI VITIGNI IN DECLINO (2000-2016)

Airén (387.978ha - 203.801ha) -184.177ha

Mazuelo (127.692ha - 47.312ha) -80.380ha

Graševina (92.306ha - 24.384ha) -67.922ha

Garnacha Tinta (216.349ha - 150.096ha) -66.253ha

Bobal (100.128ha - 59.189ha) -40.939ha

Monastrell (76.304ha - 51.930ha) -24.374ha

Catarratto Bianco (50.711ha - 28.613ha) -22.098ha

Cayetana Blanca (55.776ha - 36.401ha) -19.375ha


Nella sua prima edizione, nel dicembre 2013, la pubblicazione si è basata sul database Anderson e Aryal, che copriva 48 paesi per gli anni 2000 e 2010 con dati meno completi, nello specifico per gli anni 1990, 1980, 1970 e 1960. In tal senso il database ed il libro, sono stati poi rivisti, ampliati e aggiornati al 2016. La prima versione del libro è stata insignita del Premio OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) nel 2014 come miglior libro sulla viticoltura pubblicato nel 2013. È stato scaricato più di 100.000 volte entro la fine del 2018. La versione rivista è scaricabile come ebook gratuito sul sito dell'Università di Adelaide. È anche acquistabile come brossura di 800 pagine da librerie online come Amazon.

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