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Approccio agroecologico basato su profilassi, monitoraggio e migliore resilienza dei sistemi vitivinicoli: così la Francia verso una coltivazione della vite senza pesticidi

La coltivazione della vite senza pesticidi diventa possibile grazie al progetto VITAE appena lanciato dalla Stato Francese nell'ambito del programma di ricerca prioritario “Coltivare e proteggere la vite: un altra via è possibile”. Coordinato da INRAE, riunirà più di 60 ricercatori per 6 anni.




Il Ministero dell'Istruzione Superiore, della Ricerca e dell'Innovazione ha annunciato lo scorso 23 settembre l'elenco dei 10 progetti scientifici selezionati nell'ambito del Priority Research Program (PPR) "Coltivare e proteggere la vite: un altra via è possibile", finanziato per 30 milioni di euro. Il progetto “Vitae, coltivare la vigna senza pesticidi” è uno di questi e riceverà un finanziamento di 3 milioni di euro in 6 anni. VITAE prenderà il via nel 2021. Coordinato da François Delmotte dell'Istituto nazionale per la ricerca in agricoltura, alimentazione e ambiente (Inrae) Bordeaux-Aquitaine, il progetto riunirà più di 60 ricercatori di dodici laboratori di Inrae, l'Università di Bordeaux , l'Università di Bourgogne-Franche-Comté e Montpellier SupAgro.

Vitae nasce con più obiettivi, in modo da consentire lo sviluppo di metodi innovativi di controllo delle malattie. Gli scienziati lavoreranno in particolare sulla resistenza genetica della vite e sul biocontrollo. Esamineranno anche le aspettative dei consumatori e i cambiamenti sociali necessari per portare la viticoltura verso l'agroecologia. Il progetto avrà un approccio interdisciplinare, affrontando temi scientifici finora poco esplorati, mettendo in discussione la portata dei cambiamenti sociali necessari per promuovere questa svolta agroecologica. La sua particolarità è quella di essere centrato su un unico settore, quello viticolo, in modo da garantire una maggiore rilevanza in grado di coprire tutte le regioni vinicole francesi. Per la prima volta un progetto riunirà l'intera comunità di ricerca nazionale con un approccio multidisciplinare sul tema del rilascio di pesticidi nel settore della vite e del vino, basandosi sulla produzione di nuova conoscenza e sul suo trasferimento, in particolare attraverso la formazione e la vicinanza con gli attori interessati. 

Coltivare viti senza pesticidi è una grande sfida. L'uscita dai pesticidi dalle pratiche viticole richiede  l'integrazione di più leve di gestione, ciascuna con effetti solo parziali (regolazione biologica, stimolazione dell'immunità, resistenza genetica, ecc.), passando da un approccio curativo a un approccio agroecologico, basato sulla profilassi, il monitoraggio e una migliore resilienza dei sistemi vitivinicoli. I livelli di efficienza dei metodi di controllo richiedono che siano integrati in nuove strategie di protezione che massimizzino i loro effetti combinati, adattandoli al clima locale, ai contesti socio-economici e alle sfide del mercato.

La resistenza genetica della vite è una leva essenziale per ottenere zero pesticidi in viticoltura. L'uso di vitigni resistenti alle malattie solleva tuttavia questioni cruciali sulla durabilità della resistenza, l'adattamento di nuovi vitigni ai cambiamenti climatici, la qualità dei vini e la loro accettazione da parte dei consumatori. 

Per quanto riguarda il biocontrollo, si cercherà di identificare i consorzi microbici (batteri, funghi, micovirus) antagonisti delle malattie della vite. Il progetto stimolerà la ricerca sui prodotti di biocontrollo con modalità di azione originali (attivazione / de-repressione delle difese della vite, interruzione della riproduzione dei patogeni). Verrà valutata la loro interazione con la fisiologia della pianta al fine di implementare al meglio queste soluzioni in vigna. Le soluzioni di biocontrollo copriranno l'intero ciclo di vita dei patogeni, inclusa la riproduzione sessuale.

La combinazione delle leve di disinfestazione è il cuore di VITAE. L'obiettivo è esplorare empiricamente gli effetti combinati delle leve, dal campo al paesaggio, che influenzano le reti alimentari integrando effetti non intenzionali sulla biodiversità. Saranno valutate anche le performance dei sistemi senza pesticidi, dalla produzione di uva (performance agronomica) al vino (performance enologica ed economica).

Infine, VITAE cercherà di risolvere le problematiche organizzative, caratterizzandone gli ostacoli, che inevitabilmente nasceranno della transizione dal vecchio sistema a quello nuovo. La coltivazione della vite senza pesticidi, infatti, può portare a cambiamenti nelle normative e nei sistemi di informazione ed etichettatura offerti sui mercati. Sarà svolto un lavoro prospettico interdisciplinare e integrativo con gli stakeholder al fine di generare scenari che aiuteranno le organizzazioni e i responsabili delle decisioni a implementare strategie di uscita dai pesticidi con programmi di incentivazione appropriati.

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