Distretti del Vino e della Sicurezza: il benessere sul lavoro al centro della sostenibilità vitivinicola. Il progetto pilota del Nobile di Montepulciano
Equalitas presenta Distretti del Vino e della Sicurezza: la sostenibilità della filiera vitivinicola parte dal benessere sul lavoro. Formazione, tutela e diritti: il progetto pilota del Nobile di Montepulciano lancia un modello sostenibile e sicuro, replicabile dai 500 consorzi del vino italiano.
In questo contesto si inserisce l’azione di Equalitas, che attraverso il progetto “Distretti del Vino e della Sicurezza” propone un approccio innovativo e replicabile, capace di integrare la sicurezza del lavoro nel concetto più ampio di sostenibilità del settore. L’iniziativa, sviluppata a partire dal caso pilota del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, punta a trasformare i consorzi di tutela in protagonisti attivi di un cambiamento culturale, fondato sul rispetto dei diritti, la prevenzione degli infortuni e il benessere psico-fisico di chi lavora nella filiera del vino.
Equalitas, società controllata da Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani, promuove la sostenibilità sociale nel settore vitivinicolo con la presentazione del progetto “Distretti del Vino e della Sicurezza”, incentrato sul caso del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Un’iniziativa che mira a costruire un modello di lavoro sostenibile, sicuro e replicabile su scala nazionale, capace di valorizzare il ruolo dei consorzi non soltanto come garanti della qualità del vino, ma anche come promotori attivi di diritti, tutela e benessere dei lavoratori. Oggi in Italia operano oltre 500 consorzi del vino, che rappresentano circa 800.000 addetti: un patrimonio produttivo ed economico che si regge anche, e soprattutto, sulla qualità del lavoro.
Il convegno di presentazione, tenutosi a Roma nell’ambito della rassegna "Luci sul Lavoro" e moderato dal vicepresidente di Equalitas Michele Manelli, ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, accademiche e sindacali. Tra queste, Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, scelto come modello pilota, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Equalitas, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi per FederDoc, Mirko Borselli della FLAI CGIL Toscana, Pietro Gasparri per il ministero dell’Agricoltura, insieme ai professori Fabio Berti, Alessandro Innocenti e Marco Marazza, esperti di sociologia, economia e diritto del lavoro. Il confronto si è sviluppato intorno ai risultati di una ricerca condotta da Equalitas nell’ambito del tavolo permanente "Vino e Lavoro", un’iniziativa avviata da anni per integrare nel concetto di sostenibilità vitivinicola non solo la dimensione ambientale ed economica, ma anche quella sociale e umana.
I dati presentati hanno mostrato un quadro ancora critico. Nel 2023, in agricoltura si sono registrati 26.546 infortuni, di cui 138 mortali. Il 22% ha riguardato lavoratori stranieri, che rappresentano una fetta equivalente della forza lavoro nel settore. Questa sovrapposizione evidenzia una fragilità sistemica: mansioni più pericolose, minori tutele, barriere linguistiche e contrattuali, situazioni di precarietà anche psicologica. È proprio da queste criticità che nasce l’urgenza di un approccio integrato alla sicurezza, che non sia mero adempimento normativo, ma parte attiva di una cultura del lavoro fondata sulla persona.
Il progetto, nelle intenzioni di Equalitas, rappresenta un primo passo verso la creazione di percorsi formativi specifici per le filiere vitivinicole, basati sulle casistiche reali di infortunio e potenziati dall’uso di strumenti innovativi come la realtà virtuale, pensata anche per superare le barriere linguistiche. Al tempo stesso, si è discusso di come analisi di questo genere possano contribuire concretamente all’adeguamento delle piccole e medie imprese del settore vitivinicolo alle nuove normative in materia di valutazione del rischio e responsabilità del datore di lavoro. L’idea è quella di un modello scalabile, esportabile in ogni distretto del vino italiano, grazie a una rete di consorzi capaci di coniugare eccellenza produttiva e dignità del lavoro.
Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che rappresenta oltre 90 imbottigliatori e più di 2.000 addetti, è stato individuato come caso esemplare per aver già adottato lo standard Equalitas e per il suo impegno concreto nella sostenibilità sociale. Si tratta di una delle denominazioni più antiche d’Europa e, al tempo stesso, tra le più all’avanguardia sul fronte green: oggi quasi il 70% delle aziende consorziate adotta pratiche biologiche, il 59% segue protocolli di agricoltura integrata e l’84% ha investito in formazione su ambiente e sicurezza. Questo approccio sistemico mostra come la sostenibilità possa non solo convivere con la qualità, ma anzi rafforzarne la percezione e il valore sul mercato.
Nel suo intervento conclusivo, Riccardo Ricci Curbastro ha sottolineato la necessità di un cambio di paradigma: i consorzi devono diventare portavoce di un’eccellenza che non si limiti al contenuto del bicchiere, ma che si estenda alle condizioni di chi quel vino lo produce. Sostenibilità significa mettere al centro il benessere psicofisico del lavoratore, promuovendo investimenti continui in formazione e medicina del lavoro. La solidità e la longevità del settore passano da qui, dalla centralità della persona e dalla responsabilità condivisa degli attori della filiera. È con questo spirito che Equalitas e i consorzi si sono dati appuntamento al prossimo anno, con l’obiettivo di trasformare questo percorso in un sistema permanente, concreto e virtuoso, per l’intero mondo del vino italiano.
Commenti
Posta un commento