English Motets - Vinyl Edition. Arazzi sonori: la magia del vinile svela l'invisibile trama del sacro
English Motets - Vinyl Edition, la registrazione manifesto dei The Gesualdo Six, sotto la guida di Oswain Park, entra a far parte di una breve tiratura di dischi in vinile in edizione limitata dell'etichetta discografica britannica Hyperion Records. L'ensemble britannica conferma la sua capacità di coniugare rigore filologico e intensità emotiva. Tra erudizione e passione, l'album si impone come un’esperienza sonora attraverso il Rinascimento inglese, dove ogni nota è un capitolo di fede, potere e bellezza.
Nel cuore del Rinascimento inglese, tra scismi religiosi e rivoluzioni culturali, la musica diventa specchio di un’epoca inquieta.
English Motets - Vinyl Edition dei The Gesualdo Six, diretto da Owain Park, non è solo un album d’esordio (pubblicato nel 2017 e ora riproposto da Hyperion nell’ambiziosa edizione vinile del 2025), ma un viaggio audace attraverso due secoli di polifonia sacra.
Dal medievalismo florido di John Dunstaple alla sobrietà protestante di Thomas Tomkins, il disco traccia un affresco sonoro in cui liturgia e storia si intrecciano, guidati da un ensemble vocale che fonde precisione tecnica e sensibilità drammatica.
Il programma, concepito come un concerto, evita una cronologia rigida, preferendo accostamenti tematici che esaltino contrasti e affinità. Si passa dalle architetture complesse di William Cornysh - il cui Ave Maria, mater Dei attinge al manoscritto dell’Eton Choirbook - alla semplicità commovente di If ye love me di Thomas Tallis, dove ogni sillaba risuona con chiarezza, rispettando i dettami della Riforma: di questo compositore spiccano, insieme a quelli di William Byrd, cinque brani come simboli di adattamento geniale: il primo, camaleontico tra fasti cattolici e austerità anglicana; il secondo, voce clandestina dei cattolici perseguitati, come nel vibrante Vigilate, carico di metafore madrigalistiche e avvertimenti politici.
The Gesualdo Six dimostra una maestria che i critici più influenti hanno celebrato parlando di una qualità vocale superbamente raffinata ed un’attenzione maniacale al dettaglio contrappuntistico, reso ancor più vivido dalla registrazione iper-definita. In brani come Libera nos, salva nos I di John Sheppard, l’ensemble tesse trame polifoniche ipnotiche, bilanciando tensioni armoniche e slanci melodici, mentre in When David heard di Tomkins - lamento straziante per la morte del principe Enrico - le voci si fanno carnefice e vittima, trascinando l’ascoltatore in un crescendo di cromatismi funebri.
La scelta di includere opere meno convenzionali, come la deliziosa Quemadmodum di John Taverner - originariamente strumentale ma restituita alla sua essenza vocale - sottolinea la volontà di esplorare confini generici. E mentre Orlando Gibbons funge da ponte tra Rinascimento e Barocco con il suo O Lord, in thy wrath rebuke me not, i The Gesualdo Six sfoggiano un’alchimia timbrica che fonde stile e sostanza con sicurezza incantatrice.
Il formato vinile, qui non è semplice nostalgia, ma una scelta estetica consapevole. La resa acustica, è particolarmente chiara anche negli intrecci più densi, esalta la stratificazione delle voci, restituendo calore analogico a composizioni nate per risuonare in cattedrali e corti.
Come dicevo, questo disco non è solo una raccolta, ma un manifesto. Questa superba ensemble britannica conferma la sua capacità di coniugare rigore filologico e intensità emotiva. Questa esperienza sonora in vinile è un traguardo meraviglioso, che trasforma la complessità del passato in un dialogo senza tempo.
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