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Vino. Il gusto degli altri

Qualità e gusto: perché le opinioni differiscono
Sia per i neofiti sia per i sommelier, il giudizio finale di un vino si basa sempre sulla preferenza personale

Il gusto degli altri c'è, e nemmeno le più blasonate scuole di insegnamento, che vi porteranno sulla via di bacco, lo riusciranno mai a cambiare; anche se foste accompagnati in sella su di un cavallo bianco. Dopo una buona formazione di base, fatevi le vostre esperienze; andate dai produttori, fate tante degustazioni, qualche seminario ma, non andate in giro a prender appunti, lasciandovi sedurre dal guru di turno incantatore ed i suoi incomprensibili descrittori, enfatici, come estratti dal cantico dei cantici.

Scuole e corsi sì, ma dopo lasciatevi accompagnare sulla via, e prima di partire, con pacata gentilezza, voltatevi a salutare il gran maestro, ma attenzione, lungo il viaggio è facile imboccare certe "vie per Damasco" e vi potreste irrimediabilmente convertire.

Ripeto, il giudizio finale di un vino si basa sulla preferenza personale e con una buona dose di passione e una discreta preparazione tecnica di base, potreste anche scambiare qualche parola sensata su quello che state bevendo. Io ad esempio ho iniziato da autodidatta, uno dei miei primi manuali sul vino lo acquistai in edicola, fascicolo per fascicolo, rilegai un gran bella guida sui vini del mondo. Era la metà degli anni ottanta. Oggi facendo un po' di pulizia, mi sono ritrovato a sfogliarla, e l'occhio mi è caduto proprio sulla scheda "Qualità e gusto di un vino". 

Leggo, a proposito del gusto degli altri, che fior fior di raffinati esperti già da allora, discutevano senza fine sui pregi e sui difetti di un determinato vino, e forse per il fatto che tutti noi sappiamo che la qualità esiste e siamo in grado di capire quali vini la possiedono, ma non sappiamo facilmente definire che cosa sia. Così in assenza di una definizione articolata, la maggioranza degli esperti ancor oggi, concorda nel dire, che un vino è pregiato quando questo presenta: finezza, naturale armonia e caratteri individuali che lo distinguono rispetto agli altri del medesimo tipo e stile. 

Ma se si può dissentire sulla qualità di un vino, si può essere in disaccordo su di una cosa che ha lo stesso sapore? In altre parole noi possiamo amare o detestare un vino, ma in effetti stiamo degustando la stessa cosa? Belle domande, perché trasmettere da un individuo a un altro specifiche sensazioni gustative è abbastanza difficile, anche se si scrive un libro o si discute nel corso di una degustazione. In larga misura questa difficoltà dipende dai termini che si impiegano, e concordo che il problema non è soltanto di natura semantica. 

Anche in un mondo dove la comunicazione fosse totale e perfetta, sarebbe comunque difficile trasmettere sensazioni gustative a causa dei differenti livelli di sensibilità di ciascuno di noi per un determinato odore e sapore, e a causa dei differenti livelli di tolleranza che presentiamo per ognuno di essi. 

Se per ciascuno di noi un vino deve contenere acidità, tannino, alcool, zucchero, aldeidi ed esteri in quantità differenti perché riusciamo a percepirli con chiarezza, allora è possibile concludere che effettivamente uno stesso vino ha per ognuno un sapore diverso. 

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