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Mostre. Maurits Cornelis Escher: l'artista dei mondi impossibili. Al Palazzo Ducale di Genova, le geometrie visionarie del maestro olandese amato dai matematici e dagli hippies

Un'antologica al Palazzo Ducale di Genova ripercorre l'avventura creativa di M.C.Escher che ha coniugato l'arte con l'universo infinito dei numeri, la scienza con la natura, generando invenzioni fantasiose e paradossi "magici".


Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?
M.C. Escher 


L'universo singolarissimo di M.C. Escher (Leeuwarden, 1898 – Laren, 1972) costruito di paradossi geometrici e compositivi, è esplorato in un'ampia restrospettiva al Palazzo Ducale di Genova. Con oltre duecento opere e i suoi lavori più rappresentativi come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata, la mostra presenta in otto sezioni un excursus della sua intera produzione artistica, messa a confronto con opere di grandi artisti visionari come Giovanni Battista Piranesi (1720 - 1778) e Victor Vasarely (1906 –1997) e con  quelle delle nuove generazioni di artisti che il maestro olandese continua ad ispirare.  

L'opera di Escher è costituita in gran parte da xilografie, soprattutto litografie e mezzetinte, frutto di un’indagine di differenti campi di studio, dalla geometria alla cristallografia, fino alle leggi della percezione visiva, interessi a cui l'artista si dedica sin dalla giovinezza. Maurits, deludendo le aspettative paterne, agli studi di ingegneria preferisce l’illustrazione dimostrando una spiccata capacità disegnativa, per poi focalizzare le sue ricerche sulla struttura dello spazio, sulla tassellazione del piano, sulle illusioni ottiche e geometriche.

La formazione di Escher non sarebbe stata completa se non ci fosse stato il soggiorno in Italia che gli offre le prime opportunità di lavoro, come la prima personale a Siena nel 1923. Sono proprio il paesaggio italiano, la natura e la storia del Belpaese, ad esercitare un importante stimolo visivo sul maestro olandese, autore di numerose vedute: degli Abruzzi, della Campania, della Calabria e della Sicilia e della città che aveva scelto come sua residenza, Roma, dove studia le architetture irreali di Piranesi, e dove risiede fino al 1935.

Un ulteriore momento di maturazione della dimensione immaginativa di Escher è rappresentato dall' incontro con l'Alhambra, il monumento di Granada da cui trae ispirazione per le sue tassellazioni, il metodo della divisione regolare del piano con intenti decorativi, che coincide con il riemergere della cultura Art Nouveau della sua formazione artistica. Le illustrazioni di Escher realizzate con la tecnica dei "disegni periodici", scoperta in Spagna, saranno molto apprezzate, simbolo di un'arte contaminata dal pensiero scientifico. 

Un punto di svolta per la formazione dell'artista olandese si determina con il trasferimento in Svizzera, nel 1936. Lontano dalle forti impressioni paesaggistiche dell'Italia, l'artista abbandona le immagini naturali per dedicarsi alla rappresentazione di fantasie interiori.
 In questo mondo interiore, svincolato dalle costrizioni concettuali imposte dai sensi, Escher si rivolgeva a quello che andava oltre la doxa, l’apparenza, cercando il para-doxa, il paradossale, quello che va oltre l’esperienza sensoriale.

Il percorso creativo di Escher si approfondisce sempre più attraverso la riflessione sul fenomeno della mutazione delle forme che trova la sua massima espressione nel capolavoro intitolato Metamorfosi II (1939), una xilografia lunga quattro metri. La struttura, densa di richiami alla geometria, rinvia a un percorso circolare  in cui tutti i soggetti rappresentati si trasformano rapidamente in un qualcosa d'altro, in un continuo processo di mutazione. Composizioni costanti nella produzione di Escher che, trent'anni dopo, nel '69 realizza Metamorfosi III, una pittura murale di quaranta metri per decorare l'Ufficio postale dell'Aia. 

Combinando fantasia e rigore, Escher diviene popolare per le cosiddette "strutture impossibili", paradossi geometrici che, pur senza mai eludere le leggi della prospettiva tradizionale, intrappolano l'osservatore in un campo visivo dall'ambiguità apparentemente irrisolvibile. Tra le opere più significative Su e giù (1947), Altro mondo (1947) Relatività (1953), Convesso e concavo (1955), Belvedere (1958), Cascata (1961).

Le deformazioni spaziali capaci di creare mondi alternativi prodotte da Escher, furono apprezzate non soltanto dai matematici ma anche dagli hippies che iniziarono a usare liberamente queste immagini nella loro iconografia. Con un approccio diretto, nel 1969 Mick Jagger scrisse all'artista per chiedergli la creazione di un'opera da utilizzare come copertina per un abum dei Rolling Stones. Tuttavia, il maestro olandese non espresse il proprio consenso, sottolineando sempre, con assoluto rigore, la distanza e l'autonomia delle proprie creazioni dalle ideologie e dalla cultura ribelle degli anni Sessanta del Novecento. 

Osservando con attenzione le opere di Escher si possono intuire, naturalmente solo in maniera superficiale, sia lo stupore che prova il matematico di fronte alla comprensione di verità non banali, sia le sensazioni indotte da un’esperienza psichedelica. E questo fa, non solo per matematici e hippies, di M.C. Escher un artista di assoluta grandezza. Federico Giudiceandrea, curatore della mostra.

Promossa e organizzata da Palazzo Ducale - Fondazione per la cultura, Comune di Genova, Regione Liguria e Arthemisia in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, la mostra è stata curata da Mark Veldhuysen, ceo della M.C.Escher Company, e dal più importante esperto di Escher, Federico Giudiceandrea. 

Particolarità del percorso di mostra è la presenza, all’interno delle sezioni, di giochi ed esperienze che permettono di entrare nel mondo di Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.


Escher, Genova, Palazzo Ducale
fino al 20 febbraio 2022

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