Caravaggio tra l’oscurità e la luce: il genio inquieto del Seicento approda a Sciacca. La mostra nell'ambito di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025
In occasione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, la città di Sciacca si prepara ad accogliere uno degli appuntamenti più suggestivi dell’anno: dal 1° agosto, il Teatro Popolare Samonà apre le sue porte alla mostra "Caravaggio - Tra l’oscurità e la luce", un viaggio immersivo tra chiaroscuri pittorici e tensioni interiori che rende omaggio al genio inquieto di Michelangelo Merisi. Non una semplice esposizione, ma una potente esperienza sensoriale che intreccia arte, memoria e innovazione, trasformando un luogo simbolico restituito alla città in un laboratorio di visioni, emozioni e riscrittura collettiva del patrimonio.
Nel cuore della programmazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, si accende a Sciacca una delle iniziative espositive più significative dell’anno: Caravaggio - Tra l’oscurità e la luce, in mostra dal 1° agosto al 14 dicembre 2025 negli spazi rigenerati del Teatro Popolare Samonà, restituito alla cittadinanza e trasformato in una scenografia espositiva immersiva. Curata da Denis Depaoli, con Giulia D’Achille ed Elia Pilati, la mostra è promossa da Mediterranea Arte e Navigare, in collaborazione con il Comune di Sciacca, ed è uno degli eventi di punta della nuova stagione culturale siciliana.
Un teatro restituito alla città, un artista irregolare, una narrazione visiva che attraversa secoli e geografie: la mostra si colloca perfettamente nel quadro delle iniziative volute dalla Capitale italiana della cultura 2025, un titolo che Agrigento ha conquistato con un progetto ampio e visionario. Il dossier vincente, "Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali", si articola in 44 progetti (17 internazionali) e coinvolge anche Lampedusa e l’intero territorio provinciale, con l’ambizione di esplorare le relazioni umane e ambientali nella prospettiva dei quattro elementi di Empedocle. È in questo scenario che l’inquietudine caravaggesca trova risonanza.
Come ha ricordato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in occasione della proclamazione ufficiale nella Sala Spadolini di Roma, "l’Italia è una superpotenza culturale" e ogni territorio è uno "scrigno di tesori" da valorizzare. La mostra di Sciacca si inserisce perfettamente in questa cornice, diventando "simbolo di rigenerazione urbana, valorizzazione identitaria e innovazione culturale". Per il sindaco di Sciacca Fabio Termine, l’arrivo di Caravaggio in città è "un evento nell’evento" che restituisce significato e funzione a un edificio da anni chiuso; per l’assessore alla Cultura Simone Di Paola, è l’inizio di una nuova visione strategica, mentre Francesco Dimino, assessore al Turismo, sottolinea la capacità attrattiva di un evento che coniuga arte, territorio e ospitalità. A completare la visione, l’assessore agli Eventi Alessandro Curreri ribadisce il carattere esperienziale della mostra: "un’immersione nei capolavori senza tempo, in grado di generare emozione, conoscenza e nuove prospettive".
L’allestimento della mostra è concepito come un’esperienza multisensoriale, in cui la narrazione si sviluppa in cinque sezioni per un totale di 22 opere provenienti da artisti italiani ed europei del Seicento, testimoni della rivoluzione estetica e concettuale generata da Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. Il percorso si apre sulle tensioni biografiche e critiche che hanno forgiato il mito dell’artista, con le opere di Giovanni Baglione e Bartolomeo Manfredi; si inoltra poi nel lirismo naturalista di Orazio Gentileschi, Carlo Saraceni e Massimo Stanzione, fino a esplodere nel dramma del chiaroscuro europeo dei tenebristi, da Jusepe de Ribera a Georges de La Tour, da Valentin de Boulogne ai caravaggeschi di Utrecht.
Il dialogo con la scuola bolognese - Guido Reni, Guercino, Simone Cantarini - introduce una componente di spiritualità idealizzata, mentre nella sezione dedicata all’umanità sacra e profana la pittura si fa specchio dell’anima, popolata da santi e peccatori, martiri e prostitute, come in una sequenza teatrale in cui il vero è al centro della scena.
Fulcro della mostra è l’unica opera originale del maestro in esposizione: L’Incredulità di San Tommaso. Il celebre dipinto, presentato per la prima volta in Sicilia, è allestito in una sala nera riflettente, ispirata alle infinity room di Yayoi Kusama, in un dialogo tra antico e contemporaneo che accentua l’intensità emotiva del gesto di Tommaso, del dito che tocca la ferita, del dubbio che si tramuta in fede. <Non solo un’opera d’arte - dichiarano i curatori - ma un gesto umano e universale, che invita chi guarda a credere>.
La mostra, come anche le recenti esposizioni dedicate al caravaggismo - Messina nel 2023 e Noto nel 2024 - vogliono rinnovare il profondo legame dell’artista con la Sicilia, anche se il progetto di Sciacca è quello che segna una novità: è la prima esperienza monografica e sensoriale in Sicilia che, pur senza presentare sue opere eccetto una sola, rende Caravaggio protagonista in modo attivo, facendo rivivere il suo passaggio attraverso un racconto immersivo.
Ricordo che nel 1608, Caravaggio giunse sull’isola come esule, in fuga dal carcere dei Cavalieri di Malta e inseguito da accuse che ne minacciavano la vita. Trovò rifugio a Siracusa, dove, ospitato dall’amico e pittore Mario Minniti, realizzò una delle sue opere più intense e drammatiche, il Seppellimento di santa Lucia, dipinta tra il silenzio delle latomie e il fervore di una fede lacerata dal dubbio.
Il suo viaggio continuò a Messina, dove lasciò due capolavori carichi di pathos e realismo: la Resurrezione di Lazzaro e l’Adorazione dei pastori. In queste tele, la Sicilia entra nei volti, nei corpi, nei chiaroscuri profondi che diventano eco visiva del suo tormento interiore. Con Caravaggio - Tra l’oscurità e la luce, quell’esperienza artistica e umana rivive idealmente, trasformandosi in un itinerario emozionale che restituisce alla contemporaneità la voce e la visione di un artista che in Sicilia trovò rifugio, ispirazione e, forse, una fragile redenzione.
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