Lo Chansonnier di Lovanio, una nuova fonte per la conoscenza del repertorio di chansons franco-fiamminghe del secondo Quattrocento
Scoperto solo nel 2015, il canzoniere di Lovanio è un’importante nuova fonte per la conoscenza del repertorio di chansons franco-fiamminghe del secondo Quattrocento. Oltre a un mottetto latino, contiene quarantanove chansons adespote (tutte tranne una a tre voci e per la maggior parte dei rondeaux) tra cui dodici unica, cioè brani che senza questo nuovo canzoniere sarebbero totalmente sconosciuti.
Raggiungere la Fondazione Giorgio Cini significa andare alla scoperta di un tesoro unico al mondo. Un itinerario sospeso nel tempo alla scoperta di questa prestigiosa e dinamica istituzione culturale situata sull'Isola di San Giorgio Maggiore: una piccola isola, posizionata nel cuore del bacino di San Marco.
In questo luogo suggestivo è possibile passeggiare nei cortili rinascimentali del Buora e del Palladio, ammirare la maestosità del barocco ideato da Longhena ed esplorare le monumentali biblioteche ricche di preziose collezioni.
Pensate che il patrimonio librario afferente alle Biblioteche della Fondazione supera i 300.000 volumi. In particolare: 150.000 volumi di storia dell’arte, di cui circa 100.000 a scaffale aperto; oltre 20.000 volumi di interesse teatrale; circa 30.000 volumi di orientalistica; un fondo antico di oltre 2000 volumi; raccolta di periodici di circa 1500 testate di cui circa 800 correnti; una microfilmoteca di storia di Venezia.
Di dimensioni minute (ca. 12 x 8 cm), lo chansonnier è il più piccolo del suo genere e consiste in novantotto bifogli pergamenacei molto accuratamente compilati ma modestamente decorati da iniziali colorate, caratteristiche che hanno fatto ipotizzare si tratti di un manuale ad uso di un musicista esperto.
Nulla si sa ancora di preciso sul suo luogo di produzione e fruizione, ma concordanze musicali hanno fatto supporre, anche se non unanimemente, la sua appartenenza a un gruppo di codici originari della valle della Loira, prodotti nei dintorni di Tours negli anni 1460-70. In base ad alcuni indizi repertoriali, infine, è stata provvisoriamente tentata una datazione agli anni 1470-75.
La scorsa estate presso la Fondazione si è tenuto un importante seminario, organizzato grazie al contributo della Regione Veneto; Fondation Concordance; Alamire Foundation; Irma Merk Stiftung e L.+Th. La Roche Stiftung.
Il seminario era rivolto a giovani cantanti e strumentisti, professionisti o semi-professionisti, specializzati nel repertorio tardo medievale o rinascimentale, selezionati tramite bando di concorso internazionale. I lavori si sono concentrati sugli unica, brani che richiedono ancora particolare attenzione quanto alla loro possibile attribuzione e analisi stilistica.
Alcuni di questi (come il virelai Si vous voullez que je vous aime) fanno uso di sofisticate tecniche di citazione poetica e musicale di brani altrui, suffragando l’ipotesi si tratti di un repertorio ad uso delle élites culturali del tempo. Non ultimo, nove dei brani del chansonnier (tra cui due degli unica) danno voce ad un io poetico al femminile, caratteristica che ha fondato la recente ipotesi che la destinataria del manoscritto fosse una donna.
La docenza è stata affidata ad Anna Danilevskaia, esperta medievista. che con il suo celebre ensemble Sollazzo, ha recentemente inciso l’intero contenuto del chansonnier. Ad assisterla Ryan O’Sullivan e Adam Gilbert.
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