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Formazione. Da Business Strategies il primo corso su promozione del vino nel mondo

Il corso, finanziato da Foragri e realizzato tramite l’Ente di formazione professionale agricola di Confagricoltura (ENAPRA), intende affrontare i temi chiave dell'Agribusiness, in un percorso innovativo per entrare con competenze distintive in un settore strategico del Made in Italy. 


Le tecniche di promozione, la tutela dei marchi, lo studio dei mercati internazionali. È iniziato oggi presso la fiorentina Business Strategies il primo corso Foragri “Promozione e tutela dei marchi italiani sui mercati vitivinicoli internazionali”, una sorta di master della durata di 45 ore condotto dai principali esperti europei del settore vitivinicolo. 

“Il corso voluto da Business Strategies rappresenta un’esperienza pionieristica della formazione in campo agricolo – ha detto il responsabile del corso e docente di Economia all’Università di Verona, Davide Gaeta –. Oggi saper fare agribusiness è un imperativo per le nostre aziende, e ancora di più lo è per un comparto come il vino che fa dell’internazionalizzazione il proprio valore aggiunto”. “Sino a ieri – secondo Roberto Bianchi, DG Foragri – questa opportunità formativa era per lo più orientata verso pratiche agricole, ma finalmente si è capito che questo non basta e che il settore necessita sempre più di questo tipo di professionalità”.

Il corso, iniziato oggi con 17 partecipanti tra dipendenti e quadri si sviluppa attraverso 3 direttrici: mercati e strumenti di marketing, politica agricola e vitivinicola comunitaria e nazionale, diritto e protezione degli scambi internazionali. Tra i docenti, oltre a Davide Gaeta (Università di Verona), anche Jean Marie Cardebat (Università di Bordeaux), Paola Corsinovi (Hochschule Geisenheim University), Marco Ferro (AD Agenzia Quanto Basta).

Per Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies: “La competizione sui mercati mondiali si gioca oggi soprattutto sul terreno delle competenze, che non possono essere parcellizzate ma trasversali. Per questo riteniamo che questo strumento possa rappresentare una leva per il salto di qualità che deve fare il nostro settore primario, sempre più sollecitato a logiche non solo produttive”.

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