venerdì 30 marzo 2018

ROERO DAYS 2018: I VINI DEL ROERO GIOCANO IN CASA, TRA VIGNE INCANTATE, LIBRI E CASTELLI

Torna il tradizionale appuntamento con le grandi denominazioni del Roero, che propone degustazioni, incontri, laboratori gastronomici e un viaggio alla scoperta dei manieri e dei paesaggi del Roero.


Non solo le più prestigiose etichette delle denominazioni Roero e Roero Arneis ma anche affascinanti castelli, libri e un autobus che guiderà appassionati e turisti alla scoperta dei paesaggi ricamati di vigneti di questo angolo del Piemonte. Domenica 8 e lunedì 9 aprile 2018 torna Roero Days, l’evento realizzato dal Consorzio di Tutela Roero, che propone l’assaggio delle perle enologiche di 70 cantine e degustazioni guidate, laboratori, momenti di dibattito e tour nel territorio.

Dopo aver conquistato le affascinanti sale della Regia di Venaria nella prima edizione e aver ammaliato gli ospiti al Museo dei Navigli di Milano nel 2017, l’appuntamento dedicato a Roero e Roero Arneis torna in Piemonte, nella culla della sua produzione, in un’area punteggiata di filari, saliscendi mozzafiato e manieri. Sarà proprio un castello, quello di Guarene, a ospitare la manifestazione. Il banco d’assaggio prenderà il via proprio qui domenica 8 aprile, alle ore 10.00.

Il calendario dell’evento prevede anche altri appuntamenti da segnare in agenda, come la presentazione delle nuove annate di Roero Arneis 2017, Roero 2015 e Roero Riserva 2014, a cura del Consorzio di Tutela, che si terrà lunedì 9 aprile, alle 12.00, sempre a Guarene.

Alla programmazione che si svolgerà tra le mura del Castello di Guarene si aggiungono una serie di eventi collaterali in altri prestigiosi luoghi che uniscono una storia dalle radici antiche al fascino di un paesaggio che si prepara a incantare gli ospiti della manifestazione.

Grazie a uno speciale autobus, Roero Days varcherà infatti le porte del Castello di Guarene per coinvolgere tutta la denominazione. L’evento propone percorsi guidati che attraverseranno la zona nella giornata di domenica 8 aprile. Tra le tappe principali vi sono: il Castello di Monteu Roero, aperto al pubblico dalla famiglia Berta, la Fiera dei Libri di Montà e le località di Canale e Borbore di Vezza d’Alba (dove passerà un mezzo ogni 30 minuti e dove sono disponibili comodi parcheggi).

A bordo di ogni autobus una guida turistica specializzata racconterà storia e aneddoti delle bellezze che si potranno ammirare oltre il finestrino: le Rocche, i castelli, le chiese, i frutteti e i vigneti più importanti.

“Per questa edizione abbiamo scelto di accendere i riflettori sul nostro territorio, portando direttamente nella zona del Roero professionisti e appassionati giunti anche da oltre confine -  spiega Francesco Monchiero, presidente del Consorzio di Tutela -. Giocando in casa possiamo far conoscere i diversi aspetti della nostra zona di produzione, dai castelli ai sentieri tra i vigneti, dalle eccellenze gastronomiche alla ricca attività culturale che ci contraddistingue. Roero Days diverrà così l’occasione per fare sistema e raccontare al meglio il nostro bell’angolo di Piemonte”.

L’evento terrà a battesimo anche un’altra importante iniziativa del Consorzio di Tutela: il Progetto dei “Sentieri del Vino”, i “Sentieri MGA”, ovvero delle Menzioni Geografiche Aggiuntive della Docg Roero.

Informazioni: www.consorziodelroero.it 

SUMMA 2018: TORNA LA RASSEGNA DEL VINO ORGANIZZATA DA ALOIS LAGEDER E DEDICATA AL MEGLIO DELLA VITIVINICOLTURA INTERNAZIONALE

La due giorni altoatesina propone come sempre un programma ricco e originale, che vede protagonisti temi d’innovazione e sperimentazione, in vigna e in cantina, sviluppati in diverse degustazioni speciali come: “Oops! Error. Wine mistakes” e “We are not ready yet”. 


Il 14 e il 15 aprile 2018, dalle 10 alle 18, torna SUMMA, l’appuntamento annuale organizzato da Alois Lageder a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang, Magrè (BZ), che raccoglie il meglio della produzione vitivinicola internazionale. Anche quest’anno la manifestazione conferma la volontà di allontanarsi dal concetto di fiera del vino per offrire invece a operatori del settore, a stampa internazionale, agli stessi partner – inclusi i produttori – e, fino ad esaurimento biglietti, anche a privati appassionati e wine lover, uno scenario importante di condivisione e di viticoltura sostenibile e vivibile, in un’atmosfera familiare ed accogliente. La kermesse altoatesina si prepara quindi a ricevere nuovamente oltre ottanta vignaioli provenienti da diverse parti del mondo, uniti dal fil rouge della produzione di alta qualità e sostenibile, che condividono valori, obiettivi e il desiderio di creare un momento unico con il visitatore. Francia, Austria, Italia, Germania, Slovenia, Australia, Kazakhstan e Nuova Zelanda si riuniscono a Magrè per presentarsi ad un pubblico che, consapevolmente, sceglie un ambiente che permette di entrare maggiormente in contatto con i produttori e la loro filosofia.

Come ogni anno, Summa offrirà un ricco programma di degustazioni guidate e verticali esclusive, condotte dagli stessi vignaioli o da esperti, seminari e visite della cantina, aperto a tutti i visitatori e diviso nelle tre lingue italiano, tedesco e inglese, a cui sarà possibile iscriversi esclusivamente in loco, presso il desk dedicato.

Parole chiave della ventunesima edizione saranno ‘sperimentazione’ ed ‘innovazione’, temi che verranno trattati in occasione di wine tasting molto particolari, un po' “fuori dagli schemi”, come “We are not ready yet”, dedicati alle componenti del vino e alle prove di botte. Un argomento molto caro ad Alois Clemens Lageder, che da quando è entrato in azienda, pochi anni fa, porta avanti con passione e dedizione un lavoro di ricerca e sperimentazione in vigna e in cantina: “Per noi è importante fare tesoro delle opinioni di esperti e professionisti del settore e capire con loro come piccole percentuali di una certa componente possano cambiare completamente un vino” dichiara Clemens Lageder, e continua “scoprire come influisce un suolo calcareo o suolo vulcanico su un determinato vitigno, capire se sia possibile piantare e utilizzare uve della tradizione abbandonate o dimenticate e in che modo una piccola quantità d’uva trattata in modo differente in vinificazione può cambiare la struttura del vino finale... L’unico modo per scoprirlo è ‘smontare’ e studiare il vino nelle sue componenti”.

E sperimentare a volte significa sbagliare. Da qui la degustazione “Oops! Error. Wine mistakes”: in cantina non sempre c’è l’happy ending, ma sbagliare significa ripartire e tentare sempre nuove strade. E ancora, i tasting “Hidden Treasures”, tesori della tradizione enoica dimenticati e recentemente riemersi, portavoce del proprio territorio d’origine che forse torneranno alla ribalta.

Immancabili, infine, le degustazioni verticali dedicate a capolavori indiscussi - e guidate da chi li ha prodotti - come “The first 30 years of Granato” (Foradori), “Grüner Veltliner Der Ott” (Tenuta Bernhard Ott), “30 years LÖWENGANG Cabernet” (Tenuta Alois Lageder), “Slate extreme Marienburg Fahrlay-Terrassen” (Clemens Busch), “Bòggina” (Petrolo) ed “Etna Rosso DOC San Lorenzo” (Tenuta Terre Nere). Anche i vini spumanti avranno il loro momento esclusivo, con le degustazioni in replica “We love bubbles” condotte da Christine Mayr di AIS Alto Adige.

Qui il programma completo di Summa 2018 con orari di degustazioni, seminari e visite guidate:  https://summa-al.eu/it/programma

Gli ospiti di Summa 2018 avranno come sempre a disposizione una proposta gastronomica di pregio in collaborazione con il catering Hannah&Elia e il pastificio trentino Monograno Felicetti, che proporranno piatti caldi e freddi in gran parte preparati con ingredienti da coltivazione biologica. I visitatori potranno gustare prodotti tipici di affezionati partner regionali, come i formaggi di Karl Telfser feinkost & catering e del caseificio Englhorn, il pane biologico di Profanter, lo speck dell’Alto Adige della macelleria Schrott e ancora le amatissime frittelle di mele delle contadine di Magrè. Non mancheranno inoltre le pizze romane di D’Amici Food e la delicata trota di Trota Oro. New entry della prossima edizione sono i partner Beestro, ragazzi che portano in giro per il mondo con il loro furgoncino i cibi della Romagna, e le birre tedesche 100% Bio di Neumarkter Lammsbräu. Infine, Riedel – The Wine Glass Company e acqua minerale naturale Plose saranno di nuovo partner tecnici e accompagneranno tutte le degustazioni di Summa 2018.

Per l’elenco completo dei partner di Summa consultare il sito https://summa-al.eu/it/partner

Continua l’esclusiva partnership con Demeter, il marchio internazionale che controlla e certifica il lavoro – e i prodotti – degli agricoltori che praticano la coltivazione biologico-dinamica. Attraverso Summa, Alois Lageder, Presidente Demeter Italia, prosegue la sua opera di promozione, riservando all’Associazione spazi di presentazione di rilievo, allo scopo di accrescere la consapevolezza della comunità, sia tra i visitatori sia tra i produttori stessi.

Infine, anche nel 2018 Summa è Green Event certificato dall’Agenzia Provinciale per l’Ambiente e conferma il sostegno alla Casa della Solidarietà di Bressanone - che da anni accoglie e assiste persone bisognose, parecchie delle quali in condizioni di grave necessità, a cui verrà devoluto parte del ricavato della manifestazione – e la collaborazione con FAMOS – Oggetti speciali da persone speciali: i badge d’ingresso verranno realizzati dalle persone che lavorano nei laboratori protetti della comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina (BZ).

I PRODUTTORI

Italia

Alois Lageder • Castello di Ama • Anselmi • Aquila del Torre • Biserno • Il Borro

Boscarelli • Caiarossa • Capannelle • Il Carnasciale • Cavalleri • Villa Caviciana

Cefalicchio • Corte Sant’Alda • Costanti • Cucco • Delle Macchie • Delle Terre Nere

Duemani • Emidio Pepe • Fattoria di Fiorano • Foradori • Guado al Tasso • Le Macchiole

Mara • Marchesi di Grésy • Monteverro • Montevertine • Nino Franco • Oliviero Toscani

Villa Papiano • Petrolo • Pianirossi • Pio Cesare • Podernuovo • Poggio Cagnano

Poggio Nibbiale • Castello di Potentino • Prima Pietra • Querceto di Castellina

Villa Santo Stefano • Serra San Martino • Le Sincette • Tormaresca

Torre degli Alberi • Triacca • Valori

Germania

Graf Adelmann • Clemens Busch • Heitlinger • Gut Hermannsberg • Frank John

Odinstal • Rosner • Sander • Stigler • Schloss Vollrads • Wilhelm Zähringer

im Zwölberich • von Winning

Austria

Fritsch • Schloss Gobelsburg • Jurtschitsch • Moric • Hajszan Neumann • Bernhard Ott

Pichler-Krutzler • Reisetbauer • Clemens Strobl • Tement • Erwin Tinhof • Velich

Francia

Maison Boizel • Les Graves de Viaud • Pol Roger • Mas de Quernes • Les Quelles

Slovenia

Burja Estate

Australia

Salomon Estate

Nuova Zelanda

Schubert Wines

Kazakhstan

Arba Wine

Ulteriori informazioni su Summa 2018: www.summa-al.eu

Ulteriori informazioni su Alois Lageder: www.aloislageder.eu

Ulteriori informazioni su Casa della Solidarietà: www.casadellasolidarieta.org

CREA, dalla UE lo “Human Resources Excellence in Research”. Una migliore gestione delle risorse umane favorisce una ricerca d’eccellenza



Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) ha appena ottenuto lo “Human Resources Excellence in Research”, il prestigioso riconoscimento della Commissione Europea, che attesta l’impegno del più importante ente italiano di ricerca sull’agroalimentare per rendere realtà quotidiana i principi della Carta europea dei ricercatori e del Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori. Due strumenti fondamentali per favorire sempre più la generazione, il trasferimento e la condivisione della conoscenza nonché lo sviluppo della carriera dei ricercatori in un’ottica di trasparenza, competenza e professionalità multifunzionale. 

“Un traguardo importante, conseguito con una valutazione unanimemente positiva degli auditor – ha affermato soddisfatta Ida Marandola, direttore generale del CREA – e  frutto di un lavoro collettivo dell’Ente che ha creduto in questo obiettivo e si è impegnato  per un miglioramento progressivo della gestione delle risorse umane, con un importante sforzo organizzativo e formativo negli ambiti più diversi: dall’etica professionale al reclutamento trasparente alla gestione efficiente dei progetti”.

Il CREA  potrà ora fregiarsi del logo comunitario HR Excellence in Research, ed entrerà a far parte dell’elenco nazionale degli Enti d’eccellenza pubblicata su EURAXESS,  il portale  della Commissione Europea e dei Paesi che vi aderiscono, finalizzato a rendere le carriere scientifiche europee più attrattive per i ricercatori di tutto il mondo e a facilitare la mobilità dei ricercatori nei Paesi UE.

Il percorso del CREA verso l’eccellenza nella gestione delle sue risorse umane è solo alla prima tappa e  proseguirà a ritmi serrati nei prossimi 2 anni, al termine dei quali  vi sarà  un’ulteriore valutazione degli ulteriori progressi compiuti. Se l’esito sarà sarà positivo, l’Ente potrà continuare ad essere “HR Excellence in Research”.

Creato dalla Commissione UE nel 2010,  il progetto “Human Resources Strategy for Researchers” (HRS4R), è una iniziativa rivolta a supportare le istituzioni di ricerca e i loro finanziatori nella effettiva implementazione della Carta Europea dei Ricercatori (Carta) e del Codice di condotta per il reclutamento (Codice di condotta) nelle loro politiche e prassi.

giovedì 29 marzo 2018

LA CITTÀ DELLA PIZZA: I MIGLIORI PIZZAIOLI D’ITALIA PER TRE GIORNI A ROMA

Al via il più grande evento che ha come protagonista indiscussa la pizza, prodotto iconico del Bel Paese. Un dream team di oltre 50 maestri dal Nord al Sud della Penisola 5 categorie per un totale di circa 100 pizze differenti. Iniziative collaterali: “Spazio Convegni”, laboratori “A scuola di Pizza”, cene a quattro mani con chef stellati “Maestri in Cucina”. La lista dei pizzaioli presenti. Il 6, 7 e 8 aprile 2018 presso Guido Reni District. 

Torna a Roma il grande evento sul prodotto più amato nel mondo. Seconda edizione ancora più golosa: presenti oltre 50 tra i migliori pizzaioli d’Italia, più di 100 pizze differenti, abbinamenti e materie prime, pranzi e cene a quattro mani con grandi chef, importante spazio riservato a convegni, incontri, laboratori per adulti e bambini.

Dopo il grande successo del 2017, la seconda edizione si annuncia ancora più ricca. Il numero dei maestri pizzaioli protagonisti, rappresentanti delle diverse scuole dal Nord al Sud dello Stivale, supererà infatti le 50 unità. Saranno 12 le cosiddette “case”, le postazioni giornaliere suddivise nelle categorie “Napoletana”, “All’italiana”, “A degustazione”, “Al taglio” e “Fritta”. Ogni pizzaiolo proporrà tre diversi tipi di pizza: margherita o marinara, un cavallo di battaglia e una special edition pensata appositamente per la manifestazione, per un totale di circa 100 pizze differenti.

A rendere ancora più golosa la tre giorni ci sarà inoltre una postazione dedicata ai fritti all’italiana occupata dagli chef Arcangelo Dandini de “Il Supplizio” di Roma e Pasquale Torrente de “Il Convento” di Cetara che proporranno i classici supplì romani e i fritti della tradizione marinara campana.una postazione giornaliera dedicata ai “Fritti all’italiana”, che si andrà ad aggiungere alla proposta di fritti all’italiana sempre diversa nelle tre giornate, gestita da pizzaioli e da cuochi artisti del fritto.

Presente anche “La Casa della Semola”, uno spazio per la pizza 100% semola di grano duro firmata da La Molisana. Tanti gli abbinamenti da sperimentare, tra i quali quelli con la birra artigianale firmata Baladin, le bollicine italiane del ­Consorzio di Tutela del Prosecco DOC e vini biologici marchigiani dell’Azienda Vitivinicola Ciu Ciu.

A completare la ricchissima offerta de La Città della Pizza 2018, lo “Spazio Convegni”, con confronti e approfondimenti tecnici tra addetti ai lavori, maestri pizzaioli e critica di settore. Incontri tematici che andranno in scena anche in “Stand up Pizza”, un palcoscenico tutto nuovo dedicato ai giovani talenti della pizza.

Immancabili poi i “Kids Lab”, con divertenti ed educativi laboratori per bambini realizzati in collaborazione con Boing (canale 40 del DTT), e “A scuola di Pizza”, dove invece gli adulti potranno imparare tutti i segreti su impasti, cotture e condimenti insieme ai grandi nomi dell’arte pizzaiola. Non mancherà un’area riservata alle “Materie prime”, con focus sui principali ingredienti della pizza: farina, pomodoro, olio evo e mozzarella.

Per chi desidera vivere un’esperienza unica, sarà possibile partecipare - solo su prenotazione -agli appuntamenti di “Maestri in Cucina”, pranzi e cene a quattro mani organizzate con Ferrarelle e che vedranno protagonisti i migliori maestri pizzaioli insieme a grandi chef stellati. A rendere ancora più esclusivo ogni appuntamento, gli abbinamenti con gli champagne firmati da Ruinart, una delle Maison più importanti del mondo.

A selezionare tutti i partecipanti il team di autori già attivo per la prima edizione della manifestazione: Emiliano De Venuti, ideatore e CEO di Vinòforum, uno dei più importanti marchi italiani dedicati alla promozione di eventi dedicati all’enogastronomia; Luciano Pignataro, tra le firme più prestigiose del giornalismo agroalimentare italiano, appassionato di pizza e voce autorevole del settore; Luciana Squadrilli e Tania Mauri, giornaliste specializzate in gastronomia, autrici di accreditate iniziative editoriali sulla pizza, argomento intorno al quale si muovono con competenza e professionalità; Stefano Callegari, pizzaiolo, tra i massimi esponenti su scala nazionale e alla ribalta internazionale grazie al mitico Trapizzino. Qualità, ricerca, cura e attenzione per tutte le fasi della produzione e soprattutto passione, sono i criteri enunciati nel “manifesto” - www.lacittadellapizza.it/il-manifesto - in base al quale sono avvenute le selezioni.

“Una seconda edizione ancora più ricca – sottolinea Emiliano De Venuti – con contenuti che vanno sia in direzione dei semplici appassionati che degli addetti ai lavori. Pensiamo infatti che il segreto del successo della prima edizione de La Città della Pizza sia stato proprio quello di aver saputo coniugare lo spirito pop del prodotto con gli aspetti meramente tecnici che lo riguardano. All’origine di tutto c’è chiaramente, per noi e per i visitatori, il grande amore per la pizza, simbolo del Made in Italy nel mondo”.

Ecco tutti i protagonisti de La Città della Pizza 2018:

Gabriele Bonci, Pizzarium, categoria “Al taglio” // Roma

Ciro Salvo, 50 Kalò, categoria “Napoletana” // Napoli

Giancarlo Casa, La Gatta Mangiona, categoria “All’italiana” // Roma

Ciro Oliva, Concettina ai Tre Santi, categoria “Fritta” // Napoli

Ciccio Vitiello, Casa Vitiello, categoria “Napoletana” // Tuoro (Caserta)

Petra Antolini, Settimo Cielo, categoria “A degustazione” // Settimo di Pescantina (Verona)

Famiglia Condurro, L’Antica Pizzeria da Michele, categoria “Napoletana” // Napoli

Stefano Vola, Vola Bontà per Tutti, categoria “A degustazione” // Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Pierdaniele Seu, Seu Illuminati, categoria “All’Italiana” // Roma

Mirko Rizzo e Jacopo Mercuro, 180g Pizzeria Romana, categoria “All’italiana” // Roma

Cristiano Piccirillo, La Masardona, categoria “Fritta” // Napoli

Francesco Martucci e Sasà Martucci, I Masanielli, categoria “Napoletana” // Caserta

Matteo Aloe e Massimo Giuliana, Berberè, categoria “A degustazione” // Roma

Giuseppe Pignalosa, Le Parule, categoria “Napoletana” // Ercolano (Napoli)

Simone Lombardi, categoria “A degustazione” // Milano

Diego Vitagliano, Diego 10, categoria “Napoletana” // Napoli

Davide Fiorentini, O Fiore Mio, categoria “A degustazione” // Faenza

Edoardo Papa, In Fucina, categoria “A degustazione” // Roma

Isabella De Cham, categoria “Fritta” // Napoli

Graziano Monogrammi, La Divina Pizza, categoria “Al taglio” // Firenze

Filomena Palmieri, Pizzeria Da Filomena, categoria “Al taglio” // Castrovillari (Cosenza)

Massimo Giovannini, Apogeo, categoria “All’italiana” // Pietrasanta (Lucca)

Roberta Esposito, La Contrada, categoria “Napoletana” // Aversa (Caserta)

Lello Ravagnan, Grigoris, categoria “All’italiana” // Mestre (Venezia)

Paolo De Simone, Da Zero, categoria “All’italiana” // Milano

Giorgio Caruso, Lievità, categoria “All’italiana” // Milano

Pierluigi Fais, Frammento, categoria “All’italiana” // Cagliari

Carmine Donzetti, Pizza & Fritti, categoria “Fritta” // Napoli

Teresa Iorio, Le Figlie di Iorio, categoria “Fritta” // Napoli

Andrea Morini, Da Cecio, categoria “All’italiana” // Porcari (Lucca)

Raffaele Bonetta, Pizzeria Ciarly, categoria “Napoletana” // Napoli

Marco Rufini, Casale Rufini, categoria “All’Italiana” // Roma

Ivano Veccia, Da Ciccio, categoria “Napoletana” // Ischia (Napoli)

Angelo Rumolo, Grotto Pizzeria Castello, categoria “Napoletana” // Caggiano (Salerno)

Marco e Antonio Pellone, Pizzeria Ciro Pellone, categoria “Fritta” // Napoli

Franco Gallifuoco, Pizzeria Franco, categoria “Fritti all’italiana” // Napoli

Salvatore Di Matteo, Pizzeria Di Matteo, categoria “Fritti all’italiana” // Napoli

Pierluigi Police, Pizzeria O Scugnizzo, categoria “Napoletana” // Arezzo

COLPO D’OCCHIO SU LA CITTÀ DELLA PIZZA
Guido Reni District, via Guido Reni, 7 - Roma
Giorni e orari di apertura:
venerdì 6 aprile ore 18.00 – 24.00 / sabato 7 aprile ore 11.00 – 24.00/ domenica 8 aprile ore 11.00 – 23.00
Ingresso gratuito.
Per tutte le info e le prenotazioni www.lacittadellapizza.it

Concorsi. Vini del territorio, per far conoscere unicità delle produzioni enologiche del Trentino e Alto Adige

Al via il 2° Concorso sui vini del territorio. 60 aziende e 110 etichette in gara. Il 5 aprile alle 9 apre il concorso sui vini Teroldego, Marzemino, Traminer e Gewürztraminer.


Due giorni di degustazioni, sessanta cantine della regione Trentino Alto Adige-Südtirol, 110 etichette in gara, quattro tipologie di vino, tre commissioni e una trentina di esperti tra enologi, enotecnici, sommelier e giornalisti del settore. Sono i numeri della seconda edizione del Concorso “ENOtecnico valorizzazione VINI territorio” organizzato dalla Fondazione Edmund Mach, in programma il 5 e 6 aprile prossimo, a San Michele all'Adige. L'apertura dell'evento, giovedì 5 aprile, si svolgerà alle ore 9, presso la sala Versini del Palazzo Ricerca e Conoscenza.

Obiettivo della manifestazione è far conoscere le unicità delle produzioni enologiche di territorio: vitigni autoctoni o interpretazioni territoriali di vitigni internazionali. Quest'anno i vini protagonisti saranno Teroldego Rotaliano DOC, Trentino DOC Marzemino, Trentino DOC Traminer aromatico e Südtirol – Alto Adige DOC Gewürztraminer.

La manifestazione, autorizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali come concorso ufficiale, è promossa e organizzata dal Centro Istruzione e Formazione in collaborazione con i comuni della Piana Rotaliana, San Michele all'Adige, Mezzolombardo e Mezzocorona e conta sul supporto delle due sezioni Assoenologi di Trentino ed Alto Adige.

Il concorso viene riproposto sulla base dell'ottimo successo ottenuto nella prima edizione. I vini, circa un centinaio, delle aziende partecipanti saranno valutati dalle commissioni di esperti. Il concorso si propone allo stesso tempo come opportunità didattica per gli studenti del Corso Enotecnico per iniziare a prendere confidenza con i vini prodotti nel territorio Trentino - Alto Adige/Südtirol e con le aziende produttrici. Gli studenti potranno osservare come gli esperti del settore enologico valutano i vini e a loro volta essere guidati nelle degustazioni al fine di acquisire una corretta metodica di attribuzione di un valore ai vini del territorio.

Le prime tre posizioni per ogni singola categoria in Concorso saranno premiate e la proclamazione dei vincitori per ogni singola categoria in concorso avrà luogo lunedì 16 aprile, alle ore 12.30, presso lo stand FEM al Vinitaly di Verona.

Export. Vino italiano, nel 2107 anno positivo ma non brillante

Nel 2017 esportati 21,4 milioni di ettolitri di vini e mosti (+3,7%) che valgono 6 mld di euro (+6,4%). Il Presidente UIV, Ernesto Abbona: “Crescita moderata e preoccupazione per instabilità politica”.


“I dati dell’export 2017 ci consegnano un anno positivo ma non brillante. Va sottolineata la determinazione dei nostri imprenditori che, nonostante la crescente ondata protezionistica dei mercati e le grandi difficoltà di gestione dei fondi OCM promozione, archiviano un altro anno di crescita delle esportazioni, anche nei volumi. Sfioriamo ma non superiamo la soglia psicologica dei 6 miliardi di euro, cresciamo meno della Francia e rimaniamo fragili davanti alle turbolenze commerciali provocate dalla ‘geopolitica’, perché siamo ancorati ai due mercati storici del nostro export, Usa e UK. Con 2,2 miliardi di euro registrati nel 2017, questi due Paesi costituiscono infatti il 40% del valore del nostro export di vini fermi e spumanti, contro quote del 31% per la Francia e del 26% per la Spagna o del 20% per la Germania e quindi siamo in assoluto il Paese più esposto nel caso di ritorsioni sull’agroalimentare e di scenario Hard Brexit. Per questo motivo auspichiamo una risoluzione pacifica delle controversie sul fronte americano e un’opzione di uscita morbida della Gran Bretagna”.

Con queste parole Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta i dati sull’export 2017, elaborati da ISMEA, prezioso partner di Osservatorio del Vino, sulla base di dati Istat, che disegnano un 2017 complessivamente in buona salute, ma che ancora paga l’agitazione commerciale dovuta all’instabilità politica.

Lo scorso anno, infatti, sono stati esportati 21,4 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un aumento del 4% sullo stesso periodo dell’anno precedente, consolidando un trend in atto già dalla fine del 2016. Il valore ha sfiorato i 6 miliardi di euro con un incremento più che proporzionale (+6,4%) rispetto ai volumi, a dimostrazione che anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera si è mosso su terreno positivo. Le performance migliori si sono avute fuori dai confini comunitari: nei Paesi terzi (che nel 2017 rappresentano il 34% delle esportazioni in quantità e il 49% dei relativi introiti), è stato infatti  registrato un + 8% rispetto al 2016 con introiti in crescita del 9%, mentre all’interno della Ue si è registrato +1% a volume e +4% in valore. Nel complesso, la progressione nel 2017 c’è stata, ma nonostante questo gli operatori non si dicono pienamente soddisfatti, auspicando una maggior accelerazione delle esportazioni e soprattutto un aumento della quota di mercato su alcuni mercati target.

“L’auspicio per questo 2018 - continua il Presidente di UIV - è che il nuovo Ministro delle politiche Agricole abbia tra le sue priorità quella di risolvere la dinamica conflittuale Ministero-Regioni e di sbloccare i fondi promozione 2017-18, mettendo subito mano al decreto per l’annualità 2018-19. Questo insieme ad un governo capace di farsi sentire a livello europeo, in particolare sul tema della politica commerciale. Ad oggi, infatti, i fondi dell’OCM promozione diventano ancora più urgenti per supportare un faticoso ma indispensabile lavoro di diversificazione dei mercati da parte degli imprenditori. L’ottimo lavoro che stiamo facendo con ICE ci aiuta ma anche noi imprenditori dobbiamo metterci una buona dose di coraggio. Peraltro, il successo recente della spumantistica italiana, insegna che i mercati possono aprirsi anche in maniera veloce quando un prodotto incontra i desideri dei consumatori”.

Decisamente sopra la media del settore sono state infatti le performance degli spumanti, che registrano un +9% a volume e +14% a valore, con il Prosecco che rappresenta il 56% del totale spumanti esportato ed il 59% degli introiti corrispettivi. Sembra, nel frattempo, arrestata la flessione dell’Asti che nel 2017 ha messo a segno un +7% a volume e +6% a valore. Anche i vini frizzanti, intanto, riemergono dal lungo periodo di difficoltà, tornando a mostrare un segno positivo sia in termini di volumi (+2%) sia di valore (+6%). La crescita è interamente imputabile ai vini frizzanti Igp (+6% a volume e 7% a valore). Nota positiva, infine, anche per i vini fermi in bottiglia (il 48% del totale esportato a volume e il 63% del valore) che, dopo la frenata del 2016, sono tornati a crescere del +2% a volume e del 4% a valore.

“Dobbiamo essere sempre attenti a intercettare i nuovi trend di consumo, a fare opera quotidiana di scouting, e a utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dai piani di promozione del Mise-ICE e quelli dell’OCM - spiega Ernesto Abbona. Dobbiamo anche iniziare a ragionare in modo nuovo anche sulla struttura della nostra offerta, trovando nuove forme di dialogo e sintesi tra brand e territori, superando logiche di confine amministrativo tra territori e regioni, ma anche di dinamiche verticali di filiera, che ci permettano – conclude - quella elasticità produttiva necessaria a rispondere alle istanze di un mercato in continua evoluzione”.

Clima. Sale tenore alcolico del vino e vendemmie anticipate per surriscaldamento

L'analisi di Coldiretti su relazione rischio desertificazione. Causa cambiamento climatico il vino sale di 1 grado e vendemmie anticipate di un mese per surriscaldamento.


Il surriscaldamento ha già cambiato il vino Made in Italy, che negli ultimi 30 anni ha visto il tasso alcolico crescere di un grado. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in relazione alle previsioni di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana sul rischio desertificazione della Penisola con la Pianura Padana che nell’arco dei prossimi cento anni potrebbe diventare, come il Pakistan e la Sicilia, un deserto africano.

Il surriscaldamento ha anche determinato sempre più spesso un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto alla tradizionale scadenza di settembre e oggi viene smentito quindi il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina” e perde valore anche l’antico adagio “a San Martino ogni mosto diventa vino” poiché sono diventate estremamente rare le uve non ancora raccolte entro l’11 novembre.

Ad esempio nell’ultima vendemmia l’inizio della raccolta delle uve destinate al prestigioso spumante metodo classico Franciacorta è partita addirittura il 4 agosto scorso a Coccaglio in provincia di Brescia mentre le uve più tardive come l’Aglianico e il Nebbiolo sono state raccolte entro ottobre, in netto anticipo rispetto agli anni ’80 quando per le stesse varietà si arrivava anche a fine novembre.

Di fatto il vigneto Italia produce adesso uve più precoci, meno acide e più dolci rispetto al passato, con il caldo che ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1.200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

mercoledì 28 marzo 2018

Formazione. La pulizia aromatica dei vini. Al via il convegno tecnico Sive

La giornata che aprirà il programma delle attività 2018 della Società Italiana di Viticoltura ed Enologia, (SIVE) si svolgerà presso la Cantina Tollo (CH). L' incontro tecnico avrà come protagonista il consulente internazionale Dominique Delteil, il quale nel corso del convegno - e attraverso l'esempio di vini proposti in differenti segmenti di mercato - illustrerà ai presenti l'importanza della pulizia aromatica dei vini, e di come questo aspetto sia importante per garantire una buona longevità. Termine ultimo di iscrizione al convegno: 3 aprile 2018.


Dominique Delteil è stato uno dei primissimi ricercatori internazionali che hanno contribuito ad arricchire con il loro patrimonio di conoscenze le prime, pioneristiche, attività della SIVE, intervenendo a numerosi convegni e viaggi studio. Oggi, conclusa l’esperienza come Direttore tecnico dell’ICV ed avviata una proficua carriera come consulente a livello internazionale, ha ulteriormente arricchito il proprio bagaglio di esperienza grazie al confronto quotidiano con le richieste dei mercati mondiali. SIVE si è rivolta a Dominique Delteil chiedendogli quindi di raccontare queste esperienze, avendo come filo conduttore la “pulizia aromatica” dei vini.

È Dominique stesso ad introdurre i contenuti della giornata:

“Sono passati una bella decina d’anni dalla mia ultima conferenza a un convegno della SIVE!
Durante questo periodo le mie esperienze sono cresciute, le mie visioni si sono affinate, i mercati dei vini sono cambiati, nuovi paesi fanno dei vini con bella pulizia aromatica, nuove generazioni di enologi sono entrate nelle cantine italiane! È dunque tempo di fare un punto esaustivo sulla pulizia aromatica dei vini, tema fondamentale per i mercati dei vini, per tutti i segmenti di prezzo. Sarà un piacere condividere queste evoluzioni ed esperienze. Questo aggiornamento di conferenze - assaggio si basa sulle mie esperienze di ricerca - sviluppo e sulle mie esperienze pratiche nelle cantine a livello internazionale. Vedremo diversi temi fondamentali per affrontare i mercati dei vini: marketing, analisi sensoriale, viticoltura, enologia, cioè vinificazione e affinamento. Parleremo anche tanto di macromolecole. Un paradosso? No! Sono punti chiavi per la pulizia aromatica. Parleremo anche tanto i sensazioni tattili in bocca: perché i consumatori non segmentano aromi e sensazioni tattili per apprezzare i vini. E perché gli aromi o meglio i composti potenzialmente aromatici hanno un grande impatto sulle sensazioni tattili in bocca. Evidentemente, per chi mi conosce già, la longevità dei vini sarà al centro della giornata. Pulizia nel tempo = longevità! Durante due sessioni di assaggio di vini commerciali vedremo come pilotare la pulizia aromatica per fare dei vini che rispettano la base del successo commerciale: fare la quantità che si vende e vendere presto la quantità che si fa! Evidentemente con il margine economico necessario! E parlando di costi, affronteremo il tema delle buone pratiche di lavoro: pratiche che danno i vini giusti con i costi giusti per ogni segmento di mercato. A presto!”

La giornata sarà completata da altri due momenti estremamente importanti per la vita associativa SIVE, cioè dal conferimento della Presidenza Onoraria per l’anno 2018 al dott. Lanfranco Paronetto, promotore e sostenitore dell’Associazione fin dai suoi esordi, e dall’Assemblea dei soci, nel corso della quale verranno anche presentate le altre attività in programma per il 2018.

Il programma in sintesi

8h30 Inizio operazioni di segreteria
9h00-9h15 Saluti introduttivi prof. Emilio Celotti, presidente SIVE; dott. Tonino Verna, presidente Cantina Tollo
9h15-10h45 Dominique Delteil, Delteil International Wine Consulting
 La pulizia aromatica dei vini: I parte
10h45-11h15 Pausa caffè
11h15-12h45 Dominique Delteil
 La pulizia aromatica dei vini: II parte
 degustazione vini bianchi di diverse fasce di prezzo esemplificativi degli argomenti trattati
12h45-14h15 pranzo c/o ristorante Le Maschere
14h15-15h30 Dominique Delteil
 La pulizia aromatica dei vini: III parte
 degustazione di vini rossi di diverse fasce di prezzo esemplificativi degli argomenti trattati
15h30-15h45 conferimento Presidenza Onoraria SIVE 2018 a Lanfranco Paronetto
15h45-17h00 assemblea dei soci SIVE
17h00 Fine lavori

Gli studenti che intendono iscriversi usufruendo della tariffa ridotta devono inviare via mail (iscrizioni@vinidea.it) oppure fax (0523.876340) un’attestazione comprovante lo status di studente.
Termine ultimo di iscrizione: 3 aprile 2018, o al raggiungimento del numero massimo di partecipanti.

Maggiori informazioni su costi e modalità di iscrizione:: www.infowine.com

EXPORT. VINO MADE IN ITALY IN CINA + 29%, RECORD STORICO



Agricoltura&Lavoro. Ismea, 70 milioni di euro per l’accesso alla terra da parte dei giovani

Via libera al bando 2018 per il Primo insediamento in agricoltura. 


E’ stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale l’avviso di bando 2018 per il Primo insediamento in agricoltura, lo strumento ISMEA che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani che intendono diventare imprenditori agricoli. 


I giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti che si insediano in agricoltura per la prima volta potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola.

Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un Piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola.

La dotazione finanziaria che ISMEA mette a disposizione per il bando 2018 è di 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti, 35 milioni di euro per le iniziative localizzate nelle Regioni del centro –nord e 35 milioni di euro per le iniziative nel Sud e nelle Isole. 

Negli ultimi due anni sono stati 151 i giovani che sono diventati imprenditori agricoli grazie all’intervento finanziario di ISMEA. Le risorse complessivamente messe in campo dall’Istituto sono state circa 116 milioni di euro che hanno interessato un totale di circa 6 mila ettari e contribuito alla creazione di 450 posti di lavoro.

Le domande di accesso al bando potranno essere presentate sul portale dell'ISMEA www.ismea.it a partire dalle ore 12 del 28 Marzo 2018 fino alle ore 12 dell’11 Maggio 2018.

Vinitaly 2018, sempre più internazionale, green e digitale

Presentata a Roma la 52ª edizione del salone, in programma a Veronafiere dal 15 al 18 aprile. Focus sul business per ogni attività connessa alla rassegna.



Aumentato del 25% il numero degli espositori esteri presenti all’interno del padiglione International_Wine Hall; sold out degli spazi in quartiere già a dicembre 2017; incoming di delegazioni commerciali selezionate da 58 Paesi; una media di operatori professionali provenienti ogni anno da 140 nazioni (nel 2017, 128 mila presenze totali di cui 48 mila dall’estero, di cui 30.200 buyer accreditati da 142 Paesi); una crescita costante dell’offerta “green” con le aree ViVIT, VinitalyBio e Fivi; una innovativa directory online con 4.319 espositori da 33 Paesi e 13.000 vini iscritti ad oggi che, attraverso un portale informativo in italiano, inglese e cinese, consente un matching b2b tutto l’anno, progettato lungo la linea del nuovo sviluppo di servizi digitali previsto dal piano industriale. Piano che prevede investimenti anche per il miglioramento delle infrastrutture di quartiere e di pertinenza dello stesso (parcheggi, recupero e utilizzo già da quest’anno delle Gallerie Mercatali, manufatti di archeologia industriale prospicenti l’area espositiva) e un cesura sempre più marcata tra la fiera business nel quartiere e le iniziative di Vinitaly and the City dedicate ai wine lover in città, a Verona e, quest’anno, in tre borghi suggestivi della provincia: Bardolino, Soave e Valeggio sul Mincio.

Queste sono alcune delle novità e degli elementi caratterizzanti l’edizione numero 52 di Vinitaly (Verona, 15/18 aprile 2018, (www.vinitaly.com), International wine & spirits exhibition, il più grande salone al mondo per metri quadrati e presenze estere dedicato al settore del vino e dei distillati, presentato ieri a Roma in conferenza stampa.

Anche quest’anno Vinitaly è preceduto dall’evento internazionale OperWine, che sabato 14 aprile fa da ouverture alla rassegna nel palazzo della Gran Guardia, presentando 107 aziende di tutte le regioni italiane, selezionate dalla rivista americana Wine Spectator.

Vinitaly si presenta come un unicum espositivo a livello internazionale grazie alla compresenza di Sol&Agrifood, salone internazionale dell’agroalimentare di qualità, rassegna interattiva che attraverso cooking show, momenti educational e degustazioni valorizza in chiave business le peculiarità dell'agroalimentare e l’olio extravergine d’oliva in particolare, e di Enolitech, appuntamento internazionale con la tecnologia innovativa applicata alla filiera del vino e dell’olio.

Il tutto legato da un ensemble di chef stellati, proposte di wine&food pairing, degustazioni di livello internazionale che fanno di ogni edizione di Vinitaly una annata irripetibile con appuntamenti di formazione tecnico-scientifica.

“Vinitaly si è sempre dichiarato uno strumento di servizio per le istituzioni e il sistema delle imprese, in chiave business e di relazioni internazionali – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. Il coinvolgimento della rassegna nel piano di promozione straordinaria del made in Italy è stato un passaggio importante per promuovere in modo unitario l’export vitivinicolo italiano. In tal senso, la collaborazione che stiamo portando avanti con ICE Agenzia, in particolare sui mercati di Cina e USA, è una modalità operativa che auspichiamo possa coinvolgere sempre più attori in un progetto di logica aggregativa. Sul fronte interno, continuiamo il lavoro iniziato nel 2015 per potenziare il profilo professionale del visitatore di Vinitaly e la presenza di top buyer”.

L’obiettivo dichiarato è quello di essere sempre più una piattaforma per gli affari delle aziende comparto. Anche per questo nel 2018 Vinitaly propone, in collaborazione con Wine Monitor di Nomisma, l’outlook sul futuro dei mercati mondiali target per il vino ed un focus specifico riservato agli USA, al quale seguiranno approfondimenti su Cina, Russia, Giappone, Regno Unito e Germania.

Mercati internazionali che Vinitaly presidia tutto l’anno attraverso le iniziative di Vinitaly International in Russia, USA, Cina, Hong Kong e della Vinitaly International Academy nei medesimi Paesi, oltre che in Canada dove forma da anni ambasciatori ed esperti che lavorano con Veronafiere per divulgare la conoscenza dei vini italiani e per l’incoming di operatori – buyer, professionisti del settore ho.re.ca, influencer – in occasione della fiera annuale a Verona. Un ulteriore strumenti di conoscenza e di marketing è la guida 5StarWines-The Book, con i migliori vini del mondo selezionati da Vinitaly.

“Sempre più aziende estere si stanno accorgendo delle opportunità che Vinitaly mette in campo – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Lo conferma la crescita degli espositori e della superficie della International_Wine Hall. Sul fronte dell’incoming, abbiamo selezionato professionisti provenienti da 58 nazioni dei 5 continenti. Dagli Usa sempre più presenti importatori e distributori anche dagli Stati interni. Il Canada è a Vinitaly con una delegazione dei rappresentanti dei principali monopoli provinciali canadesi di vino, in collaborazione con ICEAgenzia.

Dalla Russia sono state scelte due tipologie di buyer: importatori top con fatturati alti e aziende di dimensione più piccole. Per gli operatori provenienti dalla Cina, ci siamo concentrati su città di prima fascia come Pechino e Shanghai, ma abbiamo coinvolto anche aziende provenienti da città di seconda fascia, come Chengdu, e terza, come Foshan”.

La recente costituzione della società Verona Parma Exhibition (VPE) ha dato il via, inoltre, alla nuova iniziativa fieristica WI.BEV per le tecnologie del beverage ed alla acquisizione del 50% delle quote di Bellavita Expo, società che promuove eventi nel food e ora anche nel wine in paesi quali Regno Unito, Polonia, Paesi Bassi, Germania, Stati Uniti d’America, Canada Messico e Thailandia.

Infine, attraverso la propria controllata Veronafiere do Brasil, nel mese di febbraio di quest’anno Veronafiere spa ha annunciato inoltre la nuova iniziativa fieristica Wine South America (dal 26 al 29 settembre 2018 a Bento Concalves, Rio Grande do Sul) che guarda a tutto il Sud America vitivinicolo.

Un “beige book” di iniziative che si ripromette sotto il brand Vinitaly di alzare la percentuale di export del vino e dei prodotti agroalimentari made in Italy, aumentando soprattutto la quota in valore e non solo la quantità.

Alla presentazione del 52° Vinitaly moderata dal giornalista Luciano Ferraro, oltre al presidente Danese e direttore generale Mantovani, sono intervenuti: Andrea Olivero, viceministro del ministero delle Politiche agricole, Michele Scannavini, presidente di ICE-Agenzia, Federico Sboarina, sindaco di Verona, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, e Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor.

lunedì 26 marzo 2018

OIV. Codex Alimentarius, verso una riduzione del limite di piombo nei vini

Alla 12ª riunione del Comitato del Codex sui contaminanti negli alimenti (CCCF), che si è tenuta dal 12 al 16 marzo 2018 a Utrecht, Paesi Bassi, si è discusso della revisione dei limiti massimi di piombo negli alimenti, compreso quello per il vino e di ridurre il limite massimo del Codex dagli attuali 0,20 mg/kg a 0,05 mg/kg.






Verso una riduzione del limite di piombo nei vini all'interno del Codex Alimentarius, che è l'insieme di linee guida e codici di buone pratiche, standardizzate a livello internazionale, che contribuisce al miglioramento della sicurezza, qualità e correttezza del commercio mondiale di alimenti il cui obiettivo primario è quello di proteggere la salute dei consumatori. Biotecnologie, pesticidi, additivi e contaminanti alimentari sono tra i principali argomenti in discussione durante le riunioni del Codex i cui standard, pur essendo solo raccomandazioni per applicazioni volontarie degli stati membri, sono utilizzati spesso come base per la legislazione sanitaria nei vari paesi.

Tra i punti all’ordine del giorno della riunione, le delegazioni degli Stati membri presenti hanno discusso della revisione dei limiti massimi di piombo negli alimenti, compreso quello per il vino. In tal senso, il gruppo di lavoro istituito nel 2017 ha raccomandato di ridurre il limite massimo del Codex dagli attuali 0,20 mg/kg a 0,05 mg/kg.

Il coordinatore scientifico dell’OIV, (Organizzazione internazionale della vigna e del vino), Jean-Claude Ruf, e le diverse delegazioni, hanno fatto però notare che i dati considerati dal gruppo di lavoro telematico comprendono quelli relativi a bevande diverse dai vini d’uva. Per stabilire dei limiti massimi sarebbe altrettanto opportuno tenere in considerazione le caratteristiche specifiche di alcuni tipi di vino, quali i vini fortificati. Jean-Claude Ruf ha fatto presente che l'OIV ha adottato da alcuni anni diverse raccomandazioni relative al piombo nei vini, in particolare, quelle riferite al 1996 dove fu stabilito un limite massimo di 0,20 mg/L che è stato approvato dal Codex nel 2001. Nel 2006 l’OIV ha stabilito un nuovo limite massimo di 0,15 mg/L, che è tuttora in vigore.

L’OIV, attraverso il suo rappresentante, ha portato l’attenzione del CCCF sul fatto che un limite troppo basso, basato esclusivamente su un’analisi statistica dei campioni e che non è specificamente giustificato da un punto di vista strettamente sanitario, potrebbe avere conseguenze notevoli sul commercio internazionale. Sulla base dei dati del gruppo di lavoro, un limite massimo di 0,05 mg/kg porterebbe all'eliminazione di circa il 3% dei vini, ovvero 7,5 milioni di ettolitri di vino che verrebbero esclusi dal commercio vinicolo internazionale e, in particolare, all'esclusione di una quota importante dei vini fortificati (24%). Il rappresentante ha inoltre sottolineato che l’OIV prosegue i suoi lavori al riguardo e che, in particolare, ha già avviato una discussione sulla possibile riduzione del limite attuale (0,15 mg/L) e ha invitato il CCCF a tenere in considerazione i nuovi lavori dell’OIV su questo argomento al fine di evitare in futuro duplicazioni o incoerenze relative limiti potenziali.

Dopo averne discusso, e dopo aver tenuto conto di tutte le informazioni, in particolare quelle menzionate dall’OIV, il CCCF, su proposta della sua presidente, ha deciso di rinviare il dibattito sul limite massimo di piombo nel vino al prossimo anno.

Il gruppo di lavoro presieduto dagli Stati Uniti è stato riconfermato su questo argomento ed è stato spronato a valutare la specificità dei vini fortificati.

Inoltre, il Comitato ha convenuto l’avvio di un nuovo lavoro di revisione del Codice delle pratiche per la prevenzione e la riduzione della contaminazione da piombo negli alimenti, adottato dal Codex nel 2004 (CAC / RCP 56-2004) al fine di integrare i mezzi di riduzione del contenuto di piombo nei vini.

Il CCCF ha deciso inoltre di presentare alla Commissione del Codex per l’adozione finale una riduzione del limite massimo di piombo nel succo d’uva da 0,05 mg/kg a 0,04 mg/kg.

Enoturismo. Mobilità green e buona tavola sempre più cercati dagli italiani.

Il punto di Repower e Seminario Permanente Luigi Veronelli su produzione vitivinicola, turismo e mobilità elettrica. Presentato durante la tavola rotonda il primo rapporto sul turismo enogastronomico italiano: per il 63% dei turisti italiani esperienze enogastronomiche e tematiche.

Enoturismo e mobilità sostenibile, eccellenze enogastronomiche e mobilità “green”: un connubio sempre più ricercato dai turisti italiani. Su questo tema hanno fatto il punto due importanti attori del settore, Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, e Seminario Permanente Luigi Veronelli – Associazione per la Cultura del Vino e degli Alimenti - durante la tavola rotonda “Enoturismo e mobilità sostenibile: tendenze e opportunità per le aziende vitivinicole” tenutasi presso la Tenuta Barone Ricasoli, vicino a Siena.

All’evento hanno partecipato Fabio Bocchiola, Country Manager Italia di Repower, Angela Maculan, Presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli, Roberta Garibaldi, Coordinatrice Osservatorio Nazionale sul Turismo Enogastronomico Italiano e Vittorio Giulini, Consigliere Nazionale delegato alle attività con le aziende enologiche di Associazione Dimore Storiche Italiane, davanti a una platea di imprenditori ed esponenti di realtà del territorio.

La tavola rotonda è stata l’occasione per presentare il Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano realizzato dall’Osservatorio Nazionale del Turismo Enogastronomico. Secondo il rapporto, il 63% dei turisti italiani valuta importante la presenza di esperienze enogastronomiche quando sceglie la meta del viaggio, elementi imprescindibili sono qualità e sostenibilità: il 52% presta attenzione alla presenza di prodotti agroalimentari e vinicoli di qualità, il 40% di prodotti biologici e ben il 42% di strutture ecosostenibili e/o di eventi sostenibili. Il tema green non è driver di scelta solo per le produzioni agroalimentari, ma anche dell’accommodation e degli eventi a cui partecipare.

Le esperienze legate al vino si confermano di grande “appeal” per i turisti italiani: il 41% ha visitato un’azienda vitivinicola nel corso di uno dei viaggi compiuti negli ultimi tre anni, il 35% ha partecipato ad un evento a tema, ma i turisti italiani non cercano solo vino, desiderano abbinare alle visite nei luoghi di produzione esperienze culinarie e culturali. Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto, ha sottolineato che sono quindi da incentivare tutte quelle esperienze che abbinano questi elementi in modo creativo, come, ad esempio, musei o esposizioni d’arte contemporanea, itinerari tra cantine di design, e anche e soprattutto i luoghi della tradizione vitivinicola italiana, come castelli medievali o dimore d’epoca, che rappresentano un grande patrimonio culturale oltre che un’attrazione unica soprattutto per i turisti d’oltreoceano.

Non è un caso che la Toscana, patria di alcuni dei più rinomati vini italiani e luogo dove spesso l’arte e la cultura si abbinano al vino, si confermi essere per viaggi enogastronomici la regione più desiderata dagli italiani. E anche la più strutturata ad accogliere questi turisti: vanta a livello nazionale il maggior numero di Strade del Vino e dei Sapori (22 su un totale di 169 al 2017) e di agriturismo (4.518 su 22.661 al 2016, dati ISTAT), oltre ad essere la regione con il maggior numero di aziende vitivinicole di qualità con servizi di accoglienza turistica (dati Seminario Veronelli).

Quanto rilevato dal Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano si allinea con le azioni messe in campo da Repower che, come ha sottolineato Fabio Bocchiola, Country Manager Italia di Repower, si sono concretizzate nella realizzazione del circuito Ricarica 101. Il circuito unisce dal Nord al Sud della penisola oltre 200 eccellenze, dall’hotellerie e alla ristorazione, permettendo a ogni driver elettrico di ricaricarsi velocemente e gratuitamente grazie alle PALINA BURRASCA da 22 kW istallate presso ogni struttura.

Una visione della sostenibilità condivisa anche dal Seminario Permanente Luigi Veronelli, Associazione per la cultura del vino e del cibo, punto di riferimento per i produttori d’eccellenza e per i cultori dei vini d’Italia. Per questo motivo la nuova app della celebre Guida Oro I Vini di Veronelli 2018 - utilizzabile su dispositivi iOS e Android - aggiunge alla recensione di oltre 16.000 vini alcune importanti informazioni dedicate agli enoturisti. Di ciascuna azienda vitivinicola, infatti, sono segnalate la possibilità di effettuare visite guidate, la presenza di uno shop per la vendita diretta, la disponibilità di strutture ricettive e, a tutto vantaggio della sostenibilità, di un punto di ricarica per automobili elettriche.

Ha partecipato alla tavola rotonda anche l’Associazione Dimore Storiche, che riunisce prestigiose residenze d’epoca come Barone Ricasoli, nelle cui cantine, nel 1872, il barone Bettino mise a punto il famoso uvaggio che sarebbe rimasto per oltre un secolo la “formula” ufficiale del Chianti. Presente con numerose referenze nella Guida Oro I Vini di Veronelli 2018, Barone Ricasoli è anche una tra le prime strutture entrate a far parte del circuito Ricarica 101.

venerdì 23 marzo 2018

I tempi della vendemmia non sono quelli della politica. Comitato Vini invia lettera a Gentiloni

‘La Filiera del Vino Italiano’ ha inviato al Presidente del Consiglio e Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ad interim On.le. Paolo Gentiloni, al fine di sollecitare il Governo nella firma del Decreto relativo alla nomina del Comitato Nazionale Vini DOC e IGP.




La lettera, indirizzata all' On.le Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ad interim ha per oggetto la nomina Comitato Nazionale Vini, mette in risalto che il Decreto di nomina del Comitato Nazionale Vini DOP e IGP non è stato firmato dall’ex Ministro Martina, prima delle dimissioni rassegnate il 13 marzo u.s. Il Comitato Nazionale Vini DOP e IGP nominato per il triennio 2015-2017 è quindi decaduto.

Il Comitato è organo indispensabile per l’approvazione delle modifiche dei disciplinari delle Denominazioni, ed in sua assenza oltre 50 Denominazioni si trovano in una situazione di stallo, che conseguentemente ostacola la competitività del settore sia sul mercato nazionale che internazionale.

Alla luce di quanto sopra, ed in considerazione della prossima campagna vendemmiale, riteniamo doveroso porre alla Sua attenzione la necessità dell’emanazione di un provvedimento centrale per il settore vitivinicolo italiano. Ritardare ancora, anche solo di poche settimane, potrebbe mettere in discussione le modifiche che i produttori attendono per la prossima vendemmia.

La lettera è a firma di:

Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare
(Giorgio Mercuri)

Assoenologi
(Riccardo Cotarella)

CIA – Confederazione Italiana Agricoltori
(Dino Scanavino)

Confagricoltura
(Massimiliano Giansanti)

Federdoc
(Riccardo Ricci Curbastro)

Federvini
(Sandro Boscaini)

Unione Italiana Vini
(Ernesto Abbona)

Difesa sostenibile della vite: FEM sulla prestigiosa collana "Annual Review of Entomology"

Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica di entomologia lo studio su viticoltura e specie invasive.

Un'altra pubblicazione scientifica riconosce l’autorevolezza scientifica della Fondazione Edmund mach nell’ambito delle specie invasive e della viticoltura sostenibile. Si tratta del recente lavoro scritto da Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, e altri tre ricercatori statunitensi, sull'Annual Review of Entomology, una tra le più importanti riviste scientifica di entomologia. 

L'articolo prende atto dell'espansione della viticoltura a livello mondiale ed evidenzia i rischi di introduzione di specie aliene a seguito dalla globalizzazione dei mercati e dai cambiamenti climatici, ma anche i potenziali vantaggi apportati dalla condivisione della conoscenza. Un elenco di sfide e opportunità per la sostenibilità della viticoltura in un mercato globalizzato.

“In questo caso -precisa Claudio Ioriatti- non si tratta di una pubblicazione che annuncia una scoperta scientifica o il risultato di una ricerca, ma del riconoscimento dell’autorevolezza scientifica di FEM sui temi relativi alle specie invasive e alla viticoltura sostenibile e della encomiabile propensione del sistema produttivo locale ad implementare nuovi strumenti nel controllo di vecchi e nuovi fitofagi. L’incremento degli scambi commerciali e i cambiamenti climatici pongono la viticoltura di fronte a nuove sfide rappresentate dalla necessità di controllare nuove specie nocive che stanno ampliando il loro habitat originale”.

L’articolo prende in considerazione le diverse modalità di diffusione e cita come esempio i casi più recenti di invasioni di nuovi areali, esaminando i rischi per la viticoltura associati alla presenza di queste nuove specie, sia per quanto riguarda la produzione quali-quantitativa che per quanto riguarda le ripercussioni in termini di accesso al mercato globale delle produzioni finite. 

Vista l’accresciuta consapevolezza circa il potenziale impatto di determinate modalità di coltivazione, la viticoltura mondiale ha intrapreso un percorso che promette di abbinare la qualità delle produzioni alla sostenibilità dei processi produttivi. Descritto che cosa si intende per sostenibilità, si riportano esempi di come questo concetto sia stato interpretato in diversi contesti produttivi. 

L’intensificazione degli scambi non è avvenuta per fortuna solo a livello commerciale; anche la scienza e la tecnica hanno potuto beneficiare dell’aumentata interazione a livello globale tanto che proprio da questa accresciuta reciproca contaminazione scientifica ed esperienziale si ritiene possono scaturire le soluzioni ottimali per la gestione delle nuove emergenze fitosanitarie. 

L’articolo è correlato da oltre 150 rifermenti bibliografici ai quali accedere per approfondimenti sui temi trattati e da tre supplementi di approfondimento circa l’espansione della viticoltura a livello globale, le specie invasive di interesse viticolo e l’eradicazione riuscita di una specie invasiva.

L’articolo e i supplenti sono scaricabili gratuitamente accedendo a:
http://www.annualreviews.org/eprint/DPUhw4vrFIuVd8cQRXuB/full/10.1146/annurev-ento-010715-023547
Entomological Opportunities and Challenges for Sustainable Viticulture in a Global Market
Kent M. Daane, Charles Vincent, Rufus Isaacs, and Claudio Ioriatti
Annual Review of Entomology, Vol. 63, 2018, pp. 193–214

Vino&Ricerca. Nasce GreenEye, un occhio verde sulla viticoltura di precisione

Da viticoltura di precisione a viticoltura di dettaglio, GreenEye è un innovativo progetto italiano che mette al centro la relazione tra variabilità territoriale e qualità dei vini.


Un “occhio verde” entra in vigneto per rendere la produzione di vini di qualità sempre più alta, economica e sostenibile per l’ambiente. 


Partendo dal presupposto che il vigneto non è un semplice luogo di produzione, ma rappresenta un ecosistema caratterizzato da equilibri complessi di cui tenere conto, GreenEye, il progetto di ricerca svolto da GiottoConsulting srl, azienda di Follina che opera a livello internazionale nel campo delle consulenze vitivinicole, in collaborazione con l’Università di Padova e il gruppo di imprese TEAM (Tecnologie Evolute per l’Agricoltura Meccanizzata), rappresenta un vero e proprio strumento applicativo all’interno del processo vitivinicolo il cui obiettivo è quello di contribuire alla crescita qualitativa dei vini tenendo anche in considerazione la preservazione degli ecosistemi e dell’ambiente. 

Il progetto di ricerca parte dall’esecuzione di rilievi in vigneto attraverso un sensore di prossimità montato su trattore. Passando fra i filari, i sensori rilevano lo stato di salute e la vigoria di ogni singola pianta oltre che una serie di dati microclimatici riguardanti l’interfila e la parete fogliare stessa. Ogni dato è inoltre georeferenziato generando mappe cromatiche specifiche per ogni variabile indagata al fine di approfondire la conoscenza della variabilità territoriale che caratterizza naturalmente ogni vigneto.

Con questo metodo si intende sviluppare ancor più il concetto di “viticoltura di precisione” arrivando a una vera e propria “viticoltura di dettaglio”. Il progetto mette al centro lo studio approfondito degli effetti della variabilità dell’espressione vegetativa del vigneto sulle caratteristiche qualitative delle uve e dei vini e nasce dall’esigenza di avvicinare maggiormente la sfera agronomica a quella enologica nella convinzione che questo possa generare un nuovo approccio qualitativo sia per quanto riguarda la valorizzazione territoriale, attraverso i vini prodotti, che per l’implementazione di una viticoltura sempre più consapevole e puntuale. La vigoria, essendo una variabile parzialmente modulabile e influenzabile dalla gestione agronomica, rappresenta, infatti, uno strumento qualitativo molto potente. È risaputo che gli eccessi di vigore rappresentano un limite alla produzione sia per la qualità delle uve prodotte che per le problematiche di tipo sanitario a cui sono spesso correlati.

Esiste quindi una relazione lineare tra le caratteristiche di variabilità di ciascun vigneto, le pratiche agronomiche applicate e la risposta qualitativa nelle uve prodotte per quanto riguarda specifiche caratteristiche che andranno poi ad influenzare la tendenza all’ossidazione e quindi il potenziale evolutivo dei vini. Grazie a una viticoltura di dettaglio, infatti, è possibile avvicinare in maniera significativa una specifica gestione agronomica a quelli che sono gli obiettivi enologici aziendali. Gli studi riguardanti l’ossidabilità e quindi il potenziale evolutivo dei vini sono stati effettuati attraverso una nuova metodica di analisi sui vini, messa a punto da GiottoConsulting,  il TDO, Test Dinamico di Ossidabilità.

Il progetto “GreenEye” aggiunge, così, un nuovo tassello nella cosiddetta “viticoltura di precisione”. Si tratta di un approccio agronomico innovativo e all’avanguardia che tiene conto delle caratteristiche e potenzialità di ciascun terroir, ma anche della necessità di intervenire solo dove serve, sia con le concimazioni a rateo variabile che con le altre operazioni eseguite durante la stagione vegetativa e modulate in base alle reali necessità della pianta, riducendo così l’impatto ambientale.

“L’innovazione tecnologica sta fortemente caratterizzando il modo di fare viticoltura. La cosiddetta “precision farming” trova oggi un’applicazione concreta a partire dalla concimazione, fino all’esecuzione mirata della sfogliatura meccanica, trattamenti fitosanitari e vendemmia parcellizzata. - Spiegano Stefano Saderi, responsabile del progetto di ricerca, e Federico Giotto di GiottoConsulting s.r.l. - Proprio sulla vendemmia, che per il viticoltore rappresenta il risultato di un’intera stagione, si stanno concentrando i maggiori interessi, poiché la gestione e la valorizzazione della naturale variabilità che caratterizza ogni vigneto può rappresentare un utile strumento per elevare il potenziale qualitativo delle uve prodotte a seconda degli obiettivi enologici”.

giovedì 22 marzo 2018

Lessini Durello: Un’anima, due denominazioni

L’assemblea dei soci ha approvato la nuova impostazione dei disciplinari di produzione, dividendo il metodo italiano e il metodo classico.  


Si chiamano “Lessini Durello” Metodo Italiano e “Monti Lessini” Metodo Classico le due distinte identità che l’assemblea dei soci ha deciso di dare allo spumante berico/veronese. 


Con la dicitura “Lessini Durello” verrà indicato solo lo spumante prodotto in autoclave con metodo Martinotti, mentre la denominazione “Monti Lessini”, finora dedicata ai vini fermi, cambia pelle e diventa la casa ideale per lo spumante ottenuto con rifermentazione in bottiglia. Una scelta coraggiosa per questa DOC a 30 anni dalla sua nascita e che ha superato nel 2017 il suo primo milione di bottiglie.

«La denominazione ha avuto una crescita importante negli ultimi 5 anni, diventando la quinta DOC spumantistica italiana – spiega Alberto Marchisio, presidente del Consorzio tutela vino Lessini Durello -  Il prodotto è sempre più richiesto anche dai mercati esteri e i produttori hanno sentito l’esigenza di fare chiarezza per il consumatore finale; in questo modo i due metodi di produzione saranno ben distinguibili e questa distinzione permette di sviluppare il potenziale di entrambi.»

Una scelta arrivata dopo il successo di Durello and Friends dello scorso novembre, dove i festeggiamenti dei 30 anni hanno portato tutti i produttori a un'importante riflessione sul futuro di una denominazione in decisa crescita, testimoniata dall’apprezzamento da parte dei consumatori, soprattutto quelli più giovani.

La zona di produzione

La zona di produzione del Lessini Durello si trova sulle colline tra Verona e Vicenza. Sono coltivati a Durella 366 ettari sulle colline veronesi e 107 ettari su quelle vicentine. Sono 428 i viticoltori che coltivano quest’uva autoctona. Ad oggi le aziende socie del Consorzio del Lessini Durello sono 32:

Az. Agr. Bellaguardia, Ca d’Or, Casa Cecchin, Cantina di Monteforte d’Alpone, Cantina di Soave, Az. Agr. Casarotto, Cavazza, Collis Veneto Wine Group, Az. Agr. corte Moschina, Dal Cero, Cantina Dal Cero, Cantina Fattori, Franchetto, Az. Agr. Fongaro, GianniTessari, Marcazzan Fabio, Az. Agr. Masari, Az. Agr. Montecrocetta, Az. Agr. Sacramundi, Az. Agr. Sandro De Bruno, Az. Agr. Tamaduoli, Az. Vitivinicola Tirapelle, Cantina Tonello, Cantine Vitevis, Az Agr. I Maltraversi, Cantine Riondo, Cantina Valpantena, Cantine Marti, Family of Wine, Enoitalia, Cantina Denese, Az. agr. Zambon Vulcano

Viticoltura Eroica. Unione Italiana Vini lancia Enovitis Extrême

Unione Italiana Vini (UIV) presenta la prima edizione di Enovitis Extrême, manifestazione dedicata alla viticoltura di montagna. Si svolgerà il 19 Luglio 2018 presso la Società Agricola Grosjean Vinis di Quart (Ao). Il Presidente Abbona: “Una vetrina per i macchinari di un settore che non aveva mai avuto un suo evento specifico”.

Da Enovitis in Campo a Enovitis Extrême. Unione Italiana Vini organizza dal 1998 Enovitis in Campo, prima e unica rassegna dimostrativa con rilevanza nazionale dedicata alla prova in campo delle tecnologie per la coltivazione del vigneto, la cui prossima edizione è in programma il 21 e 22 giugno 2018 in Emilia-Romagna. Forte quindi dell’esperienza acquisita in 12 edizioni di Enovitis in Campo, Unione Italiana Vini con Enovitis Extrême va a completare un importante tassello nel variegato mosaico della promozione delle tecnologie per la viticoltura italiana e internazionale.

Prende il via un nuovo evento dinamico, dedicato alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti "eroici", in alta quota e con giaciture ad elevata pendenza. Enovitis “Extrême” nasce con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei viticoltori di montagna potendo presentare loro lo stato dell’arte della tecnologia dedicata alla viticoltura eroica. La prima edizione di Enovitis Extrême si svolgerà il prossimo 19 luglio in Valle d’Aosta, in collaborazione con Cervim (Centro ricerca per la viticoltura di montagna). Location è la Società agricola Grosjean Vins, situata a Quart (AO). Storica realtà della zona, conduce direttamente circa 15 ettari di vigna ed è stata oggetto di un recente ampliamento dei locali di trasformazione che le consentono di mettere in commercio poco meno di 150.000 bottiglie/anno.

“La viticoltura di montagna, detta anche viticoltura eroica perché praticata in territori “estremi”, rappresenta nel nostro Paese non solo un patrimonio produttivo caratterizzato da una grande ricchezza di territori e vini diversi dalla forte identità, ma costituisce anche un valore economico e sociale rilevante per le comunità umane che vivono in quelle aree. É una viticoltura difficile anche dal punto di vista tecnologico perché praticata in territori impervi dove servono attrezzature e macchinari dedicati che non avevano mai avuto una loro vetrina, un loro luogo di promozione e presentazione al mondo vitivinicolo. Ed è in questa chiave che grazie alla partnership avviata con il CERVIM e con VIVAL, lanciamo l’appuntamento di Enovitis Extrême, una manifestazione specifica dedicata alla viticoltura di montagna che, da molti anni come Unione Italiana Vini, avevamo in mente di creare. Enovitis Extrême ha un valore che va oltre l’importante aspetto promozionale e di facilitazione dell’incontro tra l’offerta dell’industria e la viticoltura di montagna: vuole essere un luogo dove lanciare anche un messaggio culturale alla politica e alle istituzioni sulla necessità di salvaguardare, tutelare e valorizzare questo settore della viticoltura. Una viticoltura che costituisce per il nostro Paese uno straordinario patrimonio che coniuga qualità produttiva con vini dalla forte identità, valorizzazione dell’ambiente e tutela delle comunità”.

Con queste parole Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italina Vini, presenta la prima edizione di Enovitis Extrême, che si svolgerà il 19 Luglio 2018 presso la Società Agricola Grosjean Vinis di Quart (Ao). L’evento, dedicato alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti eroici in alta quota, è organizzato da Unione Italiana Vini in collaborazione con l’istituto CERVIM (Centro di ricerca per la viticoltura di montagna) e il supporto di VIVAL (Associazione dei viticoltori della Valle d’Aosta) ed è patrocinato dalla Regione Valle d’Aosta.

 “Abbiamo accolto con piacere la richiesta di collaborazione di Unione Italiana Vini all’iniziativa Enovitis Extrême – dichiara Alessandro Nogara, Assessore all’Agricoltura e Risorse Naturali –  che ha l’obiettivo di valorizzare la pratica della viticoltura eroica e ha un valore culturale e sociale, oltre che economico, davvero rilevante per le comunità e per tutti i viticoltori nel nostro territorio”.
Una manifestazione che vuole andare in contro alle esigenze delle aziende del settore ‘eroico’, andando a presentare loro le tecnologie più avanzate e diverse soluzioni per facilitare una tipologia di coltivazione molto impegnativa.

“In un ambiente estremo – spiega Roberto Gaudio, Presidente CERVIM – come quello di montagna, uno dei principali problemi per le aziende è rappresentato dai costi per la conduzione dei vigneti e questi sono decisamente più elevati rispetto alle zone vinicole ‘convenzionali’. Trovare nuove soluzioni innovative e tecnologiche, contribuisce a facilitare il lavoro dei viticoltori eroici e ad abbattere una parte di questi costi. La collaborazione fra il CERVIM, Unione Italiana Vini e Associazione viticoltori della Valle d’Aosta, va nella direzione da noi auspicata: fare sistema e elevare l’attenzione verso questo tipo di viticoltura, insieme al mondo della ricerca, dell’innovazione e delle aziende di meccanica applicata”.

Enovitis Extrême, mantenendo l’impostazione di Enovitis in Campo, sarà una manifestazione dinamica ed itinerante, con prove sul campo e dimostrazioni con attrezzature e macchinari specifici per il settore ‘eroico’.

"In Valle d'Aosta - spiega Stefano Celi, Presidente di VIVAL – da sempre la viticoltura eroica trova la sua massima espressione. Qui la coltivazione dei vigneti ha necessità particolari per la, seppur minima, meccanizzazione e siamo quindi onorati di ospitare sul nostro territorio la prima edizione di Enovitis Extrême, oltre che soddisfatti nel vedere lanciata finalmente una manifestazione dedicata a questa particolare tipologia di viticoltura”.

Unione Italiana Vini vuole dare merito e visibilità alle aziende del settore eroico, le quali impegnano ingenti risorse per contribuire allo sviluppo di un ambito vitivinicolo così peculiare, valorizzando le loro attività e dando inoltre risalto a progetti di riconosciuto contenuto innovativo sul territorio.

“È un vero onore – commenta Hervé Grosjean, socio della storica Società Agricola Grosjean – e un privilegio per la nostra azienda ospitare la prima edizione di un evento di livello internazionale come Enovitis Extrême all’interno nel nostro vigneto ‘Rovettaz’. Per poter far conoscere la viticoltura valdostana e questo meraviglioso territorio, anche dal punto di vista gastronomico, questo evento sarà un ottimo biglietto da visita e un’occasione da sfruttare appieno. Ringrazio perciò VIVAL e il suo presidente Stefano Celi per aver reso possibile la nostra partecipazione”.

Agricoltura&Lavoro. In Italia terra più cara d'Europa frena giovani



Il costo elevato della terra in Italia è il principale ostacolo all’ingresso dei giovani in agricoltura. Lo afferma la Coldiretti a commento dell’ultimo studio Eurostat dal quale emerge che la terra arabile in Italia è la più cara d'Europa, fatta eccezione per i Paesi Bassi, con la Liguria che si classifica come la regione europea con i prezzi più alti per un importo medio di 108mila euro all’ettaro.
In Italia il prezzo medio della terra arabile è di 40153 euro all’ettaro con valori che variano 17571 euro della Sardegna ai 30830 euro della Puglia, dai 40570 euro del Lazio ai 42656 della Toscana, dai 65759 della Lombardia ai 68369 del Veneto fino al record ligure.

Il valore nazionale risulta essere pari a più di tre volte quello medio della Spagna pari a 12744 euro, quasi sette volte quello della Francia di 6060 euro e una volta e mezzo quello della Gran Bretagna di 25732  Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari il “prezzo d’ingresso” per un giovane agricoltore rischia di diventare proibitivo e ciò rappresenta un grave problema, anche per le difficoltà di accesso al credito, in un momento peraltro dove la “voglia di campagna” è ai massimi storici.

Lo dimostra l’aumento del 6% nel 2017 delle imprese agricole italiane condotte da under 35, salite a 55.121, cifra che regala all’Italia il primato in Europa per numero di aziende giovani. Una voglia di campagna che è oggi sostenuta da una serie di misure previste dalle politiche nazionali e comunitarie, a partire dai Piani di sviluppo regionali (Psr) che prevedono appositi bandi per favorire l’insediamento e gli investimenti dei giovani in agricoltura.

Si tratta di un’opportunità importante che non riesce però a soddisfare appieno l’enorme mole di domande che vengono alle imprese under 40. Anche per quanto riguarda l’accesso alla terra sono stati predisposti piani di sostegno come la Banca della Terra, un progetto previsto dal Collegato Agricolo con l’obiettivo di cedere i terreni di proprietà delle pubbliche amministrazioni alle giovani imprese.

Sul fronte del credito Coldiretti ha inoltre messo in campo con Creditagri un progetto espressamente rivolto ai giovani per favorire gli investimenti attraverso un sistema che permette di abbattere i tempi di accesso al credito pubblico e privato da 20 mesi ad appena 2 mesi. Un impegno che negli ultimi 3 anni ha portato al finanziamento di oltre 650 progetti per un importo di 60 milioni di euro.

mercoledì 21 marzo 2018

Viticoltura&Sostenibilità. Montefalco, vini più green con riduzione fitofarmaci

In Umbria, da progetto pilota del Montefalco Sagrantino DOCG a modello di agricoltura “green” esteso a tutta la Regione. Dati e prospettive della rivoluzione iniziata con Grape Assistance.

Il Consorzio Tutela Vini Montefalco verso vini sempre più sostenibili ed attenti all’ambiente. Vini più green, presentati in questi giorni al ProWein, con una riduzione dell’uso dei fitofarmaci del 40%, prodotti a partire da una gestione più sostenibile dei vigneti. Una rivoluzione lanciata nella filiera vitivinicola dal Consorzio Tutela Vini Montefalco che diventa modello di sostenibilità per l’intero comparto agricolo della Regione Umbria.

Nato nel 2015 come progetto pilota per la coltivazione dei vigneti del Montefalco Sagrantino DOCG, Grape Assistance diventa oggi Smart Meteo ed estende il suo raggio d’azione non solo a tutti i vigneti umbri, ma anche agli altri tipi di coltivazione, mantenendo immutata la sua natura: un assistente tecnologico “in campo”, a servizio di tutti i produttori, che permette di ottenere bollettini meteo e previsioni a lungo termine, informazioni sullo stato di salute reale delle piante utili a superare il sistema dei trattamenti a calendario.

“Un valido aiuto che ha consentito di effettuare interventi mirati solo in caso di presenza di agenti patogeni, riducendo in maniera significativa l’utilizzo dei fitofarmaci. Oggi portiamo sui mercati, a partire da ProWein, prodotti più sostenibili e in linea con le esigenze dei consumatori – spiega Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – L’obiettivo, con Smart Meteo, è di raggiungere una riduzione del 75% su tutto il territorio umbro. Massimizzando i vantaggi del protocollo, l’Umbria potrebbe arrivare ad un risparmio, in termini economici, molto alto di farmaci non somministrati in agricoltura, una rivoluzione ecosostenibile ed economica sorprendente che siamo fieri di aver innescato”.

Il risparmio economico medio che il modello di Montefalco ha raggiunto, nei primi tre anni di applicazione in vigna, è di circa 175 euro l’ettaro. Con l’applicazione del protocollo all'interno di tutte le aziende del Sagrantino, 60 circa per poco più di mille ettari, si abbattono tonnellate di prodotti chimici, corrispondenti a circa 88 mila euro, con un risparmio complessivo stimato in circa 105 mila euro annui. In Umbria i terreni coltivati coprono ben 340 mila ettari. Smart Meteo auspica, pertanto, a realizzare un’ambiziosa rivoluzione di innovazione agricola, che consentirà un maggior rispetto del territorio e una produzione più sostenibile e qualitativamente superiore.

Le denominazioni di origine Montefalco si arricchiscono, dunque, di vini sempre più attenti all’ambiente, molti dei quali faranno il loro ingresso sul mercato estero in occasione del ProWein 2018. Un banco di prova importante: l’export pesa circa il 70% sul fatturato complessivo dei vini di Montefalco, contro una propensione all’export del 52% del comparto del vino italiano.

Nel 2017, le aziende del territorio hanno esportato fuori dai confini nazionali quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente, soprattutto verso la Germania mercato di riferimento per rossi e bianchi fermi prodotti in maniera sostenibile. Il 12% dei tedeschi, infatti, dichiara di aver consumato vino green, soprattutto italiano e l’84% si dichiara interessato a continuare acquistarlo in futuro (Survey Wine Monitor Nomisma 2017 per ICE-Agenzia©).

Abruzzo: nasce la “Rete dei borghi”, 9 cooperative di comunità al servizio del territorio

Un progetto coordinato da Confcooperative Abruzzo e supportato da Confcooperative Nazionale e Fondosviluppo.



Borghi delle aree interne. Borghi ricostruiti dopo essere stati flagellati dal sisma de L’Aquila. Borghi in via di spopolamento. Borghi che, però, non si arrendono perché hanno un cuore che batte forte: quello della loro gente. È così che nasce la Rete dei borghi che vede il suo “epicentro”, in termini di partecipazione attiva dei suoi cittadini, ad Anversa degli Abruzzi dove in contemporanea una folta delegazione delle comunità dei borghi di Anversa, Prezza, Fontecchio e Santo Stefano di Sessanio costituisce oggi una cooperativa di comunità per ciascun singolo borgo. A distanza di qualche ora e di pochi chilometri faranno la stessa cosa i cittadini di Collelongo e Tollo. Sei cooperative di comunità costituite nello stesso giorno a cui si aggiungono quelle già operative di Pescasseroli, Pizzoferrato e Barrea.

«Le cooperative sono sentinelle del territorio, capaci di intercettare, più di ogni altra impresa, i bisogni delle comunità. Dove lo Stato si ritira perché non è più in grado di organizzare servizi e risposte e il privato neanche pensa a cimentarsi, le cooperative - dice Maurizio Gardini presidente Confcooperative - favoriscono l’autorganizzazione dei cittadini mettendoli in condizione di rispondere alle proprie esigenze».

Dalla piccola comunità di Santo Stefano Sessanio (113 abitanti) al centro più grande, Tollo (4.122 abitanti) c’è un unico filo conduttore che tiene insieme la “rete dei borghi”, sono tutti laboratori di cittadinanza attiva, cittadini che si organizzano in impresa cooperativa per rispondere ai propri bisogni. Cittadini che diventano impresa per il territorio. Si va dalla riapertura dell’emporio del paese alla spesa a domicilio, dal trasporto scolastico dei bambini a quello degli anziani, dalla valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio a tutti i servizi legati all’ospitalità e al turismo, senza dimenticare la cura del territorio e del paesaggio e la gestione sostenibile delle risorse forestali.

«Non solo. Nella vocazione dei territori c’è anche chi “autorifornisce” la stazione di carburante, perché in un’ottica di diseconomia di scala nessuna compagnia petrolifera andrebbe a fare bunkeraggio. L’ulteriore valore aggiunto - dice Massimiliano Monetti presidente di Confcooperative Abruzzo - sarà quello del network tra le dieci cooperative, grazie al quale si scambieranno esperienze e turisti per dar vita a una visione unica di sistema». 

Breve profilo delle cooperative impegnate nella “Rete dei borghi”:

1.     Anversa degli Abruzzi (340 abitanti): la cooperativa si occuperà di gestire l’emporio del paese, unico punto vendita e spazio per servizi alla popolazione. Gestirà i servizi turistici sostenibili, organizzerà itinerari e percorsi per turisti, permetterà loro di assistere alla lavorazione del formaggio oltre che alla gestione delle greggi.

2.     Prezza (952 abitanti): servizi ai cittadini e valorizzazione delle produzioni come la coltivazione del carciofo e della vite. Gestione delle risorse ambientali e culturali, sviluppo di servizi innovativi.

3.     Fontecchio (357 abitanti): molto dinamica nella ricostruzione post sisma. Il paese è stato ricostruito, ma è spopolato tanto che l’amministrazione comunale sta lavorando ad un progetto “casa bottega”, col quale offre casa e un locale per attività commerciale. La cooperativa Si occuperà della valorizzazione delle risorse forestali attraverso l’attivazione di un impianto a biomassa che riscalda la scuola.

4.     Santo Stefano Sessanio (113 abitanti): gravemente danneggiato dal sisma de L’Aquila il borgo è stato ricostruito. Il turismo è una leva importante per l’economia locale. Gli abitanti si sono organizzati per una serie di servizi al settore turistico e nella raccolta dei rifiuti, dell’umido che viene caricato a dorso di mulo tra i vicoli del borgo e riposto nelle compostiere. Inoltre c’è la volontà di sviluppare un centro unico culturale per lo sviluppo di attività legata alla valorizzazione di prodotti.

5.     Tollo (4.122 abitanti): il paese cooperativo per eccellenza. Terra del vino e paese delle cantine cooperative. Si occuperà di servizi assistenziali e sociali, artigianato, gestione del verde pubblico, locali e strutture pubbliche e sviluppo di servizi all’agricoltura.

6.     Collelongo (1.196 abitanti): è uno dei comuni dove l’orso si avvicina sempre di più ai centri abitati. La cooperativa intende sviluppare all’interno del complesso scolastico un centro multifunzionale per la formazione e trovare sinergie tra gli anziani e i più piccoli. Nel cortile della scuola la realizzazione di un orto sociale che andrà a sostenere la mensa scolastica. La cooperativa seguirà progetti di sviluppo anche per la gestione sostenibile del bosco e della filiera energetica, con la scuola riscaldata da un impianto a biomasse di origine forestale.

7.     Pizzoferrato (1.103 abitanti): la cooperativa AJAVDE' vuole valorizzare la patata e il fagiolo autoctono di Pizzoferrato, attraverso un punto vendita e la coltivazione. La cooperativa promuove il consumo dei prodotti locali presso tutte le strutture recettive del paese. Si occupa del piano neve e dei servizi di gestione di pulizia, dello sfalcio dell’erba e ha ambiziosi progetti per la gestione di un complesso turistico per lo sviluppo e la gestione sostenibile delle risorse forestali. Alla base del progetto di sviluppo locale c’è la vocazione di riportare a se i servizi di Pizzoferrato. Il primo atto è stato rappresentato dal progetto del Comune ha promosso la nascita di una stazione di carburante “PizzOil” autorifornita dagli stessi abitanti.

8.     Barrea (713 abitanti): già cooperativa di Comunità VallisRegis, impegnata nella gestione di un impianto fotovoltaico del paese intende gestire un albergo diffuso di proprietà del Comune per promuovere turismo sostenibile attraverso un programma di turismo esperienziale.

9.   Pescasseroli (2.212 abitanti): la cooperativa Castel del Mancino si occupa della gestione di uno chalet turistico e lavora per la valorizzazione del territorio attraverso la gestione di un’ex stazione ferroviaria per la promozione di prodotti e itinerari paesaggistici.