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La polifonia come resistenza, Singing in Secret: un viaggio nella musica clandestina di William Byrd. Il Marian Consort di scena a Bath Abbey

Il Marian Consort di scena a Bath in Inghilterra con il concerto Singing in Secret. L'ensemble britannica rinomata per le sue interpretazioni storicamente informate, interpreta la trasparenza contrappuntistica e l’intimità della musica di Byrd. Oltre all’eccellenza musicale, l’evento è un’occasione per riflettere sul potere dell’arte come atto di resistenza in cui il grande compositore inglese, con la sua musica “clandestina”, parla ancora oggi a chi cerca la bellezza nelle avversità.


“Singing in Secret” del Marian Consort, diretto da Rory McCleery è uno degli eventi più attesi nell'ambito del Bath Music Festival 2025, che si svolgerà dal 17 al 25 maggio parallelamente al Bath Literature Festival a Bath, città del Somerset, in Inghilterra, nota per le sue terme costruite in epoca romana, da cui il nome. Il concerto in programma il 17 maggio alle 19:30, si terrà nella maestosa Bath Abbey, edificio gotico con un acustica ideale per la polifonia rinascimentale. L'evento vuole celebrare  la figura di William Byrd, compositore rinascimentale inglese la cui vita e opera sono intrise di coraggio e devozione religiosa. 

William Byrd (1543-1623), considerato uno dei massimi esponenti del Rinascimento musicale inglese, visse in un’epoca di tensioni religiose. Cattolico in un’Inghilterra anglicana, rischiò persecuzioni pur continuando a comporre musica secondo i dettami della Chiesa apostolica romana, spesso eseguita in clandestinità. Il programma del concerto, interamente dedicato alle sue opere, riflette questa doppia identità: devozione artistica e resistenza silenziosa.  

Il concerto si snoda attraverso un percorso liturgico, ad iniziare con Adorna thalamum tuum, mottetto per l’Epifania, basato sul testo liturgico che celebra l’arrivo della sposa (la Chiesa) a Cristo. Byrd usa una polifonia fluida e luminosa, con imitazioni vocali che creano un effetto di movimento processionale, tipico della festività. Le voci si intrecciano in un contrappunto equilibrato, riflettendo l’allegoria nuziale del testo. Senex puerum, composto per la festa della Circoncisione di Cristo (1 gennaio), è un brano che contrappone il "vecchio" (Senex) e il "bambino" (Puer), simboli del Vecchio e Nuovo Testamento. Byrd gioca su dissonanze risolte con maestria e un tessuto polifonico denso, sottolineando il paradosso teologico dell’eternità divina incarnata.  

Ad Dominum cum tribularer è un Salmo penitenziale (Salmo 120) trasformato in mottetto. Byrd enfatizza le parole chiave ("tribularer", "exaudi") con cromatismi e sospensioni drammatiche, tipici del suo stile maturo. L’atmosfera è introspettiva, quasi un lamento privato, adatto alla devozione clandestina cattolica. Civibat eos è un Introito per la Messa, probabilmente legato a testi liturgici minori o adattamenti locali. La scrittura è più austera, con un’enfasi sulla chiarezza del testo, forse concepita per spazi acustici risonanti come le case private dove si celebravano messe illegali.  

Corpo centrale del concerto è la Messa a quattro voci. Byrd scrisse tre messe (a 3, 4 e 5 voci) tra il 1592 e il 1595, capolavori di sintesi tra forma liturgica ed espressività. Il Kyrie, breve e meditativo, usa imitazioni serrate; il Gloria esplode in un contrappunto vigoroso, con enfasi su "Gloria in excelsis Deo". Il Credo, strutturato in sezioni contrastanti, unisce declamazione omoritmica ("Et incarnatus est") a fughe complesse ("Et resurrexit"). Il Sanctus è maestoso, con un effetto di "sospensione celeste" sulle parole "Pleni sunt caeli" mentre il Benedictus, più intimo, prepara l’Agnus Dei che chiude la messa con un’implorazione commovente ("miserere nobis"), dove le voci si avvolgono in un abbraccio armonico.. 

A seguire Oculi omnium (Gradual), mottetto per il Corpus Domini, basato sul Salmo 145:15-16. Byrd crea un’atmosfera di fiduciosa attesa, con linee vocali che si aprono come mani protese ("aperis tu manum tuam"), in un contrappunto ricco ma accessibile, adatto alla meditazione comunitaria.  

Sacerdotes Domini (Offertorio), si basa sul testo per la consacrazione dei sacerdoti (Levitico 21:6), musicato con solennità ieratica. Le voci si muovono in blocchi accordali, evocando la sacralità del rito, mentre i passaggi melismatici su "Domino" suggeriscono unione mistica. Ave verum corpus è un Inno eucaristico di struggente bellezza. Byrd riduce le voci a una tessitura trasparente, quasi cameristica, con dissonanze delicate (es. su "mortis") che ricordano la fragilità del corpo di Cristo. Un gioiello di introspezione sacra.  

Quotiescunque manducabitis (Communio), testo paolino (1 Corinzi 11:26) sulla ripetizione rituale dell’Eucarestia. La musica è sobria e didascalica, con frasi ripetute in modo quasi ipnotico, a sottolineare il carattere comunitario e memoriale del rito. Salve Regina (1605), è un Antifona mariana composta durante il periodo più pericoloso per i cattolici inglesi. Byrd alterna sezioni a blocchi omoritmici (preghiera collettiva) a passaggi polifonici elaborati, specialmente su "Ad te clamamus", dove le voci sembrano lanciare un grido verso il cielo. L’uso di modi dorici e cadenze "sospese" riflette un’angoscia trasfigurata in speranza.  

Byrd fonde rigore formale e profondità emotiva, trasformando ogni testo in un dialogo tra il credente e il divino, reso ancora più potente dal contesto storico di persecuzione, che queste messe in evidenza da un programma con tematiche comuni, come appunto la resistenza spirituale: ogni brano, specie quelli liturgici, era un atto di sfida silenziosa alle leggi anti-cattoliche. Umanità e divinità: Byrd esplora il paradosso cristiano attraverso contrasti musicali (es. Senex puerum, Ave verum corpus). La scrittura infine, che varia da passaggi cameristici (Ave verum) a momenti corali monumentali (Gloria, Salve Regina), riflettendo la doppia natura della liturgia: personale e universale.  

Diretto da Rory McCleery, il Marian Consort è oggi tra le ensemble vocali più acclamate in Europa per il repertorio rinascimentale. La scelta di “una voce per parte” (pratica storicamente informata) esalta la trasparenza contrappuntistica e l’intimità della musica di Byrd. Ogni linea vocale quindi (soprano, contralto, tenore, basso) è affidata a un singolo cantore, anziché a un coro con più voci per ogni registro. Nel caso della Messa a quattro voci, ad esempio, l’ensemble sarà composto da 4 cantanti (uno per ogni parte: SATB), non da un coro di 16 o 20 elementi. Ovviamente questa scelta si basa su due elementi. Il primo in termini di prassi rinascimentale riservata al contesto specifico in cui Byrd viveva. Nel XVI secolo, soprattutto in contesti sacri "clandestini" o in ambienti domestici (come le messe cattoliche segrete in Inghilterra), la musica polifonica era spesso eseguita da piccoli gruppi, talvolta con un solo cantante per parte appunto. Strumenti come organo o viola da gamba potevano raddoppiare le voci, ma non erano essenziali. 

Il secondo riguarda il repertorio di Byrd: le sue messe furono pubblicate nel 1592-95 senza indicazioni strumentali, suggerendo una destinazione flessibile. Fonti storiche (es. diari dell’epoca) descrivono celebrazioni cattoliche in case private con “4 o 5 buoni cantori”. I vantaggi musicali erano quelli di una maggiore chiarezza contrappuntistica: ogni linea melodica emerge con nitidezza, svelando l’architettura polifonica di Byrd. Agilità dinamica: un piccolo ensemble può modulare volume e espressione con rapidità, adattandosi ai testi. Intimità espressiva, ovvero ricreare l’atmosfera delle messe clandestine, dove pochi fedeli ascoltavano una musica “sussurrata” per non attirare sospetti. Questa prassi di fatto non significa riprodurre pedissequamente il passato, ma interpretare la musica attraverso le lenti del contesto originale. Byrd scriveva per spazi ridotti e per ascoltatori coinvolti spiritualmente, non per cattedrali affollate. Il Marian Consort, intende in tal senso restituire la "dimensione intima e rischiosa" in cui questa musica nacque.  

Il concerto del Marian Consort inaugura un festival che include nomi di spicco come Stile Antico, uno degli ensemble vocali più raffinati al mondo di musica rinascimentale. Poi ci sarà la presenza di Guy Johnston (con le integrali delle suite per violoncello di Bach) e Sean Shibe. Non mancano eventi trasversali, come la serata “Bawdy Song” dedicata a canti popolari e brani di Britten e Walton. 

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