Leonesse, le guerriere del Rinascimento. Un’indagine storica e letteraria che getta luce sulla figura delle donne cavaliere nel XVI secolo
Esce per Laterza "Leonesse, le guerriere del Rinascimento" a cura di David Salomoni. Il libro esplora figure di donne straordinarie che, nel corso del Rinascimento, si distinsero per coraggio, forza e capacità di infrangere i codici sociali del loro tempo. Un’indagine storica e letteraria che getta luce su un aspetto poco noto dell’epoca rinascimentale, valorizzando la centralità e il ruolo delle donne guerriere. Presentazione del volume presso la Biblioteca Casanatense venerdì 10 gennaio.
C’è stato un tempo di donne in grado di guidare eserciti e di condurli in battaglia. Un tempo in cui, dall’alto delle mura di città circondate dai nemici, erano voci femminili a dare ordini e incitare gli uomini.
Era il tempo delle leonesse, le donne cavaliere del Rinascimento. Donne con l'armatura, pronte a sfidare eserciti, pregiudizi e il loro tempo. Chi erano? Perché hanno combattuto? E soprattutto, cosa ci raccontano oggi queste figure straordinarie del Rinascimento?
Le donne del Rinascimento non erano destinate unicamente a indossare splendidi abiti come Monna Lisa o a passare la vita tra seduzione, inganni e trame come Lucrezia Borgia. In realtà in Italia è esistita una tradizione importante di donne dedite all’arte della guerra: feudatarie, capitane di ventura, donne cavaliere e anche popolane.
Se Matilde di Canossa è la prima, e forse la più conosciuta, altre sono state all’epoca capaci di suscitare sconcerto e terrore per l’audacia delle proprie imprese: da Caterina Sforza a Cia Ordelaffi, da Orsina Visconti a Bona Lombardi – la Giovanna d’Arco italiana.
Donne al comando di eserciti in difesa dei propri castelli, è il caso di Donella Rossi, e battaglioni interamente femminili, come quelli che combatterono a protezione di Siena e della sua indipendenza durante l’assedio dei fiorentini nel 1555.
Quello che emerge da queste storie avventurose e che oggi appaiono quasi leggendarie, è un tema trascurato dagli storici: quello di una vera e propria educazione militare impartita alle donne dai padri e più spesso dalle madri o dalle nonne, che hanno dato vita a una via femminile alla guerra.
Per secoli è stato facile idealizzare queste donne combattenti, imbalsamandole nel ruolo di figure eccezionali e irripetibili, quasi letterarie, addomesticandone la portata rivoluzionaria. Oggi, finalmente, possiamo provare a restituire a queste donne la loro verità di soggetti attivi, anche nella violenza estrema della guerra.
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