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La voce dell’eterno: l’integrale per organo di Duruflé con Roberto Marini

Presso la Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra, venerdì 13 giugno 2025 alle ore 18.30 si terrà un concerto di straordinario rilievo culturale e spirituale, che vedrà protagonista l’organista Roberto Marini nell’esecuzione dell’integrale per organo di Maurice Duruflé (1902–1986). Un omaggio completo e rigoroso a uno dei più profondi e raffinati compositori del Novecento, il cui catalogo organistico, sebbene ridotto per quantità, rappresenta un vertice assoluto nella storia della musica sacra del secolo scorso.


Roberto Marini, allievo di Fernando Germani e interprete di riferimento del repertorio tedesco e francese, proporrà in un’unica serata l’intero corpus organistico di Duruflé. La scelta è carica di significato: un percorso unitario attraverso le sette opere maggiori e i brani minori, che rivela l'evoluzione stilistica e la coerenza poetica del compositore francese. Duruflé seppe fondere in modo magistrale la purezza del canto gregoriano, la solidità della polifonia rinascimentale e la sensibilità armonica dell’Impressionismo, dando vita a un linguaggio unico, in cui l’organo diventa voce del sacro.

Il concerto si aprirà con lo Scherzo, op. 2, composto nel 1926: una pagina brillante, ironica, dal ritmo mobile, che già mostra una piena padronanza dei registri e delle timbriche. A seguire, Chant donné (1953), omaggio al maestro Jean Gallon, è un breve studio di armonia dallo stile puro e raffinato, quasi un aforisma musicale. Il Prélude sur l’Introit de l’Épiphanie, op. 13 (1961) si basa sul canto gregoriano della Messa dell’Epifania, riletto con sottile maestria armonica e profondità meditativa.

Al centro del programma si colloca il monumentale Prélude, Adagio et Choral varié sur le thème du “Veni Creator”, op. 4 (1930), autentico manifesto poetico di Duruflé, in cui l’inno gregoriano di Pentecoste è esplorato in tre movimenti che fondono tecnica e spiritualità: il Prélude, lirico e sobrio, l’Adagio, drammatico e intenso, e il Choral varié, esempio di introspezione virtuosistica.

Seguirà uno dei brani più noti del compositore, il Prélude et Fugue sur le nom d’Alain, op. 7 (1942), scritto in memoria di Jehan Alain, geniale collega caduto in guerra. Il Prélude si muove con delicatezza e nostalgia, evocando anche il tema delle Litanies di Alain, mentre la Fuga si dispiega con vigore e inventiva contrappuntistica, culminando in una coda luminosa e risolutiva.

La Méditation (1964), concepita come riflessione spirituale, è una miniatura intensamente poetica che racchiude tutta la sapienza formale del compositore nel trattamento della forma breve. A essa segue la Fugue sur le thème du carillon des heures de la Cathédrale de Soissons, op. 12 (1962), costruita su un tema regolare e solenne tratto dal carillon della cattedrale, elaborato con ingegno e potenza evocativa.

La serata si concluderà con la Suite, op. 5 (1933), dedicata a Paul Dukas: tre movimenti di estrema varietà espressiva. Il Prélude, austero e costruito su un climax drammatico, è seguito dalla Sicilienne, canto flessuoso ed elegante che richiama la grazia francese di Fauré, e dalla celebre Toccata, pagina travolgente di virtuosismo, architettata con sapienza polifonica e una tensione irresistibile verso la luce.

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