giovedì 9 dicembre 2021

Il sommo poeta e il sacro suono. Il canto gregoriano nella Divina Commedia

Un progetto di canti gregoriani su testi della Divina Commedia per celebrare i 700 anni dalla morte del sommo poeta italiano. I Cantori Gregoriani propongono una serie di letture prese dalle tre cantiche racchiuse in un dvd edito da AERCO dal titolo "Il Sommo Poeta e il Sacro Suono".





La relazione tra il canto gregoriano e la Divina Commedia si manifesta innanzitutto in modo evidente, e facilmente riconoscibile, nelle citazioni dirette o nelle velate allusioni di Dante a brani noti dell’antico repertorio monodico liturgico. L’intero poema – in particolare il Purgatorio e in buona parte il Paradiso – è punteggiato da richiami liturgico-musicali che accompagnano lo svolgersi del viaggio e gli incontri più significativi del Poeta.

Questo nuovo progetto dei Cantori Gregoriani, dunque, si compone di una serie di 26 letture tolte dalle tre Cantiche, ogni volta seguite dall’esecuzione del brano gregoriano esplicitamente citato o evocato nel testo stesso. Dai gironi dei dannati che, pur senza alcuna musica o canto, richiamano antifone e inni gregoriani con testo di argomento “infernale”, si passa alle dirette citazioni contenute nel Purgatorio per giungere infine alle celebri antifone mariane evocate in diversi canti del Paradiso a far corona alla figura della Vergine Maria.

Il tutto – ed è questa, forse, la relazione più profonda e che più conta tra il gregoriano e la Divina Commedia – nella comune intenzione di costruire una sorta di grande “cattedrale di parole”, dove il mirabile e ordinato progetto, che faticosamente scopriamo almeno nelle sue linee essenziali, ci appare perfetto e all’altezza di trattare anche i nostri desideri più intimi e profondi.

Canto gregoriano e Divina Commedia, in fondo, sono accomunate dal “desiderio”. Un’antifona gregoriana del tempo di Avvento riassume a ben vedere il senso ultimo del canto gregoriano, ovvero la più perfetta narrazione sonora della centralità di Cristo, e ci ricorda che attendiamo in un definitivo Avvento il “desiderato da tutte le genti” (Ecce veniet desideratus cunctis gentibus), ossia Colui che viene dall’alto (de-sidera). Non è certamente un caso se la parola più ricorrente in tutta la Divina Commedia sia “sguardo”: un nuovo sguardo, che il sommo Poeta ritiene necessario per visitare e superare la selva oscura posta al centro, nel mezzo, della nostra vita, per poter uscire a riveder le stelle (de-sidera) e per saper contemplare finalmente “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Il canto gregoriano è la preghiera cantata ufficiale della liturgia romana in lingua latina. Tra tutte le esperienze di canto sacro che la Chiesa ha vissuto al suo interno in duemila anni di storia, il canto gregoriano è la più santa, la più casta, la più universale: nessun altro canto è capace di toccare i cuori elevandoli alle realtà soprannaturali ed indirizzandoli totalmente a Dio, ed allo stesso tempo stimolandoli a raccogliersi in se stessi in silenzio di adorazione, come sono capaci di farlo le melodie gregoriane. Come la Sacra Scrittura, alla quale i testi dei brani attingono direttamente o alla quale comunque costantemente si ispirano, il canto gregoriano è opera di Dio (opus Dei) ed opera dell’uomo; in questi canti, la voce dello Spirito Santo si serve di mezzi umani (la lingua latina e le melodie che la rivestono) per rendere accessibile al cuore umano realtà altrimenti inesprimibili. 

L’accoglienza sempre più calorosa ed interessata che raccolgono gli studi e le pubblicazioni gregoriane è la testimonianza più eloquente dell’intramontabile ed ineguagliabile fecondità spirituale e della bellezza artistica di questi capolavori.

Il Somma Poeta e il Sacro Suono. Il canto gregoriano nella Divina Commedia