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Valtellina, le rupi del vino


                                                 
"Chi non è mai stato in Valtellina ci vada. E ci vada subito, prima che sia troppo tardi. 
Non perché, qui, il paesaggio sia minacciato da pericoli più gravi e più imminenti di quelli da cui sono ormai minacciati i paesaggi di tutto il resto del mondo. Ma perché si tratta di una bellezza così straordinaria e così imprevedibilmente intatta, che mi pare difficile possa durare così a lungo, e che un caso qualunque, da un giorno all’altro, non la offuschi."

Questo è quello che osservava Mario Soldati nel suo viaggio di assaggio alla ricerca di “qualche vino genuino”. Vino al Vino lo ha portato sin qui in questa terra, un luogo che altrimenti non avrebbe mai visto. Qui la viticoltura è “eroica”. 

Lungo le pareti impervie e rocciose delle Alpi Retiche nella provincia di Sondrio, tra una miriade di muretti a secco, il lavoro secolare degli uomini ha reso possibile lo sviluppo di una viticultura terrazzata. 

Sono i giovani e anziani lavoratori che, di generazione in generazione, si dedicano alla cura della vite e, così facendo, trasformano il paesaggio alpino senza deturparlo. L’equilibrio tra l’azione umana e quella della natura è retto da regole di comportamento i cui prodromi risalgono alle origini della cultura vitivinicola della Valtellina., e così ogni anno, protette dal vento e curate durante tutte le stagioni, prosperano ettari di vigne dalle quali nasce uno dei vini italiani più pregiati e rinomati. 

Questi luoghi hanno incontrato anche l’ispirazione del regista Ermanno Olmi da cui ha tratto il film documentario Rupi del vinoIl cinema di Olmi ha sempre mantenuto uno stretto legame con l’agricoltura, la storia contadina e le tradizioni rupestri. Rupi del vino mantiene fede a questo legame, anzi lo rinsalda perché alla documentazione dei luoghi si affianca un’accurata ricostruzione storica degli elementi costitutivi della cultura valtellinese.

Nelle sue immagini  vengono ritratte le fasi stagionali del lavoro in vigna che ben introduce ad una visione più ampia dell’opera. Il vitigno principe qui è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, varietà secondarie sono il  Pignola, Rossola e Brugnola.

I vini prodotti da queste uve sono il Valtellina superiore DOCG, lo Sforzato di Valtellina DOCG e il Rosso di Valtellina DOC. La Denominazione Valtellina è l'unica ad aver ottenuto due DOCG coincidenti sia per vitigno che per territorio: Sforzato di Valtellina e Valtellina Superiore con le sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella. A questi vini si aggiungono il Rosso di Valtellina Doc e l'Igt Terrazze Retiche di Sondrio.

Per quanto riguarda i produttori un nome storico e molto facile da reperire è Nino Negri di cui il Valtellina Superiore Inferno fu uno dei miei primi vini assaggiati, forse attratto anche dal nome.
Comunque attraverso il sito del Consorzio di cui allego il link troverete maggiori informazioni sui principali produttori associati.

Un discorso a parte lo merita lo Sforzato che è il frutto della selezione delle migliori uve Nebbiolo che subito dopo la vendemmia vengono stese su graticci in locali asciutti e ben areati detti fruttai, inimitabile genius loci per la qualità dello Sforzato.

L’appassimento dura mediamente 110 giorni e quando a fine gennaio l’aria di Valtellina ha completato il suo...lavoro, l’uva ha perduto il 40% del proprio peso, ha concentrato i succhi, ha sviluppato particolari fragranze aromatiche ed è pronta per la pigiatura. Seguono 24 mesi di maturazione ed affinamento in legno e bottiglia e solo a quel punto questo rosso caldo, figlio del freddo, con grado alcolico minimo 14% è pronto per la degustazione.

Il colore è granato scuro con intensi profumi di frutti maturi, di gran morbidezza e carattere. 
E’ un vino complesso e strutturato che si abbina con particolare felicità a piatti di carne importanti, selvaggina di pelo e di piuma, eccellente  con formaggi stagionati, ma anche da solo, come vino da meditazione. 

Ed attraverso i viaggi d’assaggio di Mario Soldati e le immagini di Olmi il vino continua a rivelare la sua essenza di  amico che ci mostra la sua sincerità e chiede lealtà, un compagno di avventure con cui riscoprire tradizioni e coltivare la passione per le specificità locali. Ad ogni assaggio una storia, una cultura, una memoria, un ricordo di convivialità.


Consorzio Vini Valtellina

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