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The Tallis Scholars: echi di eternità alla Sapienza. L’ensemble britannico incanta Roma, trasformando la musica in un viaggio mistico

Nella suggestiva cornice dell’Aula Magna della Sapienza, i The Tallis Scholars hanno regalato al pubblico romano una serata di rara intensità, un viaggio sonoro tra sacralità e perfezione polifonica. Guidati dalla maestria di Peter Phillips, l’ensemble britannico ha esplorato un repertorio che spaziava dalla purezza rinascimentale di Giovanni Pierluigi da Palestrina alla spiritualità contemporanea di Arvo Pärt, creando un dialogo senza tempo tra passato e presente. 


Applausi infiniti, ieri sera all'atteso concerto dei The Tallis Scholars, all'interno del ricchissimo programma dell’Istituzione Universitaria dei Concerti. Il pubblico presente ha affollato l'Aula Magna della Sapienza rimanendo come sospeso, in una atmosfera rarefatta e senza tempo, nel sublime abbraccio di melodie celestiali che hanno trasformato la serata in un evento indimenticabile. 

Un'atmosfera carica di aspettativa, e l’ensemble britannico non ha deluso, regalando una performance che ha superato ogni previsione, un vero e proprio trionfo di musica sacra.

Il concerto si è aperto con “Surge illuminare Jerusalem” di Palestrina, un mottetto che, con le sue linee melodiche luminose e il contrappunto impeccabile, ha subito catturato l’attenzione dei presenti. La voce dell’ensemble, nitida eppure avvolgente, ha dipinto un affresco sonoro di straordinaria bellezza, preparando il terreno per un’esperienza musicale profonda.  

A seguire, la Missa brevis di Palestrina ha dimostrato perché il compositore prenestino è considerato il maestro indiscusso della polifonia sacra. I The Tallis Scholars hanno restituito ogni sezione della messa con una precisione quasi chirurgica, bilanciando perfettamente le voci e creando un effetto di sublime armonia. Il Gloria e il Sanctus, in particolare, hanno raggiunto vette di pura trascendenza, con le voci che sembravano librarsi oltre il confine tra terra e cielo, tanto da far scattare applausi - purtroppo anche fuori luogo - ad ogni chiusura di sezione, che anche se frutto di un profano e discutibile spontaneismo, hanno dimostrato il clima di tensione emotiva che questa messa ogni volta ci regala.

La prima parte del concerto si è conclusa con le Lamentazioni a 6 voci (Lectio III del Sabato Santo), sempre di Palestrina. Qui, l’ensemble ha dato vita a un’atmosfera di profonda introspezione, con le voci che si intrecciavano in un tessuto sonoro carico di pathos e devozione. La malinconia delle Lamentazioni è stata resa con una sensibilità rara, lasciando il pubblico in un silenzio riverente.  

Nella seconda parte, il programma ha virato verso la spiritualità contemporanea con Arvo Pärt. “Da pacem Domine”, con il suo minimalismo meditativo, ha offerto un contrasto suggestivo rispetto alla complessità palestriniana. Le voci dei The Tallis Scholars, sospese in un equilibrio perfetto, hanno creato un’atmosfera di pace e riflessione, quasi un invito alla preghiera.  

A seguire, il Nunc dimittis di Palestrina e quello di Pärt sono stati accostati in un dialogo affascinante tra Rinascimento e modernità. Mentre Palestrina ha offerto una versione ricca di ornamenti e sfumature, Pärt ha scelto una semplicità essenziale, ma ugualmente potente. L’ensemble ha saputo cogliere le differenze stilistiche, restituendo ogni brano con la giusta intensità emotiva.  

Il concerto si è chiuso con “Which was the Son of…” di Pärt, un brano che, con la sua struttura ripetitiva e ipnotica, ha portato il pubblico in una dimensione quasi mistica. Le voci, intrecciate in un canto che sembrava non avere fine, hanno lasciato un’impressione indelebile, suggellando una serata che ha confermato i The Tallis Scholars come uno degli ensemble vocali più raffinati e ispirati del panorama mondiale.  

Al termine, il pubblico, visibilmente commosso, ha tributato agli artisti una standing ovation, riconoscendo non solo la loro straordinaria tecnica, ma anche la capacità di trasformare la musica in un’esperienza spirituale unica, navigando tra le complessità del Rinascimento e la spiritualità minimalista contemporanea. 

The tallis Scholars con questo concerto ci ha offerto un’esperienza musicale che va oltre il semplice ascolto, trasformandosi in un vero e proprio pellegrinaggio dell’anima. Un concerto che, tra echi di eternità e note di devozione, ha toccato il cuore e l’anima di chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo.  

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