mercoledì 31 maggio 2023

Vino e territori: tracciabilità e certificazione dell’intera filiera vitivinicola, la blockchain sbarca nella Tuscia

Tracciabilità e certificazione dell’intera filiera vitivinicola: il territorio della Tuscia adotta una innovativa soluzione sviluppata da ATON IT, che ha coinvolto l’azienda vinicola Caprigliano del Lazio. Favorirà la trasformazione digitale del settore agroalimentare, apportando significativi benefici nel lungo termine alla filiera del vino.





La filiera vitivinicola sta per subire una trasformazione digitale grazie alla soluzione BinTraWine - Tracking and Tracing solutions for Wine - che utilizza la tecnologia blockchain per garantire la tracciabilità e la certificazione dei dati lungo l'intera filiera vitivinicola.

Alla soluzione BinTraWine, sviluppata da ATON IT in collaborazione con BSD in qualità di partner industriale, Sapienza Università di Roma come partner accademico e l’associazione Cyber 4.0, ha partecipato l’azienda vinicola Caprigliano del Lazio.

La piattaforma BinTraWine mira a fornire trasparenza, affidabilità, tracciabilità, verificabilità, privacy e certificazione dei dati a tutti gli operatori coinvolti nella filiera vitivinicola. L'obiettivo finale del progetto è di utilizzare la blockchain per garantire la tracciabilità lungo tutta la filiera del vino, dalla coltivazione delle uve al consumatore finale, ovvero: coltivazione e raccolta dell'uva, trasferimento al centro di vinificazione per la produzione del vino, trasporto al centro di condizionamento e trasferimento del prodotto confezionato ed etichettato al centro di distribuzione per la vendita ai clienti. Gli operatori coinvolti hanno grande interesse ad adottare un sistema di verifica antifrode lungo l'intero processo di filiera, in modo tale da soddisfare quei clienti finali che si affidano fortemente alle garanzie di certificazione come DOC e BIO. La soluzione finale di BinTraWine offre quindi vantaggi trasversali sia alle aziende agricole che ai consumatori finali che si affidano alla certificazione del prodotto come garanzia di qualità.

Il progetto, giunto nella sua fase finale di valutazione della soluzione software sviluppata,  consentirà di determinare il grado di efficacia di quanto realizzato nell’individuazione del sistema più idoneo ad ottimizzare i processi di analisi, gestione e verifica dei dati sulla filiera vitivinicola certificata e di larga scala attraverso una soluzione ad elevata specializzazione tecnologica, tale da consentire il superamento dei limiti riscontrati dalle sperimentazioni condotte in precedenza nel medesimo ambito di applicazione. Un sistema tecnologicamente innovativo che rappresenta una significativa opportunità di trasformazione digitale per un settore altamente competitivo e in continua evoluzione nel mercato nazionale e internazionale del Made in Italy.

“I primi risultati del progetto– spiega Fabio Maria Petriccione, Responsabile Ricerca e Sviluppo di ATON IT - che ha coinvolto non solo il produttore ma anche gli altri attori della filiera, confermano che lo sviluppo dell'ecosistema BinTraWine potrà sicuramente favorire la trasformazione digitale del settore agroalimentare, apportando significativi benefici nel lungo termine alla filiera del vino”.

"La nostra azienda – afferma Ulderico Amadio titolare dell’azienda Caprigliano -  ritiene il progetto di grande interesse e crediamo di aver fornito un concreto contributo all'analisi dei processi di produzione vitivinicola consentendo ai ricercatori del consorzio BinTraWine di indagare i bisogni, le aspettative e i desiderata degli attori protagonisti delle attività di viticoltura, trasformazione, imbottigliamento, analisi di qualità, certificazione, distribuzione vendita, e infine consumo del prodotto”.

Nata nel 2014 dalla pluriennale esperienza di professionisti della consulenza informatica, ATON IT è una società specializzata nello sviluppo e nell’applicazione di soluzioni ICT full service. Con sedi a Roma, Milano, Firenze, Terni e Napoli, ATON IT si avvale di esperti e consulenti altamente qualificati, ponendo costante attenzione alle attività di training. Attraverso la divisione Ricerca & Sviluppo è impegnata in progetti di ricerca sperimentale e innovazione industriale.

La società è attiva in diversi settori, tra i quali Finance, Pubblica Amministrazione, Automotive. Grazie alla pluralità di competenze approfondite in ambito Digital Transformation, AI, Blockchain, Cyber Security e Business Intelligence, ATON IT offre servizi integrati, tali da supportare le scelte tecnologiche dei clienti. Fornendo soluzioni innovative e personalizzate, la società è in grado di operare in strutture complesse, di interpretare le esigenze del cliente e guidarne i processi di trasformazione strategica nell’ottica del potenziamento di competitività e business.

mercoledì 24 maggio 2023

Viticoltura, premiate le tecnologie più innovative per efficienza, sostenibilità e qualità del lavoro nel vigneto

Automazione, precisione e riduzione dell’impatto ambientale, ma anche elettrificazione, artificial intelligence e versatilità di impiego. Sono le parole chiave dell’innovazione in vigneto secondo l’Innovation Challenge Lucio Mastroberardino 2023.



 

Il concorso, nell'ambito di Enovitis in campo, ha selezionato tra le proposte della 17^ edizione della rassegna dinamica di Unione italiana vini (7-8 giugno, azienda agricola Erian – Cantina Bottenago, Polpenazze del Garda – BS) le più interessanti novità per progresso tecnico, efficienza e funzionalità, sostenibilità, praticità, impatto ambientale e qualità del lavoro. 

Ricordo che Enovitis in campo è l’unica fiera dinamica in Italia interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura. Il cuore dell’evento è costituito dalle prove e dimostrazioni che si svolgono direttamente nel vigneto e quindi in condizioni del tutto realistiche, tali da consentire al visitatore di misurare l’efficacia e l’effettiva applicabilità di quanto proposto dagli espositori presenti. E' di fatto possibile vedere all’opera, verificandone i risultati, le più moderne tecnologie, materiali e attrezzature impiegabili in tutte le operazioni agronomiche: impianto del vigneto, protezione fitosanitaria e nutrizione, gestione del suolo, gestione della chioma, vendemmia, i più moderni trattori specialistici, irrigazione, gestione e recupero della biomassa, sistemi di controllo e rilevamento per la viticoltura di precisione.

Grazie alla sua formula itinerante, la fiera riesce nel difficile intento di contestualizzare l’impiego delle tecnologie nei vari ambienti pedoclimatici e colturali che caratterizzano il vigneto Italia; anche per questo motivo, in funzione dell’areale di svolgimento, l’ambito merceologico si allarga alle tecnologie per l’olivicoltura.

I vincitori, appena annunciati, si dividono nelle due categorie “Technology Innovation Award”, attribuito alle opere che vantano significativi elementi di progresso per diversi parametri qualitativi, e “New Technology”, riservato a tecnologie, macchine o prodotti che si sono distinti per almeno uno dei parametri di valutazione previsti nel regolamento del concorso.

Come “Technology Innovation Award” si sono distinti la cimatrice sincronizzata elettrica CM-SNE di BFM e il sistema di COBO per la guida autonoma basato sulla visione artificiale, Vision Lane Navigation. Si posizionano invece tra le “New Technology” il trattore cingolato Landini Trekker 3-085 Compact di Argo Tractors, il diffusore ad aerosol Mister L di CBC (Europe), il kit VRT per i trattamenti antiparassitari di C.I.M.A., le modalità di rilascio della sostanza attiva CRC di Manica, il sistema di irrigazione climatizzante multi-funzionale di Rivulis, il Coltivatore Vignamatic di Sicma e il sistema di guida automatico STX-SUITE di Stonex.

Di seguito le motivazioni che hanno portato all’assegnazione dei riconoscimenti.

TECHNOLOGY INNOVATION AWARD:

BFM – Cimatrice CM-SNE

La cimatrice sincronizzata elettrica CM-SNE di BFM porta un significativo contributo nell'ambito dell'elettrificazione delle macchine operatrici in vigneto. L’azionamento elettrico della cimatrice, con alimentazione ricavata dall’impianto della trattrice, a bassa tensione e con la normale batteria in dotazione, evita l’utilizzo dell’impianto idraulico indipendente e le problematiche del surriscaldamento dell’olio, riducendo il consumo di carburante grazie alla migliore efficienza energetica, prevenendo il rischio di inquinamento dovuto a perdite accidentali.

COBO – Vision Lane Navigation

Il Vision Lane Navigation di COBO implementa la visione artificiale per la guida automatica permettendo l'impiego di questa utilissima funzione anche in zone dove la copertura satellitare risulta scarsa o assente. Consente inoltre di operare in funzione delle reali condizioni operative (quindi non con mappe precedentemente caricate), incrementando il livello di sicurezza correlato all'impiego della guida automatica, potendo inoltre installare il kit anche su trattrici già in dotazione all’utilizzatore.

NEW TECHNOLOGY:

ARGO TRACTORS - Landini Trekker 3-085 Compact

Il cingolato da vigneto Trekker 3 si distingue per la disponibilità di cingoli sia in acciaio che in gomma e per la migliorata ergonomia del posto di guida, dove spiccano la piattaforma sospesa su silent-block e l’originale comando combinato delle frizioni di sterzo. Il cingolato, molto compatto, rappresenta un contributo importante per la viticoltura in zone estreme rendendo più agevole il lavoro in contesti rilevanti dal punto di vista paesaggistico e idrogeologico, oltre che socio-economico.

CBC (Europe) – Mister L

Si tratta di un dispenser di feromoni per il controllo della Tignoletta che introduce un concetto di erogazione del prodotto regolata attivamente in funzione dell’etologia dell’insetto e dello stadio fenologico della coltura. La distribuzione del feromone avviene sotto forma di aerosol e solo nel momento della giornata in cui la Lobesia botrana si accoppia, variando con il procedere della stagione e misurando costantemente la temperatura ambientale. Consente una drastica riduzione del numero di diffusori per ettaro e prevede una durata di erogazione di oltre 150 giorni, dimensione e peso ridotti per ridurre gli sprechi e semplicità di smontaggio nei singoli componenti per il loro smaltimento.

CIMA – kit VRT

Il kit VRT di Cima applica e combina la viticoltura di precisione con la tecnologia a rateo variabile che consente di differenziare e adattare i volumi dei trattamenti antiparassitari a seconda delle zone del vigneto, preventivamente individuate come non omogenee attraverso l’elaborazione di mappe di prescrizione a rateo variabile, definite tramite Google Earth e GPS. Individua la variabilità di espressione vegetativa presente nell’appezzamento permettendo di usare agrofarmaci in maniera sito specifica e consente di archiviare i dati per successive consultazioni.

MANICA – modalità rilascio sostanza attiva CRC

L’associazione di rame e zeolite garantisce il rilascio graduale degli ioni rame; questo permette di diminuirne il dilavamento aumentando la persistenza e consentendo quindi una riduzione del dosaggio, pur mantenendo l’efficacia del trattamento. Viene prodotto utilizzando rame rigenerato e zeolite italiana, riducendo i costi di estrazione e trasporto, in linea con i principi dell’economia circolare.

RIVULIS – Irrigazione climatizzante

Questo sistema di irrigazione climatizzante multi-funzionale è gestito attraverso una rete wireless che consente di fronteggiare stress multipli del vigneto, aggravati in un contesto di cambiamento climatico. Rappresenta un interessante contributo nell'ambito dell'automazione del vigneto, dell’adattamento al clima e della transizione ecologica e digitale della viticoltura. Consente di limitare i danni da scottatura dei grappoli e di contenere i danni da gelate tardive per irraggiamento. Il sistema di nebulizzazione è collocato in prossimità dei grappoli e collegato ad una rete di sensori in grado di acquisire dati microclimatici in continuo per gestire, in base ai parametri soglia, l’apertura e la chiusura delle elettrovalvole in maniera automatica e da remoto.

SICMA – Coltivatore VIGNAMATIC

La macchina combina proficuamente il diserbo meccanico nell’interfilare e nel sottofila in un’unica passata, risultando inoltre versatile nelle situazioni di gestione alternata di interfilari lavorati e inerbiti. Grazie a un sistema idraulico è infatti possibile alzare solo i vomeri senza sollevare tutto il telaio per escluderli dalla lavorazione del terreno, mantenendo così il baricentro basso senza pregiudicare la manovrabilità.

STONEX – STX SUITE

La STX Suite combina un sistema di guida automatico e una macchina battipalo Pauselli (in grado di operare anche in terreni caratterizzati da elevata pendenza) per la posa di pali intermedi e di testata nei vigneti, rendendo semplice, sicura e rapida l’esecuzione dell’operazione. Il sistema consente di comandare la macchina a distanza tramite radiocomando, necessitando di una sola persona per l’operazione. Il software permette di eseguire direttamente in campo sia la progettazione del lavoro che l’esecuzione, operando in modalità completamente automatica.

giovedì 18 maggio 2023

Ricerca, nuova tecnologia in grado di rimuovere aromi indesiderati nel vino

Si tratta di una nuova "superficie intelligente" in grado di rimuove con successo gli aromi di zolfo indesiderati dal vino, in fase di vinificazione. Lo studio recentemente pubblicato sulla rivista npj Science of Food.


 


 

Sviluppata dagli scienziati dell'Australian Wine Research Institute (AWRI) e della Flinders University, con il finanziamento di Wine Australia ed il supporto della Flinders University, la tecnologia si basa sull'applicazione di un sottile rivestimento polimerico al plasma su una superficie che immobilizza le nanoparticelle legandole fortemente ai composti solforati nel vino.

Le prove della nuova superficie, recentemente pubblicate sulla rivista npj Science of Food, hanno rimosso dal vino fino al 45% di idrogeno solforato libero e il trattamento è stato efficace anche nella rimozione di composti solforati più complessi, come il metantiolo.

Poiché le superfici nanoingegneristiche sviluppate sono indipendenti dal materiale del substrato, esiste anche la possibilità che vengano applicate a varie attrezzature per il vino come dispositivi di filtrazione, aeratori, decanter, materiali di imballaggio o chiusure.

"Il laboratorio di nanoingegneria biomedica presso il College of Medicine della Flinders University è entusiasta di aver potuto collaborare con l'AWRI per fornire questa tecnologia rivoluzionaria per migliorare la vinificazione" - ha affermato Krasimir Vasilev, professore di Matthew Flinders, direttore del laboratorio di nanoingegneria biomedica.

I composti volatili di zolfo (VSC) sono un gruppo di composti che contribuiscono in modo significativo all'aroma del vino. Mentre alcuni contribuiscono a caratteri varietali positivi, altri sono associati ad aromi "riduttivi" negativi come "uovo marcio", "gomma" e "mais in scatola". La gestione di questi off-aromi è un costo significativo per il settore vitivinicolo.

La nuova superficie intelligente ha dimostrato di superare le prestazioni del tradizionale trattamento di vinificazione dell'aggiunta di solfato di rame comunemente utilizzato per evitare composti volatili solforati indesiderati. Inoltre, a differenza del solfato di rame, non provoca alcun effetto negativo sul sapore.

Doc Maremma Toscana, il Vermentino diventa Superiore

Si è concretizzata la volontà del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana di andare a posizionare a un livello sempre più alto una delle punte di diamante della Denominazione.


 

 

 

Dopo un lungo lavoro da parte del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana da ieri è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il Decreto di modifica del Disciplinare di produzione della DOC con l’inserimento della menzione Superiore per la tipologia Vermentino.

“È stato un percorso molto impegnativo ma finalmente siamo giunti all’obiettivo che ci eravamo prefissati per poter alzare ulteriormente l’asticella della cifra qualitativa e del posizionamento della tipologia Vermentino”, spiega Francesco Mazzei presidente del Consorzio che, fin dall’inizio del suo primo mandato, ha creduto fortemente nell’esigenza di dare ai produttori l’opportunità di proporre Vermentini più complessi e maturi giustamente valorizzati anche in etichetta. “I trend di mercato ci confermano ogni giorno l’apprezzamento per la personalità e per la qualità dei nostri Vermentini non solo per quelli freschi e di facile beva, ma anche per le versioni più importanti con processi di vinificazione complessi e periodi di affinamento più lunghi; il Vermentino a livello di complessità e longevità può essere concepito come un grande rosso e la Maremma ha una vocazione straordinaria per questo vitigno nelle sue molteplici espressioni”, aggiunge Mazzei sottolineando che “con un mercato mondiale sempre più attento e curioso per i grandi bianchi, ci auguriamo che presto un numero significativo di aziende della nostra Denominazione inseriscano nella loro gamma il Vermentino Superiore.”

La tipologia Vermentino Superiore potrà essere utilizzata già dalla vendemmia 2021, se in linea con i requisiti previsti dal disciplinare di produzione. Il Vermentino Superiore deve provenire per almeno il 95% da uve Vermentino, la produzione massima di uva/ettaro è ridotta a 9 tonnellate, l’immissione al consumo deve avvenire a partire dal 1° gennaio del secondo anno successivo alla vendemmia.

“La menzione Superiore attribuita alla tipologia Vermentino sancisce una qualifica importante per questa varietà che negli ultimi anni è cresciuta in Maremma in maniera costante tanto che oggi rappresenta il primo vitigno a bacca bianca nella provincia di Grosseto con quasi 940 ettari di superficie vitata”, spiega il Direttore del Consorzio Luca Pollini.

La previsione è che – già dalle prossime settimane – si assisterà alla commercializzazione del Vermentino Superiore Annata 2021 da parte di diversi produttori pronti sul nastro di partenza per questo nuovo importante traguardo per la Denominazione.

mercoledì 3 maggio 2023

Sport, salute e solidarietà: al via Race For The Cure la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno

A Maggio parte Race For The Cure, l'evento simbolo della Komen Italia e la più grande manifestazione per la lotta ai tumori del seno in Italia e nel mondo. Si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, a Roma, al Circo Massimo, e in altre 6 città italiane: Bari, Bologna, Brescia, Matera, e Napoli.




Race For The Cure è un evento di sport, salute e solidarietà aperto a tutti. Le protagoniste della manifestazione sono le Donne in Rosa, donne che stanno affrontando o hanno affrontato il tumore del seno che con la loro speciale maglia rosa sensibilizzano l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e mandano un forte messaggio di incoraggiamento alle 56.000 donne che in Italia ogni anno si confrontano con la malattia.

Komen Italia è l’organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori del seno, basata sul volontariato e attiva su tutto il territorio nazionale. Opera per generare risorse economiche da destinare a progetti propri e di altre Associazioni impegnate nella lotta ai tumori del seno e dal 2000 ha investito più di 23 milioni di euro in oltre 1500 nuovi progetti per la salute delle donne.

Creata a Roma, dove ha sede operativa, oggi Komen Italia è presente in 7 regioni italiane e lavora in collaborazione con una vasta rete di “Associazioni amiche” in oltre 100 città, grazie ad una rete di volontari e numerosi testimonial che supportano l’Associazione con impegno e passione, fra questi Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi.

Aiutare è molto semplice: basterà indossare la maglia della Race e promuovere l’iscrizione su www.raceforthecure.it invitando amici, parenti e colleghi. Grazie alla raccolta fondi, Komen Italia rafforzerà le proprie attività dedicate alla salute delle donne. Come l’offerta di esami gratuiti per la diagnosi precoce dei tumori del seno e ginecologici in tutta Italia, attraverso la Carovana della Prevenzione.

Iscrizioni

Immagina, Festival Internazionale del Teatro di Figura di Roma

Al via la nuova edizione del Festival Internazionale del Teatro di Figura di Roma con spettacoli, mostre, laboratori e incontri nella rete dei Teatri in Comune. Marionette, burattini, ombre e ogni tipo di creatura magica creata dalla fantasia e dal talento di artisti da tutta Europa sono i protagonisti di Immagina. Dal 9 al 14 maggio.




Immagina racconta la bellezza del Teatro di Figura, un universo fatto di burattini, marionette, pupi, ombre, muppets, bunraku, kukla, tìtere, puppets, fantocci, marottes, kukull, damya, putula, shadow, fantoche, nukke, papeti,… un cosmo di materia e mestieri, di arte e artiste e artisti incredibili. Ogni tipo di creatura magica creata dalla fantasia e dal talento di artisti da tutta Europa e dagli Stati Uniti saranno i protagonisti. 

I tre Teatri in Comune – Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Villa Pamphilj e Teatro del Lido di Ostia – con il Museo delle Civiltà/Ministero della Cultura e l’EUR SpA al Giardino delle Cascate propongono un festival diffuso in tutta la città con un calendario di undici spettacoli per un totale di 27 repliche e poi mostre, laboratori, incontri. In scena alcune tra le più significative compagnie di Teatro di Figura dalla Gran Bretagna, Portogallo, Stati Uniti, Olanda e Italia per quattro giorni all’insegna dell’immaginazione e della creatività, per grandi e piccini.

GLI SPETTACOLI

Dal Portogallo due compagnie: SAMarionetas – Teatro & Bonecos in ETC… testo, regia e manipolazione marionette di José Gil, Natacha Costa Pereira e Sofia Vinagre e Imaginar Do Gigante in O grande lago, con il testo e la regia Pedro Saraiva.

Dall’Olanda Lichtbende con due spettacoli con Marie Raemakers e Rob Logister, la regia di Jeannette van Steen e le musiche di Wilco Oomkes, Kaat Vanhaverbeke e Jorick Bronius: Fly me to the moon e Ring-Ring.

Dagli Stati Uniti Alex and Olmsted’s (Alex Vernon e Sarah Olmsted Thomas) in Milo the Magnificent® e dalla Gran Bretagna Drew Colby in My shadow and me.

Dall’Italia ArteVOX Teatro con Briciole di felicità di Anna Maini, con Alessia Candido e Matteo Piovani, ispirato a Il venditore di felicità di Davide Calì e Marco Somà; Principio Attivo Teatro in Casa mobile a pedali. Piccolo viaggio poetico dove accadono cose, di e con Cristina Mileti e Francesca Randazzo, in collaborazione con CpK Lecce e Piero Di Silvestro; la Compagnia Walter Broggini | Teatro Invito in Lear e il suo matto. Dramma per attore e burattini da William Shakespeare, di e con Luca Radaelli e Walter Broggini; Giorgio Gabrielli in Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette e Bruno Leone in Pulcinella racconta.

LABORATORI, MOSTRE, VISITE GUIDATE, INCONTRI, LIBRI

IMMAGINA offre otto laboratori gratuiti rivolti ai più piccoli e alle loro famiglie, ma anche ad attori, performer o semplici appassionati con la Compagnia Carlo Colla & figli con Marionette che passione!; con Fernanda Pessolano & Bianco Teatro/Ti con Zero con Non solo per gioco e Per filo e per segno; con la Compagnia Dynamis Teatro con Uno squarcio improvviso; con Drew Colby e il suo Finding animals in your shadow; con Roberto Capone & Per Fare un Gioco con Cartoni animali; con la Compagnia Teatro Verde di Roma con Storie in baracca; con Diletta Brancatelli e Gianluigi Capone in collaborazione con Danza il tuo Clown con Atti performativi pacifici.

Ad arricchire l’offerta del festival anche cinque mostre allestite da martedì 9 a domenica 14 maggio. Al Teatro Villa Pamphilj Nel mondo di Laura. In mostra le opere di Laura Furlan, artigiana e artista imprevedibile. Colori, carte, stoffe, legni, rame, ottone, alluminio, fili di ogni genere insieme a vetri e cristalli, pietre e perle: pezzi unici per osservare il mondo. Al Teatro del Lido a Ostia la mostra fotografica di Ennio Brilli Teatri nel mondo. Un reportage fotografico del laboratorio Un re da marciapiede, laboratorio teatrale espressivo realizzato in Etiopia con i ragazzi di strada di Debre Marcos. Al Teatro Biblioteca del Quarticciolo e al Museo delle Civiltà all’Eur, Burattini dal mondo, una mostra che raccoglie locandine di spettacoli di Teatro di Figura di paesi e epoche diverse, provenienti dalla immensa Collezione Maria Signorelli. Il Museo delle Civiltà ospiterà anche Fiabe italiane, teatri in miniatura. Fiabe di Italo Calvino e Gianni Rodari. Le opere di Fernanda Pessolano – Bianco Teatro: un esercizio immaginativo e narrativo, tra arte e artigianato, per ricostruire un palcoscenico in miniatura, con giochi di scena, oggetti evocativi, boccascena tridimensionali, arredi, quinte e personaggi/marionette di carta fisse e mobili.

Immagina offre inoltre visite guidate gratuite grazie al Museo delle Civiltà dove, da martedì 9 a domenica 14, sarà possibile partecipare a Il museo si racconta, un viaggio tra le storie degli oggetti esposti nella collezione, per conoscere il nostro patrimonio e il palazzo che lo ospita e a Tutti in piazza, giochi, burattini, cantastorie e musica animavano le piazze: un percorso che permetterà di scoprire le tradizioni e le usanze di un tempo passato.

Due gli incontri sul Teatro di Figura: il primo al Museo delle Civiltà, giovedì 11 alle ore 16.30 dove sarà possibile assistere al Simposio Unima, un incontro per approfondire le tematiche del Simposio di Porto Sant’Elpidio del 2022 “Le Declinazioni Sociali dell’uso della Figura e dell’Oggetto Animato”, che vedrà la partecipazione di esperti del settore e il secondo al Teatro Villa Pamphilj, venerdì 12 dalle ore 11 alle ore 14, con la lezione incontro Storia delle storie per marionette e burattini con Alfonso Cipolla a cura di Università Roma Tre DAMS.

Grazie a Teatro di Figura, libri In vetrina gli appassionati del Teatro di Figura potranno inoltre consultare gratuitamente per tutta la durata del Festival una ricca vetrina di volumi con ingresso libero presso la Biblioteca Villino Corsini a Villa Pamphilj (del Sistema Biblioteche di Roma – Centri Culturali di Roma Capitale).

Vino e finanza, investire nei vini pregiati diversificando il portafoglio

Investire in asset alternativi come quello del vino significa diversificare il proprio capitale, ottenere rendimenti di medio-lungo periodo elevati e storicamente sicuri e diventare un collezionista, che ama la storia di ogni bottiglia. Ecco alcuni consigli di Wine Profit, la società che supporta gli investitori a diversificare i propri portafogli, creando collezioni di vini pregiati. 




Con le crescenti incertezze del mercato e i timori di una possibile recessione, negli ultimi due decenni il vino pregiato è diventato un investimento sempre più popolare, soprattutto per chi vuole diversificare il proprio portafoglio. Secondo il Knight Frank Luxury Investment Index, l’andamento del mercato del vino pregiato ha registrato una crescita del +137% negli ultimi 10 anni e a confermarlo è anche l’indice Liv-ex 100, che misura dell’andamento dei vini pregiati in Europa e che ha segnato nel 2022 un +7,1%.

“Come molti altri beni di lusso, il vino pregiato ha una forte tendenza a crescere di valore nel tempo in quanto ogni anno viene prodotta solo una piccolissima quantità di bottiglie di ciascun vino. A differenza di altri beni di lusso, tuttavia, la caratteristica unica del vino pregiato è che è fatto per essere consumato e questo fa sì che nel tempo diventi un bene ancora più limitato e quindi più costoso. Domanda e rarità sono i fattori chiave per il prezzo del vino di qualità e da collezione.” - Spiega Emanuel Paglicci, Chief Executive Officer di Wine Profit.

Affiancare collezionisti e investitori nella scelta e nella conservazione delle migliori bottiglie di vino, affinché raggiungano l’apice della bontà dal punto di vista gustativo e del valore economico, per poi liquidarle con profitto, è la mission di Wine Profit (https://www.wineprofit.com/), società ibrida innovativa, che si posiziona tra due realtà del mercato: le società di investimento nel vino e i commercianti di vino. Nata nel 2018 come progetto all’interno di Moneysurfers (https://www.moneysurfers.com/), con cui condivide la sede a Chiasso, in Svizzera e il team multidisciplinare di 20 professionisti appassionati di vino ed esperti di investimenti alternativi. Wine Profit possiede circa 65.000 bottiglie di vino a magazzino, con un valore economico di oltre 7 milioni di euro.

Investire nel vino: il percorso ideale

Secondo Wine Profit, il percorso di investimento in vini pregiati dovrebbe essere strutturato in 4 step principali, che consentono di creare collezioni di vini su misura secondo le esigenze del singolo investitore, di garantire la qualità dello stoccaggio e della maturazione del vino fino al raggiungimento del picco finanziario e di mantenere le bottiglie esenti da Iva e accise:

1. Consulenza: ad ogni investitore dovrebbe essere sempre data la possibilità di richiedere un confronto preliminare con un Account Manager per ricevere tutte le informazioni sul settore e per chiarire eventuali dubbi su rischi e benefici dell’intraprendere un percorso di investimento nel vino. L’Account Manager diventa, quindi, una figura di riferimento su cui il collezionista può fare affidamento in ogni    fase del processo e di aggiornamento sulla performance del proprio portafoglio.

2. Acquisto delle migliori bottiglie: dopo aver discusso la strategia e varato una proposta di collezione di vini, l’investitore potrà a questo punto procedere con l’acquisto. La selezione di vini dovrebbe essere creata solo su etichette esclusive, di alta qualità e il cui valore si stima possa crescere nel tempo. Inoltre, si consiglia l’acquisto delle bottiglie direttamente dal produttore finale o dai distributori certificati, per garantirne l’originalità e l’integrità.

 3. Stoccaggio nel magazzino fiscale: dopo l’acquisto, il vino deve essere trasferito in sicurezza presso magazzini dedicati alla maturazione di bottiglie di pregio, affinché venga conservato secondo le corrette condizioni: posizione orizzontale, minima esposizione alla luce, umidità e temperatura costante, assenza di vibrazioni e forti odori.

4. Liquidazione sul mercato: una volta che il vino ha raggiunto il suo picco di valore, l'investitore può valutare la vendita delle bottiglie a potenziali acquirenti, come ad esempio: ristoranti, alberghi, enoteche o collezionisti privati.

“Trasparenza, vicinanza, cautela e personalizzazione sono le fondamenta su cui si costruisce Wine Profit. Quando si parla di investimenti è importante instaurare rapporti di fiducia con gli investitori. Come? Attraverso eventi, degustazioni, webinar in diretta, consulenza e l’applicazione proprietaria, al momento l’unica nel nostro campo, che consente di consultare in autonomia l’andamento delle performance del proprio portafoglio, il proprio profilo, l’elenco dei pagamenti e di richiedere assistenza in caso di bisogno.” - conclude Paglicci.

martedì 2 maggio 2023

Viticoltura e cambiamento climatico, nuove varietà di Sauvignon Blanc resistenti

In fase di creazione in Nuova Zelanda nuove varietà di Sauvignon Blanc resistenti in risposta allo stress ambientale. Obiettivo produrre 12.000 diverse varianti del vitigno più apprezzato e coltivato nel Paese.




Nota per i suoi incantevoli Sauvignon Blanc, la Nuova Zelanda si appresta ad aggiornare i suoi vigneti per mantenere in vita una delle produzioni di vino bianco più famosa ed apprezzata in tutto il mondo. Sono ben 26.559 ettari di vigneto coltivato a Sauvignon Blanc. Unico problema è che, a causa del modo in cui le uve vengono propagate, la stragrande maggioranza di questi vitigni è geneticamente uguale. Ciò significa che qualsiasi nuovo parassita, malattia o cambiamento ambientale che colpisce una vite potrebbe interessarli tutti.

La regione dove ha avuto origine la recente tradizione vitivinicola della Nuova Zelanda è Marlborough, situata nell'estremità nord-orientale della South Island. La sua produzione di fatto è quella che meglio incarna il vino neozelandese. Circa il 77% dei vigneti dell'intero paese si concentra infatti in questa regione, nonostante la diffusione della vite risalga solo agli anni '70. La varietà più coltivata è appunto il Sauvignon Blanc, seguita da Pinot Nero e Chardonnay.

Oggi Marlborough è considerata da gran parte della critica come la regione dove si produce il miglior Sauvignon Blanc al mondo. Il segreto del successo di Marlborogh sta nel clima marittimo che garantisce una stagione lunga e costante durante il ciclo di maturazione dell'uva, caratterizzata tuttavia da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte tali da esaltare il corredo aromatico del Sauvignon Blanc, come in nessun'altro luogo al mondo. Ma questo purtroppo non basta a garantire una duratura produzione futura, a causa del recente cambiamento climatico che sta colpendo duro il Paese.

Il Bragato Research Institute e i suoi partner hanno così avviato un innovativo programma settennale di miglioramento della vite per produrre 12.000 diverse varianti di Sauvignon Blanc per aiutare l'industria vinicola neozelandese da 2 miliardi di dollari a diventare più resiliente.

Il programma ha già prodotto 6.000 nuove varianti di Sauvignon Blanc, create con i partner del programma, Plant & Food Research. Queste piantine si trovano in un vivaio e sono state piantate in un vigneto di ricerca nella primavera del 2023.

"Le piante hanno la capacità naturale di diventare geneticamente più diversificate in risposta allo stress ambientale e questa conoscenza è stata utilizzata per produrre una popolazione di viti con tratti unici", afferma il Dott. Darrell Lizamore, leader del team di ricerca.

"Poiché questo non comporta incroci con altri vitigni, le piante sono ancora Sauvignon Blanc e le nuove varianti derivano completamente dalla prima generazione".

Per capire esattamente come ciascuna di queste 6.000 varianti è diversa, BRI ha installato il primo sequencer di terza generazione ad alto rendimento in Nuova Zelanda

Il sequenziatore "PromethION", fornito dalle tecnologie Oxford Nanopore, genera dati di lunga lettura che sono fondamentali per comprendere le differenze genetiche tra le viti, nonché l'impatto che l'ambiente di una vite ha sui suoi tratti genetici.

Confrontando il DNA di diverse viti utilizzando approcci di sequenziamento, le viti possono essere sottoposte a screening per identificare quelle che presentano tratti utili per aiutare l'industria vinicola neozelandese ad adattarsi a un clima che cambia.

Tratti utili come resa migliorata, resistenza alle malattie, tolleranza al gelo ed efficienza nell'uso dell'acqua, saranno selezionati pur mantenendo l'iconico profilo aromatico del Sauvignon Blanc di Marlborough.

giovedì 27 aprile 2023

Formazione, corso di Ampelografia OIV. Iscrizioni aperte fino al 31 maggio

L'OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, organizza un corso di Ampelografia. Dopo 33 anni, la nuova edizione si svolgerà dal 4 all'8 dicembre per la prima volta in Sud America. Gli studenti visiteranno e studieranno nella regione vinicola metropolitana, Maule e Valparaíso del Cile.

Credit: OIV



Il paese noto per la sua conservazione del Carménère dopo l'epidemia di fillossera sarà il campo per trasmettere la conoscenza dei suoi vitigni nel corso della storia. I partecipanti impareranno dai viticoltori cileni e dai loro metodi insoliti, ben lontani dalla produzione su larga scala del sud.

Riferimento scientifico e tecnico nel mondo della vite e del vino, questo nuovo corso di ampelografia dell'OIV, organizzato in collaborazione con il Consorcio I+D Vinos de Chile  e il sostegno dell'Asociación Gremial Vinos de Chile, consente ai partecipanti di acquisire conoscenze approfondite in il riconoscimento e la comprensione delle varietà di vite, aiutandole a essere meglio preparate per le sfide future nel settore vitivinicolo (ultime tendenze delle risorse genetiche, cambiamenti climatici e aspettative della società ambientale).

Come sarà organizzato il programma?

Il corso è organizzato attraverso una durata di 5 giorni con conoscenze pratiche e all'avanguardia sarà facilitato da specialisti e professori dei più prestigiosi centri di risorse genetiche della vite in Cile, Germania, Spagna, Francia e Portogallo. L'OIV rilascerà un certificato per attestare la partecipazione dei partecipanti.

La visita di vigneti sperimentali e commerciali nella zona centro-meridionale del Cile è prevista con l'obiettivo di conoscere la diversità genetica del vitigno nel paese sudamericano e le sue varietà autoctone ed emblematiche che oggi rappresentano un importante patrimonio a livello nazionale e internazionale.

Attraverso questo programma internazionale, uno degli scopi principali dell'OIV è quello di creare una rete di esperti di ampelografia a livello internazionale, nonché di formare e aggiornare le conoscenze in un settore così importante del settore vitivinicolo.

Chi può candidarsi?

Professionisti del settore vitivinicolo, ricercatori: è richiesto il diploma in scienze agronomiche o esperienza equivalente in tale settore.

Il corso di ampelografia dell'OIV offre a tutti i professionisti del settore vitivinicolo una conoscenza completa della scienza delle varietà di vite. Inizialmente, i programmi sono destinati a professionisti che lavorano nei settori della viticoltura, delle risorse genetiche, del materiale vegetale della vite o nel campo della ricerca.

Il corso

Il programma di 5 giorni si svolgerà attorno ai seguenti temi e azioni:

  • Presentazione dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino: principali obiettivi, azioni e campo d'azione).
  • Presentazione del settore vitivinicolo mondiale (cifre, tendenze, problemi, sfide).
  • Presentazione del settore vinicolo cileno - Presentazione dei vini del Cile e dei principali attori, strutture del settore nazionale - problemi e sfide.
  • Presentazione delle principali varietà di uva da vino e da tavola a livello mondiale. 
  • L'importanza della varietà in vitivinicoltura e la storia dell'ampelografia.
  • Metodi attuali per la descrizione e l'identificazione delle varietà di vite. 
  • Caratteristiche ampelografiche delle principali varietà del mondo.
  • Presentazione delle principali specie di Vitis e varietà di portainnesti e ibridi produttori (in serra e in vigna/collezioni ampelografiche).
  • Comprensione della diversità genetica della vite e delle basi genetiche e molecolari dei caratteri di interesse della vite. 
  • Visite tecnico-pratiche e studio del rapporto tra caratteristiche varietali e prodotti di qualità (vino, uva da tavola, altro).

Appuntamenti importanti

• Bando di candidatura: dal 3 marzo  al 31 maggio 2023

• Commissione di valutazione: giugno 2023

• Comunicazione candidati prescelti: metà luglio 2023

Tasse e pagamenti 

La quota di iscrizione al corso di ampelografia OIV 2023 è di € 850 . Il prezzo include:

Lezioni

Trasporto ai vigneti

Cena di gala

Pranzo dal lunedì al venerdì

Pause caffé 

Certificazione OIV in ampelografia

Il prezzo non include pernottamento, biglietti aerei e cene (ad eccezione della cena di gala). 

Ulteriori informazioni sulle modalità di pagamento e sulle scadenze saranno fornite ai candidati selezionati. 

Come applicare

Per candidarsi al corso di Ampelografia dell'OIV, si prega di inviare il proprio CV aggiornato (in inglese o spagnolo) e una lettera di presentazione di una pagina a:  oivampelography@oiv.int 

SCADENZA: 31 maggio. 

Salute, qualità dell’aria: al via il progetto di monitoraggio integrato con le api

Bees for Integrated Air Quality Monitoring (Api per il monitoraggio integrato della qualità dell’aria) è l’innovativo progetto di monitoraggio integrato per valutare la qualità dell’aria in un sito industriale nella zona ovest della città di Ravenna.




Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla nostra salute sono ormai ben acclarati e riguardano problemi acuti e cronici, principalmente dell’apparato respiratorio e cardiovascolare (secondo le nuove linee guida dell’OMS all’inquinamento atmosferico sono associate globalmente circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui circa 400.000 in Europa). 

La qualità dell’aria, pertanto, e il suo monitoraggio sono sempre più importanti per la nostra salute e in questa direzione il ruolo ricoperto dalle api è ormai consolidato. Per tali motivi sta partendo in questi giorni Bees for Integrated Air Quality Monitoring (Api per il monitoraggio integrato della qualità dell’aria) l’innovativo progetto di monitoraggio integrato per valutare la qualità dell’aria in un sito industriale nella zona ovest della città di Ravenna.

Il progetto vede coinvolto anche il CREA centro di Agricoltura e Ambiente. Si tratta della prima iniziativa di questo tipo nella città romagnola, che prevede l’integrazione delle tecniche di campionamento e analisi chimica degli agenti inquinanti, dal punto di vista ambientale, sanitario e olfattivo, con il bio-monitoraggio, effettuato con le api, nelle aree di interesse. È ormai ampiamente riconosciuta, infatti, la funzione delle api come indicatori biologici, in grado di mostrare il deterioramento dell'ambiente in cui vivono attraverso tre segnali: l'alta mortalità, i disturbi dello sviluppo demografico della colonia e i residui che si possono riscontrare nei loro corpi o nei prodotti dell'alveare. Nel dettaglio, verranno utilizzati sei alveari, tre per ognuna delle due postazioni di monitoraggio individuate.

Il ruolo del CREA

I ricercatori del CREA si occuperanno di effettuare i campionamenti sia delle api bottinatrici in entrata, sia del miele di recente importazione. Il numero relativamente basso delle api prelevate non avrà alcuna conseguenza per lo sviluppo degli alveari. I campionamenti e le analisi per determinare la presenza di inquinanti ambientali saranno effettuati quattro volte all'anno: a fine aprile - inizio maggio, a fine maggio - inizio giugno, a fine luglio - inizio agosto e, per ultimo, a fine settembre - inizio ottobre.

Parallelamente gli stessi alveari verranno visitati allo scopo di rilevarne la forza, in termini della quantità delle api adulte, la covata, la consistenza delle scorte di cibo ed eventuali segni di patologie.

Il progetto. Bees for Integrated Air Quality Monitoring, della durata di un anno (marzo 2023 - marzo 2024), nasce dalla collaborazione tra la Società chimica SECAM S.r.l.  con CIRSA - Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’Alma Mater, Università di Bologna – e il CREA ed è interamente finanziato dalla Società SECAM S.r.l. Si prefigge l’obiettivo di fornire una conoscenza della qualità dell'aria più completa e a più ampio raggio, sia in termini di inquinanti presenti, che di estensione dell'inquinamento.

Ricerca, uno studio mira a comprendere la formazione e la conservazione dell'aroma di pietra focaia nel vino

Uno studio australiano, nell'ambito di una più ampia ricerca sui composti solforati nel vino, mira a comprendere la formazione dell'aroma di pietra focaia nel vino ed i fattori che ne influenzano la conservazione durante l'invecchiamento. 




Il fenilmetanotiolo (PMT), noto anche come benzilmercaptano, è un composto di zolfo associato all'aroma di "pietra focaia" nel vino. Questo carattere è considerato desiderabile in alcuni stili di Chardonnay e spumanti premium; e mentre alcuni produttori di vino hanno conoscenze empiriche su come esprimerlo nei loro vini, sono state svolte poche prove scientifiche per descrivere la sua formazione o le tecniche di vinificazione che potrebbero essere utilizzate per aumentare o diminuire questo descrittore.

Nell'ambito di un più ampio progetto finanziato da Wine Australia sui composti solforati nel vino, i ricercatori dell'AWRI hanno condotto esperimenti per studiare la formazione di questo composto e i fattori che ne influenzano la conservazione nel vino durante l'invecchiamento. 

  • Le domande chiave della ricerca esaminate in questi esperimenti sono state:
  • Quali tecniche di vinificazione possono essere implementate per aumentare e controllare la concentrazione di PMT?
  • Cosa possono fare i produttori di vino per preservare l'aroma di "pietra focaia" durante l'invecchiamento del vino?
  • Come si evolvono le concentrazioni di PMT durante l'invecchiamento del vino?
  • Indagare i fattori che influenzano la formazione di PMT

Gli esperimenti sono stati condotti su vino modello contenente benzaldeide (5 μM) e idrogeno solforato (H 2 S, 5 μM), noti per essere i precursori della PMT. Le influenze di pH, ossigeno, rame (0,5 mg/L) e ferro (4 mg/L) sulla formazione di PMT da questi precursori sono state quindi valutate su un periodo di 17 mesi.

La prima scoperta chiave di questo lavoro è stata che nessun PMT è stato prodotto in nessuno dei campioni esposti all'ossigeno. Ciò è probabilmente dovuto all'ossidazione del composto precursore di idrogeno solforato e quindi non disponibile per formare PMT. In secondo luogo, non si è formata PMT nei campioni trattati con rame e/o ferro. Si ritiene che ciò sia dovuto alla complessazione dell'idrogeno solforato con gli ioni rame o ferro, che lo lascia nuovamente non disponibile per reagire con la benzaldeide per formare PMT. In questo esperimento, la PMT è stata prodotta solo in vino modello (pH 3) che era stato protetto dall'ossigeno e non conteneva metalli aggiunti. Nessuna formazione di PMT è stata osservata a pH 4 in nessuna condizione sperimentale.

Indagine sulla conservazione della PMT

Ulteriori esperimenti sono stati condotti nel vino modello per valutare gli effetti del rame (0,5 mg/L), del ferro (4 mg/L), dell'ossigeno e delle elevate concentrazioni residue di H2S (10 e 40 μg/L) e anidride solforosa (SO 2 , 20 e 40 mg/L) sulla conservazione del PMT per un periodo di sei mesi. 

La concentrazione di PMT è risultata diminuire in tutti i campioni durante il periodo di sei mesi. Non è stato osservato alcun effetto sulla concentrazione di PMT quando il pH è stato variato da 3,2 a 3,4, mentre l'esposizione all'ossigeno ha comportato una leggera diminuzione delle concentrazioni di PMT (Figura 2b). La presenza di rame e ferro ha causato riduzioni significative delle concentrazioni di PMT, con la combinazione di rame e ferro che ha l'effetto più dannoso sulla conservazione del PMT. Anche alte concentrazioni di H2S e SO2 hanno ridotto significativamente la PMT nel tempo.

Evoluzione del PMT nei vini da invecchiamento

Come terza parte di questo lavoro sulla PMT, l'evoluzione della PMT in 10 vini Chardonnay disponibili in commercio provenienti da Australia e Nuova Zelanda delle annate 2018 e 2019 è stata studiata per un periodo di sei mesi. Le concentrazioni di PMT sono diminuite in tutti e 10 i vini dopo sei mesi, ma il tasso di diminuzione era unico per ciascun vino. Ciò suggerisce che potrebbero esserci molti fattori che influenzano il tasso di degradazione del PMT nel vino.

Conclusioni e studi futuri

I risultati di questo studio iniziale sulla formazione, l'evoluzione e la conservazione del PMT suggeriscono che è probabile che gli interventi di vinificazione saranno in grado di modulare la concentrazione di questo composto aromatico. I risultati principali includevano:

  • Le condizioni anaerobiche hanno favorito la formazione di PMT da idrogeno solforato e benzaldeide nel vino modello.
  • Gli ioni metallici hanno inibito la formazione di PMT e hanno avuto effetti dannosi sulla sua conservazione nel vino modello.
  • La concentrazione della concentrazione di PMT è naturalmente diminuita nei vini Chardonnay invecchiati, anche se a tassi diversi per i singoli vini.

Ulteriori lavori in corso su questo importante composto stanno estendendo questi studi di modelli iniziali a sistemi enologici reali, inclusa la valutazione dell'influenza della selezione del ceppo di lievito e del contenuto di azoto del mosto sulla produzione di PMT.

venerdì 14 aprile 2023

I grandi capolavori della letteratura musicale tedesca, al Teatro dell'Opera Manfred: il fascino di un antieroe

Di scena al Teatro dell'Opera Glauco Mauri e Michele Mariotti per Manfred di Schumann. Coro della fondazione capitolina istruito da Ciro Visco. Giovedì 20 aprile e in diretta su Radio3. 




È il grande attore e regista Glauco Mauri – classe 1930 – il protagonista del concerto in programma al Teatro Costanzi giovedì 20 aprile alle 20, trasmesso in diretta su Radio3. Sul podio dell’Orchestra dell’Opera di Roma sale il direttore musicale Michele Mariotti, che affronta per la prima volta uno dei grandi capolavori della letteratura musicale tedesca: Manfred, il poema drammatico op. 115 di Robert Schumann tratto da George Byron.  

Anche per Glauco Mauri si tratta di un debutto: dopo una lunghissima carriera costellata di successi tra teatro, prosa televisiva, prosa radiofonica e cinema – con collaborazioni con Bellocchio, Cavani, Argento e Moretti per l’indimenticabile padre di Ecce bombo – all’alba dei 93 anni interpreta per la prima volta l’antieroe byroniano per eccellenza, il più autobiografico tra i personaggi creati dal grande poeta inglese.

«Manfred è un antieroe che, sconfitto dalle sue colpe, compie un percorso ascetico di allontanamento dal mondo terreno – spiega Michele Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma –. I meravigliosi elementi musicali che all’interno del poema richiamano la natura sottolineano il rapporto tormentato del protagonista con il mondo da cui vuole separarsi. Con l’Ouverture, la pagina più celebre del poema, Schumann esprime perfettamente il dolore e la sofferenza di Manfred usando la tetra tonalità di mi bemolle minore. Altro elemento fondamentale è lo stretto rapporto tra musica e parola, che acquisisce senso drammaturgico: il Manfred evidenzia l’esigenza di Schumann di creare una composizione molto vicina all’opera, proprio nel momento storico di maggiore espansione del sinfonismo».

Manfred fu scritto nel 1816, quando Lord Byron aveva 28 anni e aveva da poco dovuto lasciare l’Inghilterra, a causa di una presunta relazione incestuosa con la sorellastra Augusta Leigh. La voce non trovò mai conferma, ma in molti hanno pensato che Manfred sia stato scritto proprio pensando ad Augusta e certamente il personaggio può essere considerato come un’idealizzazione di Byron stesso: maledetto, portatore di rovina, privo di pace, alla ricerca di una morte che non trova, ma anche dotto all’inverosimile, e non per un patto con il diavolo come Faust ma per i suoi studi infiniti. La morte arriverà anche per lui, ma non lo coglierà in solitudine, come vorrebbe. Accanto a lui ci sarà un Abate, al quale sussurrerà “Non è così difficile morire, vecchio uomo!”, placando i suoi tormenti.

Manfred ha storicamente esercitato un fascino enorme: la causa del suo dramma rimane oscura ma il peso del suo passato si riverbera nel suo presente e sul suo destino, portandolo a essere un modello imprescindibile per la sensibilità romantica. Schumann gli dedicò ben quattro anni della sua vita, tra il 1848 e il 1851. La prima esecuzione del suo poema drammatico avvenne il 13 giugno 1852 all’Hoftheater di Weimar, con la direzione di Franz Liszt. Il compositore non ascoltò mai il suo capolavoro: recandosi con la moglie Clara a Weimar, fu travolto da quei tormenti che lo avrebbero portato alla pazzia, e dovette interrompere il viaggio. 

Al Teatro dell’Opera di Roma Manfred è stato rappresentato un’unica volta nel 1966 con la regia di Mauro Bolognini, le scene e i costumi di Pier Luigi Samaritani, Piero Bellugi come direttore e la voce recitante Enrico Maria Salerno.

Sostenibilità, arriva la prima certificazione internazionale di viticoltura rigenerativa

La Regenerative Viticulture Alliance, promossa dalla Regenerative Viticulture Association, certifica i vini che provengono da vigneti rigenerativi, con l'obiettivo di contribuire ad arginare il riscaldamento globale. In modo tale che sia anche un riconoscimento ai viticoltori che applicano questo modello di viticoltura e che dimostrano il miglioramento dei terreni in cui producono le uve.




La Regenerative Viticulture Alliance (RVA) è la prima certificazione internazionale nel campo della viticoltura rigenerativa, che forma viticoltori, enologi e consumatori a guidare la lotta al cambiamento climatico attraverso pratiche agricole che migliorano la salute del suolo e del vigneto e che hanno un impatto positivo sulla biodiversità, sequestro del carbonio e cicli dell'acqua nelle aree di produzione.

L'obiettivo è, da un lato, riconoscere pubblicamente gli sforzi compiuti da viticoltori e produttori di tutto il mondo che applicano questo modello viticolo e, dall'altro, certificare i vini che provengono da vigneti rigenerativi e, quindi, contribuire a mitigare gli effetti del riscaldamento globale grazie al loro ruolo di pozzi di carbonio.

La RVA , che entrerà in vigore ad aprile, è una certificazione globale incentrata esclusivamente sulla viticoltura e creata dalla Regenerative Viticulture Association , con la collaborazione di The Regenerative Viticulture Foundation , e l'ente di certificazione internazionale indipendente Ecocert per verificare il rispetto delle pratiche rigenerative in vigneti.

Requisiti per la certificazione RVA in viticoltura rigenerativa

  • Lavorare nella viticoltura rigenerativa da almeno un anno .
  • Accreditare la formazione in questa materia (corso di iniziazione tenuto dall'Associazione).
  • Effettuare analisi fisico-chimiche dei suoli tramite laboratori accreditati e analisi qualitative una volta all'anno.
  • I vini che richiedono il sigillo RVA devono avere un certificato biologico o dimostrare di provenire da vigneti coltivati ​​in regime biologico da almeno tre anni secondo la normativa vigente.
  • I viticoltori e gli enologi che avviano il processo di certificazione avranno un'applicazione mobile (c'è anche un'applicazione web) che contiene un piano di lavoro dettagliato e un taccuino di campo per seguire le pratiche messe in atto e monitorare l'evoluzione del vigneto.
  • Per certificare i vigneti come rigenerativi, i viticoltori dovranno effettuare un'autovalutazione annuale attraverso la domanda e una visita di certificazione ai vigneti ogni tre anni, mentre la certificazione dei vini sarà annuale attraverso visite in cantina da parte dell'azienda certificante.

Il RVA prevede uno status transitorio per un periodo massimo di sei anni per quei viticoltori che non applicano tutte le pratiche raccomandate dalla norma, che sarà indicato come 'RVA Transition' . Una volta implementate tutte le pratiche di viticoltura rigenerativa, otterranno il sigillo " Certificato RVA" .

Un progetto internazionale

Secondo Miguel Torres , presidente dell'Associazione per la viticoltura rigenerativa: "Vogliamo promuovere la viticoltura rigenerativa in tutto il mondo, poiché ha l'obiettivo di ripristinare la vita nel suolo e combattere il cambiamento climatico. Questa certificazione fornisce ai viticoltori gli strumenti necessari per comprendere meglio e monitorare le pratiche rigenerative in modo più efficace , attraverso l'applicazione, che è collegata alla certificazione in modo che sia una procedura facile e intuitiva, senza burocrazia, accessibile a qualsiasi viticoltore o enologo chi applica le pratiche richieste” .

Tra le pratiche rigenerative che la certificazione RVA stabilisce come obbligatorie ci sono coperture vegetali, nessuna lavorazione del terreno, modifiche organiche, pascolo razionale (o controllo meccanico sostitutivo), conservazione o aumento della biodiversità, conduzione di test sul campo e analisi microbiologiche e garanzia del benessere degli animali e del lavoro dignitoso. condizioni . Come optional sono compresi, tra gli altri, la gestione dell'acqua , l' uso della fitoterapia o metodi naturali di miglioramento del suolo.

La domanda per ottenere la certificazione di viticoltura rigenerativa RVA deve essere effettuata tramite il modulo che si trova sul sito dell'Associazione Viticoltura Rigenerativa .

mercoledì 12 aprile 2023

Mps pronta a vendere i Tenimenti Poggio Bonelli e Chigi Saracini nel Chianti

Monte dei Paschi di Siena è in trattativa per la cessione dei suoi tenimenti vitivinicoli nel Chianti: Tenimenti Poggio Bonelli e Chigi Saracini. E' uno degli impegni presi confermati dal Mef con Bruxelles.




Il Sole 24 Ore Radiocor Plus riporta che l'Istituto Senese intende portarsi avanti nell'esecuzione del piano industriale e degli impegni presi con la DgComp da parte dello Stato Italiano, azionista di riferimento della banca, connesso al via libera all'aiuto di Stato e al piano di ristrutturazione 2017-2021. 

MPS Tenimenti S.p.a., società del Gruppo Montepaschi, gestisce i terreni sia nel Chianti Classico che nel Chianti Colli Senesi che facevano riferimento alle vecchie Fattorie Chigi Saracini sempre di proprietà della MPS Tenimenti S.p.a. Terreni che arrivano a coprire una superficie di oltre ottocento ettari, dei quali al momento circa ottanta risultano essere vitati. 

Il passo avanti sono le trattative, avviate, per la cessione dell'azienda agricola Mps Tenimenti Poggio Bonelli e Chigi Saracini. E' il collegio sindacale della banca, nella relazione predisposta per l'assemblea del prossimo 20 aprile, a dare conto delle "interlocuzioni per la possibile cessione" avviate dalla banca alla data della relazione dell'organismo di controllo. 

Per la vendita di Mps Tenimenti la banca ha tempo, in teoria, fino alla fine del 2024, si ricorda nel fascicolo del bilancio. In alternativa alla vendita della società agricola e di altre partecipazioni non bancarie, Mps sarà costretta a cedere la remunerativa partecipazione nel capitale della Banca d'Italia.

I Tenimenti Poggio Bonelli si trovano a Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, nella zona del Chianti Classico senese, oltre ai vigneti offrono ospitalità nelle strutture per l'agriturismo. Nel corso dei dei secoli sono appartenuti alle più importanti famiglie senesi, quali l’antica famiglia Spennali durante tutto il Medioevo. Nella seconda metà del Cinquecento passò nelle mani dell'illustre famiglia Piccolomini. In seguito, per tutto il Seicento e Settecento, probabilmente per via dinastica, divenne proprietà stabile della famiglia Landucci. Le famiglie Croci e Landucci, unite, hanno portato il podere di Poggio Bonelli al XX Secolo, per poi consegnarlo nelle mani di MPS Tenimenti, l’azienda agricola della Banca Monte Dei Paschi Di Siena, contribuendo ciascuno a creare quella che oggi è da includere tra le migliori imprese vitivinicole di Castelnuovo Berardenga. 

Gli appezzamenti vitati si collocano in una zona di confine con la denominazione del Chianti Colli Senesi, tra i rilievi chiantigiani e le pianure delle Crete Senesi, con il tipico clima mediterraneo che regala alle vigne un’ottima circolazione d’aria e costante presenza di brezze che limitano il rischio di ristagni di umidità. I terreni sono molto eterogenei, anche su appezzamenti relativamente vicini. Sono terre “di transizione” fra tratti argillosi o sabbiosi (fondali marini sollevati in epoca pliocenica) e terreni alloctoni chiantigiani (originati dal disfacimento delle rocce). Questa conformazione conferisce di fatto espressioni e sfumature diverse della stessa varietà d’uva, in cui è il Sangiovese a regnare sovrano. 

martedì 11 aprile 2023

Formazione, consegna attestati del primo Corso di Tecnico specializzato in pratiche innovative ed ecosostenibili per la gestione dell’agroecosistema vigneto

Cultura agroalimentare: domani il Ministro Francesco Lollobrigida consegna gli attestati del primo Corso di Tecnico specializzato in pratiche innovative ed ecosostenibili per la gestione dell’agroecosistema vigneto e presentazione del volume “I TESORI DEL CREA”.




Domani  12 aprile, alle 10,  a Roma, presso il Masaf , il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida, affiancato da Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione della regione Veneto e dal presidente CREA Carlo Gaudio consegnerà gli attestati agli studenti dell’innovativo Corso di Tecnico specializzato in pratiche innovative ed ecosostenibili per la gestione dell’agroecosistema vigneto, organizzato dalla regione Veneto in collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore G.B. Cerletti di Conegliano Veneto (TV), la più antica e prestigiosa scuola enologica italiana. Interverranno, inoltre, Luca De Carlo, presidente Commissione Agricoltura del Senato e Fabio Chies, sindaco di Conegliano Veneto e presidente della Fondazione Cerletti.

Il corso di alta formazione è uno dei primi all’avanguardia per preparare giovani tecnici della viticoltura e accompagnarli all’assunzione a tempo indeterminato. Giovani formati per utilizzare tutte le più avanzate conoscenze per una viticoltura sempre più sostenibile e d’eccellenza. Partner d’eccezione dell’iniziativa, voluta fortemente dal Presidente del Crea prof.  Carlo Gaudio e proposta dal  Centro di Ricerca di Viticoltura ed Enologia alla Regione Veneto, è l’I.S.I.S.S. Cerletti di Conegliano, la più antica e prestigiosa Scuola Enologica d’Italia, fondata nel 1876. Il corso, istituito nel quadro del Programma Operativo Regionale e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, si è tenuto nelle sedi dell’I.S.I.S.S. “Cerletti” di Conegliano e del CREA Viticoltura di Susegana (TV).

Contestualmente - e sempre per valorizzare la cultura agroalimentare nazionale - sarà presentato il volume "I tesori del CREA" a cura del Presidente Carlo Gaudio, che riscopre la straordinaria ricchezza di beni culturali e ambientali, presenti nei dodici Centri di Ricerca del CREA, per raccontarne l’attività scientifica, ma anche le origini e la storia, che affondano le radici nel Risorgimento italiano, quando iniziarono ad operare le Regie Stazioni Sperimentali, volute dal primo Ministro dell’Agricoltura in Italia, Camillo Benso Conte di Cavour. 

Un patrimonio di ricchezze materiali e immateriali, che si dipana attraverso la storia del CREA, a testimonianza delle principali attività della sua ricerca, delle sue aree produttive preminenti e delle tante eccellenze scientifiche.

sabato 8 aprile 2023

Bernini e Borromini, sfida alla perfezione. Al cinema un viaggio visivo nella grande bellezza di Roma attraverso la straordinaria stagione del Barocco

Arriva al cinema Bernini e Borromini, sfida alla perfezione: solo il 15, 16, 17 maggio, un appuntamento al cinema col docufilm sul genio che ha dato nuova vita all’architettura.




Arriverà nelle sale solo il 15, 16 e 17 maggio Bernini e Borromini, sfida alla perfezione. Diretto da Giovanni Troilo, già regista di Frida. Viva la vida, Le Ninfee di Monet. Il racconto mette in scena l’eterna competizione, la rivalità artistica più famosa di sempre, ma anche la storia della genialità di due dei più grandi protagonisti del Barocco, che cambiarono l’aspetto di Roma, portando avanti le proprie idee e pagandone il prezzo fino in fondo.

Il docufilm è il racconto della rivoluzione architettonica di un genio solitario che cambia per sempre l’aspetto di Roma attraverso una sfida personale alle convenzioni e ai pregiudizi, con l’umiltà di apprendere dal passato per inventare il futuro, con il coraggio di portare avanti un’idea pagandone il prezzo fino in fondo. 

Lo stile di Borromini è riconoscibile, eccentrico, diverso: si distingue da quello dei contemporanei e trasuda un’austera autorità spirituale, con perenni allusioni che evocano l’infinito. Ma questa è anche la storia della rivalità artistica più famosa di sempre, quella tra Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680) e soprattutto la storia della rivalità di Borromini con sé stesso: un genio talmente legato alla sua arte da trasformarla in un demone che lo divora dall’interno, fino a spingerlo a scegliere la morte, con un gesto drammatico, pur di toccare l’eternità.

Francesco Borromini non ha ancora vent’anni quando arriva a Roma a piedi da Milano, lasciando i genitori e il suo lavoro di umile scalpellino al Duomo per inseguire il sogno di lavorare nel cantiere più prestigioso del suo tempo, la Fabbrica di San Pietro. È il 1619, Roma è il centro dell’arte occidentale, ‘the place to be’ per ogni pittore, scultore, architetto che desideri la gloria e che consideri Michelangelo il suo maestro. 

È qui che spuntano ogni giorno nuovi cantieri di chiese, fontane, palazzi nobiliari e sedi di giovani e ambiziose congregazioni religiose di tutta Europa: a cominciare dalla nuova Basilica di San Pietro, la Chiesa ha deciso di utilizzare l’arte e l’urbanistica come potente mezzo di fascino e persuasione e come simbolo di grandezza di fronte al mondo, per rilanciare il suo messaggio dopo lo shock provocato dalla Riforma protestante di Martin Lutero.

Questa è la storia di Borromini, un giovane nato in Canton Ticino che si trasferisce là dove l’arte del suo tempo ha trovato il suo cuore pulsante. Diventa allievo di Carlo Maderno, che lo prende come suo assistente e rappresenta per lui un secondo padre, si priva di tutto per inseguire un sogno, si fa tutt’uno con la sua arte, senza altra ambizione che quella di riuscire a realizzarla lottando per affermarsi.

Il film si snoda per le vie di Roma, tra Palazzo Barberini, San Pietro, San Carlo alle Quattro Fontane, Sant’Andrea al Quirinale, l’Oratorio di San Filippo Neri, la Basilica di San Giovanni in Laterano, Piazza Navona, la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, Villa Adriana a Tivoli e si spinge poi alla Villa-giardino di Paolo Portoghesi a Calcata, Viterbo, fino ad arrivare alla Tomba di Borromini a San Giovanni Battista dei Fiorentini, dove l’artista riposa ancor oggi.

Al viaggio visivo danno voce e pensiero le rievocazioni in chiave contemporanea, con gli attori Jacopo Olmo Antinori, Pierangelo Menci e Antonio Lanni, e gli interventi degli esperti coinvolti nel film: il critico d’arte e regista Waldemar Januszczak, l’architetto e accademico Paolo Portoghesi, il prof. della Cornell University di Roma Jeffrey Blanchard, il professore associato presso l’Università di Camerino Giuseppe Bonaccorso, la curatrice e critica d’arte Aindrea Emelife, la Professoressa di Storia dell’arte medievale e moderna alla American University di Roma Daria Borghese.

La colonna sonora originale, scritta diretta ed eseguita dal compositore e pianista Remo Anzovino, uscirà in autunno su etichetta Nexo Digital / distribuzione Believe, nella collana Nexo Soundtracks.

Vino, il futuro è biodinamico. Testimonianze e prospettive

Il futuro del vino è biodinamico. L'incontro al Vinitaly con gli addetti ai lavori per raccontare il loro approccio alla biodinamica in ambito vitivinicolo.




Demeter Italia, associazione di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (BFDI), presente a Vinitaly con un proprio stand ospitante una collettiva di 6 aziende vinicole, ha organizzato il Convegno “Vino: il Futuro è Biodinamico”. In occasione di questo incontro, moderato da Francesca Lucifero, sono intervenuti produttori vitivinicoli e operatori del settore che hanno raccontato le loro storie e si sono espressi sulle prospettive future per la viticoltura biodinamica.

Federica Camerani dell’Azienda Corte Sant’Alda di Mezzane di Sotto (Verona), ha scelto la viticoltura biodinamica “quando ancora non era di moda”, intraprendendo un percorso iniziato da sua madre, Marinella. L’azienda nasce nel 1986 a conduzione biologica, per diventare nel 2010 la prima azienda veronese certificata Demeter. Secondo Federica, il vino biodinamico sta attraversando un percorso di crescita qualitativa e chi lo produce non ha bisogno di “giustificarsi” su apparenti imperfezioni, che vengono apprezzate sempre di più dai consumatori che condividono questa filosofia.

Patrick Uccelli, vignaiolo ed enologo dell’Azienda Agricola Dornach di Salorno (Bolzano) ha ereditato la cantina da giovanissimo e - dopo aver studiato Steiner e i suoi scritti filosofici - ha deciso di convertirla alla biodinamica, con un obiettivo ben preciso: prendersi cura del sistema del suolo per dare vita alle piante e, di conseguenza, produrre alimenti sani: “La qualità del nostro pensiero è influenzata dal cibo di cui ci nutriamo. Il futuro della biodinamica? Essere veicolo di un prodotto dai contenuti sociali, ambientali e agricoli” ha dichiarato.

Ha offerto il suo contributo anche Camillo Zulli, Direttore Tecnico di Cantine Orsogna, una comunità con più di 300 vignaioli nel cuore verde dell’Abruzzo, sulle pendici della Maiella. Zulli ritiene importantissimo comunicare il lavoro che si cela dietro alla biodinamica per ridurre il dispendio di energia elettrica e gli sprechi in cantina. Ad oggi, oltre 700 ettari di vigneto sono coltivati con questo metodo, con vini certificati Demeter che subiscono una fermentazione a basse temperature, senza l’uso di solfiti, per un risultato il più naturale possibile. Tra i progetti in essere, il recupero delle vinacce per compostarle e ridarle al suolo.  

La testimonianza del mercato è stata affidata ad Alberto Farinasso, Coordinatore Responsabile Velier SpA, azienda di importazione di vini e liquori fondata a Genova da Luca Gargano secondo il manifesto delle Triple A – agricoltori, artigiani e artisti. Farinasso sottolinea come la vendita di prodotti biodinamici sia in crescita, grazie ad un consumatore più consapevole. “Anche se il movimento nasce quasi 100 anni fa è estremamente moderno, perché in futuro può aiutare combattere il cambiamento climatico e nutrire in maniera corretta piante, animali e uomini. La formazione nelle scuole in questo processo può acquisire un ruolo fondamentale, per comunicare valori di salute e sostenibilità” ha affermato Farinasso.

Il punto di vista dei degustatori è stato portato da Raffaele Fischetti, tra gli autori di Bibenda e presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Trentino-Alto Adige: “I vini biodinamici, non sono solo un effimero trend di mercato, ma sono capaci di trasmettere emozioni, per la loro ricchezza sensoriale e per l’impegno di chi li produce. L’associazione oggi, durante i propri corsi, dedica un’intera lezione a questo tipo di proposte, riscontrando un crescente interesse degli iscritti.

Il futuro del vino biodinamico appare quindi roseo: anche se la produzione rimane ancora una sfida, cresce la richiesta da parte del mercato di prodotto sano, che faccia bene all’ambiente e alla natura e questo non può che incoraggiare i produttori e tutti gli operatori della filiera, fino ai comunicatori a fare sempre di più e sempre meglio.

Orfeo ed Euridice, al Teatro Verdi di Trieste nella più apprezzata edizione di Vienna 1762

Al Teatro Verdi di Trieste di scena Orfeo ed Euridice, eterna opera di Christoph Willibald Gluck. Una favola d’amore e speranza nonché snodo storico nello sviluppo della forma operistica, nella più apprezzata edizione di Vienna 1762 per la regia del giovane talento triestino Igor Pison. Dal 14 al 23 aprile.

Edward Poynter, Orpheus and Eurydice, 1862



Favola eterna d’amore e speranza, opera di corte ricca di danze, controdanze ed esaltanti cori, ma anche snodo storico nello sviluppo della forma operistica, giunge a Trieste nella più apprezzata edizione di Vienna 1762, la bellissima musica di Orfeo ed Euridice per la regia del giovane talento triestino Igor Pison, noto per la sua brillante attività in tutto il bacino danubiano, dalla Slovenia fino all’Austria, affiancato sul podio da uno dei più intriganti talenti emergenti del panorama internazionale soprattutto in ambito settecentesco, l’altrettanto giovane direttore d’orchestra Enrico Pagano. E con un cast che alterna grandi prime donne come Daniela Barcellona e Ruth Iniesta, a giovani e belle voci di sicuro futuro, il Verdi si prepara ad uno spettacolo fresco, avvincente in musica ed immagini, ove la festa sarà arricchita dal corpo di danza di Ljubliana, reduce dal travolgente successo di Romeo and Juliet.

Se il Barocco è oggi dai più considerato la forma musicale più vicina alla contemporaneità, l’opera barocca, che può evidenziare questa fratellanza anche nella freschezza dei linguaggi visuali, ne è di certo l’esempio più evidente ed Igor Pison, regista di prosa ed opera, saggista, drammaturgo e scrittore cresciuto pienamente in una cultura trilingue, non può che esserne l’interprete migliore, dopo uno studio dell’eterno mito d’Orfeo partito dall’Orfeo all’Inferno di Offenbach per il teatro di Magdeburgo nel ’22 e di cui l’allestimento di Gluck è il perfetto coronamento. Orfeo dunque è sì musicista sublime capace di muovere gli animi di tutti, ma è anche star del pop-rock di oggi e la sua azione si svilupperà in un colore che porta con sé mille riferimenti e mille metafore: rosa come un amore pop, rosa come il colore simbolo del Settecento, lanciato a Versailles da Madame de Pompadour, rosa come le guance della giovinezza in ogni favola che si rispetti ed Orfeo ed Euridice è di certo la più antica delle favole d’amore e così rosa sarà a sorpresa anche la scena del Verdi, disegnata per l’occasione dalla scenografa tedesca Nicola Reichert, già collaboratrice di registi di primissimo piano come Calixto Bieto. Ma è un rosa sfumato di grigio perché, ci racconta Igor Pison “Prendendo l’avvio dalla figura di Euridice, appellata come “ombra grigia” dal coro iniziale, sono riuscito a trovare un primo aggancio con il mondo di oggi, dove spesso persone che non si sentono più vive si rifugiano lontano dalla chiassosa quotidianità, diventando ombre grigie. Basti pensare ai grandi nomi della musica pop, imprigionati in un mondo pieno di mostri e incubi, come ad esempio Amy Winehouse o Kurt Cobain, per citarne alcuni.”.

E di certo anche la direzione di Enrico Pagano, romano, classe ’95, sarà ricca di spunti intriganti e nulla di meno ci si può attendere da colui che ha fondato, a soli 19 anni, l’orchestra Canova, che è stato annoverato dalla rivista Forbes tra i 100 leader under 30 del 2021 e ancora unico artista classico a ricevere nello stesso anno il premio TOYP The Outstanding Young Persons, ma soprattutto il direttore con un autentico talento per il repertorio settecentesco, sul quale ha già dato brillantissime prove a partire dall’opera di Mozart. Il cast vocale vede poi due nomi di assoluto pregio internazionale nei ruoli principali con Daniela Barcellona come Orfeo e Ruth Iniesta come Euridice, affiancate in secondo cast da voci giovani ma già bene affermate come il mezzosoprano Michela Guarrera, nota per la sua morbidezza vocale e ricchezza timbrica, ed il soprano modicano Chiara Notarnicola, già apprezzata dalla migliore critica per la sua spigliatezza e agilità di voce. Il ruolo chiave di Amore, quell’Eros che tutto risolve, è affidato al soprano ucraino Olga Dyadiv, grande amica del Verdi di Trieste e di certo voce e presenza scenica perfetta per la parte. La ventata di freschezza ed energia del cast sarà poi ulteriormente accentuata dalla vera sorpresa di questo allestimento: tornerà infatti a poche settimane dal trionfale successo di pubblico e critica di Romeo and Juliet, grande sold out di questa stagione, il corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubliana, questa volta con la coreografia del giovane e biondo Tebaldo di Prokofiev Lukas Zuschlag, pluripremiato primo ballerino austriaco, ma anche coreografo, e se la sua energetica grazia ha già incantato Trieste, non vi è dubbio che le danze di Gluck, grandissimo compositore di balletti, saranno un turbine di bellezza visiva nella bellezza musicale. 

Considerato dunque questo trionfo, davvero in tal senso barocco, di gioia e forza creativa pensato dal Direttore Artistico Rodda per vivacizzare la parte finale della stagione, questo nuovo Orfeo ed Euridice sarà di certo l’occasione migliore per incoraggiare il pubblico di fronte a titoli meno popolari, dimostrandone la sicura efficacia estetica ed emozionale in vista delle sorprese della stagione ventura, ma anche un momento di scavo più intimo nel marmoreo monumento del Gluck compositore e riformatore disegnato dai libri scolastici. Chiosa infatti il direttore Enrico Pagano: “Mi piace riflettere sul fatto che l’aria più conosciuta e più importante della partitura – “Che farò senza Euridice” – è in una tonalità luminosa e “positiva” come il Do maggiore e non trasmette quell’angoscia che verosimilmente il personaggio dovrebbe provare in quel momento. Due sono le considerazioni: la prima è proprio in relazione a quei luoghi comuni dai quali la riforma gluckiana voleva allontanarsi, secondo i quali a una determinata situazione emotiva doveva corrispondere necessariamente una precisa situazione compositiva. Ma vi è poi un secondo aspetto, più profondo ed umano. Sicuramente la disperazione è una possibile reazione al lutto, ma – anche alla luce della psicoanalisi – sappiamo non essere l’unica. Il lutto attraversa molte fasi e non è un caso che, nel recitativo accompagnato che precede l’aria, l’armonia è invece aspra e tagliente. Perché non pensare che Orfeo, nel domandarsi quale possa essere il suo futuro senza Euridice, non si possa beare un’ultima volta del ricordo dell’amata? In questo senso allora Gluck diventa un profondo conoscitore dell’essere umano che, proprio nel dolore, mostra tutta la sua complessità e le sue contraddizioni.”

Il Sovrintendente Giuliano Polo invece sottolinea come “questa stagione si sta avviando alla sua chiusura e non possiamo che essere già soddisfatti dal suo andamento generale: il pubblico è cresciuto, i giovani sono tornati a teatro, un numero crescente di expats e turisti rende sempre più internazionale l’orizzonte d’attesa del nostro teatro. Senza dimenticare il ritorno del Verdi nella narrazione culturale nazionale con una notevole presenza nei TG e nelle programmazioni Rai. Senza nascondersi le difficoltà comunque sempre presenti, vogliamo essere positivi e guardare con ottimismo al futuro, al quale stiamo alacremente lavorando tanto che rispetto all’anno scorso la nuova stagione sarà presentata alla città in netto anticipo, anche per consentirci di incentivare la sinergia con le forze produttive di Trieste per il bene di tutta la comunità”.

venerdì 7 aprile 2023

Festival delle Scienze di Roma 2023 - Immaginari

Dal 18 al 23 aprile 2023 il Festival delle Scienze di Roma torna all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” con la sua XVIII edizione. Incontri, conferenze, laboratori. Dal 18 - 23 aprile 2023.





IMMAGINARI è il tema di questa edizione dedicata all’immaginazione, uno degli strumenti più potenti che ci permette di concepire opere d'arte, nuove tecnologie e ci consente di trovare soluzioni a problemi quotidiani. La scienza non sarebbe la stessa se non avessimo come alleata l’immaginazione per avviare ricerche e formulare ipotesi, interpretare dati e perseguire risultati migliori. Ed è dalle interazioni delle immaginazioni individuali che emergono gli immaginari condivisi che influenzano il modo in cui organizziamo le società. Oggi più che mai abbiamo bisogno di coltivare questi immaginari, per ripensare il presente e, soprattutto, plasmare possibili futuri.

Da mercoledì 19 a sabato 22 aprile quattro incontri anche presso le Biblioteche di Roma, QUI IL PROGRAMMA.

Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, con la partnership progettuale di Codice Edizioni, il Festival delle Scienze di Roma è promosso da Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, realizzato con ASI-Agenzia Spaziale Italiana e INFN-Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con i partner scientifici CMCC-Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, CNR–Consiglio Nazionale delle Ricerche, ENEA-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ESA-Agenzia Spaziale Europea, Rete GARR, Human Technopole, IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica, INGV-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale,Museo Galileo-Istituto e Museo di Storia della Scienza, Planetario di Roma Capitale, Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Partner culturali sono Ludo Labo e GAME Science Research Center, con la partecipazione di Biblioteche di Roma, Bioparco di Roma, Explora Museo dei Bambini, Municipio II Roma Capitale, Museo Astronomico Copernicano dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Fondamentale per la realizzazione del Festival è il supporto dei nostri Partner, tra i quali Aeroporti Di Roma e ENEL. Confermata la partnership con Radio3 Scienza.

Con un programma che si snoda attraverso tre aree tematiche – scenari, ispirazioni, visioni – scienziati di fama internazionale, giornalisti e intellettuali, dibatteranno e rifletteranno sul tema di questa edizione con quell’approccio multidisciplinare e trasversale che lo caratterizza da anni.

Più di 100 ospiti, oltre 100 incontri tra conferenze, laboratori, exhibit, spettacoli ed eventi per famiglie. Tra gli ospiti attesi: Amal Amin, Amedeo Balbi, Francesco Barberini, Julian Barbour, Lorenzo Ceccotti (aka LRNZ), Mario Cosmo, Francesco Costa, Fabio Deotto, Massimiliano Fuksas, Paolo Giordano, Donato Giovannelli, Richard Mainwaring, Helga Nowotny, Giorgio Parisi, Jacopo Pasotti, Oriana Persico, Stephen Pyne, Linda Raimondo, Lisa Randall, Clarissa Rios, Jean-Jacques Szczeciniarz, Licia Troisi, Ersilia Vaudo, Stephen Wilkes.

Anche quest’anno il Festival esplora nuovi scenari. Oltre agli incontri in Auditorium, infatti, ci saranno eventi, laboratori e conferenze organizzati in altre sedi: nelle Biblioteche di Roma, al Bioparco di Roma, ad Explora Museo dei Bambini, al Macro, in collaborazione con il Municipio II Roma Capitale, al Museo Astronomico Copernicano dell'Istituto Nazionale di Astrofisica che, in occasione del Festival e in vista della riapertura definitiva a ottobre, sarà aperto in anteprima alle visite su prenotazione per le scuole e la cittadinanza, e al Planetario di Roma Capitale.

Per tutte le info VISITA IL SITO

giovedì 6 aprile 2023

Dietro le quinte, percorsi inediti a Palazzo Barberini. Alla scoperta delle collezioni conservate nei depositi e del Museo Laboratorio

Un evento eccezionale: Palazzo Barberini apre le porte dei depositi e del Museo Laboratorio con una serie speciale di visite guidate. Dal 13 aprile al 25 maggio, ogni giovedì alle 11.00.




Quando non sono esposte, dove vengono conservate le opere di un museo? Non ci saranno più segreti a Palazzo Barberini che ha deciso di aprire i depositi della sua collezione e il “Museo Laboratorio” con una serie speciale di visite guidate.

Il percorso si struttura in due parti: nella prima parte entrerete nei depositi, dove vi verranno spiegati  gli aspetti tecnici e conservativi legati alla loro gestione; subito dopo, sarete accolti nel “Museo Laboratorio”, spazio normalmente riservato ad accademie e scuole di specializzazione, pieno di sorprese. 

La conservazione delle opere in un Museo è un attività che ha lo scopo di mantenere l’integrità, l’identità e l’efficienza funzionale di un bene culturale, in maniera coerente, programmata e coordinata che viene assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro.

La prevenzione è il complesso delle attività idonee a limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto. La manutenzione è invece il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell'integrità, dell'efficienza funzionale e dell'identità del bene e delle sue parti. Per restauro infine si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente, il restauro comprende l'intervento di miglioramento strutturale.