Passa ai contenuti principali

Selvicoltura, la ricerca del CREA compie 100 anni

Compie 100 anni la ricerca italiana con il CREA. Nasceva a Firenze nel 1922 il riferimento nazionale per la ricerca sulle foreste  e le piantagioni da legno. 




«Il Centro Foreste e Legno rappresenta l’eredità diretta della Regia Stazione Sperimentale di Selvicoltura, fondata dal Maestro dei ricercatori forestali italiani, il Prof. Aldo Pavari. In questi 100 anni si è assistito ad una profonda trasformazione del settore primario, ma i boschi hanno continuato a rappresentare un insostituibile patrimonio, la più grande infrastruttura verde del Paese, estesa su oltre il 37% del territorio nazionale.”  Così Carlo Gaudio, Presidente del CREA, in apertura dell’anniversario della nascita del centro di Ricerca CREA Foreste e Legno (CREA FL), punto di riferimento da 100 anni, per la ricerca selvicoltura, che si celebra oggi 30 settembre, con un evento dedicato, presso la sede del Centro, presieduto da Piermaria Corona, Direttore del CREA Foreste e Legno, con la partecipazione di Filippo Gallinella, Presidente COMAGRI Camera, Carla Borri, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Arezzo, Marco Marchetti, Past President AISSA, Renzo Motta, Presidente della SISEF, Sabrina Diamanti Presidente CONAF, Davide De Laurentis, Generale di divisione, Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela Della Biodiversità e dei Parchi, Sandro Pieroni, Responsabile settore attività agricole Regione Toscana, Orazio Ciancio, Presidente AISF.

Un po’di storia. Nel 1869 è stato inaugurato a Vallombrosa il primo Istituto Forestale in Italia con direttore Adolfo de Berenger. Nel 1922 viene istituita a Firenze la Stazione Sperimentale per la Selvicoltura e, nel 1924,  il grande Aldo Pavari ne diventa il direttore. Successivamente, nel 1968 questa fu trasformata in Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, con sede ad Arezzo e altre sedi periferiche a Firenze, Rende (CS) e San Pietro Avellana (IS). Nel 2004, come tutti gli istituti sperimentali del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, entra nel CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) come Centro di Ricerca per la Selvicoltura. Dal 2017, infine, diventa il Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA (CREA Foreste e Legno) , assommando oltre all’ ex Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, anche l’ex Istituto di sperimentazione per la pioppicoltura e l’ex Istituto Sperimentale per l’assestamento forestale e l’alpicoltura.

I principali risultati. Il Centro si occupa principalmente di gestione sostenibile delle foreste e di arboricoltura da legno, in particolare sviluppando metodi, tecniche e strumenti orientati alla conservazione e gestione della biodiversità forestale, al miglioramento genetico degli alberi forestali, al monitoraggio e alla pianificazione forestale, alla pioppicoltura, alla selvicoltura, alla valorizzazione delle produzioni legnose e non legnose dei boschi e delle piantagioni da legno. Ed è riconosciuto, inoltre come Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale.

«Gestire le foreste per aumentarne resistenza, adattabilità e resilienza ai cambiamenti globali rappresenta una sfida unica in ambito forestale, che come Centro di ricerca vogliamo cogliere in pienezza - afferma il Direttore del CREA Foreste e Legno Piermaria Corona -  Siamo impegnati a livello internazionale nel miglioramento genetico del pioppo, con nuovi cloni a maggior sostenibilità ambientale, mentre nel nostro Paese stiamo collaborando allo sviluppo del nuovo Inventario Forestale Nazionale, strumento fondamentale per la definizione di qualsiasi politica in tal senso. Non ultimo,  considerato il rinnovato interesse politico e sociale per gli interventi di imboschimento e rimboschimento, siamo molto attivi  nella sperimentazione e nel trasferimento tecnologico della vivaistica di specie arboree autoctone di interesse forestale».

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...

Vino e sicurezza, rischio asfissia nel processo di fermentazione dell'uva. Morte in Calabria 4 persone a causa di esalazioni tossiche da vasca con mosto. Il punto sulla prevenzione

Quattro persone sono morte in Calabria a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d'uva. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è stata trasferita in ospedale.  E' appena arrivata in redazione la notizia di un grave incidente avvenuto in Calabria e precisamente nel  comune di Paola (Cosenza) in contrada Carusi. Un fatto grave che fa riflettere sul perché ancora dopo tanta comunicazione relativa alla sicurezza sul lavoro e nello specifico sulle attività lavorative che riguardano l'enologia tutto questo questo possa ancora accadere e che fa tornare indietro nel tempo quando l'attività contadina non aveva gli stessi mezzi di prevenzione che abbiamo oggi grazie alla ricerca in continua evoluzione. Bisogna allora ribadire quali sono i rischi di esposizione a gas e vapori nelle cantine vinicole e su come prevenirli. Il documento sulla sicurezza nelle cantine vinicole riporta indicazioni precise sui rischi correlati all’esposizione a vari...