Wine Car Boot, il vino servito dal portabagagli
Londra lancia la moda delle degustazioni di piazza con l'aggiunta di musica e buon cibo. Ideatrice Ruth Spivey, ex modella appassionata di enologia
Una formula – come rivela un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Financial Times, a firma di Jancis Robinson – che sta avendo un innegabile successo sia tra i consumatori, che in occasione di questi eventi possono degustare fino a cinque diversi vini, sia presso i distributori locali, compresi retailer del calibro di Lea & Sandeman, con punti vendita nelle zone più prestigiose di Londra, come Chelsea o Kensington.
A lanciare l’originale formula di wine tasting, tutti rigorosamente in fascia pomeridiana, è stata Ruth Spivey, 33enne con una lunga carriera di modella alle spalle, da tempo grande appassionata di vini. L’atmosfera che a giugno scorso, in occasione dell’ultimo Wine Car Boot, si è venuta a creare a King’s Cross – spiega a Ft – è stata particolarmente piacevole e confidenziale, con famiglie, per lo più giovani, che hanno potuto degustare, insieme a una vasta gamma di cibi di alta qualità, 18 diverse etichette di fascia media (bottiglie vendute al dettaglio tra 6,95 e 25 sterline) selezionate da alcune delle migliori enoteche londinesi.
E’ bastato ottenere la licenza per la somministrazione di alcolici, pagando una tassa di 300 sterline, e seguire un breve corso per avviare l’attività e organizzare il primo evento, spiega ancora Spivey. Al terzo appuntamento (il quarto è previsto tra un paio di mesi) l’iniziativa ha raggiunto il break-even, coprendo i costi e lasciando anche un margine di guadagno soddisfacente.
I ricavi provengono da due diversi canali. Da un lato i partecipanti che pagano 10 sterline per un ticket che dà diritto a degustare 5 diversi tipi di vino in un elegante bicchiere usa e getta, oltre a un contenitore in cartone per 6 bottiglie, eventualmente acquistabili in loco. Dall’altro i retailer, che pagano una fee di 350 sterline per partecipare alla kermesse ed esibire i propri marchi. Nessuna delle enoteche e dei distributori di vini, che offrono i loro prodotti direttamente dai bagagliai delle auto (alcune d’epoca, altre artisticamente decorate per l’occasione), si è lamentato per il contributo richiesto, commisurato evidentemente al maggior fatturato e ai ritorni di immagine correlati all’evento.
E’ bastato ottenere la licenza per la somministrazione di alcolici, pagando una tassa di 300 sterline, e seguire un breve corso per avviare l’attività e organizzare il primo evento, spiega ancora Spivey. Al terzo appuntamento (il quarto è previsto tra un paio di mesi) l’iniziativa ha raggiunto il break-even, coprendo i costi e lasciando anche un margine di guadagno soddisfacente.
I ricavi provengono da due diversi canali. Da un lato i partecipanti che pagano 10 sterline per un ticket che dà diritto a degustare 5 diversi tipi di vino in un elegante bicchiere usa e getta, oltre a un contenitore in cartone per 6 bottiglie, eventualmente acquistabili in loco. Dall’altro i retailer, che pagano una fee di 350 sterline per partecipare alla kermesse ed esibire i propri marchi. Nessuna delle enoteche e dei distributori di vini, che offrono i loro prodotti direttamente dai bagagliai delle auto (alcune d’epoca, altre artisticamente decorate per l’occasione), si è lamentato per il contributo richiesto, commisurato evidentemente al maggior fatturato e ai ritorni di immagine correlati all’evento.
Non è cosa semplice riunire sotto lo stesso tetto importanti distributori indipendenti di Londra, ha detto al Financial Times Edward Hayward-Broomfield, gestore di un punto vendita Lea & Sandeman situato nella zona Ovest della città, che ha partecipato con soddisfazione all’ultimo Wine Car Boot.
I retailer, spiega ancora l’articolo, adesso fanno la fila per prenotarsi un posto al prossimo rendez-vous. Sembra che il successo dell’iniziativa stia anche suggerendo, alla sua poliedrica ideatrice, di escludere i commercianti che vendono vini esclusivamente attraverso il canale web.
Lo scopo dei Wine Car Boot – ha precisato Spivey – è favorire infatti il contatto fisico tra i potenziali clienti e i rivenditori di vini, di creare quindi un più solido e duraturo legame con i negozianti, supportandone il business. Va da sé che l’iniziativa aiuta anche a diffondere una migliore cultura enologica, dato che, in aggiunta alle degustazioni, gli eventi offrono un’occasione per imparare e scoprire le novità sul mondo del vino, in un contesto brioso e stimolante in cui non manca la musica.
Ruth Spivey ha già in serbo nuove idee per rendere più spumeggiante il prossimo Wine Car Boot, in programma a metà novembre. Il personale, costituito quasi tutto da giovani, verrà preparato più scrupolosamente per gestire al meglio l’evento, pur mantenendo uno stile informale.
Ruth Spivey ha già in serbo nuove idee per rendere più spumeggiante il prossimo Wine Car Boot, in programma a metà novembre. Il personale, costituito quasi tutto da giovani, verrà preparato più scrupolosamente per gestire al meglio l’evento, pur mantenendo uno stile informale.
L’iniziativa ha un suo sito Internet, consultabile all’indirizzo www.winecarboot.com. Attraverso il web è possibile registrarsi per stabilire un contatto e-mail e rimanere costantemente aggiornati, anche attraverso l’ormai immancabile canale dei social network.
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