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Vino: sostenibilità, giovani ed enoturismo al centro della rivoluzione internazionale dei consumi

In occasione del III° Forum Mondiale delle Donne del Vino, Nomisma ha presentato una fotografia del settore vitivinicolo e un focus sui consumatori del futuro.



Le nuove generazioni, ma non solo loro, premiano i vini sostenibili, autentici e biologici. Amano viaggiare, visitare le cantine, prediligono un packaging leggero e innovazioni di prodotto come le edizioni limitate. Si assiste a uno switch dei consumi, cambia la geografia. Nonostante una contrazione dei consumi in Europa, numerosi sono i mercati, come Stati Uniti, Asia e Australia, che appaiono in controtendenza.

È quanto è emerso oggi al III° Forum Mondiale delle Donne del Vino, organizzato a Roma dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, che ha affidato a Nomisma Wine Monitor una presentazione su “Vino 5.0: la rivoluzione dei consumi”. Chiamate a raccolta a Palazzo Grazioli le portavoce di dodici associazioni che riuniscono esperte, produttrici e professioniste del vino provenienti da tutto il mondo con cui le italiane, sotto la presidenza di Donatella Cinelli Colombini, hanno costituito un network e siglato un patto internazionale di collaborazione. Le Donne del Vino sono l’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo: nata nel 1988, conta oggi 1200 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste.

Lo studio Nomisma Wine Monitor nel dettaglio

Durante il Forum sono stati presentati da Roberta Gabrielli, Head of Marketing e Business Processes di Nomisma, i dati più significativi che fotografano la realtà di un settore in cui l’Italia è il primo produttore mondiale di vino,i posizionandosi al secondo posto per valore delle esportazioni, superata solo dalla Francia.

  • Nello specifico, il panorama vitivinicolo italiano si distingue per la sua varietà e frammentazione:
  • 30.000 aziende di trasformazione, di cui 1.800 a carattere industriale.
  • 241.000 imprese agricole impegnate nella fase iniziale della filiera.
  • Un fatturato complessivo di 16 miliardi di euro, pari al 9% del settore Food&Beverage italiano.
  • 7,8 miliardi di euro di export, corrispondenti al 15% del totale Food&Beverage.
  • 74.000 addetti diretti, ma il numero sale a 1,3 milioni considerando logistica, distribuzione, ristorazione e turismo enogastronomico.

Il cambiamento delle abitudini di consumo

Negli ultimi 20 anni, il consumo di vino in Italia è calato da 29,3 milioni di ettolitri nel 2003 a 21,8 milioni nel 2023. Diminuisce il consumo di vino anche in Europa e, più in general,e a livello globale, tra il 2003 e il 2023 sono diminuiti di 18 milioni di ettolitri a causa del cambiamento delle abitudini di consumo. Non tutti vedono nero. Si assiste infatti ad uno spostamento dei consumi con una crescita in altre aree come Stati Uniti, Asia e Australia. Tuttavia, il fenomeno è accompagnato da un aumento del valore percepito grazie alla riqualificazione dell’offerta e al cambio di mix produttivo:

L’incidenza dei vini sfusi è scesa dal 35% al 19%.

Il segmento degli spumanti (incluso il Prosecco) è quadruplicato, raggiungendo il 24%.

Il prezzo medio all’export dei vini imbottigliati è cresciuto del 70%, passando da 2,57 euro/litro nel 2010 a 4,37 euro/litro nel 2023.

Il futuro del vino: sostenibilità, autenticità, enoturismo

Il Forum ha evidenziato l’importanza di intercettare i nuovi trend di consumo, in particolare tra i più giovani (Generazione Z e Millennials). In questo scenario, i temi di maggior interesse riguardano:

  • Sostenibilità e packaging eco-friendly, che sono diventati fattori determinanti nelle scelte d’acquisto.
  • La crescita dell’interesse, seppur ancora contenuti, per edizioni limitate e nuove modalità di consumo, come il vino in lattina, particolarmente apprezzato all’estero, in particolare dai Millennial americani.
  • La maggiore attenzione da parte dele consumatrici relativamente alla qualità e agli aspetti salutistici del prodotto.
  • L’enoturismo, che con un giro d’affari di 2,9 miliardi di euro nel 2023, rappresenta una risorsa strategica, soprattutto per le piccole aziende. Questo settore sta conoscendo una rapida crescita, alimentato dall’aumento dei flussi turistici e dall’interesse per esperienze autentiche legate al territorio.

Generazioni e gusti a confronto

Il cambiamento degli stili di vita e delle preferenze dei consumatori sta ridisegnando il mercato globale, Nello specifico:

  • Millennials e Gen X dimostrano una maggiore attenzione ai vini di qualità, alla diversità regionale e agli aspetti legati alla salute, mentre i Baby Boomers mantengono abitudini più tradizionali.
  • Aumentano i consumatori di vino occasionali (da 45% a 60%). Un fenomeno che interessa in particolare coloro dai 25 anni in su.
  • I consumatori più giovani, in particolare la Gen Z, cercano vini che siano non solo di qualità, ma anche sostenibili, autentici e capaci di raccontare una storia.
  • Necessità di sedurre i consumatori, soprattutto i più giovani con prodotti innovativi, ad esempio in Cile più dolci e fruttati.

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