Passa ai contenuti principali

Guillaume Dufay, I tredici mottetti isoritmici: un simbolico addio alla musica medievale

I tredici mottetti isoritmici scritti da Guillaume Dufay sono considerati tutti appartenenti alla prima metà della sua carriera. Infatti l'ultimo di essi, scritto probabilmente nel 1442, può essere visto come un simbolico addio al Medioevo. 


Isoritmia in musica è la corrispondenza tra le parti d’una composizione. La definizione data dagli studiosi moderni a questa tecnica compositiva usata nei sec. XIV-XV si riferisce a un principio musicale che coinvolge la ripetizione ritmica di una serie di motivi o figure in diverse parti di una composizione. 

Nello specifico fu il musicologo tedesco Friedrich Ludwig a scoprire e descrivere questo fenomeno nei mottetti del XIII secolo. Colore e Talea, sono i due concetti centrali alla natura stessa dell'isoritmo, menzionati tra l'altro già nel XIII secolo da Johannes de Garlandia nel suo De Mensurabili Musica e nel XIV secolo da Johannes de Muris nel suo Libellus Cantus Mensurabilis. Per Talea si intende il periodo ritmico ripetuto, mentre con Colore si vuole denotare la melodia ripetuta. 

La massima fioritura del mottetto isoritmico si ebbe nell'Ars nova, soprattutto ad opera di Philippe de Vitry e Guillaume de Machaut, ma l'isoritmia è attestata anche in composizioni più antiche. Guillaume Dufay fu probabilmente l'ultimo grande compositore a scrivere mottetti isoritmici (l'ultimo dei quali è Fulgens iubar, 1442). Nel Trecento il principio dell'isoritmo si sviluppò in una decisa tecnica compositiva con strutture complesse e numerose varianti. Così, ad esempio, l'isoritmo non era più limitato ai tenores, ma poteva essere applicato anche alle altre parti, per cui la durata del periodo isoritmico non sempre coincideva nelle diverse voci. 

Sotto l'aspetto formale, il mottetto isoritmico è una composizione in cui una formula ritmica, o periodo, si ripete costantemente in una o più parti mentre cambia il materiale melodico. Il numero di volte in cui si ripetono questi periodi ritmici varia da due a otto in casi estremi. Il numero di ripetizioni dipende, ovviamente, dalla lunghezza del periodo ritmico, che può variare da unità di quattro breves o longae fino a quaranta. 

Analizzando i tredici mottetti, nel punto di svolta cruciale dell'isoritmo, cioè alla fine di una talea, si avverte chiaramente un'intensificazione della complessità ritmica mediante gli hochetus - ovvero interruzioni brevi e frequenti della linea melodica ottenute per mezzo di pause alternate tra le varie voci, restituendo in questo modo una sorta di "effetto singhiozzo" - oltre a sincopi e valori delle note notevolmente più brevi. Questi passaggi sono momenti significativi in quanto fanno emergere la struttura interna del mottetto: il contrasto tra la struttura ritmica virtuosistica della fine di una talea e l'inizio generalmente tranquillo di quella successiva colpisce già al primo ascolto. 

Con questi tredici mottetti isoritmici, Dufay segna il confine tra due modalità di fare musica. L'opera di fatto si può considerare un simbolico addio alla musica medievale, essenzialmente monofonica,  contribuendo ad aprire la strada verso lo sviluppò della polifonia rinascimentale fino all'avvento del periodo barocco.

La serie non costituisce un ciclo unitario a sé stante, ma ciascuna delle tredici opere è una "pièce de circonstance", talvolta scritta a intervalli di diversi anni tra loro. 

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...

Vino e sicurezza, rischio asfissia nel processo di fermentazione dell'uva. Morte in Calabria 4 persone a causa di esalazioni tossiche da vasca con mosto. Il punto sulla prevenzione

Quattro persone sono morte in Calabria a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d'uva. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è stata trasferita in ospedale.  E' appena arrivata in redazione la notizia di un grave incidente avvenuto in Calabria e precisamente nel  comune di Paola (Cosenza) in contrada Carusi. Un fatto grave che fa riflettere sul perché ancora dopo tanta comunicazione relativa alla sicurezza sul lavoro e nello specifico sulle attività lavorative che riguardano l'enologia tutto questo questo possa ancora accadere e che fa tornare indietro nel tempo quando l'attività contadina non aveva gli stessi mezzi di prevenzione che abbiamo oggi grazie alla ricerca in continua evoluzione. Bisogna allora ribadire quali sono i rischi di esposizione a gas e vapori nelle cantine vinicole e su come prevenirli. Il documento sulla sicurezza nelle cantine vinicole riporta indicazioni precise sui rischi correlati all’esposizione a vari...