Passa ai contenuti principali

Ars est celare artem. Sprezzatura nel lessico musicale: una continua e incessante ricerca di grazia. Il Cortegiano di Baldassare Castiglione

Per lungo tempo confinato tra le pieghe del linguaggio delle élite letterarie, il termine sprezzatura ha trovato nel tempo una seconda vita nel lessico musicale, dove indica uno stile interpretativo raffinato, capace di fondere naturalezza e virtuosismo. Ancora oggi, insieme a fioriture, passaggi, diminuzioni e abbellimenti, la sprezzatura figura tra le competenze richieste nei programmi di studio del canto corale e della direzione di coro.


“…e per dir forse una nuova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai la grazia.”

Così scriveva Baldassare Castiglione, umanista e diplomatico, nel suo celebre trattato Il Cortigiano, pubblicato a Venezia nel 1528. Ambientato nel 1507 nel palazzo ducale di Urbino, l’opera si presenta come un dialogo in quattro libri volto a delineare l’identikit ideale del perfetto uomo di corte. È un manuale delle buone maniere, ma anche un compendio della cultura e degli ideali rinascimentali, che celebra la sintesi tra etica, estetica e virtù civili.

Tra i personaggi del dialogo, il conte Ludovico di Canossa è colui che approfondisce il concetto di sprezzatura: la capacità di agire, parlare, cantare o eseguire qualsiasi compito con grazia disinvolta, celando con elegante nonchalance lo studio e la fatica che l’hanno resa possibile. Non si tratta di semplice talento naturale, ma di un’arte che può essere appresa grazie all’esercizio costante e alla guida di maestri eccellenti e diversificati.

La sprezzatura, per Castiglione, è la chiave di volta della grazia, un principio estetico che si colloca al cuore della cultura rinascimentale. E proprio la musica, più di ogni altra disciplina, incarna e riflette questo ideale.

Nel Cortigiano, la musica assume un ruolo centrale: arte viva e sensibile, capace di riflettere la raffinatezza del tempo e lo spirito delle corti rinascimentali. È in questo contesto che nasce e si sviluppa la figura del mecenate: sovrani, principi e papi si circondano di artisti, poeti e musicisti per conferire splendore agli eventi pubblici e privati. Le corti si trasformano in autentici laboratori culturali, e la musica vi occupa uno spazio privilegiato.

Basti pensare a figure come Lorenzo il Magnifico a Firenze, Guglielmo Gonzaga e Isabella d’Este a Mantova, Lucrezia Borgia a Ferrara, o papa Leone X a Roma: tutti contribuirono a fare della musica un elemento fondamentale dell’identità politica e simbolica delle rispettive corti.

Come osserva la musicologa Bianca Becherini nel suo studio Il Cortegiano e la musica, in un’epoca in cui gli studi classici venivano riscoperti con entusiasmo, non si poteva ignorare la musica. Si tornava a essa con ardore, recuperandone le teorie antiche, le mitologie e le funzioni, nel tentativo di liberarla dalle convenzioni medievali e restituirle la dignità di un’arte nobile e autonoma. La musica diventa così veicolo di espressione interiore, disciplina morale e strumento di elevazione sociale.

Nel ritratto dell’uomo ideale delineato da Castiglione, le doti musicali non sono accessorie, ma essenziali: contribuiscono a modellare un temperamento armonioso, a elevare l’animo, ad arricchire la conversazione. Il cortigiano perfetto deve unire il valore nelle armi alla nobiltà d’intenti, la cultura alla piacevolezza del tratto, la forza fisica alla grazia dei modi. E persino nei tornei e nelle gare cavalleresche, la musica gioca un ruolo, come elemento di stile e di cerimonia.

Sul piano storico, Il Cortigiano viene redatto in un momento di grande fermento musicale: accanto ai canti carnevaleschi si diffondono la frottola, la villanella, la canzonetta e il balletto, forme leggere e profane, che preludono alla nascita, più matura, del madrigale. Quest’ultimo diventerà la forma musicale d’elezione per esprimere la fusione tra poesia e musica, tra intelligenza compositiva e sentimento.

Ed è proprio in questo passaggio che la sprezzatura acquista una valenza musicale profonda e sorprendentemente moderna. Non si tratta solo di un’abilità tecnica, ma di una postura estetica: l’arte del non mostrare l’arte. Applicata alla musica, essa si traduce nella capacità di rendere ogni gesto interpretativo naturale, ogni passaggio fluido, ogni ornamento non come virtuosismo fine a sé stesso, ma come parte organica del discorso espressivo.

La sprezzatura consente così di infondere grazia anche ai generi più semplici, come la frottola, elevandoli a forme d’arte, e diventa ancor più cruciale nell’interpretazione dei madrigali, dove la complessità musicale e poetica richiede all’esecutore una sensibilità profonda, che unisca rigore tecnico e libertà espressiva.

Ancora oggi, questo concetto resta attuale. Nei percorsi formativi di canto corale e direzione di coro, la sprezzatura non è solo una traccia storica: è un ideale interpretativo, un approccio stilistico che insegna a dominare la tecnica senza ostentarla, a privilegiare la naturalezza senza sacrificare la profondità. È, in definitiva, ciò che trasforma la perizia in bellezza, e l’esecuzione in arte.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Felix Culpa: dalle sublimi lacrime di Palestrina alle stelle di Ešenvalds, un dialogo celeste. Il Coro Musicanova in un viaggio sonoro tra le ombre della Passione e l’aurora della Resurrezione

In occasione delle celebrazioni pasquali, il coro polifonico Musicanova presenterà “Felix Culpa - Le Sette Parole di Cristo sulla Croce”, un concerto-meditazione in programma domenica 13 aprile alle ore 20 presso la Parrocchia di Santa Giovanna Antida Thouret a Roma (zona Fonte Meravigliosa), con ingresso gratuito. L’evento, organizzato in collaborazione con Monsignor Antonio Grappone, unirà riflessioni teologiche e un repertorio che spazia dal Rinascimento alla contemporaneità, legando le ultime parole di Gesù in croce a brani emblematici della storia sacra. Felix Culpa si struttura come un itinerario meditativo attraverso un percorso storico-musicale che si svilupperà a partire dalla lettura e dal commento delle frasi che Gesù pronunciò sulla Croce poco prima di spirare: ognuna di esse sarà collegata a un brano che il coro, diretto dal Maestro Fabrizio Barchi, eseguirà poco dopo. La serata vedrà anche la partecipazione di Monsignor Antonio Grappone che, attraverso le sue riflessioni,...

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per alzare fr...