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Ambasciatori del vino italiano. Il Soave vola a Pechino per raccontare il GIAHS-FAO

Il Consorzio del Soave torna a parlare del GIAHS, il programma FAO a cui aspira a candidarsi, e lo fa da una arena decisamente internazionale: la CATF, China International Agricultural Trade Fair, in programma a Pechino.

Il Soave sarà presente a Pechino per raccontare il GIAHS-FAO. Quello del Soave è l’unico consorzio vitivinicolo italiano ad essere stato selezionato per la CATF, China International Agricultural Trade Fair, la fiera internazionale di Pechino (21-24 settembre), per testimoniare il percorso di ricerca in vista della candidatura al GIAHS-FAO. 

Invitato ufficialmente dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali quale comprensorio produttivo italiano in corsa per la candidatura al prestigioso riconoscimento FAO, il Soave avrà uno spazio dedicato al cui interno sarà illustrato il percorso di studio e ricerca che ha portato le Colline Vitate del Soave prima ad ottenere il riconoscimento ministeriale di Primo Paesaggio Rurale di interesse storico d’Italia per poi proseguire col nuovo percorso di ricerca in vista del GIAHS.

La CATF di Pechino rappresenta una vetrina particolarmente strategica per il Soave, vino che, tra le altre, rientra a pieno titolo nella lista dei 100 prodotti tutelati secondo l’accordo bilaterale sottoscritto nel recente summit Cina-Europa. Sono attesi alla CATF di Pechino oltre 3000 espositori, provenienti da più di 40 paesi, distribuiti su una superficie di 70.000 metri quadri. Lo scorso anno sono stati 45 i padiglioni allestiti, 400.000 i visitatori, provenienti da 45 paesi, 1200 i giornalisti accreditati, arrivati da 30 paesi. La rassegna, alla sua 15esima edizione, è dedicata ai prodotti agricoli, al food&beverage, agli animali domestici, ai prodotti ago-industriali quali sementi ed agrofarmaci, ai macchinari agricoli, all’internet delle cose e all’informatizzazione in agricoltura.

«Si tratta di una tappa molto significativa per il nostro comprensorio produttivo – sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave – che da anni è impegnato sul fronte della tutela e della valorizzazione del paesaggio. Abbiamo appreso con grande soddisfazione che siamo stati gli unici ad essere stati selezionati tra i consorzi vitivinicoli italiani per partecipare a questa prestigiosa rassegna estera e poter così testimoniare da un’arena internazionale il valore e la qualità non solo del Soave ma di tutto il vino italiano».

Il programma GIAHS, avviato dalla FAO, ha come obbiettivo quello di individuare a livello mondiale alcuni paesaggi particolarmente ricchi in biodiversità che nascono dal co-adattamento di una comunità antropica con l’ambiente circostante e che si manifestano con il mantenimento di paesaggi di particolare interesse estetico e storico-culturale grazie alla continuità di tecniche agricole tradizionali. Il progetto GIAHS non si propone solo di tutelare paesaggi e tecniche gestionali di tipo tradizionale, ma di applicare i principi della conservazione dinamica, cioè di sfruttare tali tecniche per uno sviluppo sostenibile delle aree interessate, con benefici diretti ed indiretti per la popolazione, facendo diventare quindi il paesaggio tradizionale il motore dello sviluppo rurale di queste aree.

I Giahs nascono nel 2002 e per quindici anni restano unicamente un progetto di ricerca. Solo il recente successo di questo programma, con più di trenta siti iscritti, ha convinto la FAO che valesse la pena di elevarlo a rango di programma mondiale e di presentarlo al di fuori di Asia e Sud America dove si è maggiormente sviluppato fino ad oggi. A differenza dell’UNESCO World Heritage List, dove il paesaggio agrario non viene menzionato ma semplicemente incluso nella generale definizione di “paesaggio culturale”, il programma GIAHS nasce specificatamente a salvaguardia dei paesaggi appartenenti al patrimonio agricolo mondiale, abbinati alla produzione di cibo, alle pratiche agricole tradizionali, alla biodiversità bioculturale.

Il programma GIAHS si propone quindi di promuovere un’agricoltura sostenibile, che si è sottratta ai processi di industrializzazione, che conserva uno stretto legame tra paesaggio e prodotti alimentari locali, e che mantiene le comunità rurali associate ai luoghi di produzione e ai loro paesaggi, quale risposta alla sfida alimentare del nostro pianeta.

Il governo italiano ha sottoscritto nell’autunno 2016 un accordo con la FAO per collaborare a questo programma. Il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, rappresenta lo strumento per accedere al patrimonio FAO.

L’ingresso in questo programma, oltre a certificare ancora una volta i requisiti di sostenibilità ambientale e di tutela e valorizzazione del paesaggio, potrebbe aprire le porte ad importanti finanziamenti internazionali a favore delle comunità territoriali che si impegnano a produrre e a generare reddito nel rispetto della biodiversità e del paesaggio.

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