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Roero in Tour, un paesaggio in movimento: i vini della denominazione protagonisti nelle grandi città italiane

Il Consorzio Tutela Roero lancia un ambizioso progetto itinerante con l’obiettivo di consolidare la riconoscibilità nazionale della denominazione Roero DOCG, attraverso una serie di appuntamenti esclusivi in quattro delle principali piazze italiane: Roma, Napoli, Milano e Bologna. Dopo la tappa inaugurale nella Capitale, la rassegna prosegue nel corso del 2025 per rafforzare il posizionamento qualitativo del Roero in ambito enologico e gastronomico.

Consorzio Tutela Roero

Il Consorzio Tutela Roero dà il via a un calendario di appuntamenti itinerante, per raccontare, città dopo città, l’anima enologica del territorio. Il racconto del Roero in giro per l’Italia ha così inizio con un un'iniziativa nata dal desiderio di valorizzare i vini di questo splendido territorio, la loro storia e le persone che stanno dietro a questa produzione, tra le più sorprendenti del panorama enologico tricolore, all’interno di incontri esclusivi in alcune delle principali città italiane.

Un’occasione unica per scoprire la versatilità della denominazione, profondamente salda nelle proprie radici ma al tempo stesso in continua evoluzione, che valorizza al meglio due dei vitigni autoctoni più identitari della regione. Sono infatti il Nebbiolo e l’Arneis i due ambasciatori di questo territorio, un’eccellenza del vino italiano che conta oltre 1345 ettari vitati in 19 comuni incastonati tra Langhe e Monferrato, nel cuore delle colline del vino. 

Situato sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, il Roero costituisce un unicum nel panorama vitivinicolo piemontese. Contraddistinto da substrati sabbiosi di origine marina, ricchi di fossili e con buona dotazione di macroelementi, il territorio offre condizioni pedoclimatiche ideali per la coltivazione del Nebbiolo e dell'Arneis, i due vitigni cardine della denominazione.

Il Roero Rosso DOCG si distingue per un’interpretazione più delicata e floreale del Nebbiolo rispetto alle sue controparti langarole, grazie alla minore componente argillosa dei suoli e all’esposizione più varia delle colline, spesso meno elevate e più ventilate.

Il Roero Arneis DOCG, da parte sua, ha vissuto una parabola straordinaria: da uva “da taglio” per smussare i rossi più austeri, a bianco identitario per struttura, profilo aromatico e longevità. La riscoperta e valorizzazione di questo vitigno a partire dagli anni ’70 ha rappresentato una delle più riuscite operazioni di recupero varietale in Italia.

Con questo tour, il Consorzio intende colmare un deficit percettivo: pur essendo una DOCG dal 2005, e nonostante le oltre 8 milioni di bottiglie prodotte annualmente, il Roero resta meno noto al grande pubblico rispetto ad altri grandi terroir piemontesi. La vocazione export (oltre il 60% della produzione viene destinato ai mercati esteri, in primis USA, Germania, UK e Paesi nordici) ha sinora relegato la narrazione domestica a una dimensione più tecnica che emozionale.

“L’obiettivo è ribaltare questa prospettiva e costruire un rapporto diretto con il pubblico italiano, veicolando contenuti culturali, degustazioni verticali e abbinamenti di territorio capaci di raccontare il Roero in chiave contemporanea”, spiega Massimo Damonte, presidente del Consorzio. “Porteremo nelle città non solo i nostri vini, ma anche le nostre storie, le famiglie, il paesaggio vitato: elementi che costituiscono il nostro valore aggiunto e che meritano una cornice nazionale”.

Un percorso di valorizzazione enologica e territoriale che non poteva non iniziare da Roma: la Capitale rappresenta infatti il palcoscenico ideale per dare il via al calendario di eventi che da maggio si concluderà in autunno. Successivamente sarà la volta di Napoli, la città partenopea è di fatto una scelta strategica che riconosce il suo crescente ruolo di hub del vino nel centro-sud, grazie al dinamismo della sua ristorazione e all’interesse crescente per il pairing con vitigni fuori regione. In autunno il tour farà tappa a Milano, una delle grandi vetrine del vino italiano a livello internazionale e punto di snodo del mercato horeca e delle tendenze di consumo. A seguire Bologna, dove l’interazione con la tradizione gastronomica emiliano-romagnola permetterà di esplorare combinazioni sensoriali stimolanti tra i vini roerini e le eccellenze DOP e IGP locali.

Ogni tappa prevede la presenza diretta dei produttori e la partecipazione di sommelier, giornalisti specializzati e operatori di settore, con sessioni dedicate alla degustazione tecnica, momenti divulgativi e occasioni di networking. La scelta di città con forte identità gastronomica mira inoltre a valorizzare il potenziale degli abbinamenti fuori regione, confermando la versatilità stilistica dei vini del Roero, capaci di confrontarsi tanto con le preparazioni grasse e strutturate, quanto con le cucine più iodate o speziate.

L’iniziativa “Piacere Roero”, svoltasi a Torino e provincia tra l’8 e il 29 maggio 2025, ha rappresentato un banco di prova importante. Realizzata in collaborazione con il circuito Mangèbin, ha visto la partecipazione di oltre 20 locali (tra ristoranti, bistrot ed enoteche) impegnati nell’abbinamento di piatti della tradizione piemontese con i vini della denominazione.

Attraverso degustazioni guidate, cene d’autore e incontri con i produttori, l’evento ha dato forma a un modello replicabile di promozione integrata, dove vino e cucina agiscono come vettori di conoscenza territoriale e come strumenti di fidelizzazione verso un pubblico consapevole.

Il Consorzio – che oggi conta oltre 200 aziende vitivinicole associate – promuove attivamente pratiche agricole sostenibili, con crescente adesione a protocolli di viticoltura integrata e biologica. Il Roero è anche parte del sito UNESCO “Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”, a testimonianza del valore culturale e paesaggistico del suo habitat.

La sfida attuale è consolidare la reputazione della denominazione all’interno di un mercato saturo ma sempre più attento alla tracciabilità, all’autenticità e alla riconoscibilità varietale. Il Roero, con la sua finezza sabbiosa e la sua doppia anima rossa e bianca, si propone come uno dei territori più stimolanti su cui investire attenzione, comunicazione e cultura del vino.

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