martedì 28 febbraio 2023

Due Autoritratti a confronto. Antonio Ligabue e Vincent Van Gogh

Vincent Van Gogh incontra Antonio Ligabue. In occasione della mostra “Antonio Ligabue”, Palazzo Bonaparte ospita un confronto del tutto inedito tra i due Autoritratti dei due artisti. 



Vincent Van Gogh incontra Antonio Ligabue. In occasione della mostra “Antonio Ligabue” che aprirà al pubblico il prossimo 25 marzo al Castello aragonese di Conversano, dal 1 al 12 marzo 2023 Palazzo Bonaparte di Roma ospita un confronto del tutto inedito tra due Autoritratti di due artisti tanto distanti quanto simili per destino e voglia di riscatto.

“Antonio Ligabue: il Van Gogh con la moto rossa”: questo il titolo dell’articolo del 12 marzo 1961 comparso su “Epoca” a firma dalla giornalista, saggista e scrittrice italiana Grazia Livi a seguito alla memorabile mostra alla Barcaccia di Roma presentata da Giancarlo Vigorelli.

L’esposizione romana consacrava il lavoro di Antonio Ligabue e veicolava per la prima volta, oltre i confini emiliani, l’asprezza espressionista del pittore di Gualtieri.

Oggi, in occasione della mostra Antonio Ligabue (che aprirà al pubblico il prossimo 25 marzo al Castello aragonese di Conversano), dal 1 al 12 marzo, presso la mostra “Van Gogh. Capolavori dal Kröller-Müller Museum” a Palazzo Bonaparte di Roma sarà ospitato un dialogo del tutto inedito tra due Autoritratti proprio dei due artisti, così tanto distanti quanto simili per destino e voglia di riscatto.

Un confronto ideato da Francesco Negri per onorare il lavoro svolto dal padre Sergio nel corso della sua vita.

Potrebbe risultare difficile immaginare delle affinità, o anche solo dei semplici punti di contatto, tra due autori tanto diversi: se Van Gogh è dotato di uno spirito superiore che lo porta oltre il reale e nella sua arte è riscontrabile una matrice letteraria, Ligabue mette il suo istinto davanti alla natura e avvia un convulso e furioso dialogo con il colore.

E proprio nell’uso del colore, nell’inquietudine inesorabile che li pervade e in quel disadattamento personale che riescono a superare solo dipingendo vanno ricercati i motivi di tangenza tra i due artisti, al di là della tecnica pittorica e di quanto abbiano rappresentato sulla tela.

Più l’anima è straziata, più i colori diventano brillanti.

Vincent in una lettera alla sorella Willemien scrive: “Più divento brutto, vecchio, cattivo, malato e povero, più desidero riscattarmi facendo colori brillanti, ben accostati e splendenti” e lo stesso vale per Ligabue, il cui animo soffocato dal dolore si libera dagli incubi che ha dentro, avviando un convulso e furioso dialogo con il colore, creando capolavori di un’arte primitiva e istintiva e di una brutalità senza filtri.

Van Gogh e Ligabue, esclusi da una società creata dagli uomini, condividono una solitudine senza appigli che riesce a scongiurare la disperazione solo attraverso la pittura.

Non stupisce dunque, come documenta questo confronto, che entrambi sentano la necessità di riprodurre la propria immagine più volte, come a voler dare prova della loro esistenza in un mondo che li ha emarginati e con lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore.

“Dialoghi o conflitti fra la coscienza e la percezione visiva del proprio volto ... Ed è proprio in questo senso che alcuni dei grandi espressionisti, oltre a Van Gogh, hanno analizzato se stessi davanti a queste superfici dipingendo decine e decine di autoritratti, con l’intento di riversare in essi le angosce e i tormenti che li affliggevano” scrive Sergio Negri, il maggior esperto di Antonio Ligabue, nel catalogo generale dei dipinti a sua cura edito da Electa nel 2002.

Ragione e istinto; conoscenza raffinata e foga animale; un’unica disperata solitudine.

I due artisti sono accomunati da un’unica disperata solitudine, uno stato generato dalla disillusione di credere alla bontà della natura, entrambi vedono l’universo per quello che è e ne dipingono la brutalità senza filtri.

Due artisti che, seppur in maniera diversa, col proprio linguaggio e proprie opere sono stati in grado ugualmente di penetrare l’anima e di nutrire la fantasia degli spettatori.

giovedì 23 febbraio 2023

Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, il Teatro dell’Opera omaggia Franco Zeffirelli

Nel centenario della nascita di Franco Zeffirelli, il Teatro dell’Opera di Roma ricorda il grande maestro con uno dei suoi spettacoli più amati: Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. 

ph Khalid Al-Busaidi, Royal Opera Huse, Muscat



Nel centenario della nascita di Franco Zeffirelli, il Teatro dell’Opera di Roma sceglie di ricordare il grande maestro con uno dei suoi spettacoli più amati: Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. L’allestimento, in scena dal 12 al 19 marzo, è stato creato nel 1992 proprio per l’Opera di Roma e da allora è stato ripreso sempre con grande successo. Le estreme passioni d’amore e d’odio del capolavoro di Leoncavallo sono affidate alla lettura di Daniel Oren, che ritorna a dirigere l’Orchestra del lirico capitolino dopo tredici anni di assenza. Molto amato a Roma, dove ha diretto più di trenta opere a partire dal 1979, Oren era sul podio anche alla prima di questo allestimento. La regia di Franco Zeffirelli, che firmò anche le scene, è ripresa da Stefano Trespidi. I coloratissimi costumi sono di Raimonda Gaetani, mentre le luci sono disegnate da Vinicio Cheli.

Nella sensuale parte di Nedda-Colombina sono impegnate Nino Machaidze e Valeria Sepe (16 e 18 marzo); il marito e capocomico Canio-Pagliaccio è interpretato da Brian Jagde, al doppio debutto a Roma e nel ruolo, e da Luciano Ganci (14, 16, 17 e 19 marzo); il gobbo e vendicativo Tonio-Taddeo è incarnato da Amartuvshin Enkhbat e Roman Burdenko (16 e 19 marzo). Matteo Falcier darà la voce al mite Beppe, Vittorio Prato all’amante Silvio, che come Nedda cadrà ucciso dal pugnale di Canio.

Il dramma d’impronta verista, in un prologo e due atti, che debuttò il 21 maggio 1892 al Dal Verme di Milano, viene ambientato nella periferia di una degradata città meridionale dell’Italia degli anni Sessanta. Sul fondale grigio di un edificio di ringhiera brulicante di un’umanità variopinta – tra bici, auto e motorette del tempo – si svolge la cruenta storia di gelosia che mescola finzione e realtà, con un alternarsi di accenti patetici, grotteschi e sentimentali, nella rappresentazione di una compagnia di attori, giocolieri e saltimbanchi, arrivati a bordo di un camper.

«L’atmosfera verista dei Pagliacci – dichiarò Zeffirelli all’epoca della creazione dello spettacolo – consente questa attualizzazione ‘Verista’ tenendo conto che l’opera si intitola appunto Pagliacci, quasi a dire che per Leoncavallo siamo tutti un po’ pagliacci, che il mondo stesso è una pagliacciata: curiosamente è la stessa visione che il vecchio Verdi propone nel finale di Falstaff: “Tutto il mondo è burla”. Con una differenza fondamentale: che per Verdi si tratta di una burla vera e propria, mentre Pagliacci sono una dolorosissima avventura di sangue e di amore».

Dopo la prima di domenica 12 marzo (ore 19) in differita su Radio3 Rai, Pagliacci sarà replicata martedì 14 (ore 20), mercoledì 15 (ore 20), giovedì 16 (ore 20), venerdì 17 (ore 20), sabato 18 (ore 18) e domenica 19 (ore 16.30). La Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti e l’Anteprima Giovani sono previste per sabato 11 marzo, rispettivamente alle ore 16 e alle ore 19.

mercoledì 22 febbraio 2023

Morten Lauridsen, Shining Night: A Portrait of Composer, il documentario per celebrare uno dei più grandi compositori corali viventi

In onore del suo ottantesimo compleanno, il film documentario sulla vita e sulla musica di Morten Lauridsen. Shining Night: A Portrait of Composer sarà trasmesso in streaming gratuito su Vimeo.




'Shining Night' offre uno scorcio della vita e della musica di uno dei più grandi compositori corali viventi, Morten Lauridsen, premiato con la National Medal of Arts che trascorre le estati su un'isola remota dell'arcipelago di San Juan e che il musicologo Nick Strimple definisce essere "l'unico compositore americano nella storia la cui musica può essere definita mistica.

Esplorando il rapporto tra arte, natura e spiritualità, Shining Night svela il compositore attraverso il suo amore per il mondo naturale la sua passione per la musica e la poesia.

Girato tra il 2010-2011 a San Francisco, Los Angeles, Aberdeen, Scozia e Waldron Island, il documentario trasmette la ricchezza e l'ampiezza della vita del pluripremiato compositore, con una colonna sonora dei suoi capolavori: Lux Aeterna, O Magnum Mysterium, Nocturnes (tra cui Sa Nuit D'Ete, Soneto de la Noche e Sure On This Shining Notte, Madrigali e Dirait-on.

Compositore, interprete ed educatore, Lauridsen ha trascorso la sua vita ad ascoltare in profondo silenzio la "canzone interiore", producendo opere corali di radiosa bellezza affinché il mondo le possa ascoltare e cantare. Le sue opere sono state registrate su più di 200 CD, cinque dei quali hanno ricevuto nomination ai Grammy Award, tra cui O Magnum Mysterium dei Tiffany Consort, A Company of Voices dei Conspirare, Sound The Bells dei The Bay Brass e due dischi tutti di Lauridsen intitolati luce eternadal Los Angeles Master Chorale diretto da Paul Salamunovich e Polyphony con la Britten Sinfonia diretta da Stephen Layton. I suoi principali editori sono Peermusic (New York/Amburgo) e Faber Music (Londra).

Dal 1993 la musica di Lauridsen è rapidamente aumentata in popolarità internazionale, e alla fine del secolo aveva eclissato Randall Thompson come il compositore corale americano più frequentemente eseguito.

Shining Night: un ritratto del compositore, è il primo film su Lauridsen a vincere ben quattro premi per il miglior documentario dall'apertura dell'American Documentary Film Festival il 7 febbraio 2012 a Palm Springs, in California. E' stato definito "una rarità incoraggiante" da Terry Teachout del Wall Street Journal. Diretto da Michael Stillwater e coprodotto con Doris Laesser Stillwater per Song Without Borders, Shining Night offre al pubblico di tutto il mondo uno sguardo raro nel mondo interiore del compositore. 

Shining Night: A Portrait of Composer Morten Lauridsen, è il primo episodio della serie di documentari in tre parti "In Search of The Great Song", prodotto da Michael Stillwater e Doris Laesser Stillwater per Song Without Borders.

Shining Night: A Portrait of Composer

mercoledì 15 febbraio 2023

Nobile di Montepulciano: rinvenuta una pergamena del 1350, tra i primi documenti originali al mondo a parlare di tracciabilità del vino

Rinvenuto uno dei documenti più rari legati alla vendita di qualità che testimonia l'esistenza di un distretto produttivo e di commercializzazione del vino di Montepulciano. La scoperta presentata oggi durante l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano.  



Uno dei documenti più rari (a oggi ritenuto il primo per datazione) legati alla vendita di qualità e che testimonia l'esistenza di un distretto produttivo e di commercializzazione del vino di Montepulciano. E’ il ritrovamento che la Società Storica Poliziana, in collaborazione con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ha fatto attraverso i suoi studi e ha presentato in esclusiva e per la prima volta all’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano che è partita oggi con la giornata della stampa internazionale presso la Fortezza. 

Un rarissimo contratto di mercatura che riporta la data del 17 ottobre 1350, conservato presso il fondo Madonna de' Ricci (Crociferi) dell'Archivio di Stato di Firenze. «Un ritrovamento che è avvenuto nei mesi scorsi, grazie al lavoro che stiamo facendo insieme alla Società Storica Poliziana per ricostruire la storia del vino a Montepulciano – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – e che oggi abbiamo potuto presentare alla stampa di tutto il mondo per dimostrare quanto la tradizione vinicola nel nostro territorio sia importante, fin da tempo remoto».

Una pergamena che allunga di duecento anni la storia del vino a Montepulciano. Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha avviato negli ultimi anni una serie di ricerche sulle tracce dei vini storici poliziani, e sull'importanza di questi nella vitivinicoltura toscana e nazionale del passato. In questo senso è stato rinvenuto il documento del 1350. Si tratta della registrazione notarile di una società di commercializzazione e esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei del Pecora di Montepulciano, attraverso l'intervento del mercante Jacopo di Vanni di S. Fiora. La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia come ci dice il Repetti nel suo famoso dizionario (Firenze, 1839) che il "vino squisito di Montepulciano, ... s'inviasse all'estero da tempi assai remoti" e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.

Dal passato ai giorni d’oggi: il Vino Nobile di Montepulciano è il vino che ha fatto segnare più crescita di vendite tra le denominazioni toscane. Il 2022 è stato un annodi ulteriore crescita per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano. Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 68% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 32% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2022 ha ormai superato il 30%. Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 43%. Al nord viene venduto il 31,6% e al Sud il 5,40%. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa il 30%. Cresce l’Asia con il 2,5% della quota totale. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche rispetto al 2022, è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 27% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 70%. «Numeri importanti che danno ragione al percorso di promozione che abbiamo intrapreso negli ultimi anni, puntando non solo all’estero, soprattutto nei paesi dove registriamo crescite, ma anche in Italia», ha sottolineato ai giornalisti di tutto il mondo Andrea Rossi, presidente del Consorzio.

lunedì 13 febbraio 2023

Certificazione di sostenibilità, le buone pratiche delle aziende che hanno contribuito a raggiungere questo obiettivo. Il caso del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano

Le “best practices”, ovvero tutte quelle azioni adottate dal vigneto alla cantina, fino al consumatore per arrivare alla Certificazione di Sostenibilità. Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano svela le buone pratiche delle aziende che hanno contribuito a raggiungere questo importante obiettivo.




Dal 2022 quella del Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione italiana ad aver raggiunto la certificazione di sostenibilità secondo la norma Equalitas. Per arrivare a questo risultato, che è solo un tassello di un percorso in divenire, si sono impegnate gran parte delle imprese vinicole del territorio. Il 75,8% delle aziende di Montepulciano, per l’esattezza, ha contribuito con le proprie attività al raggiungimento della certificazione. 

Quale sia stato il modo in cui ciascuna cantina ha contribuito a farlo, ha cercato di scoprirlo il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che, proprio in occasione dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano (2020 e Riserva 2019) che parte ufficialmente con la giornata dedicata alla stampa internazionale per poi proseguire dal 18 al 20 febbraio per operatori e appassionati, ha chiesto ai propri associati con quali attività abbiano privilegiato questo obiettivo. 

Le “best practices” delle aziende e come viene visto l’impegno del Consorzio. Intanto il 98% delle aziende ha ridotto i trattamenti convenzionali in vigna. Il 59% ha messo in campo pratiche legate alla cosiddetta agricoltura integrata. Quasi il 70% delle imprese ha scelto l’agricoltura biologica, il 3% quella biodinamica. L’84,4% negli ultimi cinque anni ha investito in formazione e sensibilizzazione sui temi di sicurezza e ambiente. La totalità delle aziende ha dichiarato inoltre di aver ridimensionato l’utilizzo di fitofarmaci e fitosanitari in campo. In tempi di scarsità di acqua, il 69,7% delle imprese vinicole del territorio dichiara di aver attuato pratiche per la riduzione dell’utilizzo di risorse idriche per il processo di vinificazione e il 97% ha guardato alla salvaguardia della biodiversità. Sul fronte della CO2 il 75,8% dichiara di aver avviato pratiche per la riduzione di emissione di gas climalteranti e anche messo in piedi attività di recupero o riciclo di materiali proveniente da scarti di produzione (il 72,7%). Essere sostenibili è un vantaggio anche ai fini della comunicazione e promozione del vino: lo pensa il 78,8% delle imprese. Il 72,7% dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano è molto soddisfatto delle attività verso la sostenibilità intraprese dal Consorzio per la denominazione (mediamente soddisfatto il 18,2%, abbastanza il 9,1%). La totalità dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano è convinta di aver contribuito anche così al rafforzamento della denominazione, anche investendo in accoglienza in cantina (il 97%).

«Essere una denominazione sostenibile è un impegno non solo rivolto al territorio, ma anche alle persone che lo abitano – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – come Consorzio non abbiamo solo guardato alle attività agronomiche e produttive, ma anche alla divulgazione di queste nei confronti dei cittadini di Montepulciano, dei tanti turisti che ospitiamo durante l’anno e anche dei più piccoli con attività didattiche in collaborazione con le scuole e con l’Anteprima di quest’anno, la prima da quando siamo certificati, abbiamo voluto spiegare meglio quanto sia fondamentale il lavoro di ogni singola impresa vinicola».

Ricordo che l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano è un appuntamento ormai imperdibile, non solo per gli addetti ai lavori che qui potranno incontrare oltre 40 produttori, più della metà della denominazione, che in presenza racconteranno non solo le nuove annate in commercio, ma anche le tante attività, le novità e i progetti futuri che stanno confermando la nostra Docg una delle più dinamiche d’Italia. Il Consorzio infatti presenterà gli aggiornamenti sul progetto Pievi, ma anche tutte le attività legate a Montepulciano, distretto del vino sostenibile.

martedì 7 febbraio 2023

Cannabis medica: dalla selezione varietale alla prescrizione ai pazienti

Il CREA, centro di ricerca in agricoltura, presenta i risultati del progetto CAMED nato per rendere più funzionale la filiera nella produzione della cannabis medica. 




Migliorare la qualità delle strutture di ricerca del CREA di Rovigo e rendere più funzionale la filiera che porta alla produzione di talee radicate da inviare allo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM). Questa la sintesi del progetto CAMED, frutto della collaborazione CREA-MASAF per consolidare e ampliare le infrastrutture, le conoscenze scientifiche, i genotipi e implementare le attività di mantenimento e moltiplicazione della Cannabis per la produzione di farmaci.

Il convegno conclusivo di CAMED si terrà a Rovigo, sede CREA protagonista da decenni della ricerca su Cannabis, con un focus sui risultati del progetto, tra cui la realizzazione di tre camere di crescita destinate alla produzione di talee, al mantenimento delle piante madri e all’attività di sperimentazione e ricerca. La standardizzazione delle tecniche di coltivazione, utile a rendere sempre più funzionale il processo di produzione, è infatti un passo fondamentale per garantire la qualità e la quantità di materiale da fornire agli step successivi della filiera, fino ad arrivare alla produzione del farmaco.

Verrà presentato l’impatto del miglioramento genetico e della caratterizzazione della collezione di germoplasma disponibile presso il centro, che rappresenta una fonte inestimabile e ancora poco valorizzata di biodiversità di questa specie, allo scopo di identificare i materiali ad elevato contenuto di THC (tetraidrocannabinolo)  e/o CDB (cannabidiolo), più interessanti per lo sviluppo di nuove varietà italiane di canapa, adatte all’utilizzo in campo farmaceutico. 

Si parlerà degli studi in corso per investigare la base genetica e i meccanismi di regolazione della sintesi dei cannabinoidi e di altre molecole di interesse per il settore farmaceutico e non solo.

Nel corso dell’evento, interventi di farmacisti dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare e delle UOC territoriali daranno un quadro della attuale situazione di diffusione ed utilizzo della Cannabis per uso terapeutico e i medici relatori descriveranno le principali applicazioni curative di questa pianta.

Un importante momento sarà quello dedicato all’ANCPI (Associazione Nazionale Pazienti Cannabis) che farà il punto sulle difficoltà a trovare medici prescrittori, sulla continua e costante difficoltà di reperimento del farmaco e sulle problematiche pratiche ed economiche riguardanti questo percorso terapeutico.

Il numero di pazienti in Italia, secondo le stime di agosto 2022, è di circa 50 mila pazienti con una richiesta di 18.250 kg annui di materia prima ed è in continua crescita. La scarsità di materia prima evidenzia come sia fondamentale l’avvio di un programma di caratterizzazione del germoplasma, piani di incrocio e selezione per la produzione di nuove linee e la relativa caratterizzazione molecolare del materiale.