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Agroalimentare, "Per fare un... ci vuole un seme": stabilite le procedure per la certificazione varietale delle sementi. Si promuove una qualità sempre più elevata

Stabilite le procedure per la certificazione varietale delle sementi alla riunione OCSE organizzata per la prima volta in Italia dal CREA e patrocinata da Regione Lombardia.



Tutto inizia dal seme, e da questo dipende in gran parte il successo di una coltivazione e di un sistema agricolo. Per questo, a livello internazionale, l'OCSE stabilisce per i 61 Paesi membri le procedure per la certificazione varietale delle sementi, con l’intento di promuovere una qualità sempre più elevata.




Si chiude oggi a Milano, la riunione OCSE organizzata per la prima volta in Italia dal CREA che, con il suo Centro di Ricerca Difesa e Certificazione, è l’ente di riferimento in materia per il nostro Paese. All’incontro, patrocinato dalla Regione Lombardia, hanno partecipato 70 delegati da 30 paesi. Ha affermato Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, aprendo i lavori: “In un’agricoltura sempre più specializzata e attenta alla sostenibilità delle produzioni, il materiale di moltiplicazione rappresenta un aspetto chiave.

Il settore sementiero in Lombardia ha una lunga tradizione e rappresenta uno dei settori di eccellenza dell’agricoltura regionale. Per il riso, la Lombardia produce più del 30% della produzione nazionale di sementi, per il mais il 25%. Abbiamo 250 aziende agricole che moltiplicano sementi e 12 ditte sementiere. L’aeroporto di Malpensa è un punto nevralgico a livello nazionale per sementi provenienti da paesi terzi destinate alla sperimentazione, alla lavorazione e al confezionamento”.

Anche il Ministero delle Politiche Agricole ha patrocinato l’iniziativa, riconoscendo – come ha sottolineato Federico Sorgoni, il delegato Mipaaf – “ l’importanza della standardizzazione internazionale condotta dall’OCSE nel settore delle sementi”. Dalla 2 giorni sono emersi in via preliminare i criteri per affiancare le moderne tecnologie di laboratorio basate sulla diagnosi molecolare alle tradizionali metodologie di verifica delle varietà in campo e in parcella. Questi dovrebbero essere definitivamente approvati in giugno alla riunione annuale delle autorità designate OCSE che si terrà in Bulgaria. Inoltre, un altro rilevante tema trattato è costituito dalle prospettive che la tecnologia blockchain potrà dare alla tracciabilità delle sementi commercializzate a livello internazionale.

Il CREA Difesa e Certificazione sulla base della sua esperienza di certificazione in campo e in laboratorio ha apportato significativi contribuiti alla messa a punto degli standard OCSE.

“L’Italia è un paese dalla riconosciuta qualità per la produzione di sementi di diverse specie e ha tutto l’interesse che il commercio internazionale avvenga in un quadro definito di norme che tengano conto delle esigenze e delle specificità di un settore così specialistico” ha affermato Pio Federico Roversi, direttore CREA Difesa e Certificazione. 

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