martedì 30 giugno 2015

Sorsi di Vino. Valmontone Food&Wine Festival

Sorsi di Vino. Valmontone Food&Wine Festival. Al via la prima edizione pensata e diretta dell'esplosivo Gourmet Errante e AB TEK srls
A Valmontone (Roma) sabato 18 luglio 2015

Valmontone, a due passi da Roma, quella che Charles Dickens nel 1846 nelle sue Pictures from Italy descrisse come: «[...] La tonda cittaduzza che sorge cinta di mura sulla montagna [...]». Uno spettacolo che consiglio di non perdere, quello di “Sorsi di Vino”. Una manifestazione che nasce con lo scopo di favorire il contatto diretto tra le aziende vitivinicole e della gastronomia, gli operatori del settore e gli amanti del vino e del cibo di qualità, superfluo affermare che la parte da protagonista la faranno alcuni fra i migliori vini nazionali



Sorsi di Vino vuole contribuire alla valorizzazione dei prodotti del territorio - con particolare attenzione a quelli del Lazio, regione che vanta una forte identità in termini di cultura, tradizioni e sapori - trascinando gli ospiti ed affascinandoli attraverso la loro conoscenza e riscoperta.
Il festival è il risultato della passione, della competenza e dello spirito propulsivo del “Gourmet Errante” e della professionalità della AB TEK srls ed ha fra gli obiettivi quello di proporre un’esperienza sensoriale difficile da dimenticare. Il logo dell’evento rappresenta l’ideale connubio tra eleganza e curiosità dei sapori.La manifestazione accoglierà circa 200 aziende rappresentative dell’intero territorio nazionale, che presenteranno 400 vini, tra spumanti, bianchi, rosati, rossi e passiti accuratamente selezionati.
Nei banchi di assaggio saranno presenti produttori e sommelier per raccontare agli ospiti i vini spesso realizzati nel rigoroso rispetto di una agricoltura biologica e biodinamica attraverso l’utilizzo di lieviti naturali e fermentazioni spontanee.
L’itinerario del gusto si articolerà nel centro storico di Valmontone all’interno delle stradine attorno alla favolosa location di Palazzo Doria Pamphilj con la terrazza panoramica che domina sulla splendida cittadina alle porte di Roma.
Palazzo Doria Pamphilj ospiterà seminari, convegni, verticali e cooking show: il seminario sulla pizza con Giancarlo Casa de “La Gatta Mangiona” e Stefano Callegari di “Trapizzino”, la degustazione “Orizzonte Circolare” di Bellenda, la verticale della “Grifalco” di Cecilia Naldoni Piccin, la verticale di “Piana dei Castelli” di Matteo Ceracchi, il convegno “Biodinamica: La natura incontra la natura” tenuto da Carlo Noro durante il quale interverrà Piero Riccardi che presenterà il suo libro dal titolo “Riprendiamoci il cibo”. Gli eventi sono gratuiti, il numero di posti è limitato per cui è obbligatoria la prenotazione.

Durante la manifestazione sarà possibile degustare ed assistere alla preparazione del Sigaro Nostrano del Brenta; i ristoratori di Valmontone proporranno piatti tipici del luogo a prezzi contenuti.

Informazioni
Sorsi di Vino
Valmontone
Sabato 18 luglio dalle ore 16,00 alle 24,00
Ingresso: € 15,00
email: info@sorsidivino.com
per info: Berasini Alessandro 333 9638100 – Pace Pasquale 333 2314711



AZIENDE PARTECIPANTI


WINE

VALLE D’AOSTA

Cave du Vin Blanc de Morgex et de la Salle

PIEMONTE

Bruno Rocca Azienda Agricola Rabaja

Camillo Favaro

Carussin

Cascina Iuli

Dante Rivetti

Ettore Germano

F.lli Rovero – Bioemporio

Le Piane

Nadia Curto

Rocco di Carpeneto

LOMBARDIA

La Valle

LIGURIA

BioVio

Cantine Lunae Bosoni

Ka’ Manciné

TRENTINO ALTO ADIGE

Balter

Cantina Zeni

Cantine Monfort

Cantine Moser

Dorigati

Endrizzi

Foradori

Gaierhof

Haderburg

Pisoni

Revì Spumanti

Villa Corniole

FRIULI VENEZIA GIULIA

Azienda Agricola Damijan Podversic

Borgo San Daniele

Edi Keber

Lis Neris

Rizzi Spumanti

Toros

Zuani

VENETO

Azienda Agricola Le Manzane

Azienda Agricola Nardello

Bellenda – Vini Col di Luna

Menti

Monte dall’Ora

Tessari

Vignalta

EMILIA ROMAGNA

Agricola del Farneto - Bioemporio

Ca’ di sopra

Drei Dona

Gallegati

TOSCANA

Agricola Ottomani

Colle Santa Mustiola

Il Colombaio di Santa Chiara

Montevertine

Pietroso

Quercia al Poggio

Tenuta Montiani

Tenuta San Lorenzo

Caiarossa

Fabrizio Dionisio

Fattoria del Pino

Fattoria di Bacchereto

I Fabbri

Il Bosco di Grazia

Le Casalte

Marcampo

Montecivoli - Bioemporio

Pieve de Pitti

Piombaia

Podere il Mulinaccio

Podere Il Rifugio dei Sogni

Poggio Trevvalle - Bioemporio

Querceto di Castellina di Jacopo Di Bat-

Querciabella

Tenuta Le Potazzine

Tenuta Monterosola

Terre dei Pepi

tista

MARCHE

La Marca di San Michele

Maria Pia Castelli

Montecappone

Podere dei Colli - Bioemporio

Podere Fiorano - Bioemporio

Società Agricola Borgo Paglianetto

Società Agricola Il Conventino

Umani Ronchi

Vigneti Vallorani

Walter Mattoni

UMBRIA

Barberani

Cantine Todini

Cantine Zanchi

Custodi

Decugnano dei Barbi

Leonardo Bussoletti

Moretti Omero – Bioemporio

Palazzone

Trentaquerce

ABRUZZO

Azienda Agricola Di Cato

Cataldi Madonna

Francesco Cirelli

Jasci – Bioemporio

Marina Palusci

LAZIO

Antonello Coletti Conti

Azienda Agricola Biodinamica Carlo Noro

Azienda Agricola Donato Giangirolami

Azienda Agricola Giacobbe Alberto

Azienda Agricola Le Cerquette

Azienda Agricola Proietti

Cantina del Tufaio

Cantinamena

Cantine Lupo

Cantine Migliaccio

Damiano Ciolli

Giovanni Terenzi

La Luna del Casale

Migrante

Palazzo Tronconi

Piana dei Castelli

Pileum

Podere Orto

Azienda Agricola De Sanctis

Azienda Agricola Milana

Azienda Agricola Neri

Azienda Vitivinicola Buttarelli

Aziende Terre del Veio

Bioemporio di Fabio Zamponi

Cantine Trappolini

Casale Mattia - Bioemporio

Cassano - Bioemporio

DOC Distribuzioni di Roma

La Salsamenteria di via Monti Parioli e i suoi Champagne

La Visciola

Marco Antonelli

Marco Carpineti

Piero Riccardi e Lorella Reale

Società Agricola Tenuta La Pazzaglia

CAMPANIA

Azienda Agricola San Giovanni

Cantine del Barone

Cantine dell’ Angelo

Cantine Marisa Cuomo

Degaeta

Il Cancelliere

La Rivolta - Bioemporio

Raro

Stefania Barbot

Tenuta Russo Bruno

BASILICATA

Amaro Lucano Anniversario

Carbone Vini

Grifalco della Lucania

Musto Carmelitano

MOLISE

Claudio Cipressi

CALABRIA

L’Acino

PUGLIA

Cantine D’Alfonso del Sordo

Pietraventosa

Tenuta Ripa Alta

Vignaflora di Saponari Filomena

SICILIA

Azienda Agricola Bruno Ferrara Sardo

Basile - Bioemporio

Bonavita Faro

EnoTrio - Bioemporio

Girolamo Russo

I Graci

Valdibella - Bioemporio

SARDEGNA

Allée Bleue (Sudafrica)

Altea Illotto - Bioemporio

Cantina Mogoro

Cantine Su’ Entu

MEDIATIS: WINE IN MOTION

Nina Ananiashvili & Wine Art (Georgia)

Weingut Schwarzböck (Austria)

Zanut (Slovenia)

VINI ETICI

Andrea Scovero (Piemonte)

F.lli Collavo (Veneto)

Piombaia (Toscana)

KIPPIS

Albino Rocca (Piemonte)

Blue Gin (Austria)

Ca’ d’Gal (Piemonte)

Cantine Barbera (Sicilia)

DOC ROMA

Edoardo Sderci (Toscana)

Maffini (Campania)

Podere Il Palazzino (Toscana)

Raina (Umbria)

Roccafiore (Umbria)

Tenuta Lenzini (Toscana)

FASHION & WINE

Bertani (Veneto)

Cantina Montalbera (Piemonte)

Cantina Pellegrino (Sicilia)

Cantina St. Pauls (Trentino Alto Adige)

Sibona Distillerie (Piemonte)

BEER

LAZIO

Birrifici Tolerium

FOOD

PIEMONTE

Azienda Agricola Alta Langa

Le Ramate

FRIULI VENEZIA GIULIA

Dok Dall’Ava

LAZIO

Agnoni

Agresti Pasticceria

Agricola Emme

Attilio Servi Pasticceria

Azienda Agricola De Santis Patrizia

Bar Lazio – Food

Consorzio Salsiccia di Monte San Biagio

D.O.L. Bottega del Gusto

Il San Michele

La Formaggeria di Francesco Loreti

Società Agricola Case Caiano

Terra di Sapori e di Saperi

Vice Gelaterie e sfizioserie

ABRUZZO

Forme d’autore di Antonello Egizi

Fracassa Salumi

MARCHE

Re Norcino

CAMPANIA

Dolciarte di Carmen Vecchione

Giolì Azienda Agricola

Manuel Lombardi Conciato Romano

BOOKS

ITALIA

Doctor Wine by Daniele Cernilli

Edizioni Estemporanee

SIGARO

ITALIA

Sigaro Nostrano del Brenta

Programma degli eventi a Palazzo Doria Pamphilj
ore 17:00 – Seminario sulla pizza tenuto da Giancarlo Casa de “La Gatta Mangiona” e Stefano Callegari di “Trapizzino”.
ore 18:00 – Degustazione “Orizzonte Circolare” di Bellenda (prenotazioni limitate a 30 posti).
ore 19:00 – Verticale della “Grifalco” di Cecilia Naldoni Piccin, condotta da Riccardo Silla Viscardi di Doctor Wine (prenotazioni limitate a 30 posti) :
Grifalco 2004
Bosco del falco 2005
Bosco del falco 2006
Damaschito 2007
Damaschito 2008
Damaschito 2009
Grifalco 2010
Daginestra 2011
ore 20:00 – Verticale di “Piana dei Castelli” di Matteo Ceracchi condotta dal produttore (prenotazioni limitate a 30 posti):
Torre del mare 2006
Torre del mare 2007 prova di botte
Torre del mare 2008 prova di botte
Trama 2009
Follia Rosso 2010
Follia Rosso 2011 in magnum
Grechetto 2012
Follia Bianco 2013
La verticale si chiuderà con una “particolare sorpresa” in magnum.

ore 21:00 – Convegno “Biodinamica: La natura incontra la natura” tenuto da Carlo Noro ove interverrà Piero Riccardi che presenterà il suo libro dal titolo “Riprendiamoci il cibo”

Agrumi, grano e olio: gli ‘ori’ di Sicilia

Expo: gli Atenei siciliani portano il loro contributo scientifico a Milano sull’agrobiodiversità mediterranea e gli ‘ori’ di Sicilia
Mercoledì 1° luglio le Università di Catania, Messina e Palermo, saranno protagoniste a Expo 2015 con il proprio contributo di ricerche e innovazioni

Nell’auditorium del Padiglione Italia, a partire dalle 18,30 si terrà la tavola rotonda promossa dalla Conferenza dei rettori (Crui) sul tema “Agrobiodiversità e filiere produttive siciliane strategiche nel Mediterraneo. Agrumi, grano e olio: gli ‘ori’ di Sicilia” che vedrà attivamente coinvolti gli studiosi dei tre atenei dell’Isola. 

Questi settori rappresentano da un lato la storia dell’agricoltura siciliana, con importanti testimonianze e riferimenti di valenza storica, culturale e paesaggistica, dall’altro dei traguardi dell’innovazione. 

Durante l’evento, saranno evidenziate le qualità che questi tre settori, esempi di agrobiodiversità, offrono al territorio siciliano. Tutte e tre le filiere verranno rappresentate dalle origini sino agli sviluppi in corso e sul ruolo che l’innovazione agronomica e tecnica può offrire per la sostenibilità delle produzioni.

Una significativa anteprima del contributo delle Università siciliane all’esposizione universale di Milano era stato presentato in anteprima a Catania in occasione della manifestazione “Unict per Expo” che si era svolta nei palazzi storici universitari etnei lo scorso 22 maggio.

I tre atenei isolani, promotori nella regione Sicilia di iniziative di ricerca a supporto delle principali filiere agroalimentari, presenteranno pertanto, in occasione di Expo, un momento di approfondimento e di confronto su tre comparti strategici: gli agrumi, l’olivo e l’olio, e il grano, emblematicamente definiti “gli ori di Sicilia”.

Tali comparti rappresentano, da un lato, la storia dell’agricoltura siciliana con importanti testimonianze e riferimenti di valenza economica, culturale e paesaggistica, dall’altro rappresentano delle frontiere per le possibilità di innovazione. Con riferimento ai primi aspetti verranno tratteggiati quei caratteri che hanno storicamente determinato la centralità della Sicilia nel più ampio contesto mediterraneo, grazie anche al contributo della crescita economica generata dai settori della granicoltura, dell’olivicoltura e dell’agrumicoltura, sia pure in epoche significativamente diverse, e fino ad arrivare ai giorni nostri con alcune testimonianze dirette dal mondo dell’imprenditoria.

Saranno inoltre evidenziati gli aspetti della straordinario patrimonio di agrobiodiversità che agrumi, frumento ed olivo offrono in Sicilia e che in molti casi contribuiscono alla qualificazione delle rispettive filiere produttive. Per ciascuna delle filiere individuate verrà offerto un contributo di conoscenze sull’evoluzione del comparto, sulle dinamiche in atto e sul ruolo che le innovazioni di natura agronomica e tecnica possono offrire per la sostenibilità delle produzioni. Non verrà peraltro trascurata l’attenzione che tali prodotti a vario livello suscitano in ambito medico e più in generale salutistico nel contesto della tradizionale dieta mediterranea.

In particolare con riferimento agli agrumi, già dal XVIII e XIX secolo la Sicilia si è affermata come luogo ideale per la coltivazione ed il commercio di aranci, limoni, mandarini e simili e, ancora oggi, l’Isola mantiene una posizione preminente a livello internazionale per la trasformazione e produzione di derivati agrumari e assume importanza anche per nuovi ambiti, quale quello ornamentale. Ogni agrume è in qualche modo testimone di epoche e di civiltà, di tradizioni e di storia ed oggi la filiera, in fase di profondo riassetto, è chiamata a interrogarsi rispetto alle sollecitazioni derivanti da nuove sfide e minacce di natura fitosanitaria e dalle richieste di un consumatore sempre più attento ed esigente nei confronti della salubrità delle produzioni e degli aspetti salutistici.

Il grano è, anche secondo la mitologia, uno dei simboli della agricoltura in Sicilia (già granaio d’Europa in epoca romana); la coltivazione del frumento, in particolare di tipo duro, caratterizza da sempre anche paesaggisticamente estese aree dell’entroterra siciliano e anzi assieme alla vite e all’olivo determina quella che secondo una felice definizione dello storico Fernand Braudel è stata appellata come “triade di civiltà” e “bioindicatore di mediterraneità” a segnarne il forte carattere identitario. Anche per il settore della granicoltura e per la filiera collegata l’occasione dell’evento verrà sfruttata in termini di analisi dei rischi e delle opportunità offerte dall’epoca della globalizzazione. In tale contesto verrà enfatizzato, nell’ambito della tematica dell’agrobiodiversità, il contributo che il recupero dei grani antichi siciliani può offrire al rilancio del settore.

La coltivazione dell’olivo trova in Sicilia origini antiche e la sua stessa storica diffusione è emblematica delle diverse civiltà che nell’Isola si sono storicamente succedute a partire dai Fenici. Nel corso degli anni, la produzione di olio di oliva extravergine siciliano di qualità è cresciuta, ed è oggi internazionalmente riconosciuta come confermano i numerosi premi e riconoscimenti attribuiti a prodotti d’eccellenza che fanno leva sul vasto e per certi versi ancora non del tutto esplorato patrimonio varietale. La sfida del futuro al centro del dibattito all’interno dell’evento, riguarda dunque non solo i temi della qualità ma necessariamente anche quello della sostenibilità economica che non può prescindere dalla tracciabilità dei prodotti e dalla razionalizzazione delle tecniche colturali, secondo le più moderne acquisizioni della ricerca scientifica.

La tavola rotonda del primo luglio - moderata dalla giornalista Josephine Condemi, Nòva24 (Il Sole 24 ore) - si aprirà con la ‘lectio magistralis’ di Henry Bresc, illustre storico dell’Università di Parigi X Nanterre, studioso del Mediterraneo e del rapporto tra Sicilia e Mediterraneo, sul tema “Zucchero, burro, tonno salato e pane bianco. Cuccagna, gusti e paradossi nella Sicilia medievale”.

Seguiranno gli interventi dei docenti dell’Università di Catania Stefano La Malfa sul “Germoplasma e nuove varietà agrumicole”, Paolo Guarnaccia su “Germoplasma e frumento di rinnovato interesse”; dell’Università di Palermo Giuseppe Barbera (Il paesaggio), Ettore Barone (Il patrimonio varietale olivicolo siciliano: tra storia e attualità) e Antonio Carroccio (Gluten sensitivity: un’epidemia in corso. Mito o realtà?); dell’Università di Messina, Paola Dugo e Nicola Cicero (Tradizioni agroalimentari siciliane), Elena Santagati (Grano: Sicilia antica e network mediterraneo) e Vincenzo Chiofalo (Recupero e usi dei sottoprodotti di agrumi, grano e olio d’oliva).

Tra i relatori anche Federica Argentati del Distretto agrumi di Sicilia, Manfredi Barbera dei Premiati oleifici Barbera, Adriana Santonocito ed Elena Arena di Orange Fiber e Vilfredo e Simona Raymo della “Simone Gatto”, e il prof. Biagio Pecorino (Università di Catania), presente nella sua qualità di rappresentante del Distretto unico Cereali di Sicilia.

Vinitaly: Osservatorio wine2wine

PER 6 CANTINE SU 10 CRESCE IL FATTURATO DELL'EXPORT NEI PRIMI 4 MESI DEL 2015
Vinitaly monitora il mercato in preparazione della 50ª edizione, dal 10 al 13 aprile 2016. Per una 1 su 4 l'aumento supera il 15%

Il 2015 è iniziato positivamente per il vino italiano. Lo dicono le aziende intervistate dall'Osservatorio wine2wine di Vinitaly tra maggio e giugno. Molto bene il mercato a stelle e strisce, contrastanti i pareri per Germania e Cina. Tra i canali di vendita, ancora preferiti gli importatori alla GDO.

L’85% delle cantine italiane è soddisfatto dell’attuale andamento del mercato, grazie soprattutto all’ottima performance delle esportazioni nei primi 4 mesi dell’anno. È quanto emerge dal quarto Osservatorio wine2wine di Vinitaly, i cui risultati sono stati presentati oggi a Milano da Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, nel corso del suo intervento al “Forum Food e Made in Italy” del Sole 24 Ore.

«Capire come si muovono i mercati esteri è fondamentale per programmare al meglio la prossima edizione di Vinitaly – ha affermato Mantovani –. Quella in programma dal 10 al 13 aprile 2016 sarà la cinquantesima edizione del Salone del vino di Verona e stiamo lavorando per confermare la sua leadership tra le fiere internazionali di settore».

Delle oltre 400 cantine intervistate tra maggio e giugno, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale (17,5% Nord-Ovest, 35,4% Nord-Est, 31,7% Centro, 15,4% Sud e Isole) e tutte già espositrici di Vinitaly o partecipanti alla prima edizione di wine2wine nel dicembre 2015, il 58,3% ha dichiarato una crescita del fatturato imputabile al commercio estero rispetto allo stesso periodo del 2014. Il 32% è stabile, mentre un calo viene registrato dal 9,7% di chi ha risposto, a cui si contrappongono incrementi superiori al 15% per il 21,4% delle cantine. Il trend è molto positivo soprattutto per le imprese del Nord-Est e dell’Italia meridionale, per quelle mediamente internazionalizzate (cioè presenti con i propri vini in 6-20 mercati) e per quelle con percentuali di export già superiori al 30%.

Questo sentiment viene in parte confermato dai dati Istat del primo trimestre 2015 (ultima rilevazione disponibile), che indicano un valore delle esportazioni italiane di vino in aumento del 3,85% per un totale di quasi 1,189 miliardi di euro, anche se con una contrazione dei volumi di circa il 2%.

Grazie all’indebolimento dell’euro sul dollaro e all’andamento generale dell’economia, gli Stati Uniti sono il mercato del momento: il 76,2% delle cantine intervistate ha infatti dichiarato che quello americano è tra i tre mercati (con Canada e Regno Unito) che in questo momento stanno crescendo maggiormente. Questa opinione è condivisa sia dalle aziende che vendono i propri vini in meno di 10 mercati, sia in quelle maggiormente internazionalizzate.

Più variegata l’opinione delle cantine nei confronti del mercato tedesco: 1 azienda su 3 (32,7% per la precisione) ha dichiarato un aumento delle vendite in Germania, ma più di un terzo (34,7%) sono state quelle che, al contrario, hanno registrato una contrazione. Tra le cantine che esportano i propri vini in più di 20 Paesi, solo la Russia ha avuto un andamento della domanda peggiore.

Anche la Cina mostra una situazione polarizzata, con aziende di piccole dimensioni che stanno aumentando le vendite (21,8% del totale) e imprese più strutturate che, nel 16% dei casi, indicano il Paese asiatico come un mercato in calo.

«Un'occasione per verificare direttamente la situazione in questi ultimi due mercati l'avremo già a partire da settembre – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere – quando, dal 18 al 20, saremo a Shanghai con Vinitaly China al Wine & Dine Festival e dal 5 al 7 novembre a Hong Kong all'International Wine & Spirit Fair, mentre il 16 novembre saremo a Mosca per un nuova edizione di Vinitaly Russia».

Quanto ai canali di vendita, le cantine giudicano molto positivo (63,6% degli intervistati) il proprio rapporto con gli importatori, mentre divide il rapporto con la GDO estera (molto positivo per il 47,3% ma allo stesso tempo particolarmente negativo per il 27,3%).

In entrambi i casi c’è una correlazione diretta con la dimensione aziendale: le cantine con oltre 10 milioni di euro di fatturato e 1 milione di bottiglie prodotte sono soddisfatte degli importatori nell’85% dei casi, percentuale che scende fino al 41,2% per le cantine che producono fino a 150mila bottiglie. Andamento simile, ma con differenze meno marcate, per le vendite alla GDO estera.

I risultati completi dell'indagine sono disponibili al link http://www.wine2wine.net/osservatorio-iv-edizione/

Streetfood Tour

L’arrosticino non va in vacanza: a Pescara arriva lo Streetfood Village
Dal 3 al 5 luglio l’unico cibo di strada marchiato e disciplinato fa tappa in Abruzzo

Sedicesima tappa per il tour nazionale del cibo di strada promosso dall’associazione Streetfood. A Pescara oltre 50 cibi di strada da tutto il mondo a suon di musica e festa. Nel Lungomare Colombo arriva la sedicesima tappa dello Streetfood Tour

Da venerdì 3 a domenica 5 luglio, lo Streetfood Tour fa tappa al mare. La bellissima città di Pescara infatti ospiterà la sedicesima tappa dello Streetfood Tour, il giro d’Italia del cibo di strada promosso dall’Associazione nazionale Streetfood che da anni certifica e promuove il vero cibo di strada italiano. 

Lo Streetfood Village sarà sistemato nel Lungomare Colombo, punto nevralgico della movida pescarese dove per tre giorni musica, cibo e bevande faranno da attrattore principale dei tanti turisti e vacanzieri di questa città abruzzese. Decine di migliaia sono gli streetfoodies attesi in questo che è il sedicesimo appuntamento del giro d’Italia del cibo di strada.

«Pescara rappresenta il primo appuntamento del secondo semestre di quest’anno – spiega Massimiliano Ricciarini, presidente e fondatore di Streetfood – dopo i primi quindici che hanno visto i nostri associati produttori di strada girare l’Italia da nord a sud per rappresentare l’unico marchio in Italia, gli “Artigiani del gusto”, che sostiene la qualità e la sicurezza del cibo di strada, oltre al suo rispetto delle tradizioni». 

Nell’ambito della festa di Pescara nello Streetfood Village saranno presenti oltre 50 specialità da tutta Italia e dal mondo per far degustare alle migliaia di persone previste i cibi di strada più tradizionali e genuini (vedi allegato). Ce ne sarà per tutti i gusti. Segreto del successo è l’organizzazione che l’associazione Streetfood mette in atto con la sua decennale esperienza. 

Oltre ai tradizionali cibi di strada, come le panelle siciliane, le bombette pugliesi, o il lampredotto toscano, nel doppio evento saranno presentate diverse novità (vedi elenco allegato). Sono attese nella città piemontese oltre 40 mila persone in tre giorni.

L’associazione nazionale Streetfood nata nel 2004 è stato il primo progetto in Italia a promuovere il cibo come cultura e il cibo di strada come format vincente in quanto “riassume in un cartoccio” storia e tradizioni di ogni regione d’Italia da scoprire e gustare con le mani. 

Negli eventi di questo primo semestre sono stati consumati oltre 35 quintali di patate, 120 addirittura di melagrane. Oltre 15 mila piadine, poi ancora 8 mila arancine, 600 kg di Pane ca’ Meusa, 300 kg di panelle. Ancora 900 kg di paella, 30 quintali di carne argentina, 15 quintali di pesce e altrettanti di lampredotto. Dalla Puglia sono arrivati più di 30 quintali di bombette e 500 sono i kg di lime per i cocktail “on the road”. Dall’Abruzzo 80 mila arrosticini e oltre mille kg di farina per panigacci di Podenzana (Ms). Per finire 7.500 Panzerotti baresi e 15 quintali di polipo per oltre 6 mila Pucce salentine. 3 mila le spianate casentinesi con porcini e tartufo toscano, 450 i kg di Pastin, piatto di strada bellunese. Il tutto accompagnato da Birra StreeFood, oltre 9 mila i litri somministrati 
sommando i vari eventi. 




MENU CIBI DI STRADA
Streetfood Village Pescara

La tradizione


Sicilia - pane e panelle, pane ca’ meusa, arancine, cannoli e cassatine.
Lazio - Fritto di pesce, Porchetta di Ariccia (Roma)

Marche - Olive e fritto misto di Ascoli
Puglia - Bombette, panzerotti e puccia con il polpo, focaccia barese e
altre tipicità su food truck
Toscana - Lampredotto, trippa, cacciucco del trippaio, ribollita,
salsiccia toscana alla piastra, tortelli di patate tradizionali
casentinesi (Ar) e fritti

Romagna - Piada romagnola e crescioni
Abruzzo - Arrosticini di pecora
Veneto - Pastin Hamburger delle dolomiti di Belluno e wurstel
artigianali.


Campania - Patata tornado e pasticceria napoletana





Ricette on the road
Gnocchi e altri prodotti al tartufo dell’Appennino

Tra gli stranieri
Argentina – carne di angus alla griglia e choripan
Spagna – Paella e tacos
Grecia – Souvlaki e Gyros Pita

Brasile - Picana e picana de pollo

Bevande

Birra artigianale friulana e toscana a marchio Streetfood®
Cocktail di lime e frutta fresca serviti da foodtruck a forma di lime

Il vino di Napoleone

Lo Sherry dell'imperatore. In vendita una bottiglia di vino "da viaggio" di Napoleone Bonaparte
La bottiglia - e il resto del armamentario napoleonico - proviene dalla collezione della famiglia Shaw Stewart.

Sarà messa all'asta a luglio da Christie. E' una bottiglia di vino trovata in una carrozza di Napoleone dopo la battaglia di Waterloo. Si pensa contenga ancora "Sherry"

La bottiglia di vino entrerà a far parte di una delle vendite eccezionali di casa Christie. L'asta si terrà a Londra il prossimo 9 luglio, comprende una serie di cimeli napoleonici, tra cui uno dei suoi famosi cappelli bicorno, che l'imperatore indossava durante la campagna di Polonia del 1807, e una ciocca di capelli del suo destriero preferito, Marengo.

La bottiglia è stata stimata dalle 10.000 alle 20.000 sterline, una somma, che se raggiunta, lo metterebbe in corsa per una delle più costose singole bottiglie di vino mai venduti all'asta. Datata intorno al 1810, non è stata mai aperta, anche se il livello del vino è di circa 20 centimetri al di sotto della base del tappo, si pensa che la bottiglia contenga ancora vino, che presumibilmente potrebbe essere uno Sherry.

La bottiglia di vetro, proprio perché doveva essere trasportata, è dotata di un cesto di vimini di circa 30 cm. in cui appunto veniva inserita. Sulla spalla della bottiglia è impresso il sigillo personale di Napoleone, una "N" incoronata in una ghirlanda di alloro.

Ma intorno alla storia della carrozza di Napoleone e della sua bottiglia, sono racchiusi alcuni retroscena. Mentre fuggiva dopo la disfatta di Waterloo, il 18 giugno 1815, l'imperatore francese constatò che la massa di militari in fuga era troppo numerosa per poter proseguire con la ritirata, così preferì il suo cavallo come mezzo di trasporto, lasciando la carrozza sul ciglio della strada vicino a Genappe.

I prussiani che stavano inseguendo il gruppo in disfatta, raggiunsero rapidamente il convoglio, il maggiore von Keller si accorse che non era stato del tutto saccheggiato, così lo requisì mettendolo sotto scorta.

Una descrizione scritta della carrozza fatta il giorno dopo - era il 19 giugno -, riferisce: "L'interno di questa straordinaria vettura merita particolare attenzione, perché è adattata a tutte le finalità di un ufficio, una stanza da letto, uno spogliatoio, una cucina e una sala da pranzo [...].

In una cassetta di mogano per liquori, furono trovate due bottiglie - forse le uniche rimaste - una contenente ancora rum e l'altra contenente un vecchio ed estremamente fine vino di Malaga.

La carrozza fu consegnata al principe reggente e poi rivenduta nel 1816 ad un famoso antiquario di nome William Bullock. Acquistata per 2500 sterline, la rivendette per una somma di 35.000 sterline, una cifra considerevole per l'epoca, per essere poi esposta al museo di Londra.

La carrozza cambiò di mano diverse volte fino al 1842, quando fu acquistata da Madame Tussaud. Andò poi distrutta in un incendio nel 1925.

Prima di allora gran parte del contenuto, comprese le bottiglie, fu venduto separatamente e si presume che il baronetto Sir Michael Shaw Stewart sesto, abbia acquistato una di queste bottiglie. tra il 1815 e il 1840.

James McNab, il capo giardiniere del Royal Botanic Gardens di Edimburgo, nel 1849 visitò la casa della famiglia del baronetto, la Ardgowan House di Renfrewshire, egli scrisse: "... entro le tre o quattro miglia dal luogo dove essi stanno sonnambulando [i visitatori della zona], vi è un più splendido ritratto di Napoleone [anche in vendita il 9 luglio] ... - come anche una bottiglia di vino, ancora intatta, proveniente dalla carrozza a Waterloo. La bottiglia di vino è inserita in un cesto di vimini. Sul lato della bottiglia, c'è un sigillo in cui vi è la lettera "N"".

Un po' meglio documentato è invece il cappello di Napoleone, il cui prezzo a base d'asta oscillerà dalle 300.000 alle 500.000 sterline. "Fu indossato da Napoleone, durante la campagna contro i russi nel 1807, nelle battaglie di Eylau e Friedland. Napoleone consegnò poi il cappello ad uno dei suoi servitori perché lo tenesse in custodia, questi lo diede a sua volta ad un suo zio, Jean-Baptiste Kuhnel, il custode del palazzo di Dresda. Sir Michael Shaw Stewart acquistò il cappello da lui per 10 talleri il 26 agosto 1814.

Jazz & Wine in Montalcino 2015

Banfi e il Jazz & Wine in Montalcino
XVIII Edizione – 14/19 luglio 2015


Straordinari gli artisti che dal 14 al 19 luglio saliranno sul palco montalcinese per celebrare l’incontro tra la grande musica jazz e il vino di qualità: dal jazz manouche di Angelo Debarre, agli straordinari The Cookers, fino all’atteso ritorno di Sergio Cammariere per l’occasione accompagnato dalla tromba di Fabrizio Bosso.

Con la sua diciottesima edizione, il festival Jazz & Wine in Montalcino (14 – 19 luglio) si conferma come una delle rassegne più longeve e conosciute nel panorama musicale italiano. Nato dalla collaborazione tra Banfi, la nota azienda vinicola di Montalcino, la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz di Roma ed il Comune di Montalcino, il festival propone anche quest’anno una programmazione di assoluto livello artistico, con artisti italiani e internazionali di indiscussa fama.

Come ormai consuetudine, il concerto inaugurale – martedì 14 luglio – si terrà all’interno delle storiche mura di Castello Banfi, con il latin jazz del Sin Saudade Duo (Mangalavite & Zamora feat: Israel Varela). Dal 15 Luglio il festival si trasferirà nella trecentesca Fortezza di Montalcino con una big band – 20 elementi in tutto – espressamente nata per celebrare il grande binomio che ha reso questo festival famoso nel mondo: la Jazz & Wine Orchestra di Mario Corvini (featuring Jesse Davis). Si prosegue giovedì 16 luglio con un imperdibile concerto jazz manouche, in cui l’acclamato chitarrista Angelo Debarre, si esibirà in un omaggio a Django Reinhardt accompagnato da Miraldo Vidal, Simone Magliozzi e Paride Furzi.

A salire sul palco di Jazz & Wine, venerdì 17 luglio, sarà il musicista, compositore e interprete di rara e raffinata intensità espressiva Sergio Cammariere, accompagnato da Luca Bulgarelli, Bruno Marcozzi e Amedeo Ariano, special guest la tromba diFabrizio Bosso. Sabato 18 luglio è la volta di The Cookers (Billy Harper, Eddie Henderson, David Donald Harrison, George Cables, Cecil Mc Bee, Billy Hart), uno straordinario gruppo che riunisce insieme alcuni dei più celebrati ed iconici strumentisti del jazz dei nostri giorni. A chiudere questa grande edizione del festival,domenica 19 luglio, il Paixao Trio, feat: Maurizio Giammarco, in un concerto che spazierà tra i ritmi del jazz e la musica brasiliana.

Per il diciottesimo anno consecutivo due piaceri così intimi ed intensi, la musica jazz ed il grande vino di qualità, celebrano con crescente successo il loro entusiasmante incontro nella città simbolo del Brunello, Montalcino. Confermato anche il gemellaggiotra il festival Jazz & Wine in Montalcino, Jazz&Wine of Peace Festival di Cormòns, Zola Jazz & Wine e il Vino & Jazz Marche. Toscana, quindi, Friuli Venezia Giulia, Emilia e Marche, unite all’insegna della musica di qualità e del buon vino. Un confronto imperdibile, con realtà territoriali e produttive diverse tra loro, ma accomunate dalla stessa passione per il grande jazz.

Il festival sarà anche un tributo alla memoria del compianto Giampiero Rubei, ideatore, anima e cuore del Jazz & Wine. Nel segno della continuità, la Direzione Artistica è affidata al figlio, Paolo Rubei.


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Marketing Banfi tel. 0577 840 111 marketing@banfi.it
PRO-LOCO MONTALCINO TEL. 0577 849 331 info@prolocomontalcino.com 

Roma Food Truck Fest

Le migliori cucine su ruota arrivano nella Capitale
Dal 3 al 5 luglio il Roma Food Truck Fest

Il cibo, di qualità, su ruota: veloce da consumare e in modalità ‘street’. E’ questa la formula che animerà il Roma Food Truck Fest, promosso da Vinòforum e in programma dal 3 al 5 luglio presso i giardini del Lungotevere Maresciallo Diaz (Farnesina). 

Una tre giorni ‘free entry’ per un Festival del cibo di strada che vedrà la partecipazione di 24 tra le migliori cucine su ruota di tutta Italia. A bordo di risto-furgoni ci si potrà imbattere dal fritto della Tuscia alla Puccia salentina, passando per un cult dello street food romano come pizza e mortazza, solo per citare alcuni esempi.

Il Roma Food Truck Fest offrirà la possibilità di conoscere da vicino le cucine più gustose: sarà un vero e proprio viaggio in lungo e in largo per l’Italia alla continua ricerca dei sapori, dedicato a chi vive il cibo come piacere e passione. Ad accogliere i visitatori le aree ristoro allestite da Phom biodesign&progettazione, un’officina che punta sulla filosofia della sostenibilità ambientale e della cultura del riciclo. 

Non mancherà una zona riservata al beverage, dove si potranno degustare birre artigianali di primissima qualità. Tra le cucine su ruota che parteciperanno al Roma Food Truck Fest ci sono: Gricia road, Beefry, Ape fritto, T-burger station the truck, La Frittoria, La Casa del tartufo di Acqualagna, La Panella, L’Appetito polpetteria su tre ruote, Zibo cuochi itineranti, Fuori di mente, Streat Food Civitavecchia, Norcinape, Moto Grill Guzzi, Fritto dorato, Agriturismo viaggiante, L’Antica farinata, Migliori olive all’ascolana, La Salentuccia e Pizza&mortazza.

“Abbiamo deciso di promuovere il Roma Food Truck Fest per dare a tutti la possibilità di accostarsi al cibo in modo consapevole e all’insegna del buon gusto, con un giusto mix tra divertimento e ricerca dei sapori”, dichiara l’organizzatore e patron della manifestazione, Emiliano De Venuti.


COLPO D’OCCHIO SU ROMA FOOD TRUCK FEST
Organizzazione: Vinòforum Eventi srl; date: 3-5 luglio; ingresso libero; orari: da venerdì a domenica dalle 17.00 alle 02.00; Organizzatore: Emiliano De Venuti; info: info@vinoforum.it; web:www.romafoodtruckfest.it

lunedì 29 giugno 2015

La Calabria del vino

La Calabria punta sullo sviluppo del settore
“La vitivinicoltura calabrese e le strategie per la sua valorizzazione”

La Calabria è una regione che produce vini di qualità, anche se, visti i quantitativi, si finisce per scriverne poco. La produzione vinicola calabrese è stimata dall’Istat nel 2013 in 370mila ettolitri, 169mila dei quali a denominazione di origine. Ed è un patrimonio suscettibile di ulteriore valorizzazione, secondo il presidente della Regione Calabria con delega alle politiche agricole, Mario Oliverio. 

Il presidente della regione Calabria, intervenuto recentemente ai lavori del convegno: “La vitivinicoltura calabrese e le strategie per la sua valorizzazione” organizzato dal Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria a Cirò Marina, ha lanciato il suo programma per lo sviluppo del settore vino in Calabria: promozione, attività dell’enoteca regionale di Cirò che sarà gestita dai produttori nel segno dell'aggregazione tra cantine e nuovi investimenti nel settore con il Psr, promuovendo l’attività dei giovani viticoltori nelle aree collinari della regione. Insomma, la vitivinicoltura può diventare, anche per la Calabria, un settore strategico, su cui investire nel lungo periodo.

“Il settore vitivinicolo calabrese –ha detto Oliverio nel corso del suo intervento- ha registrato in questi anni notevoli progressi ed ha fatto un enorme salto di qualità, determinato soprattutto dalla intelligenza e dalla intraprendenza di quanti hanno investito e rischiato. Oggi l’altro passo da fare è quello di promuovere i nostri prodotti in Calabria e fuori dalla Calabria consolidando quanto è stato realizzato. Attualmente il consumo della produzione vitivinicola regionale è ridicolo. Basti pensare che su 26 milioni di bottiglie consumate in Calabria, solo due milioni sono di vino calabrese. Ciò conferma la necessità di costruire e diffondere un’identità, ma per far questo è necessario utilizzare strumenti adeguati.”

Oliverio ha quindi enumerato gli strumenti per consolidare il settore vitivinicolo calabrese. “L’enoteca regionale di Cirò –ha proseguito il governatore della Calabria - in questo senso è uno strumento strategico che deve aiutare il prodotto ed i produttori ad entrare nel mercato, a partire da quello regionale. Dobbiamo fare del vino un grande attrattore turistico. Per vendere la Calabria bisogna vendere le sue qualità più pregiate e il vino rappresenta una vera e propria eccellenza".
Un ruolo importante in futuro lo giocherà l'aggregazione tra cantine.

“L’enoteca regionale dovrà essere non solo una vetrina ma anche un luogo di formazione e di attività culturali, un momento di degustazione e di presentazione dei prodotti, di aggregazione e di confronto – ha detto ancora Oliveiro, che ha aggiunto - Essa dovrà diventare uno strumento operativo gestito direttamente dai produttori, per aiutare l’aggregazione di prodotti per stare sui mercati. Il prossimo anno a Vinitaly non ci dovranno più essere fughe in avanti e dovremo dare un’immagine unitaria, forte e coesa di una Calabria che lavora e produce eccellenze soprattutto in un settore così delicato e difficile come quello enogastronomico”.

Infine il riferimento alle misure sul Psr 2014 - 2020, che prevede importanti premi per il primo insediamento dei giovani in collina e montagna.

“Quello vitivinicolo –ha concluso il presidente della Regione- è un comparto troppo importante per la nostra economia e le risorse disponibili devono essere utilizzate fino all’ultimo euro attraverso una strategia precisa in grado di rafforzare le nostre produzioni, di immettere nuove energie sostenendo con forti incentivi soprattutto i giovani che vogliono investire in montagna ed in collina, coordinando unitariamente tutte le azioni da mettere in campo ed investendo soprattutto nella ricerca all’interno delle aziende e nella innovazione tecnologica”.