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Ricerca, recupero dell'antico germoplasma vinicolo del Barbera per l'adattamento climatico

Verso una Barbera del futuro. Il Consorzio del Barbera D'Asti e Vini del Monferrato, hanno presentato i risultati finali del progetto scientifico AGEBA con uno studio incentrato su recupero e valorizzazione del germoplasma antico della varietà Barbera per l'adattamento al cambiamento climatico.  

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha presentato ad Asti presso l’Istituto di Istruzione Statale Superiore G. Penna, i risultati finali dello studio “AGEBA - recupero e valorizzazione del germoplasma antico di Barbera per l'adattamento al cambio climatico”.

Il progetto scientifico ha avuto come obiettivo di selezionare per la la loro valorizzazione vecchi ceppi del vitigno Barbera messi a dimora nel periodo di pre-selezione clonale (fino agli anni ’70 del secolo scorso) con la caratteristica di essere portatori di caratteri utili ai fini dell’adattamento al cambio climatico ed esenti dalle principali virosi, dalla flavescenza dorata e dal legno nero. 

Lo scopo finale è stato quello di individuare i relativi impatti del clima sul vitigno Barbera in quanto le alte, ed a volte estreme temperature del periodo estivo, causano un elevato aumento del titolo alcolometrico e una significativa caduta dell’acidità nei vini. Il recupero del patrimonio genetico di questi antichi ceppi apporterà nuovi elementi tecnici ed una maggiore consapevolezza all’adattamento della vite alle nuove condizioni climatiche.  

Il progetto Ageba, del quale il Consorzio è capofila, rappresenta di fatto l’impegno nella ricerca con una risposta concreta da parte del mondo vitivinicolo al cambiamento climatico, oltreché un percorso di scoperta della “Barbera del futuro”. 

Lo studio

Sono stati individuati singoli ceppi di Barbera presenti in vecchi vigneti messi a dimora nel periodo di preselezione clonale portatori di caratteri presumibilmente utili. Sono stati poi analizzati gli impatti che le alte, e a volte estreme, temperature del periodo estivo avevano su questi vitigni. Accanto a questo lavoro principale sono stati testati trattamenti fogliari con biostimolanti a base di idrolizzati proteici di origine vegetale nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta, al fine di mitigarne gli effetti negativi dello stress. Un'ulteriore prova con la tecnica della potatura tardiva al fine di posticipare il germogliamento della vite e, di conseguenza, ridurre il rischio di incorrere in danni dovuti alle gelate primaverili e di ritardare la maturazione dell’uva.

I risultati

I risultati dello studio hanno di fatto, apportato nuovi spunti tecnici sull’adattamento della vite alle nuove condizioni climatiche. Questi dati verranno relazionati nel corso del convegno di venerdì 22 settembre. Al convegno interverranno gli enti che, a fianco del Consorzio, hanno partecipato al progetto AGEBA: l’istituto CREA-VE, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia di Asti, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore G. Penna e dieci aziende agricole del territorio che coltivano vecchi vigneti e hanno creduto nel progetto.

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