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È del poeta il fin la meraviglia, Gianbattista Marino: l'Adone manifesto poetico del barocco italiano

Gianbattista Marino è una delle figure più emblematiche della letteratura barocca italiana, e il suo poema L'Adone è considerato un vero e proprio "manifesto poetico del Barocco", non solo in Italia ma in tutta Europa. Ecco un'analisi del suo ruolo e delle caratteristiche che lo rendono un'opera fondamentale per il periodo.



Marino fu un poeta innovativo, tra i massimi esponenti della poesia barocca, noto per il suo stile elaborato, ricco di metafore, giochi di parole e virtuosismi linguistici. La sua poetica si distacca dalla tradizione classica e rinascimentale, abbracciando invece i principi del Barocco: l'arte come meraviglia, l'ostentazione della tecnica e la ricerca del sorprendente. Marino visse in un'epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali, e la sua opera riflette questa complessità.

L'Adone è un poema epico-mitologico in 20 canti, composto da oltre 40.000 versi. Narra la storia d'amore tra Venere e Adone, tratta dalla mitologia classica, ma arricchita di digressioni, descrizioni sontuose e allegorie. Il poema non segue una struttura narrativa lineare, ma si sviluppa come un labirinto di immagini, idee e suggestioni.

Elementi come amore e sensualità, presenti attraverso il rapporto tra Venere e Adone, sono al centro del poema, ma è un amore ambiguo quello rappresentato, tra passione e tragedia. Con meraviglia e stupore invece Marino vuole catturare il lettore con descrizioni elaborate, metafore ardite e giochi linguistici. La fugacità della vita, messa in scena con la morte di Adone, simboleggia invece la caducità della bellezza e della giovinezza; Marino elabora il concetto di vanitas, o memento mori, tema tipico del Barocco. Conoscenza e curiosità, sono poi gli altri temi presi in considerazione: scienza, arte, filosofia e mitologia, riflettendo l'interesse enciclopedico dell'epoca.

Marino stesso definì il suo stile con la frase "È del poeta il fin la meraviglia", sintetizzando l'essenza della poetica barocca. Ecco perché l'Adone è considerato un manifesto del Barocco. E' uno stile elaborato quello di Marino; come dicevo egli usa un linguaggio ricco, con metafore complesse, antitesi e iperboli. La sua scrittura è un trionfo di virtuosismo linguistico rivolto alla ricerca della meraviglia; il poema è di fatto pieno di descrizioni sontuose, scene spettacolari e immagini sorprendenti, che mirano a stupire il lettore.

Il policentrismo narrativo nell'Adone crea una struttura del poema frammentaria, con episodi che si intrecciano senza un filo conduttore rigido, riflettendo la complessità del mondo barocco imperniato di sensualità ed erotismo. L'Adone celebra la bellezza fisica e il piacere dei sensi, temi centrali nella cultura barocca. Il poema è inoltre ricco di significati nascosti in cui allegoria e simbolismo riflettono le tensioni culturali e filosofiche dell'epoca.

Il poema ebbe un impatto enorme non solo in Italia, ma in tutta Europa. Influenzò poeti come John Milton in Inghilterra, Luis de Góngora in Spagna e Jean de La Fontaine in Francia. La sua poetica della meraviglia e dello stupore divenne un punto di riferimento per il Barocco letterario europeo.

Nonostante il suo successo, L'Adone fu anche oggetto di critiche. Alcuni lo accusarono di essere eccessivamente elaborato, privo di sostanza morale o troppo sensuale. Tuttavia, proprio queste caratteristiche lo rendono un'opera emblematica del suo tempo, capace di riflettere le contraddizioni e le ambizioni dell'epoca barocca.

Nella favola di Adone, antieroe passivo e femmineo, negazione dell'eroe forte e coraggioso, in un divertito e continuo rovesciamento si mescolano e insieme si negano tutti i generi tradizionali, dalla favola mitologica al poema cavalleresco, al romanzo d'avventura. E nell'esile storia del giovinetto amato da Venere e ucciso da un cinghiale si innestano come in un caleidoscopio innumerevoli digressioni e straordinarie prove di virtuosismo poetico. 

"L'Adone" è un poema che creò da sé le sue regole dettando un nuovo modello alla poesia della sua epoca perché, come affermava l'autore, «la vera regola è saper rompere le regole a tempo e luogo, accomodandosi al costume corrente e al gusto del secolo».

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