A qualche giorno dal termine della 10 edizione del mercato Fivi di Piacenza eccoci a fare qualche considerazione sulla manifestazione. Ormai qualche piccola scoria si è depositata e nella memoria rimangono impresse solo delle belle, bellissime immagini.
A cura di Francesco Cerini
Sgombriamo subito il campo da piccoli nei che riportiamo per dovere di cronaca e, eventualmente, per farne prendere nota agli organizzatori.
Qualche attesa di troppo all’ingresso, per consentire i controlli anti Covid previsti dalle normative vigenti, rese particolarmente gravose dalle condizioni atmosferiche non certo clementi; fila, ma potremmo definirla calca, all’interno per fornirsi di calice di degustazione e del carrello per gli acquisti; distanziamenti e mascherine non sempre a norma, nonostante i ripetuti appelli diffusi dall’organizzazione.
Ma ci sta! La partecipazione è altissima, circa 20.000 visitatori nei tre giorni, anche alimentata dalla grande voglia di tornare a vivere in presenza manifestazioni che per troppo tempo, nella migliore delle ipotesi, erano rimaste confinate nei vari webinar e qualche piccola sbavatura era da mettere in conto. Sarà meglio la prossima volta quando, speriamo, tutto sarà rientrato nella normalità sanitaria.
Ma veniamo alla manifestazione che non possiamo definire unica nel suo genere, ma sicuramente la più grande! 680 vignaioli a disposizione della massa di visitatori più che assetata, affamata di informazioni fornite di buon grado dai produttori con dovizia di particolari e intercalate da gustosi aneddoti.
Ed è proprio qui la caratteristica e la peculiarità della manifestazione! Il visitatore dovrà essere attento a non farsi prendere dalla smania di assaggiare quanti più vini possibile, ma soddisfare la sua curiosità non tanto e non solo per gli aspetti tecnici.
Così facendo si potrà, ad esempio, entrare in sintonia col produttore di Timorasso dei colli Tortonesi che presenta il suo Ciliegiolo. Al tuo stupore di trovare questo vitigno nel cosiddetto “quarto Piemonte” lui ti risponde che suo nonno aveva piantato questa vigna quando questo vitigno andava per la maggiore in Liguria e ora lui non ha il coraggio di cancellare un pezzo di storia della sua famiglia. Al contempo cogli nei suoi occhi la soddisfazione e l’orgoglio di aver avuto un attimo apprezzamento da parte di uno dei più rinomati produttori di Ciliegiolo presente in Fiera. E mentre si chiacchiera, con mano, quasi furtiva, tira fuori da sotto il tavolo una bottiglia di una vecchia annata ….che “questa la devi assaggiare”.
La tua giornata può già ritenersi appagata da questi racconti, ma vai avanti e incontri il produttore del Lazio, che dopo averti fatti assaggiare i suoi vini, fino ad allora prodotti in blend, ottenuti da vitigni vinificati in purezza, ti rivela come dalla sua vigna imperversata del maltempo ha ottenuto le uve per una base di spumante che ha avuto tanto successo sul mercato e che lo ha costretto a mettere questa tipologia in produzione stabile.
Proseguendo si passa al produttore di Verdicchio che propone una delle sue più note etichette anche al femminile. Scarsa fantasia? No anche qui una gelata precoce ha bruciato i primi getti e i secondi (le femminelle), che normalmente vengono eliminati, hanno prodotto grappoli così belli da non poter non essere vinificati
….e così via di banchetto in banchetto.
A fine giornata forse avrai assaggiato meno vini di quelli che ti eri riproposti, ma avrai ascoltato tante storie e iniziato ad amare vini che non conoscevi! Guardi il tuo carrello e noti che hai acquistato più del preventivato……ma mai portare un bambino davanti al banco delle caramelle!
Appuntamento il 26, 27 e 28 novembre 2022 per l’undicesima edizione del Mercato dei Vini di Piacenza.
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