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Alfredino - L’Italia in fondo a un pozzo. La storia che sconvolse l'Italia degli anni '80 in scena al Teatro del Lido

Alfredino, L’Italia in fondo a un pozzo: narrazione e rappresentazione, cronaca giornalistica e poesia sono la sintesi dello spettacolo in scena al Teatro del Lido che con estrema sensibilità rievoca la tragica vicenda di Vermicino specchio dell’Italia degli anni ’80.




Alfredino - L'Italia in fondo a un pozzo, racconta la tragica vicenda del piccolo Alfredo Rampi, precipitato il 10 giugno 1981 in un pozzo artesiano di 80 metri nelle campagne di Vermicino, e dei disperati tentativi di salvarlo nei tre giorni successivi. Una storia che ha sconvolto l’intero Paese con la prima diretta televisiva non stop a reti unificate a coprire un caso di cronaca, un evento mediatico che avrebbe dovuto documentare una storia a lieto fine e che alla fine si è trasformato in uno shock collettivo nazionale.

Il primo giornalista accorso sul posto, il venditore di panini che ha lucrato sulla folla accorsa a Vermicino, il presidente Pertini, i robot Mazinga e Goldrake, di cui Alfredino era appassionato, il vigile che per ore ha parlato con lui per cercare di rassicurarlo e infondergli speranza, descrivendogli le trivelle che scavavano un pozzo parallelo a quello in cui era caduto, e che lo terrorizzavano con le loro vibrazioni ed il loro rumore, come se fossero i suoi robot preferiti. E poi Angelo Licheri, scelto per il suo corpo minuto per calarsi in quel pozzo infernale, e che rimase quaranta minuti appeso a testa in giù, a tentare inutilmente di imbracare il bambino e salvarlo. Ma il personaggio centrale è Alfredino, quel bambino perduto, come fosse l’anima dell’Italia, inghiottita dal buio, perduta per sempre, per sempre incastonata in un diamante, come il blocco di ghiaccio azotato in cui fu conservato il suo corpo, prima di recuperarlo dalla tenebra in cui è venuto a mancare a noi tutti.

Fabio Banfo, drammaturgo, regista, attore e pedagogo, mette in scena con la massima sensibilità, uno spettacolo che è al contempo narrazione e rappresentazione, cronaca giornalistica e poesia di una tragica vicenda che è lo specchio dell’Italia degli anni ’80 ma soprattutto è il ricordo commosso di un bambino che tutti sono stati convinti fino all’ultimo si sarebbe salvato.

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