Passa ai contenuti principali

Missa pro defunctis di Giovanni Pierluigi da Palestrina: al Monteverdi Festival prima esecuzione mondiale della nuova edizione critica

Nell'ambito del Monteverdi Festival il 26 giugno 2025, nella suggestiva cornice della Chiesa di San Marcellino a Cremona, un evento di portata storica: la prima esecuzione mondiale della nuova edizione critica della Missa pro defunctis di Giovanni Pierluigi da Palestrina, curata da Riccardo Pintus e pubblicata dalla Fondazione Ugo e Olga Levi in occasione dei 500 anni dalla nascita del compositore. L’esecuzione, affidata ai Tallis Scholars diretti da Peter Phillips, rappresenta un traguardo fondamentale per la ricerca musicologica e per la valorizzazione del repertorio sacro rinascimentale.


Palestrina's Requiem, è il titolo dello straordinario concerto dei Tallis Scholars, acclamata ensemble britannica sotto la direzione del maestro Peter Phillips. Il programma prevede la prima esecuzione mondiale della nuova edizione critica del Requiem di Palestrina redatta dal manoscritto del 1588 in occasione dei 500 anni dalla nascita del compositore a cura di Riccardo Pintus, con il contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del MiC.

Prima dell’esecuzione, alle ore 17,15, presso il Ridotto del Teatro, è previsto un approfondimento sulla  Missa pro defunctis con la partecipazione di Peter Phillips, Riccardo Pintus, musicologo e curatore dell’edizione critica del Requiem di Palestrina, e Rodobaldo Tibaldi, professore associato dell’Università di Pavia, Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali. Un occasione preziosa per esplorare le implicazioni storiche, filologiche e interpretative della nuova edizione.

La nuova edizione critica della Missa pro defunctis e del responsorio Libera me, Domine, nasce da un lavoro metodologicamente esemplare, frutto di una rigorosa analisi delle fonti manoscritte e a stampa. Il manoscritto di riferimento, conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, è stato scelto per la sua prossimità all’ambiente palestriniano e per la sua maggiore aderenza al modello gregoriano rispetto alle edizioni a stampa successive, spesso afflitte da refusi e semplificazioni.

Nel saggio introduttivo Pintus offre inoltre una panoramica dettagliata sulle regole che governavano la vita musicale nella Roma del Cinquecento, contestualizzando la produzione di Palestrina e confrontando la sua Missa pro defunctis con le analoghe composizioni di autori come Morales, Certon, Guerrero e Victoria. Particolare attenzione è riservata alla tecnica della parafrasi gregoriana, che in Palestrina si distingue per varietà e originalità: il compositore alterna sezioni di rigorosa aderenza al modello gregoriano a passaggi di libera invenzione, dimostrando una straordinaria capacità di combinare materiali tematici e di variare le soluzioni contrappuntistiche.

La Missa pro defunctis di Palestrina si distingue sia nel panorama funebre rinascimentale sia all’interno della stessa produzione dell’autore. La struttura della messa evidenzia una sapiente alternanza di stili: l’Offertorio, ad esempio, si caratterizza per una scrittura madrigalistica, ricca di frammenti imitativi e di espedienti espressivi che sottolineano il testo liturgico. Nel Sanctus e nell’Agnus Dei, Palestrina gioca con la distribuzione del tema gregoriano tra le voci, ricercando varietà e profondità espressiva.

Un elemento di grande interesse è rappresentato dal responsorio Libera me, Domine a cinque voci, la cui attribuzione a Palestrina è stata oggetto di dibattito. Grazie a un’attenta analisi codicologica e a riscontri documentari, Pintus ha potuto restituire con certezza la paternità dell’opera al compositore, offrendo così ai Tallis Scholars la possibilità di proporne la prima esecuzione moderna assoluta.

La tradizione testuale della Missa pro defunctis si fonda su due edizioni a stampa (Roma 1591, Venezia 1596) e sul manoscritto del 1588. La scelta di quest’ultimo come base per l’edizione critica si giustifica per la sua autenticità e per la presenza di varianti più difficili e originali, spesso semplificate nelle stampe. Lo studio approfondito del testo originale ha permesso infatti di riscoprire la Missa nella sua forma più autentica e ricca di sfumature, restituendo dettagli tecnici, stilistici ed espressivi che erano andati perduti o alterati: l’edizione di Pintus mantiene i valori notazionali originali e adotta criteri filologici rigorosi, fornendo un apparato critico dettagliato e rispettando la prassi esecutiva dell’epoca. 

Questi elementi non solo arricchiscono la comprensione musicologica dell’opera, ma trasformano profondamente anche l’esperienza interpretativa ed emotiva per esecutori e ascoltatori, segnando di fatto una svolta per la musicologia e per l’esecuzione storicamente informata del repertorio sacro.

Il concerto del 26 giugno 2025 non solo celebra la rinascita di un capolavoro, ma lo inserisce in dialogo con altre pagine sacre di Claudio Monteverdi, creando un ponte ideale tra due giganti della polifonia italiana. Il programma include la Lauda Jerusalem e Laudate, pueri, Dominum, dalla Messa a quattro voci et salmi, offrendo al pubblico un’immersione nella spiritualità e nell’arte liturgica del tardo Rinascimento e primo Barocco.

L’appuntamento di Cremona si configura dunque non solo come un tributo alla memoria di Palestrina ma anche come testimonianza della vitalità della ricerca e dell’interpretazione musicale contemporanea.

“Il lavoro di Riccardo Pintus fornisce un’edizione critica fondamentale della Missa pro defunctis e del Libera me, Domine di Palestrina, basata su una scrupolosa analisi delle fonti. Il saggio introduttivo, inoltre, offre preziose intuizioni sulle tecniche compositive di Palestrina in questo repertorio e lo confronta con opere simili di contemporanei, evidenziando la sua originalità e maestria.”.

Programma

Claudio Monteverdi 

Lauda Jerusalem (II), SV 203,

mottetto per cinque voci e basso continuo, Venezia, 1650

Giovanni Pierluigi da Palestrina 

Missa pro defunctis cum quinque vocibus

Biblioteca Apostolica Vaticana, MS Capp. Giulia XV.15, 1588:

Kyrie – Offertorium – Sanctus – Agnus Dei – Libera me, Domine – Kyrie

Claudio Monteverdi

da Messa a quattro voci et salmi […], Venezia, posth. 1650:

Messa in Sol minore a 4 voci da cappella, SV 190

Laudate, pueri, Dominum (III), SV 196

Biglietti su www.vivaticket.com

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...

Vino e sicurezza, rischio asfissia nel processo di fermentazione dell'uva. Morte in Calabria 4 persone a causa di esalazioni tossiche da vasca con mosto. Il punto sulla prevenzione

Quattro persone sono morte in Calabria a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d'uva. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è stata trasferita in ospedale.  E' appena arrivata in redazione la notizia di un grave incidente avvenuto in Calabria e precisamente nel  comune di Paola (Cosenza) in contrada Carusi. Un fatto grave che fa riflettere sul perché ancora dopo tanta comunicazione relativa alla sicurezza sul lavoro e nello specifico sulle attività lavorative che riguardano l'enologia tutto questo questo possa ancora accadere e che fa tornare indietro nel tempo quando l'attività contadina non aveva gli stessi mezzi di prevenzione che abbiamo oggi grazie alla ricerca in continua evoluzione. Bisogna allora ribadire quali sono i rischi di esposizione a gas e vapori nelle cantine vinicole e su come prevenirli. Il documento sulla sicurezza nelle cantine vinicole riporta indicazioni precise sui rischi correlati all’esposizione a vari...