mercoledì 31 maggio 2017

CONSUMI ALIMENTARI: PARTE INDAGINE NAZIONALE A CURA DEL CREA

Uno studio della durata di 2 anni per documentare l'evoluzione dei comportamenti alimentari degli italiani.

Quanto e cosa mangiano gli italiani ogni giorno? Come sono cambiati  i consumi alimentari negli ultimi 10 anni? Per rispondere a queste e ad altre domande sulle nostre scelte a tavola e per capire e documentare l’evoluzione dei comportamenti alimentari sta partendo, in questi giorni, la  IV edizione dello SCAI, lo Studio sui Consumi Alimentari in Italia, condotto, come sempre, dal  CREA – Alimenti e Nutrizione, nell’ambito del programma EU-Menu. 

Lo studio, della durata di 2 anni, sarà articolato in due fasi distinte, una riguardante la raccolta dei dati di consumo dei bambini dai 3 mesi ai 9 anni, l’altra rivolta agli adolescenti e adulti nella fascia di età 10-74 anni. Le interviste saranno svolte da professionisti della salute come nutrizionisti, dietisti e medici, che hanno seguito un apposito corso di formazione ad elevata specializzazione e saranno finalizzate alla compilazione di un diario alimentare di 2 giorni, alla misurazione di peso e statura e alla documentazione dello stile di vita.

Da giugno parte la prima fase dello studio, che coinvolgerà circa 1200 bambini tra i 3 mesi e i 9 anni su tutto il territorio italiano. I bambini verranno sorteggiati e il personale sanitario, formato e coordinato dal CREA, contatterà telefonicamente i genitori per richiedere l’adesione all’indagine. Nel secondo anno di studio, invece, sarà intervistato un campione di persone in età compresa tra 10 e 74 anni.

In entrambi i cicli di raccolta dei dati, la metodologia seguita sarà quella armonizzata a livello europeo dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, così da garantire l’accuratezza delle stime dei consumi degli alimenti e degli apporti dei nutrienti. Tali stime verranno utilizzate per la valutazione dell’adeguatezza e la sicurezza della dieta, tenendo in considerazione anche il suo impatto sull’ambiente.

In questo modo, potremo sapere se, rispetto all’ultima Indagine svolta, i consumi di verdura, e frutta sono finalmente cresciuti, se il consumo della carne è diminuito e, in generale, se stiamo tornando verso una alimentazione mediterranea, ricca di prodotti di origine vegetale.

Secondo i dati di OKkio alla salute , i nostri bambini in età scolare nel 2014 erano per il 22,9% in sovrappeso e il 9,8% risultava obeso. Anche se in lieve, ma costante diminuzione, sono dati più elevati rispetto al resto d’Europa. “Un triste primato – afferma Aida Turrini, la ricercatrice CREA che  coordina lo studio -  che deve indurci a non abbassare la guardia. Per questo è importante che  tutte le famiglie sorteggiate partecipino con entusiasmo allo studio. Ci guadagneranno in salute, con  tanti consigli utili per un’alimentazione più bilanciata e uno stile di vita più sano”.

Ricerca, formazione e assistenza tecnica in agricoltura, l'Uganda “studia” il modello FEM

Delegazione governativa ugandese in visita oggi alla Fondazione Mach con l'obiettivo di mettere a punto una progettualità comune in ambito agricolo, soprattutto per il settore frutticolo.

Una coltivazione "vulcanica" vicino Bwindi, Uganda. Credit Photo Doug Allan
“In agricoltura ricerca, formazione e assistenza tecnica sono fondamentali per lo sviluppo del settore. Siamo qui per studiare il modello organizzativo della Fondazione Edmund Mach e vedere se è replicabile nel nostro contesto economico”. 

Sono le parole del ministro del Nord Uganda, Grace Freedom Kwiyuucwiny, in visita in Trentino con la delegazione governativa composta da rappresentanti politici e parlamentari, guidata da Acav.

Accolta nella sala specchi dal Presidente Andrea Segrè, la delegazione accompagnata dal presidente dell'Acav, Giorgio Boneccher,  ha visitato il complesso scolastico, i laboratori di ricerca e le sedi periferiche del Centro trasferimento tecnologico in valle di Non.

L'obiettivo della visita è mettere a punto una progettualità comune in ambito agricolo per la rivitalizzazione del sistema agricolo ugandese, soprattutto per il settore frutticolo, al fine di passare da una economia di sussistenza ad una economia di mercato.

“La Fondazione mette a disposizione volentieri il suo patrimonio di conoscenze per collaborare in tutto il mondo sulla tematica della sostenibilità, declinata nei suoi tre vettori economico, ambientale e sociale – ha spiegato il presidente, Andrea Segrè-. Puntiamo ad una cooperazione dai risvolti concreti, incentrata sui bisogni dei nostri partner, proponendo quello che per noi è un modello vincente, ovvero il legame stretto con il territorio che ci ospita e la sinergia fra le nostre tre anime: la formazione, la consulenza e la ricerca. Un primo passo potrebbe essere l’organizzazione di summer school specificatamente pensate per le esigenze ugandesi, con uno scambio reciproco di know-how e buone pratiche”.

EVO DOP italiano, l'analisi sensoriale di FEM nel progetto “Violin” per la valorizzazione

L'Istituto Agrario San Michele all'Adige è tra gli enti coinvolti nel progetto finanziato da AGER per supportare le produzioni italiane di olio extravergine di oliva.

Si chiama VIOLIN, "Valorizzazione dei prodotti Italiani derivanti dall’oliva attraverso tecniche analitiche innovative", il progetto di ricerca decollato anche alla Fondazione Edmund Mach che avrà il compito di analizzare il profilo sensoriale degli oli extravergini di oliva DOP Italiani più rappresentativi.

Gli obiettivi sono creare una banca dati degli oli italiani, mettere a punto nuovi sistemi per preservare la qualità del prodotto durante la conservazione e, non da ultimo, creare una cultura della qualità dell'olio italiano promuovendo una forte consapevolezza all'acquisto che darà supporto e sostegno economico alle produzioni italiane. Tutto questo sfruttando tecniche assolutamente innovative e all'avanguardia. Ricadute importanti si avranno anche per la valorizzazione degli oli trentini dell'Alto Garda che, seppur prodotti in quantità limitate, vantano alcuni prodotti di eccellenza.

Al progetto, che ha come capofila l’Università degli Studi di Messina, collaborano oltre a FEM anche  l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, l’Università degli Studi di Bologna, l’Università degli Studi di Torino, l’Università degli Studi del Sannio, l’Università della Tuscia, l’Università degli Studi di Genova, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e l’Università degli Studi di Verona.

Il progetto, finanziato da un gruppo di dieci Fondazioni di origine bancaria associatesi in Ager, è stato selezionato da un comitato composto da 20 esperti internazionali tra le 38 proposte progettuali candidate nel settore Olivo e Olio.

Nel corso dei tre anni di progetto il gruppo Qualità Sensoriale della FEM applicherà metodologie avanzate per la valutazione e la valorizzazione degli oli extravergini di oliva. In particolare, i ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione valuteranno le caratteristiche sensoriali degli oli, anche abbinati a pane e salsa di pomodoro, per simulare le condizioni di reale consumo.

Contando su panel addestrati e strumenti all'avanguardia saranno monitorati i processi di percezione durante il consumo, correlandoli con il rilascio dei composti aromatici ed evidenziando così le peculiarità sensoriali dei diversi oli. Inoltre grazie alla strumentazione all’avanguardia della piattaforma Composti Volatili tutti i principali oli extravergine di oliva a DOP rappresentativi della produzione italiana saranno caratterizzati attraverso il loro fingerprinting aromatico che può essere utilizzato per il controllo dell’autenticità e della tipicità degli oli.

martedì 30 maggio 2017

Il mondo vinicolo di scena ad Hong Kong. Risultati eccezionali per il debutto di ProWine Asia 2017

Nell’ambito della HOFEX 2017, si è chiusa con pieno successo la ProWine Asia, fiera internazionale per i vini e gli alcolici, evidenziandosi per diversità e qualità dei visitatori nonchè degli espositori partecipanti.


La più recente di tutte le fiere internazionali appartenenti alla famiglia della ProWein di Düsseldorf, la ProWine Asia, è la più importante esposizione di settore a Hong Kong.


Sinergia tra cibo, vino ed industria alberghiera: così il debutto della ProWine Asia di Hong Kong che ha visto la partecipazione di oltre 310 espositori provenienti da 21 paesi e regioni che hanno presentato le loro produzionii ad un pubblico entusiasta e professionale. La manifestazione si estende attraverso i principali mercati del’area ASIA-PACIFICO alternandosi in un turno biennale a Hong Kong e Singapore.

Una forte partecipazione regionale ed internazionale era presente ad Hong Kong sia da parte degli espositori che da quella dei visitatori specializzati. Oltre agli espositori individuali anche la presenza di padiglioni collettivi comprendenti Francia, Portogallo, Italia con la regione del Chianti, Spagna, Germania, Grecia, Austria, Sud Africa, Cipro e Stati Uniti.

Il 35% dei complessivi 12,184 visitatori specializzati provenivano da fuori Hong Kong, prevalentemente dalla Cina del Sud, Macau,Taiwan e Filippine. Complessivamente 67 paesi e regioni hanno visitato la prima edizione della ProWine Asia in Hong Kong.

La ProWine Asia 2017, che si è svolta nell'ambito della HOFEX, la fiera più importante in Asia per i prodotti alimentari e l’industria alberghiera, è stata organizzata contemporaneamente dalla Messe Düsseldorf China, membro del gruppo Messe Düsseldorf, organizzatrice della fiera leader ProWein Düsseldorf e dalla UBM HKES LTD, organizzatore della HOFEX.

Informazioni su ProWine Asia e  ProWein World: www.prowineasia.com/hk | www.prowein-world.com

Vino&Ricerca. Attilio Scienza in Puglia: “Le collezioni di biodiversità sono essenziali per il futuro della viticoltura”

Il prof Attilio Scienza, il più grande esperto di enologia in Italia, in visita-studio con i laureandi dell’Università di Milano a Tenute Eméra di Claudio Quarta, dove sono stati portati in salvo 500 vitigni a rischio estinzione.


“Ricerca e cultura, le chiavi di accesso per la viticoltura del futuro e in questo le collezioni di biodiversità svolgono un ruolo molto importante, poiché sono la vera ricchezza dei centri di Ricerca”. 

Lo ha detto il prof Attilio Scienza in visita alla collezione di biodiversità di Tenute Emèra, la cantina di Claudio Quarta a Marina di Lizzano, in provincia di Taranto, accompagnando i laureandi in viticoltura ed enologia dell’Università di Milano. Una giornata studio “sul campo” fra i vitigni che compongono la collezione di biodiversità considerata la più grande al mondo per la varietà del Mediterraneo - 500 varietà provenienti dalla Georgia - che sono state impiantate e che vengono studiate dal 2009, con un progetto avviato proprio con il team di Scienza dell’Università di Milano insieme al prof Osvaldo Failla.

“Le collezioni di biodiversità sono molto importanti – ha spiegato Scienza – e se fino a qualche decennio fa era una sorta di banca per il mondo accademico, adesso svolgono funzioni importantissime, prima fra tutte la raccolta del genoplasma per l’analisi genetica, per studiare la viticultura e ricostruire il pedigree delle varietà. La vera ricchezza dei Centri di Ricerca sono proprio le grandi collezioni, oggi un bene prezioso, poiché i materiali sono sempre più difficili da reperire, in quanto nessuno li scambia più”.

Le varietà della collezione Quarta, dove sono state portati in salvo i vitigni provenienti dalla Georgia -  la più grande riserva genetica al mondo, dove attualmente sono presenti 900 varietà sopravvissute all’erosione di un patrimonio che contava in origine ben 8000 vitigni - sono utili a studiare il comportamento delle varietà nei confronti del cambio climatico: “noi abbiamo bisogno nei prossimi anni – ha sottolineato ancora Scienza -  di valutare la risposta varietale ai cambiamenti climatici: alcuni vitigni sono ad esempio indifferenti mentre altri sono ipersensibili, questo è fondamentale per poter guidare la scelta varietale in base alle  condizioni climatiche”.

Durante la giornata-studio è stato sottolineato quanto sia importante studiare le diverse varietà delle collezioni nell’ottica del miglioramento genetico. “Il futuro – ha detto Scienza – non è nella conservazione delle varietà, così come sono, ma nella creazione di nuove varietà, attraverso questi vecchi vitigni, così come ha sempre fatto l’uomo. D’altronde ii vitigni che coltiviamo adesso nascono da incroci verificatisi qualche centinaio di anni fa, oggi noi attraverso le nuove conoscenze dobbiamo accelerare i processi di miglioramento genetico”.

Anche Claudio Quarta, intervenendo nel suo saluto agli studenti, ha posto l’accento su “la grande bellezza” della biodiversità delle specie vegetali del mondo: “In Italia i vigneti della Valtellina sono Patrimonio UNESCO, ecco dovremmo fare sempre di più per la salvaguardia della biodiversità,  anche alla luce della scomparsa del terreno  per mano dell’uomo, con la drammatica contaminazione e gli incontrollati processi di cementificazione”.

Infine, è stato ribadito il valore culturale che svolgono questi bacini di biodiversità, come luoghi di conoscenza, di divulgazione della storia della civiltà del vino per sensibilizzare alla difesa di questa grande ricchezza dell’agricoltura che è la biodiversità. “Perché – ha chiosato Scienza -  come diceva Sant’Agostino, non si può amare ciò che non si conosce”.

MOVIMENTO TURISMO DEL VINO: CANTINE APERTE SFONDA IL MILIONE DI PRESENZE (+10%)

Circa 1,1 milioni di enoturisti – il 10% in più rispetto al 2016 e decine di migliaia di ‘calici solidali’ venduti.

Boom di presenze nelle principali regioni, a partire da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, e Puglia. Grande affluenza anche nelle aree che hanno subito il terremoto, con l’Abruzzo, il Lazio, le Marche e l’Umbria che assieme confermano il valore e la forza aggregativa che ruota intorno all'enoturismo di qualità. 

Chiude con numeri da record - trainata da una grande presenza di giovani - la 25^ edizione di Cantine Aperte, che ha visto impegnate 800 aziende vitivinicole in tutta Italia. Successo non solo nei numeri, ma anche nei contenuti, con le cantine del Movimento Turismo del Vino che hanno rafforzato il loro impegno per contribuire alla crescita della cultura del vino, in campo e nei luoghi di vinificazione.

Per il presidente del Movimento Turismo del Vino, Carlo Pietrasanta: “C’è un senso nuovo nell’approccio al vino da parte dei consumatori, che bevono meno e meglio e si avvicinano al prodotto non per necessità o per lo sballo, ma per scelta libera e consapevole. Oggi si opta per l’esperienza enoturistica un po’ come si sceglie un buon libro o un buon film: per questo è importante riuscire ad assecondare questa nuova tendenza, raccontando al meglio tutto il fascino che sta dentro una bottiglia di vino. Oggi possiamo affermare che le aziende del Movimento Turismo del Vino hanno staccato nettamente quelle che in questa giornata vedono solo l'occasione di vendere qualche bottiglia di vino in più. Ora – ha concluso Pietrasanta - attendiamo il buon esito della Legge che finalmente regolamenti un settore che già vale 2,5 miliardi di euro l’anno ma che è ancora poco rispetto alle sue potenzialità, e rappresenta meno della metà del giro di affari dell’enoturismo in California (7 miliardi di dollari)”.

Cantine Aperte è stato a lungo tra i trending topic su Twitter per gran parte della domenica.

Agriturismo: traino per il turismo e valore aggiunto per l’agricoltura

Dal 17 al 19 novembre ad Arezzo Fiere torna l’appuntamento più importante dedicato al settore.

Presentata oggi a Roma la sedicesima edizione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale: dal 1998 a oggi il comparto è cresciuto del 129% segnando record su tutti i fronti: oltre 2,5 milioni di “agrituristi” all’anno per circa 11,5 milioni di presenze, di cui il 57% dall’estero. I margini di crescita e di “diversificazione” sono ancora ampi. Mipaaf ed Ismea in prima linea nel supporto all’intero comparto. 

Cresce il settore, +2,3% rispetto al 2014 (dati dall’ultimo rapporto Istat). Nel 2015 le aziende agrituristiche sono 22.238, 494 in più rispetto al 2014 (+2,3%). Prosegue, dunque, il trend di crescita del comparto registrato negli ultimi anni, sia per il numero di aziende sia per le presenze.

Sono solo alcuni dei numeri che sono stati ricordati a Roma nel corso della conferenza di presentazione della sedicesima edizione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale che si svolgerà ad Arezzo Fiere e Congressi dal 17 al 19 novembre 2017, con la collaborazione tecnico-scientifica di Agro Camera (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma). «Numeri che sottolineano l’incidenza per l’agricoltura di questo settore che continua a crescere nell’offerta e nella domanda – ha detto Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere – ed è su questi dati che vogliamo continuare l’impegno di questa manifestazione che per prima in Italia ha saputo anticipare l’esigenza di questo comparto fondamentale per il turismo e l’agricoltura italiana e che nel mondo è diventato un vero e proprio modello». AgrieTour, inaugurato nel 2002, all’indomani della pubblicazione del D.Lvo 228 del 2001 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo) ha seguito ed accompagnato nel tempo l’agriturismo italiano e i tanti ambiti della multifunzionalità in agricoltura, ambiti non marginali per il mondo agricolo e agrituristico e per lo sviluppo delle aree rurali.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha illustrato il marchio ufficiale “Agriturismo Italia”, accompagnato dal nuovo sistema di classificazione. Il marchio contraddistingue le aziende regolarmente autorizzate in base alle leggi regionali, garantendo agli ospiti di essere accolti presso un’azienda agricola. Il marchio è rappresentato da un girasole che racchiude idealmente una fattoria. La classificazione delle aziende agrituristiche ha lo scopo di dare al pubblico un’idea del livello di comfort (comodità dell’accoglienza), della varietà di servizi (animazione dell’accoglienza) e della qualità del contesto ambientale (natura, paesaggio, tranquillità) che ciascuna azienda offre.

Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), a seguito della seconda Legge Quadro 20 febbraio 2006, n. 96 (Disciplina dell’Agriturismo), collabora con il Mipaaf in relazione a tutte le attività istituzionali dell’agriturismo italiano, in particolare circa  il Repertorio Nazionale dell’Agriturismo finalizzato al monitoraggio dell’offerta nazionale; il marchio “Agriturismo Italia” e la gestione del portale web istituzionale (http://www.agriturismoitalia.gov.it,) per contribuire alla promozione del comparto. A supporto delle imprese e delle PPAA, Ismea ha realizzato alcuni strumenti fra i quali è stata ricordata la banca dati normativa statale in materia di agriturismo e multifunzionalità, contenente 85 riferimenti a norme e documenti ufficiali del settore, consultabili sul sito della Rete Rurale Nazionale. E’ stata inoltre anticipata la pubblicazione del Rapporto sulla multifunzionalità dell’agricoltura che verrà presentato in occasione della edizione 2017 di AgrieTour.

All’iniziativa hanno partecipato anche le associazioni agrituristiche nazionali.

La fotografia del settore di Ismea. Nel 2015 le presenze in agriturismo sono state oltre 11,3 milioni (di cui stranieri 57%), con un incremento del 4,9% rispetto al 2014 e un giro di affari complessivo vicino a 1,2 miliardi di euro. Numeri che danno l’idea di un comparto importante per l’agricoltura italiana, ma che necessitano di una lettura più approfondita in un’ottica di crescita sostenibile ed equilibrata. L’analisi effettuata da Ismea – Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, su dati Istat, rileva una crescita di 6.911 unità negli ultimi 10 anni, che ha portato le aziende agrituristiche a 22.238 unità. La parte del leone la fa il Nord, con 10.446 aziende, seguito dal Centro con 7.642, mentre il Sud - nonostante la sua vocazione turistica - si ferma a 4.150 aziende. Con investimenti mirati in marketing e comunicazione, oltre che realizzando sinergie con il territorio e rafforzando i contenuti esperienziali, la permanenza media negli agriturismi potrebbe crescere, considerando che gli italiani soggiornano in media 2,9 giorni, gli stranieri 5,2 giorni. Allungare anche di un solo giorno la durata media dei soggiorni significherebbe, a parità di arrivi, un incremento delle presenze del 25%.

AgrieTour è l’unico grande appuntamento in Italia dedicato al mondo della vacanza rurale, una grande vetrina per l’agriturismo e per chi ha scelto la campagna come stile di vita, che in quei giorni potranno incontrarsi per sviluppare un settore che, stando ai dati, pare non conoscere crisi. Dai workshop per gli operatori ai Master di formazione per gli addetti ai lavori, passando per gli approfondimenti tematici promossi dalle associazioni di categoria e non soltanto. Un ricco calendario di eventi con convegni, presentazioni di indagini e ricerche di settore, seminari, degustazioni, borse turistiche e dimostrazioni pratiche per entrare a diretto contatto con il mondo dell’agriturismo e della vita in campagna.

VITE IN CAMPO 2017, BOOM DI OPERATORI PER LA SVOLTA GREEN DEL PROSECCO

OLTRE 1700 TRA VITICOLTORI E AGRONOMI A CONFRONTO CON PIÙ DI 70 COSTRUTTORI PER RIDURRE IL RICORSO ALLA CHIMICA.


Cresce la tendenza green nelle aree del Prosecco, e la conferma arriva dal boom di presenze nell’edizione 2017 di Vite in Campo, la manifestazione dedicata al vigneto ecosostenibile e organizzata da Condifesa Treviso in partnership con il Consorzio di tutela del Conegliano-Valdobbiadene Docg, Consorzio di tutela Prosecco Doc e Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) in collaborazione con L’Informatore Agrario. 

Sono stati infatti oltre 1700 i visitatori che hanno partecipato alla giornata di prove dinamiche ospitata in 15 ettari di vigneto dall’azienda agricola Conte Collalto a Susegana (TV). Più di 70 i costruttori che hanno presentato ai viticoltori e tecnici ben 150 macchine, delle quali oltre 80 attrezzature.

Per Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario: “Vite in campo 2017 voleva portare in campo le migliori tecnologie per la viticoltura sostenibile, direi che ci siamo riusciti. Delle oltre 80 attrezzature presenti infatti ben 35 hanno passato l'esame della commissione tecnica istituita dalla nostra Casa Editrice e si sono potute fregiare del riconoscimento di macchine e attrezzature innovative ai fini di una viticoltura a basso impatto ambientale. Tra queste le irroratrici a recupero, le macchine e le attrezzature per il diserbo meccanico o attraverso sistemi fisici come l'acqua ad alta pressione e il vapore, e le macchine totalmente automatizzate per consentire la coltivazione di vigneti in forte pendenza”.

“Questa manifestazione – ha dichiarato il presidente di Condifesa Treviso, Valerio Nadal – mira a creare uno spazio di dialogo e confronto tra i costruttori e chi utilizza le macchine, un obiettivo che è stato centrato in pieno. La funzionalità operativa dei macchinari e le tempistiche di adattamento sono state le principali domande sollevate dagli agricoltori, che solo in ultima battuta si sono informati sui costi, sintomo di una grande disponibilità all’investimento per soluzioni customizzate che consentano – concretamente – di ridurre o sostituire il ricorso alla chimica”.

Olio in Città… del gusto, a Roma di scena i migliori extravergine italiani secondo la guida Oli d'Italia 2017 del Gambero Rosso

Giovedì 8 giugno, torna a Roma l'evento Olio in Città..del gusto. Per il secondo anno ad ospitare l'appuntamento sarà infatti la Città del gusto Roma nell'accogliente spazio esterno che nel periodo primavera-estate si apre al pubblico per serate che uniscono degustazioni, vino e musica.

Ad Olio in Città..del gusto, appassionati, buongustai e professionisti, potranno degustare una significativa ed esclusiva selezione dei migliori extravergine italiani secondo la guida Oli d'Italia 2017 del Gambero Rosso, potranno anche incontrare i produttori e conoscere le loro storie, i territori, le tecniche, che rendono grande nel mondo questo prezioso alimento, e comprare qualche eccellente etichetta da utilizzare in occasioni speciali. I più motivati, guidati da esperti, parteciperanno a un corso esperenziale per provare emozioni che solo un olio extravergine di altissimo livello qualitativo può accendere.

Nella guida Oli d’Italia 2017 sono recensite centinaia di etichette eccellenti e descritte le migliori aziende agricole ovicole italiane. Ognuno di questi campioni del made in Italy racconta come perseguire la qualità massima in situazioni e realtà diversissime tra loro in un paese che della biodiversità deve fare la sua arma vincente.

Oli d’Italia 2017, riconosciuta tra le più autorevoli guide di prodotto, indispensabile per tutti gli operatori, buyer e consumatori, nel corso della serata sarà acquistabile nello shop della Città del gusto al prezzo speciale di 10,00 Euro.

Programma

Ore 18.30 – 23.00 Degustazione degli extravergine premiati nella guida Oli d’Italia 2017.

Ore 21.00 – 22.30 Seminario – Degustazione Premi Speciali 2017.

Un approccio professional che punta a fare il focus sulle emozioni che può suscitare un extravergine di altissimo livello qualitativo: il Gambero Rosso presenta in esclusiva, i 13 oli che si sono aggiudicati i Premi Speciali nell’edizione 2017 della guida Oli d’Italia. A commentarli e a raccontarli i degustatori che hanno realizzato la guida e che attiveranno le tante, intense e sottili emozioni sensoriali che questi extravergine (molto differenti tra loro per cultivar e provenienza geografica) riescono a dare. Perché sempre di più un olio di alto profilo può essere protagonista a tavola e può raccontare il suo territorio. POSTI LIMITATI.

Info prenotazioni: e-mail: info@cittadelgusto.it | Tel: +39 06/55112.300

lunedì 29 maggio 2017

G7 Ambiente: Agricoltura italiana più green d'Europa

L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp.

Una leadership quella italiana che si evince dal numero di imprese che coltivano biologico, ma anche dalla minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma nonché dalla decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati e proibire gli ormoni negli allevamenti per al carne. 

È quanto afferma la Coldiretti in occasione del G7 ambiente. L’Italia è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti, 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche.

Sul territorio nazionale ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole ma nel Belpaese si trovano ben 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione. “Un bene prezioso che non ha solo un fine naturalistico ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato, salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.

In Italia grazie alla Coldiretti è nata anche la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero dove acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari locali con una azione di sostegno della biodiversità e un impegno contro l’inquinamento ambientale per i trasporti che non ha eguali negli altri Paesi dell’Unione e nel mondo.

OIV. Al via il Congresso mondiale della vigna e del vino

Taglio del nastro oggi per il 40° Congresso mondiale della vigna e del vino in programma a Sofia fino al 2 giugno 2017.


La Bulgaria ospita per la seconda volta il Congresso dell’OIV: il più grande forum sulla vitivinicoltura mondiale si avvale della presenza dei maggiori esperti del settore.


«Vigna e Vino: Scienze ed economia, Cultura ed educazione» è la grande tematica oggetto di discussioni e approfondimenti, una grande opportunità per tutti i partecipanti di ampliare le proprie conoscenze sullo stato dell'arte della vitivinicoltura mondiale.

La scelta di rinnovare un appuntamento di così alto prestigio nel Paese balcanico non è certo casuale, considerando in primis che la Bulgaria è uno dei Paesi con più lunga storia di produzione vinicola al mondo e da sempre all'avanguardia in fatto di ricerca accademica e scientifica rivolta a questo settore, forte di una cultura e tradizione vitinicola antichissima che risale a ben 5000 anni fa.

La regione di Sofia è inoltre un ambiente ricco di bellezze naturali, culturali e attrazioni storiche, che oltre a mettere in luce le recenti trasformazioni della viticoltura bulgara, sarà luogo ideale per rendere le attività post-congress indimenticabili. Tutto questo anche in chiave di promozione enoturistica, per dare un ulteriore slancio all'economia del Paese.

La Bulgaria è entrata a far parte dell’OIV 84 anni fa, oggi con questo evento unico al mondo permetterà l’incontro tra i rappresentanti dei governi, degli istituti di ricerca e dell’industria in cui saranno discusse anche altre importanti tematiche che ruoteranno attorno al tema generale, come ad esempio alcuni aspetti congrui con il Piano Strategico dell’OIV, quali la viticultura sostenibile, la produzione biologica: una sfida per l’uva e per il vino, i mercati mondiali: impatto sull’educazione e la struttura del settore, la responsabilità sociale: ruolo nello sviluppo delle regioni, preservazione del patrimonio culturale del vino, educazione ed aspettative dei consumatori, tutti temi sicuramente pertinenti al futuro del settore vitivinicolo della Bulgaria.

40° Congresso mondiale della vigna e del vino

venerdì 26 maggio 2017

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ED ECONOMICA FATTORI VINCENTI PER VINO DI QUALITA’

Oltre 70 costruttori per un totale di 150 tra macchine e attrezzature per una vitivinicoltura sostenibile. Sono i numeri dell’ultima tappa di “Vite in Campo 2017”, la rassegna delle tecnologie per la viticoltura a basso impatto ambientale che si terrà domani sabato 27 maggio presso l’azienda agricola Conte Collalto. 

Organizzata da Condifesa Treviso in partnership con il Consorzio di tutela del Conegliano-Valdobbiadene Docg, Consorzio di tutela Prosecco Doc e Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) in collaborazione con L’Informatore Agrario, “Vite in campo 2017” è l’esplicitazione del percorso green adottato anche dalla zona di produzione del Prosecco.

Nelle prove dinamiche in vigneto previste per la giornata in campo, saranno circa 80 le macchine e le attrezzature al lavoro nei 15 ettari di vigneto messi a disposizione dall’azienda vinicola per l’evento. Tra queste anche le 35 tecnologie sostenibili selezionate, lo scorso 5 maggio, da una Commissione di esperti presieduta da Luigi Sartori dell’Università di Padova.

Sostenibilità ambientale ed economica, innovazione e funzionalità sono i criteri che hanno portato la Commissione ad individuare le 35 eco-macchine che, dal trattamento fitosanitario alla gestione del soprasuolo e del sottofilare fino a quelle per ambienti difficili, sostengono il processo di sostenibilità nel vitigno; una tendenza ormai generalizzata anche in termini di scelta finale del consumatore sempre più eco friendly oriented in fatto di vino.

Per Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario: “La svolta green della meccanizzazione del vigneto è un valore aggiunto sia in termini di immagine che economico, in grado di accrescere la competitività della filiera vitivinicola”.  Una tendenza, questa, che per Luigi Sartori, dell’Università di Padova, alla guida della commissione che ha selezionato le 35 principali eco attrezzature al lavoro nelle prove in campo: “È ormai trasversale a tutto il processo produttivo a partire dal vigneto, dove la scelta della sostenibilità si evidenza privilegiano tecnologie altamente innovative per ogni singola fase e area, compresa quella della viticoltura eroica caratterizzata da forte pendenza”.

AZIENDA AGRICOLA CONTE COLLALTO – VIA 24 MAGGIO, 1 – SUSEGANA (TV)

FORMAZIONE. NEUROSCIENZA ED INTELLIGENZA EMOTIVA, COME COMUNICARE IL VALORE DEL VINO

La relazione che crea valore: Dall'identità aziendale alla vendita di successo. Un corso dedicato al mondo del vino che si avvale delle più innovative scoperte scientifiche in tema di neuroscienze ed intelligenza emotiva.


Le nuove frontiere del vino e il successo del settore  passano attraverso l’intelligenza emotiva: al via a Treviso e in tutta Italia un corso che aiuta le aziende a comunicare meglio e dare valore al Made in Italy d’eccellenza. 

Può una relazione interpersonale dare valore ad una bottiglia di vino o annullarne il bisogno? La risposta è sì. La vendita, infatti, così come ogni processo produttivo, è legata ad un fattore umano, che è la componente più potente. Imparare a gestire le relazioni equivale, quindi, a dare un plus all’impresa e al prodotto.

Da questo presupposto nasce il progetto “La relazione che crea valore”, format full immersion, dedicato a titolari e dirigenti d’azienda ideato da Gheusis, agenzia di comunicazione specializzata nel vino, che ha elaborato questo percorso di formazione proprio per rispondere ad una specifica esigenza dei produttori: migliorare la capacità di trasmettere, a tutti i livelli, chi si è e cosa si fa. In una parola, il Valore.

Il programma del corso, che in Veneto si svolgerà a Le Terrazze, Villorba (TV), nelle giornate di venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio, è studiato su misura per il mondo del vino, avvalendosi delle più innovative scoperte scientifiche in tema di neuroscienze ed intelligenza emotiva.

Tra i docenti coinvolti da Gheusis vi è infatti il Ph.D. Matteo Rizzato, esperto di neuroscienze e ricercatore in tema di neuroni specchio: “L’incontro sarà incentrato sull’esplorazione del rapporto diretto tra emozioni e comportamento umano e su come, conoscendo i meccanismi alla base di questa correlazione, possiamo migliorare notevolmente la nostra capacità di trasmettere in modo corretto ed efficace il nostro messaggio e, quindi, il valore dell’azienda e del prodotto”.

Nelle 12 ore di lezione verranno trattati i temi dell’empatia e, in particolare, dei neuroni specchio, ma si parlerà anche di come ridurre lo stress da lavoro e migliorare il rapporto con le persone o, ancora, come imparare a mettersi dall’altra parte, evidenziando cosa è importante per chi ci sta di fronte. A differenza del passato, dove ci si concentrava sul prodotto e basta, con le recenti scoperte neuro scientifiche si è infatti capito che nella vendita le emozioni hanno un ruolo fondamentale, così come il livello di benessere è strettamente correlato alla produttività. Saper interpretare e gestire i diversi stati d’animo è dunque indispensabile, a qualsiasi livello. Questo perché l’uomo è principalmente un animale imitativo ed ogni sua azione determina nell’altro una reazione.

Lo scopo di questo corso, teorico e con esercitazioni pratiche, è appunto quello di dotare i partecipanti di innovative strategie comunicative dotate di solide basi scientifiche, fondamentali per una migliore gestione del rapporto con i dipendenti, con la forza vendita, con i collaboratori esterni e con i propri clienti. E, perché no, anche con i propri familiari.

Export, in Uk l'Alto Piemonte un incredibile alternativa alla Borgogna

Il Nebbiolo, ma più precisamente lo Spanna, come appunto viene chiamato in questo angolo di Piemonte, forse ancora meno noto, può offrire un incredibile alternativa ai vini di Borgogna che sembrano condividere la stessa eleganza e fine granosità di tannini.

Ad affermarlo è David Berry Green, esperto di vini e fondatore di Dbg Italia, agenzia esportatrice di vini italiani in Uk, nell'ambito di una masterclass sul Nebbiolo dell'Alto Piemonte alla London Wine Fair. In questa area del Piemonte, una nuova generazione di winemakers si sta imponendo con energia ed ambizione e tutta la fragranza e finezza dei loro vini sta iniziando ad essere conosciuta ed apprezzata.

Sembra proprio che il Nebbiolo stia andando incontro ad una crescente interesse da parte di un pubblico sempre più vasto che va ben oltre i confini nazionali. Barolo e Barbaresco sono i due vini più conosciuti e rappresentativi di questo vitigno, la grande richiesta di conseguenza ne ha fatto lievitare i prezzi, ecco allora che il consumatore inizia a cercare alternative. D'altro canto, prosecco a parte, i vini italiani di qualità stanno letteralmente spopolando nel Regno Unito.

Le migliori espressioni dello Spanna in Alto Piemonte sono rappresentate dall'unicità di quel piccolo gioiello che è il Boca, che si evidenzia per le sue doti di longevità; dal Gattinara considerato la "Culla del Nebbiolo"; dallo storico Ghemme e Bramaterra, l'antico "Vino di Masserano". Oggi solo 780 ettari di vigneto rimangono nell'Alto Piemonte, dopo che la regione fu colpita dalla fillossera nel 1800.

140 chilometri a nordest di Alba, l'Alto Piemonte fu una volta la più vasta e importante regione per il Nebbiolo, con 40.000 ettari vitati. Grazie a Paolo de Marchi di Isole e Olena e Tiziano Mazzoni, in questi ultimi 20 anni l'Alto Piemonte sta conoscendo una rinascita con una nuova generazione di vini dalla forte impronta territoriale. Tra i produttori più noti si ricordano Antoniolo, Vallana, Tiziano Mazzoni, Podere ai Valloni e Torraccia del Piantavigna.

Il vitigno nebbiolo è dominante nel blend dei vini dell'Alto Piemonte. Jonathan Lyddon, consulente di Torraccia del Piantavigna che ha ospitato la masterclass, auspica di vedere in futuro vini prodotti con il 100% di questo vitigno per tutte le sub regioni, al fine di conferire un espressione di origine più netta. Attualmente di fatto nel disciplinare sono ammesse, in minima parte, anche Vespolina e/o Uva Rara. Così come anche, ha concluso Lyddon, bisognerebbe dare più libertà di scelta ai produttori sui tempi di invecchiamento, oggi ancora troppo lunghi.

David Berry Green, 16 anni d’esperienza nella selezione di vini, italiani in particolare, si è trasferito da anni nelle Langhe dove ha fondato la Dbg Italia. Berry Green, veicola nel Regno Unito e in altri paesi, tramite la Field Morris & Verdin (Fmv) - divisione all'ingrosso rivolta al mondo horeca del più antico merchant di vini e liquori del regno, la Berry Bros & Rudd con 317 anni di storia - vini italiani di pregio di 32 cantine di cui 21 piemontesi.

giovedì 25 maggio 2017

Agroalimentare, un percorso formativo per lo sviluppo delle produzioni a Indicazione Geografica

ISMEA avvia un percorso di alta formazione rivolto ai Consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp. Domande entro il 30 giugno, management, marketing e internazionalizzazione tra le principali materie di studio.


Secondo gli ultimi dati Ismea, in Italia il valore dei prodotti a Indicazione Geografica raggiunge i 13,8 miliardi di euro, con un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare nazionale. L’Italia, con più di 800 prodotti certificati, è in vetta alla classifica europea, seguita dalla Francia.


Il contesto competitivo in evoluzione e le opportunità che questi prodotti hanno a livello nazionale e internazionale richiedono un continuo adeguamento e rafforzamento degli operatori e delle loro strutture di coordinamento.

A questo scopo l’ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – nell’ambito di un progetto approvato dal MiPAAF, avvia una selezione per un programma di formazione e tutoraggio destinato a Consorzi di tutela, Associazioni di produttori di prodotti Dop e Igp - e alle imprese loro associate - sulle tematiche di maggiore interesse ai fini dello sviluppo delle produzioni a Indicazione Geografica.

Il percorso prevede un apprendimento frontale, esperienziale e di campo, su importanti tematiche, quali: strumenti e strategie di organizzazione gestionale; strategie di marketing; organizzazione di filiera; accesso ai mercati internazionali; strumenti di protezione e di enforcement; accesso ai bandi/agevolazioni europee, supportato da una scuola di Alta formazione che opererà direttamente nelle sedi dei Consorzi.

Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione da parte dei Consorzi interessati è fissato al 30 giugno 2017.

Ulteriori informazioni:  www.ismea.it/

Tra suoni e sapori, tutto il meglio della scena brassicola al Birra del Borgo Day

Da giovedì 1 fino a domenica 4 giugno Borgorose torna ad accogliere il Birra del Borgo Day, il grande evento estivo dedicato alla birra nato per celebrare il compleanno del birrificio, quest’anno il dodicesimo. Ecco tutti i produttori presenti.

Quattro giorni dedicati alla birra e non solo, tante novità, ospiti e anteprime speciali saranno i contenuti del grande festival organizzato da Birra del Borgo in quel di Borgorose (RI), nella sua storica villa comunale, da giovedì 1 a domenica 4 giugno. Quest’anno i giorni che vedranno radunati amici, produttori, partner, musicisti, cuochi, appassionati e curiosi per festeggiare dodici anni di storia di Birra del Borgo saranno ben quattro, tutti da vivere e da scoprire. Più di 130 spine italiane e straniere e oltre 30 birrifici daranno voce al primo obiettivo della manifestazione: quello di essere un luogo per tutti, un inno allo spirito di aggregazione e alla birra di qualità.

Gli appassionati ritroveranno numerosi appuntamenti legati al mondo della birra e del cibo che racconteranno idee, novità sulla scena brassicola e abbinamenti gastronomici soliti e insoliti. Il food occuperà un posto d’onore in questa dodicesima edizione del Birra del Borgo day con ospiti stellati e anteprime speciali.

Nuove partecipazioni accanto a quelle storiche, grandi chef, prodotti eccellenti, realtà locali e proposte per tutte le tasche. Venerdì 2 giugno, dal ristorante Il Tino di Fiumicino, arriverà Daniele Usai con i suoi “dim sum alla nduja di tonno e spuma di patate affumicate”. Sabato 3 giugno sarà la volta di Luigi Nastri, chef del ristorante Stazione di Posta di Testaccio, con “uovo e vignarola cacio e pepe”. Domenica 4 giugno una versione nostrana dell’asado argentino proposta dal maestro della carne Roberto Liberati. Partecipazione consolidata da diversi anni quella di Gabriele Bonci, grandissimo interprete del cibo di strada, che preparerà un’invitante selezione di pizza, tranci classici accanto a proposte inedite. Da allevamenti sostenibili di razza piemontese, in quel di Cuneo,  arriverà la carne di Optima Carne, da gustare battuta al coltello, formato hamburger nel pane di Gabriele Bonci oppure nella versione “panciamati”, la pancia del bovino tagliata sottile, scottata sulla piastra e servita con caciocavallo podolico oppure friarielli. Ritroverete il Trapizzino di Stefano Callegari, vestito a festa per l’occasione, e i formaggi del Caseificio aquilano Campo Felice. Gli amanti del caffè ne troveranno uno storico e d’élite, quello di Castroni. Il binomio birra e cucina troverà spazio anche nei laboratori dove lo chef Franco Franciosi dell’Osteria Mammarossa di Avezzano e l’esperto di birra Eugenio Signoroni si metteranno alla ricerca dell’abbinamento perfetto insieme ai birrai di Birra del Borgo.

Ecco i nomi: Birra del Borgo, Buskers, Opperbacco, La Casa di Cura, Bibir, Almond ’22, Flea, Montegioco, Mukkeller, Hilltop, Turbacci, L’Olmaia, Argo, Bi-Du, Il Mastio, La Fucina, Birradamare, Oxiana, Birrificio Emiliano, BAV (birrificio artigianale veneziano), Magester, Miaella, Birrificio del Doge, Eternalcity Brewing, Troll, Etnia, Brouwerij de Molen, Nomad Brewing Co., Golden Road Brewing, Wicked Weed Brewing, Devils Backbone Brewing Company, Yeastie Boys, Blakstoc, Thornbridge Brewery, Elysian brewing company, Cervezas La Virgen, Goose Island, Golden Road Brewing. Ci sarà anche una selezione siglata Beerfellas con Anarchy Brew Co., Brighton Bier, Harbour Brewing Company, Lines Brew Co., Pivovarna Pelicon, Redemption Brewery, Windsor and Eton Brewery, The Five Points Brewing Company, Wiper and True Brewing Co., Gwatkin Cider, The Orchand Pig.

Il Birra del Borgo Day metterà in comunicazione il linguaggio dei suoni con quello dei sapori ospitando almeno 15 concerti, tra cui quello di Bandabardò, sotto la direzione artistica di VITECULTURE.

Famiglie e bambini potranno godere dell’evento grazie all’area bambini allestita da Wave Market. Tavoli gioco gratuiti e un programma ricco di attività a ciclo continuo per bambini dai 4 agli 11 anni. Spazio alla fantasia e alla creatività con workshop e laboratori dedicati.

ORARI DEL FESTIVAL
Giovedì 1 giugno dalle 18:00 alle 1:00
Venerdì 2 giugno dalle 12:00 alle 2:00
Sabato 3 giugno dalle 12:00 alle 2:00
Domenica 4 giugno dalle 10:30 fino al tramonto

INFO INGRESSO
Ingresso gratuito
E’ necessario acquistare i gettoni per le consumazioni (1 euro = 1 gettone)
Con un gettone si ha diritto a 0,10 cl di birra alla spina, con 2 gettoni 0,20 cl e così via
Costo bicchiere 3 euro
Formula bicchiere + 8 gettoni = 10 euro
Consumazioni food da 3 a 8 gettoni

CONTATTI
Il Birra del Borgo day si svolgerà presso la Villa Comunale di Borgorose (RI)
Via delle Ville snc
Per info: 06 95222314

Viticoltura e Innovazione. Droni, agricoltura di precisione, nuove frontiere del biodinamico al centro del FORUM INVENTION TALENT IN OPEN WORLD

Al via una 3 giorni per addetti ai lavori, istituzioni e pubblico generico per un confronto di saperi e sapori, conoscere le nuove tendenze e tecnologie, recuperare storia e tradizione, accogliere e aprirsi al mondo a supporto di una programmazione territoriale sempre più all’altezza della sua identità.

Dal 26 al 28 maggio si terrà a Scansano il FORUM INVENTION TALENT IN OPEN WORLD nell’ambito di Maremma Toscana meets Bordeaux, il tradizionale format promosso dal Rotary E-Club de France International, in collaborazione con il Rotary Club di Massa Marittima, che vede tra gli enti patrocinanti il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.

L’evento riunisce i migliori talenti francesi e italiani con l’obiettivo di affrontare temi come l’innovazione tecnologica, professionale e sociale in viticoltura, ad esempio l’utilizzo dei droni nei vigneti e l’agricoltura di precisione, senza trascurare le nuove frontiere del biodinamico.

Questi argomenti sono da sempre oggetto d’attenzione da parte del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, che sostiene tutte le iniziative che possano portare alla valorizzazione di valori eco – sostenibili valorizzando il territorio e gli operatori che vi operano.

Di innovazione in vigna in Maremma ne ho parlato su un articolo pubblicato sul Gambero Rosso > QUI)

È la prima volta che il FORUM si svolge in Italia. Si tratta di un gemellaggio giunto alla sua seconda tappa, la prima si era infatti tenuta a Montussan - Bordeaux nel settembre dello scorso anno proponendo tre giorni di conferenze e degustazioni, oltre ad eventi con alcuni fornitori.

L’appuntamento italiano si arricchisce di nuovi spunti tra cui quello di promuovere le due zone, Bordeaux (Aquitania) e Maremma, ricreare un ambiente di incontro e scambio tra diverse culture e nuovi spunti dati da professionisti di valore delle due regioni.

Saranno tre giornate dense di contenuti che porteranno gli ospiti sul campo, tra i vigneti, presso le cantine, per poi dedicarsi ad approfondimenti grazie all’organizzazione di conferenze scientifiche e degustazioni di piatti tipici maremmani a cui verranno associati vini di Bordeaux e vini di Maremma.

Per maggiori informazioni: www.rotarymassamarittima.it

Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della DOC con l’obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all’assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Ad oggi il Consorzio conta 260 aziende associate, di cui 186 viticoltori (per la maggior parte conferenti uve a cantine cooperative), 1 imbottigliatore e 73 aziende “verticali” - che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini - per un totale di 4 milioni di bottiglie prodotte all’anno.

mercoledì 24 maggio 2017

CANTINE APERTE, AL VIA NEL WEEKEND LA FESTA ‘POP’ DEL VINO

DA 7 A 800 CANTINE PARTECIPANTI IN 25 EDIZIONI. ATTESI 1MLN DI ENOTURISTI IN TUTTA ITALIA.


Oltre un milione di enoturisti attesi in circa 800 cantine socie del Movimento Turismo del Vino, circa 2mila le iniziative speciali pensate in tutte le aree enologiche d’Italia e già quasi 50mila bicchieri ‘solidali’ distribuiti.


Sono i numeri della 25^ edizione di Cantine Aperte (27 e 28 maggio), nata nel 1993 con sole 7 cantine toscane aderenti e replicata lo stesso anno anche in Trentino e in Piemonte. “Cantine Aperte è l’evento ‘pop’ del vino per eccellenza – ha detto Magda Antonioli, direttore del Master in Economia del turismo all’Università Bocconi di Milano e ispiratrice della prima edizione -; ed è nato oltre che per intercettare una domanda turistica latente anche per la necessità di portare trasparenza nelle cantine italiane dopo lo scandalo del metanolo: una sorta di esigenza di giustizia rivendicata dai migliori produttori del Paese. Da allora l’enoturismo ne ha fatta di strada, diventando da nicchia a fenomeno sempre più centrale non solo per i consumi di vino ma anche di turismo, con gli stranieri in grande crescita”.

Il prossimo fine settimana per sue le nozze d’argento saranno centinaia le feste del vino organizzate in tutta Italia e abbinate allo sport, alla cultura, al cibo, ai giochi, alla musica e soprattutto alla solidarietà, con il progetto “Bottiglia Solidale” in favore dei territori marchigiani colpiti dal terremoto, o con la vendita dei calici griffati Cantine Aperte 25, i cui proventi andranno all’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc)”. Tra le attività più curiose dedicate ai quasi 30mln di eno-consumatori solo in Italia, la visita (in Piemonte) ai ‘crotin’ - le cantine sotterranee scavate a mano nel tufo - alla scoperta della vinificazione in anfora; il ‘Porca l’Oca’ (in Umbria) una speciale degustazione itinerante tra vigne e boschi in compagnia del gruppo musicale ‘CarroBestiame’; l’’Eyes Wine Shot’, l’intrigante spettacolo teatrale sul vino (in Puglia); i segreti del Bisso marino (una seta che nasce dal mare) spiegati in Sardegna da Chiara Vigo. E ancora, l’apertura di 30 (eno)dimore storiche da parte dell’omonima associazione, i pacchetti sport and wine, le passeggiate a cavallo, i nordic walking ma anche voli in elicottero, parapendio e rafting; i corsi di fumetto e i concorsi artistici en plein air, il safari tra le vigne con mountain bike o in trenino. In Toscana, Lombardia, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise, Liguria e Valle D’Aosta Cantine Aperte è prevista solo per la giornata di domenica 28 maggio.

Info: www.movimentoturismovino.it

Vitignoitalia, è boom di presenze per la XIII edizione del Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani

Con oltre 17000 ingressi, +15% sull'anno precedente chiude i battenti Vitignoitalia 2017. E al Napoli Wine Challenge trionfano i vini campani.

Si è chiusa con grande successo e partecipazione la XIII edizione di Vitignoitalia, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani in scena a Napoli, nei magnifici spazi di Castel dell’Ovo. Per tre giorni Napoli è diventata il centro del mondo vitivinicolo italiano con oltre 200 aziende provenienti dai principali terroir nazionali. 

Sono state circa 1.000 le etichette in degustazione per un pubblico di appassionati e addetti ai lavori che hanno preso parte inoltre ai diversi appuntamenti del fitto programma ad iniziare dall’affascinante mondo dell’aceto balsamico con “La Storia centenaria e la filosofia dell’Acetaia Giusti”: un percorso di degustazione con 7 diverse tipologie, partendo dall’IGP, passando per il DOP, fino al 100 anni, condotto da Guido Nisi, esperto e responsabile dell’Azienda. “Quattro diverse interpretazioni di quello che una volta si chiamava Tocai: Il Friuliano”, sono state invece, a cura di European Sommelier, le degustazioni con i vini di Villa Russiz, Livio Felluga, Vigne di Zamò e Nanonis. Bayer ha presentato il workshop “L’agricoltura di precisione per il futuro del Pianeta. Aziende, produttori, consumatori e Media si incontrano”. 

Spazio anche all’incontro nato in sinergia tra il Festival della Filosofia in Magna Grecia e Vitignoitalia, “Il Vino si fa Filosofia nelle parole di Massimo Donà”: un percorso di “Conoscenza” a cura di Massimo Donà, ordinario di Filosofia teoretica all’Università San Raffaele di Milano, che ha stimolato il piano logico razionale e quello emotivo tramite riflessioni, atmosfere musicali, assaggi del mediterraneo e degustazioni di vino in una miscellanea condotta dall’Antropologa Annalisa di Nuzzo; degustazione di Falerno del Massico Villa Matilde a cura di FISAR. 

Ed infine, il programma dell’ultima giornata di lavori ha previsto, oltre alle centinaia di etichette in degustazione, un focus sul più importante dei vini del Sud, con “Le Varie Sfaccettature del Taurasi”, e sul “Tartufo Nero dell’Irpinia”: il tubero più pregiato in abbinamento con grandi vini campani a cura di Regione Campania e degustazioni affidate ad AIS.

Assegnati i premi della prima edizione del Napoli Wine Challenge. A trionfare sono stati i vini di casa, a dimostrazione degli altissimi standard qualitativi raggiunti dall'enologia campana. La giuria, presieduta da Daniele Cernilli con affianco Luciano Pignataro e un team che ha visto la partecipazione di Chiara Giannotti, Chiara Giorleo, Adele Elisabetta Granieri, Wanda Mann (giornalista statunitense) e Patrick Low (buyer di Singapore), ha premiato per la categoria “Spumanti”, il Caprettone della casa vinicola Setaro; per i bianchi ex aequo tra la Falanghina Benevento IGP 2016 di Castelle e il Campania Fiano IGP 2014 Oi Nì dell'azienda agricola Eduardo Scuotto. Tra i rosati netta affermazione di Piedirosè, Pompeiano Rosato IGP 2016 della cantina Iovine. Durissima la lotta tra i rossi dove a spuntarla è stato il Taurasi 2008 di Calafè. Mentre il primo gradino del podio dei vini da dessert è stato conquistato, con un punteggio medio che ha sfiorato i 92/100, dalla Falanghina passita di Castelle. “Un challenge molto interessante – ha commentato Daniele Cernilli, presidente di giuria – con una giuria variegata, ma che non ha faticato a trovare un linguaggio comune. Il successo delle etichette campane testimonia della crescita di questa regione che ormai da tempo si è attestata tra quelle in grado di esprimere una qualità e una varietà di assoluto valore”.

Proprio con rifermento al carattere commerciale, molto soddisfacente, è stata poi l’esperienza del gruppo dei buyer internazionali selezionati dall'ICE, provenienti da ben 17 Paesi differenti e protagonisti di incontri be to be con le aziende presenti a Vitignoitalia e di educational tour per visitare le aziende agroalimentari del territorio.

Un risultato che come ha tenuto a sottolineare Maurizio Teti, direttore di Vitignoitalia, conferma il posizionamento raggiunto di una manifestazione che può contare su un pubblico di affezionati a cui, di anno in anno, si aggiungono nuovi appassionati. Cospicua ed in aumento anche la presenza di operatori del settore, a dimostrazione di quanto l’evento riesca ad unire in pieno l’aspetto entertainment a quello di business. Fondamentale inoltre la liaison con le istituzioni.

Vitignoitalia si svolge con il patrocinio del Comune di Napoli e in collaborazione con la Regione Campania e Unioncamere Campania.

martedì 23 maggio 2017

THE NIGHT DINNER E ACADEMY: GLI APPUNTAMENTI PIÙ ATTESI DI VINÒFORUM

THE NIGHT DINNER: LE 10 CENE “EXPERIENCE” FIRMATE VINÒFORUM – LO SPAZIO DEL GUSTO E CON L’ACADEMY SI VA ALLA SCOPERTA DELLE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE DEL BEL PAESE.

 Tra gli appuntamenti più attesi della XIV edizione di Vinòforum – Lo Spazio del Gusto, in programma a Roma da sabato 3 a lunedì 12 giugno 2017, ci sono sicuramente quelli targati The Night Dinner.

Un format spettacolare e fuori dagli schemi che vedrà sul palco 10 grandi nomi della cucina. Ognuno di questi firmerà una cena esclusiva, con posti limitati e disponibili solo su prenotazione. Menu ad alto tasso gourmet ma non solo: ogni chef sceglierà infatti lo skyline di una città e le musiche che ispireranno e accompagneranno le sue preparazioni. In abbinamento, grandi vini e cocktail studiati e preparati da barman professionisti.

Ecco, giorno per giorno, tutte le stelle protagoniste:

Sabato 3 giugno aprirà le danze Marcello Trentini del ristorante Magorabin di Torino; domenica 4 sarà il turno di Andrea Provenzani de Il Liberty di Milano; lunedì 5, dietro i fornelli troveremo Stefano Ciotti del Nostrano di Pesaro; martedì 6 ci sarà Salvatore Bianco de Il Comandante Restaurant di Napoli, che a fine cena dividerà il palco con Stefano Fanticelli per una degustazione guidata di sigari e distillati. Mercoledì 7 splenderà la stella di Roy Caceres del Metamorfosi di Roma; giovedì 8 a ingolosire i presenti sarà Caterina Ceraudo de Il Dattilo di Crotone; venerdì 9 in plancia di comando troveremo Cristiano Tomei dell’Imbuto di Lucca; sabato 10, seconda serata in “rosa” con Alba Estevez Ruiz del Marzapane di Roma; domenica 11, Eiji Yamamoto del Sushisen di Roma porterà con sé una sferzata di Oriente; lunedì 12, gran chiusura affidata all’estro e al talento di Francesco Apreda dell’Imago di Roma. In abbinamento, solo per citare alcune delle aziende protagoniste, le etichette di Champagne J. H. Quenardel, i vini firmati Contratto, Opera e quelli della Famiglia Cotarella.

Altro importante spazio dedicato alla cultura del cibo e del vino di qualità sarà quello della Vinòforum Academy. Un luogo aperto a tutti - appassionati, operatori, ma anche giovani e neofiti - all’interno del quale si potrà prendere parte a decine di appuntamenti giornalieri tenuti da esperti del settore. Master Sommelier saranno a disposizione per esclusivi speed tasting, mentre all’interno di Dispensa Italia si potrà approfondire la conoscenza dei prodotti a “denominazione d’origine” insieme a chi da sempre lavora per l’eccellenza gastronomica del Paese.

Non mancheranno le degustazioni guidate con i grandi produttori d’eccellenza:

3 giugno: Il Verdicchio: storia di un grande bianco italiano
4 giugno: I Vini dell’Etna
5 giugno: Verticale di Stillato Principe Pallavicini. / La grappa Nonino: il più importante distillato italiano nella sua migliore interpretazione.
6 giugno: Verticale di Pinot Nero Barthenau Vigna Sant’Urbano.
7 giugno: Il Titolo di Elena Fucci.
8 giugno: Degustazione di Champagne.
9 giugno: Il Fiano, l’autoctono bianco dall’eterna giovinezza.
10 giugno: Alla scoperta delle migliori bollicine italiane.
11 giugno: I vini del Sole, tutto il calore del Primitivo di Manduria.
12 giugno: Marchesi di Barolo.

VinòforumEventi srl | Zona Farnesina, Roma | 3-12 giugno, dalle ore 19:00 alle 24:00 (fino alle 01:00 venerdì e sabato). Biglietto di ingresso € 16 comprensivo di calice e carnet da 10 degustazioni di vino. Cene con posti limitati e prenotazione obbligatoria su www.vinoforum.it

Agroalimentare e tutela del consumatore. Pasta italiana: obbligo di indicazione in etichetta della materia prima

Secondo un indagine della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi ai primi due mesi del 2017, aumentano del 15% le importazioni di grano duro dal Canada destinate alla produzione di pasta senza alcuna indicazione in etichetta sulla reale origine. 

La Coldiretti sottolinea l’importanza del decreto dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per la pasta trasmesso all’Unione Europea, contro il quale si stanno già muovendo le lobby canadesi che trovano purtroppo terreno fertile anche in Italia. 

Più della metà del grano duro importato in Italia proviene dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Ma la mancanza dell’etichetta di origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia nazionale.

L’81 % dei consumatori italiani ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole secondo la consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole. “Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto e atteso dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

Il taglio dei prezzi pagati agli agricoltori sotto i costi di produzione ha provocato praticamente la decimazione delle semine di grano in Italia con un crollo del 7,3% per un totale di 100mila ettari coltivati in meno che peseranno sulla produzione di vera pasta italiana nel 2017, oltre che sull’ambiente, sull’economia e sul lavoro delle aree interne del Paese.

In pericolo - precisa Moncalvo - non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy”.

L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 5,1 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,4 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 41% della produzione nazionale, seguite dalle Marche. Nonostante ciò - sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta.

Export Agroalimentare: Stati Uniti terza meta dei prodotti italiani

Secondo i risultati di una ricerca Ismea, il 10% della produzione agroalimentare italiana è “a stelle e strisce”. Nei primi mesi del 2017 la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro.


Gli Stati Uniti si confermano un mercato di sbocco molto importante per i prodotti agroalimentari italiani: dopo Germania (17,5%) e Francia (10,9%), è il Paese oltre atlantico a costituire una delle mete principali dei prodotti italiani, con una quota del 10% dell’export.

Guardando allo scambio con gli Usa, il surplus per l’Italia nel 2016 è stato di 2,9 miliardi di euro, 350 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente: importiamo dagli Stati Uniti meno di quanto esportiamo, come confermato anche dai primi due mesi del 2017. In controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare italiano, che ha mostrato un peggioramento del deficit rispetto a gennaio/febbraio 2016, la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro in avvio del 2017, grazie all’aumento delle esportazioni (+ 4,2%) e alla stabilità delle importazioni (-0,3%). Negli ultimi due anni la crescita degli acquisti Usa dall’Italia è stata maggiore rispetto all’espansione dell’import statunitense nel complesso, con un differenziale positivo del 2%.

Nelle esportazioni, risultano maggiormente rilevanti i comparti “Vini e mosti”, che da soli rappresentano il 35% dell’export totale nel 2016, “oli e grassi” (il 14%) e “cereali, riso e derivati” (12%); nel complesso questi tre aggregati esprimono oltre il 60% dell’export complessivo. Per quasi tutti i comparti produttivi, nel 2016 gli scambi con il mercato statunitense fanno registrare un surplus di bilancio; fanno eccezione le coltivazioni foraggere, l’ittico, le coltivazioni industriali e la frutta fresca e trasformata.

L'OIV a Vinorus per rafforzare la collaborazione con la Russia

Il presidente dell'OIV Monika Christmann ed il capo dell'Unità di Diritto ed Economia Tatiana Svinartchuk si sono recate a Krasnodar (Russia) per partecipare all'inaugurazione dell'esposizione Vinorus e alla conferenza sulle aspettative attuali del settore viticolo russo.


Credits Mikhail Mordasov
Christmann ha presentato gli obiettivi e il suo ruolo dell'Organizzazione, nonché i dati statistici sulla congiuntura del mercato viticolo mondiale. Nell'ambito della conferenza si è anche tenuta una riunione aperta al pubblico del Comitato nazionale del coordinamento per la collaborazione con l'OIV che ha suscitato un vivo interesse tra i partecipanti e tutti gli attori della filiera. Tatiana Svinartchuk ha invece presentato le procedure operative e i principali documenti normativi discussi ed elaborati dall'OIV.

Sono state inoltre discusse le sfide della cooperazione internazionale nell'elaborazione e nell'applicazione di norme di produzione e commercializzazione del vino e di altri prodotti vitivinicoli internazionali. Nello specifico, l'attenzione è stata posta sull'importanza dell'applicazione delle norme internazionali nella legislazione nazionale, al fine di evitare possibili problemi di adempimento per i produttori locali e, contestualmente, difficoltà commerciali per importatori ed esportatori.

Anche la formazione di specialisti in enologia e viticoltura è stata indicata come aspetto fondamentale. La presidente dell'OIV ha infattti sottolineato l'importanza dei programmi di mobilità internazionale per studenti.

Dati alla mano, oggi la Russia si colloca solo all’11esimo posto nella classifica della produzione mondiale di vino, ma ha delle concrete potenzialità d’incrementare la produzione e di destinare dei volumi anche all’export. Il paese sta intensificando la produzione vinicola locale anche per far fronte al crescente consumo di vino, ad oggi pari a 7 litri all’anno per abitante.

Negli ultimi 10 anni la superficie vitata è aumentata del 30%, raggiungendo gli 85mila ettari. Per diminuire maggiormente le importazioni entro il 2020 si dovrebbe arrivare a piantare altri 50mila ettari di nuovi vigneti. Negli ultimi due-tre anni sono avvenuti in Russia dei cambiamenti profondi nel settore della produzione vinicola e della legislazione che lo riguarda: il prezzo delle licenze alle aziende vinicole è diminuito e la viticoltura ha assunto la stessa importanza dell’agricoltura col risultato che i produttori hanno potuto accedere alle sovvenzioni statali.

I vini russi vengono prodotti nel distretto di Krasnodar, in Crimea, a Sebastopoli, nella regione di Rostov e nelle repubbliche del Caucaso. L’associazione di viticoltori e produttori di vino russi ha attribuito la denoninazione di origine protetta ai vini “Kuban” (distretto di Krasnodar), “Dolina Dona” (regione di Rostov), “Stavropol” (distretto di Stavropol), “Daghestan” (Repubblica del Daghestan), “Dolina Tereka” (Repubblica di Cabardino-Balcaria), “Nizhnyaya Volga” (regioni di Astrakhan e Volgograd), “Krym” (repubblica di Crimea).

Successivamente alla conferenza sono state organizzate delle visite a vigneti russi (Abrau-Durso, Vedernikov, Usadba Divnomorskoye, Elbuzd, Lefkadiya) per i rappresentati dell'OIV e i partecipanti alla conferenza.

La presidente dell'OIV si è complimentata per l'alto livello tecnico e l'eccellente qualità dei vini, auspicando che questa visita consentirà di dare dinamicità alla partecipazione della delegazione russa ai lavori dell'OIV.

CANTINE APERTE: VINO A FUMETTI IN TOSCANA PER I 25 ANNI

Oltre 80 cantine festeggeranno domenica i 25 anni della festa che ha rivoluzionato il turismo del vino.

In alto i calici: domenica 28 maggio Cantine Aperte in tutta la Toscana. Dal trekking nei vigneti alle verticali di vecchie annate, passando per la cucina e la natura. Tante le iniziative in programma e la vera novità di questa edizione sarà la collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics: in cantina arrivano i fumettisti per “disegnare” il vino attraverso il fumetto

Porte aperte nelle oltre 80 cantine toscane che domenica 28 maggio parteciperanno a Cantine Aperte, l’evento dell’anno per gli appassionati di vino promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana. Una edizione particolare questa, perché proprio in Toscana 25 anni fa nasceva in via sperimentale questa iniziativa che nel tempo ha contribuito a cambiare l’approccio al vino da parte del consumatore.

Dalla Maremma del Morellino, alle terre dell’Orcia Doc, da Carmignano a Pisa, da Cortona ad Arezzo, senza dimenticare le grandi Docg, Brunello, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano. Sarà una vera festa del vino toscano, accompagnata anche da una colonna sonora speciale scritta e cantata dal cantautore fiorentino Lorenzo Baglioni. «Tante novità per questa storica edizione di Cantine Aperte – dice il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini – dal nuovo sito pensato come strumento di “navigazione” verso le cantine, all’inno di Cantine Aperte che ha già riscosso un grande successo di visualizzazioni, fino ad arrivare alla collaborazione con i fumettisti della Scuola Internazionale di Comics, tutto con l’obiettivo di cambiare la comunicazione del vino pensando soprattutto ai giovani appassionati».

Il vino a fumetti. La grande novità di questa venticinquesima edizione, come anticipato, sarà la collaborazione tra il Movimento Turismo del Vino Toscana e la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, la più importante accademia internazionale per la formazione di artisti del fumetto. Alcune delle cantine partecipanti avranno per tutta la giornata un fumettista che racconterà attraverso le immagini il vino “a fumetti” e la giornata di Cantine Aperte. Un modo per coinvolgere il visitatore, ma anche per dimostrare che la comunicazione di questo grande prodotto, il vino, sta cambiando.

Le attività in programma e il sito che ti porta in cantina. Oltre alle dimostrazioni artistiche dei fumettisti, le cantine che parteciperanno all’evento organizzeranno molte attività collaterali per fare da sfondo alle degustazioni. Dal trekking nel vigneto, alla musica live in cantina. Poi le degustazioni sensoriali, o le verticali di vecchie annate, fino a passare per la tavola con la riscoperta di piatti della tradizione abbinati ai grandi vini toscani. E ancora la natura che incontra il vino, fino ad arrivare addirittura a incontri con vini stranieri. Nelle oltre ottanta cantine sparse per le provincie Toscane ce ne saranno per tutti i gusti e passioni, basterà solo scegliere la cantina.  Sarà anche più facile farlo grazie al nuovo sito di MTV Toscana che con la geo referenziazione delle cantine permetterà a tutti di localizzare l’elenco delle cantine più vicine a dove si troveranno facendo partire la navigazione con le indicazioni stradali per arrivare direttamente a destinazione.

Cantine Aperte. Da 25 anni, nato proprio in Toscana, è oggi l’evento enoturistico più importante in Italia. Nel 1992 in Toscana partì come evento sperimentale, su idea della fondatrice e allora presidente del Movimento Turismo del Vino, Donatella Cinelli Colombini. Visto il grande successo che ebbe, dal 1993, ogni ultima domenica di maggio, le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino. Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine MTV.

L'Associazione Movimento Turismo del Vino Toscana è un ente non profit che raccoglie oltre 90 fra le più prestigiose cantine del territorio regionale, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell'accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione.

Per scoprire le aziende aderenti a Cantine Aperte e i relativi programmi è in aggiornamento la pagina dedicata all’evento su www.mtvtoscana.com

lunedì 22 maggio 2017

Si chiude a Genova l’ottava edizione di Slow Fish: ricerca scientifica, cambiamento climatico e microplastiche al centro dell’attenzione

Dopo quattro giorni densi di appuntamenti, Slow Fish è di nuovo pronta a salutare il Porto Antico di Genova e a mollare gli ormeggi. Pascale: «Più i mercati sfruttano i mari, più i pescatori soffrono. Invertiamo la rotta di un’economia paradossale e ingiusta».

Nella rete di questa ottava edizione dell’evento internazionale dedicato al pesce e alle risorse del mare - organizzato dall’associazione Slow Food Italia e Regione Liguria, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e il Comune di Genova - resta un bottino più che sostanzioso, frutto di due anni di confronto e condivisione con la comunità scientifica e i pescatori di Terra Madre, sia in Italia che all’estero: alla manifestazione, cui hanno lavorato circa 500 persone insieme a 50 volontari, hanno partecipato le comunità di 15 Paesi di tutti i continenti, dalla Finlandia all’Uganda, dall’Ecuador all’Australia, rappresentate da oltre 80 delegati.

I 30 incontri della rete di Slow Fish hanno radunato un pubblico di 1500 partecipanti. Più di 800 spettatori nelle cinque conferenze dedicate ai grandi temi di questa edizione, cui hanno preso parte come relatori 35 scienziati e ricercatori di fama internazionale. Inoltre sono stati organizzati numerosi momenti di confronto dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, dalla Regione Liguria, dal Wwf e da Slow Food Liguria.

«È stata un'edizione straordinaria - afferma il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - che conferma la nostra scelta di sostenere con convinzione questo evento. Il grande successo di pubblico registrato in questi giorni nell’area del Porto Antico ha garantito inoltre un’ottima visibilità allo stand #lamialiguria che ha ospitato molte iniziative legate al mondo della pesca, del turismo, dell’enogastronomia, dell’artigianato e delle imprese per promuovere al meglio le nostre eccellenze. Questo grande risultato – conclude - ci rafforza nell’obiettivo di far diventare la Liguria capitale della sostenibilità».

Tante conferme e molte premesse per il futuro, ricorda il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale: «Si tratta di un'edizione che ci consegna responsabilità importanti, in cui sono stati assunti impegni significativi da parte delle istituzioni e sono state manifestate disponibilità, altrettanto significative, da parte delle comunità scientifiche. Un tassello indispensabile per assicurare un futuro più roseo all'ambiente e a chi vive grazie alle risorse del mare».

«Il Mare Nostrum grida aiuto ed è tempo di agire» aveva affermato Karmelu Vellu, Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, nel saluto inaugurale. Questo grido di aiuto non è certo inascoltato a Slow Fish: «Proprio nel momento in cui si pesca di più - osserva Pascale -, sotto la spinta di un mercato che non tiene conto dei cambiamenti in corso nel mare, i pescatori e in particolare le comunità della piccola pesca incarnano le realtà che, dal punto di vista economico, soffrono di più. Questo oltre a essere paradossale è ingiusto». Le esperienze presentate a Slow Fish dimostrano che è possibile seguire un'altra via, conclude il presidente di Slow Food Italia, «in grado di assicurare una pesca sostenibile per il mare e per i pescatori. Per questo pensiamo sia necessario trasformare in pratiche quotidiane molte delle attività svolte durante l'evento».

La priorità è dunque invertire la rotta della pesca, come ha suggerito Carlo Petrini, presidente di Slow Food, passando «da un’economia di rapina a un’economia di costruzione». Dal 2004 Slow Food lavora in questa prospettiva con la campagna Slow Fish: l’evento biennale ospitato dalla città di Genova rappresenta solo il momento culminante in un percorso quotidiano di sostegno ai progetti delle comunità locali, all’attività dei Presìdi e all’intera filiera della pesca artigianale e sostenibile.

Per questo spicca tra le novità più significative di questa edizione l’annuncio che presto la Liguria ospiterà anche la casa di Slow Fish: «Una sede fissa, politica e fisica, per interagire con tutti gli attori del Mediterraneo», come anticipato da Giovanni Toti in apertura dell’evento. Perché è un impegno degli organizzatori della manifestazione far sì che la Liguria divenga il fulcro di un dialogo tra le sponde del nostro mare, per superare le difficoltà comuni e creare un’economia virtuosa.

L’altra sfida tutta italiana riguarda la ricerca: da Slow Fish il coro dei rappresentanti del mondo scientifico si è levato affinché il nostro paese si doti di una moderna nave da ricerca oceanografica pubblica, bene comune indispensabile a promuovere la conoscenza sia nel mar Mediterraneo sia nei mari artici e antartici.

Domande ma anche risposte dalle istituzioni, come l’impegno del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, a tutela del reddito dei pescatori e per la promozione di modelli sostenibili di salvaguardia delle risorse marine, grazie al decreto che ridisegnerà la piccola pesca artigianale italiana, che dà lavoro a 30mila persone in Italia.

Ricordiamo anche i grandi temi scientifici trattati nei quattro giorni, come il cambiamento climatico e l’impatto che ha sulle nostre tavole, con le tante ricette di pesci della tradizione sostituite da altri abitanti del mare, che fanno capolino nel nostro orizzonte gastronomico: è il caso delle meduse, sempre più presenti e invasive. Ma anche delle oloturie, i “cetrioli di mare”, apprezzatissimi in Oriente come snack ma ormai sovrasfruttati. Da Slow Fish parte però un allarme: «Attenti a pensare che non ci siano conseguenze nel consumare questi animali», avverte il presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Roberto Danovaro, «non è certo normale pensare di mangiare aquile, leoni e tigri, eppure in mare stiamo facendo qualcosa di simile».

Altro tema caldo è quello delle micro e nano plastiche che, a causa dei nostri comportamenti scorretti e della filiera della plastica non sostenibile, invadono i nostri mari con effetti tuttora sconosciuti. Secondo Legambiente il 96% dei rifiuti galleggianti in mare è composto da plastica e l’89% della fauna marina rischia di ingerirla. Non stiamo parlando solo di tartarughe che scambiano borse di plastica per meduse, ma di detriti che diventano frammenti microscopici ed entrano a far parte della catena alimentare dei pesci. Ma allora, quali sono gli effetti sull’uomo quando mangia pesce? In realtà, il rischio da parte dell’uomo di assumere microplastiche non proviene solo dal mare, in quanto queste sono contenute in oggetti di uso quotidiano, come i cosmetici - esfolianti facciali, dentifrici, shampoo, trucchi e creme solari – e tracce sono state rinvenute anche nel miele, nella birra e nei farmaci.

Ma se è vero che consumatori attenti si diventa grazie all’educazione al gusto dei più piccoli, bisogna partire da quello che i bambini mangiano nelle mense scolastiche. Anche in fatto di pesce. Arriva dall’entroterra genovese un bell’esempio di gestione sostenibile: sei comuni, tra la Valle Scrivia e la Val Polcevera, sono riusciti a cambiare l’intera impostazione delle mense in appena due anni, reintroducendo branzini del Tigullio, seppie, gallinelle, moscardini, platesse e sgombri al posto del solito pangasio e del pesce congelato.

Pienamente raggiunto, insomma, l’obiettivo di coniugare la convivialità alla conoscenza scientifica e alle buone pratiche, l’educazione al gusto con l’impegno per la tutela degli ecosistemi acquatici. Per Slow Fish è la terza edizione che si svolge all’aperto e si può rilevare, in tutti gli appuntamenti, un crescente interesse del pubblico, a dimostrazione di come la manifestazione stia entrando sempre di più nel cuore dei genovesi, dei visitatori e di chi ha a cuore le sorti del mare.

Promozione Made in Italy. Progetto “One Belt One Road", Veronafiere protagonista per lo sviluppo delle relazioni commerciali

Veronafiere stringe accordi  sulla Via della Seta e si conferma Hub fieristico internazionale per la Cina e l'Asia. Danese: “One Belt One Road" apre nuovi orizzonti politici e commerciali tra Cina, Eurasia e Italia”. Mantovani: “La chiave dei porti e della logistica strategica per settori in cui siamo leader”. A Veronafiere il prossimo 15 e 16 giugno due importanti delegazioni istituzionali e commerciali provenienti dalla Cina.

Passa anche dal sistema fieristico lo sviluppo dei rapporti commerciali con la Cina e il continente asiatico. E Veronafiere gioca il ruolo di protagonista per l’Italia su quella che sarà la "nuova Via della Seta" dell’ambiziosissimo progetto infrastrutturale cinese noto come “One Belt one Road”, letteralmente “Una cintura [di infrastrutture], una via”), pensato per creare una rete di vie di trasporto che attraversa tutta l'Eurasia per consentire il trasferimento veloce di persone, merci e risorse ed in grado di produrre benessere e sviluppo in tutto il pianeta.

E proprio in questi giorni è partita la missione a Pechino e Shanghai dove il presidente Maurizio Danese e il direttore generale Giovanni Mantovani, hanno incontrato l’Ambasciatore d’Italia, Ettore Sequi, il Console generale a Shanghai, Stefano Beltrame, e il direttore dell’ICE in Cina, Amedeo Scarpa, che supportano con grande attenzione le iniziative promosse dalla Fiera di Verona.

Oltre agli appuntamenti istituzionali che hanno visto un incontro anche con il presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina, Davide Cucino, il presidente e il direttore generale stanno stringendo nuovi accordi e rinnovando quelli già collaudati con i partner cinesi, grazie alla presenza della Fiera di Verona in Cina dal 1998 e ad una sede di rappresentanza a Shanghai.

Una attività ventennale riconosciuta dal Governo italiano anche attraverso il coinvolgimento di Veronafiere quale partner di ICE nel piano per la promozione straordinaria del made in Italy in Cina che prevede 20 milioni di euro di investimenti, e nella creazione di una piattaforma multicanale denominata Italian Wine Channel.

Un’attenzione nata dalla presenza di Vinitaly da lunghi anni in Cina, dagli accordi raggiunti con player importanti quali Alibaba, 1919, Cofco e Pacco Group Ltd così come dalla collaborazione pluriennale con lo Shanghai Wine&Dine Festival, l’International Wine & Spirits Show di Chengdu e l’Hong Kong International Wine and Spirits Fair.

Si tratta di una lista di partnership strategiche a cui sta per aggiungersi l’intesa con la Fiera di Chengdu (Sichuan), proprio sulla Via della Seta. La delegazione di Verona in missione in Cina ha firmato un protocollo per approfondire i termini di una nuova cooperazione tra Veronafiere-Fieragricola e la Sichuan International Exhibition Co. Ltd, promotrice della Sichuan Agricultural Expo.

L’accordo – i cui termini saranno definiti nel dettaglio e firmati a breve – prevede per le prossime edizioni 2017 e 2018 delle rispettive manifestazioni fieristiche, l’organizzazione della presenza di collettive di aziende cinesi e italiane produttrici di macchinari, tecnologie e servizi di supporto per i comparti agricolo, zootecnico, vitivinicolo ed ortofrutticolo. La partnership si estende anche alla promozione di incontri b2b e di formazione reciproca per la conoscenza dei rispettivi mercati di provenienza.

E proprio dallo Sichuan provengono due delegazioni, istituzionale e commerciale, guidate dallo CCIPT (China Council for the Promotion of International Trade, l’organismo cinese incaricato per l’organizzazione operativa di b2b e partecipazioni fieristiche) che il 15 e 16 giugno faranno tappa alla Fiera di Verona.

“La Cina attraverso il grande progetto ‘One Belt One Road’ ha impresso una svolta epocale nei rapporti economici globali. Attraverso l’Aiib, la Banca asiatica degli investimenti, nella quale l’Italia è il dodicesimo paese aderente con un quota che supera il 2,5%, ha programmato un piano di interventi di oltre 100 miliardi di dollari: una freccia fondamentale per lo sviluppo delle relazioni commerciali sulla Via della Seta – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. La connettività tra la Cina e la zona euroasiatica, l’Africa e in futuro il Sud America, è anche per l’Italia un’occasione imperdibile: i 65 paesi dell’Asia centrale coinvolti nell’OBOR assorbono da soli il 27% delle esportazioni italiane nel mondo ed hanno elevati margini di crescita. Per questo siamo molto attivi in Cina e stiamo progettando un piano di radicamento molto ambizioso nel breve-medio termine, come previsto anche dal nostro piano di industriale».

“Salutiamo con favore l’annuncio del governo cinese, che proprio in questi giorni, ha inserito Chengdu, dove siamo già presenti da anni con le iniziative di Vinitaly, tra le 15 nuove ‘First Tier Cities’, cioè i distretti considerati i principali motori di crescita per l’economia nazionale e gli investimenti stranieri – sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –. Anche l’opzione che il premier Gentiloni è riuscito ad ottenere sul coinvolgimento dei porti italiani, in particolare Venezia, è per noi strategica perché consente ai paesi del Nord ed Est Europa di trovare nel Nord dell’Adriatico una opzione valida e competitiva per la commercializzazione dei prodotti. Il trasporto navale è determinante per molti prodotti dei settori agroalimentare e construction di cui Veronafiere detiene alcune tra le rassegne leader internazionali, quali ad esempio Vinitaly, Marmomac e Fieragricola. Rassegne che sono diventate un punto di riferimento consolidato sia per le aziende sia per gli operatori provenienti dalla Cina, con significativi e costanti incrementi delle presenze edizione su edizione”.