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La scrittura polifonica, da Palestrina a Ligeti. La conferenza a Cesena nell'ambito del Progetto Palestrina

L’Opera di Palestrina tra origini ed esecuzioni moderne: si terrà a Cesena, presso il Conservatorio Maderna-Lettimi la conferenza "La scrittura polifonica, da Palestrina a Ligeti", a cura di Pier Paolo Scattolin. Da un progetto ideato e condotto dal Prof. Andrea Crastolla.


Secondo appuntamento al Conservatorio Maderna-Lettimi, nell'ambito del "Progetto Palestrina" con la conferenza dal titolo "La scrittura polifonica, da Palestrina a Ligeti". Dopo l'intervento di apertura nella sede di Rimini dello scorso 26 marzo a cura del prof. Walter Marzilli, docente di Direzione di Coro presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, con "L'opera di Palestrina, tra origini ed esecuzioni moderne", è la volta di un altra interessantissima conferenza in programma per il 7 maggio a cura del prof. Pier Paolo Scattolin, direttore d’orchestra, di coro e compositore.

Questo prestigioso progetto dedicato alla pratica della Polifonia, promosso dal Conservatorio di Cesena e Rimini Maderna-Lettimi ed ideato e condotto dal Prof. Andrea Crastolla, docente di Direzione di Coro presso lo stesso Conservatorio, mette al centro la figura dell'eccelso compositore rinascimentale Giovanni Pierluigi da Palestrina che, oltre all’importanza artistica delle sue innumerevoli opere prevalentemente sacre, rappresenta già dalla metà del XVIII secolo, un punto saldo della formazione accademica della composizione corale. Lo studio dei tratti distintivi del suo contrappunto è di fatto assunto a modello già dai grandi compositori delle epoche immediatamente successive fino all’attualità.

Ma oltre agli aspetti legati alla pratica compositiva storica e contemporanea, è necessario aprire varchi di approfondimento e riflessione anche sulle esecuzioni odierne della musica polifonica rinascimentale, la cui pratica viene tramandata in primis dalla Cappella Musicale Pontificia, cosiddetta Cappella Sistina. Le partiture rinascimentali si presentano infatti prive di indicazioni esecutive se non quelle desumibili dal significato e dal suono della parola stessa del testo cantato. Per questo, la conoscenza e gli spunti da cui gli studenti di direzione di coro possono attingere, derivano dalla tradizione che tramanda i tratti distintivi delle esecuzioni sulle quali vige un osservatorio rigoroso e puntuale degli studiosi.

In Palestrina, un dato fondamentale è quello della notazione che egli impiegava nelle sue composizioni; un aspetto questo meno studiato della sua produzione musicale. L’unica eccezione riguarda la Missa L’homme armé a cinque voci, a cui, per evidenti motivi, sono dedicati diversi saggi. Come ci fa notare il musicologo Francesco Saggio dell'Università di Pavia, la ragione di questo scarso interesse è probabilmente da ricercarsi nell’apparente immediatezza del tempus imperfectum diminutum, la mensura che regola la maggior parte delle composizioni di Palestrina, ma che invece nasconde risvolti espressivi e performativi di grande interesse per comprenderne il significato e la funzione, nonché il suo rapporto con la concezione ritmica.

Interessante l'approdo a György Sándor Ligeti, compositore d'avanguardia ungherese da annoverare come uno dei più grandi musicisti europei della seconda metà del XX sec. Un vero e proprio outsider, impegnato nelle correnti principali della musica del secondo Novecento e, al contempo, libero dalle stesse. Di lui è stato detto che la sua fantasia è guidata da un ideale platonico e da una sensibilità chiaramente neo-impressionistica. La sua arte si è espressa toccando i massimi livelli sia nei generi della tradizione (musica da camera, per strumento solista, per orchestra, per il teatro), che in quelli della sperimentazione (musica elettronica, pantomima, composizioni gestuali, happening). 

Ma nella musica corale è stato autore di pagine, che si collocano come pietre miliari nel corso della musica occidentale degli ultimi decenni. Un titolo su tutti, il Lux aeterna. I suoi punti di riferimento sono i grandi della tradizione: i polifonisti fiamminghi, Beethoven, Bartók, Debussy che gli hanno permesso di elaborare un linguaggio ed uno stile di spiccata originalità ed attualità, senza cedere ai  compromessi dell'accademismo, ai lacci del dogmatismo, o alle facili lusinghe delle mode.

Il Progetto Palestrina celebra due anniversari importanti del princeps musicae. Il 2024 e il 2025 sono infatti due anni importanti per il mondo accademico musicale, ovvero l'anniversario dei 430 anni dalla sua morte (1594-2024) e quello dei 500 anni dalla nascita (1525-2025). 

Faccio presente che gli appuntamenti si svolgono sia a Cesena sia a Rimini in quanto dal 1° gennaio 2024 i Conservatori delle due città romagnole sono diventati un unica istituzione per lasciare posto al nuovo Conservatorio “Maderna-Lettimi” su doppia sede Cesena-Rimini: una novità assoluta nel panorama dell’Alta Formazione Artistico Musicale italiana, nel quale finora esistevano sedi distaccate di istituti, ma non doppie sedi con pari dignità e autonomia.

Il progetto avrà altri appuntamenti nei prossimi mesi e si concluderà con una vera e propria produzione musicale presso il teatro Verdi di Cesena.

L’appuntamento quindi con il Prof. Scattolin è per martedì 7 maggio presso il Conservatorio nella sede di Cesena C.so Ubaldo Comandini, 1 alle ore 17,30. La partecipazione è rivolta a studenti, docenti, studiosi, coristi, direttori e curiosi. L’ingresso è libero.

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